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Domenica 14 dicembre

Dal momento che Martinson viveva a Brighton, e Pewe in una sistemazione temporanea in affitto a Hove, era stato deciso che s’incontrassero nell’ufficio di Grace alla Sussex House, anziché al quartier generale della polizia di Lewes, dove i due operavano e dove Grace avrebbe impiegato venticinque minuti di auto, tra andata e ritorno, per arrivare.

Quando entrarono nel modesto ufficio di Grace, erano da poco passate le sette e mezzo di sera. Il commissario capo Martinson indossava jeans e maglione sformato a trecce, mentre l’assistente commissario capo Pewe aveva pantaloni in cordellino, scarpe scamosciate, dolcevita e una di quelle eleganti giacche in tweed con spalline e toppe sulle maniche che, secondo Grace, Pewe immaginava gli dessero l’aria di un gentiluomo di campagna, ma che invece lo facevano sembrare più che altro un appariscente trafficone.

Grace preparò il caffè e li raggiunse al piccolo tavolo rotondo da riunione. Li ringraziò per essere venuti di domenica sera e andò dritto al punto, spiegando perché avesse voluto vederli con tanta urgenza. «Ho paura che tutte le prove indichino la presenza di un serial killer attivo nella nostra città», disse.

Martinson s’irrigidì visibilmente. Pewe sembrava avere appena inghiottito una vespa.

«Ti rendi conto delle implicazioni, Roy?» reagì Martinson.

«A Brighton non ci sono serial killer, Roy», disse Pewe. «Voglio dire, non più dai tempi degli ’omicidi del bagagliaio’ dei primi anni ’30. Ne sei sicuro?»

Grace li aggiornò sull’operazione Carro da Fieno e su Monna Lisa di Glenn Branson. Quando ebbe terminato, entrambi i capi restarono in silenzio. Concordarono sulla necessità che venisse costituito al più presto un Gruppo Oro e che la responsabilità di organizzarlo fosse di Pewe.

«Prima di incontrarvi, ho parlato con Jonathan Atkins dell’unità di supporto operativo della National Crime Agency», spiegò Roy. «Ho spiegato la situazione e lui mi ha fornito alcune linee guida dettagliate su come procedere d’ora in avanti con l’indagine e su come gestire l’impatto della notizia sulla comunità. Il suo consiglio è di rendere tutto pubblico e coinvolgere stampa e media fin da subito. Inoltre, sono in attesa che mi chiami un investigatore capo che insegna all’Accademia nazionale di polizia e che in passato ha avuto esperienze con due serial killer.»

«L’impatto sulla comunità sarà enorme, Roy», disse il commissario capo.

«Lo so», replicò Grace. «Sto mettendo a punto una strategia preventiva che includa misure precauzionali che riducano il rischio di ulteriori vittime.»

«Alla polizia metropolitana avevamo un po’ di esperienza», aggiunse Pewe, pensieroso.

«Il fatto è che Brighton non è l’area metropolitana di Londra», disse Grace. «Là ci sono più di otto milioni di abitanti. Qui poco più di duecentocinquantamila. Questa è una comunità che ha legami molto più stretti. Le persone sono meno abituate agli omicidi e la nostra strategia deve rispecchiarlo, per evitare di gettare nel panico la città.»

«Dopo undici anni, avevamo finalmente perso il titolo di capitale nazionale dei morti per overdose, e adesso ci tocca questo», commentò Martinson.

«Concordo. E l’impatto perdurerà finché non avremo arrestato e condannato il colpevole», disse Grace, torvo.

«Ti rendi conto delle conseguenze, se invece ti stai sbagliando, Roy?» chiese Cassian Pewe con il ben noto lamento sgradevolmente prossimo a un sogghigno. Era tornato alla sua voce abituale, come se la vespa fosse stata ormai digerita.

«Posso immaginare l’impatto sul turismo nel breve periodo, signore, e l’agitazione di molti cittadini, naturalmente», disse Grace. «Ma non avvertire la cittadinanza potrebbe causare un’altra vittima. E forse più di una.»

«Quanti dettagli ti è stato suggerito di rivelare all’opinione pubblica?» volle sapere Martinson.

«Be’, ho parlato a lungo anche con il detective Jordan Finucci della sezione Omicidi dell’FBI di Quantico, che avevo conosciuto a un corso quattro anni fa. Lui ha avuto a che fare con due dei peggiori serial killer americani, Ted Bundy e Dennis Rader, noto come BTK. Mi ha dato un consiglio basato sulla strategia grazie alla quale hanno catturato BTK.»

«E sarebbe?» chiese Pewe.

«È un fatto piuttosto consolidato che la maggior parte dei serial killer ha un ego smisurato. Allora, alcuni detective americani sfruttano questa cosa per conseguire risultati. Il consiglio che mi ha dato è quello di provocarlo e cercare di farlo uscire allo scoperto.»

«Ma se lo fai, e le donne scomparse sono ancora vive, non rischi di spingerlo a ucciderle?» chiese Martinson.

«Le statistiche non depongono ugualmente a favore del fatto che siano ancora vive, signore. La maggior parte delle vittime vengono uccise entro un’ora dal rapimento, poche sopravvivono alle ventiquattr’ore. Dobbiamo essere fiduciosi, condurre le indagini con l’urgenza di trovarle e salvar loro la vita, ma dobbiamo guardare anche oltre queste giovani donne: è necessario evitare che venga rapita un’altra vittima, se non molte altre. Abbiamo accertato che il soggetto è un pianificatore meticoloso, o chiaramente pensa di esserlo. A quanto pare, l’ha fatta franca con l’omicidio di due donne trent’anni fa e, con tutta probabilità, oggi si ritiene invincibile.»

«Sai, Roy?» intervenne Pewe. «A me sembra molto strano che si sia fermato e che abbia ricominciato all’improvviso dopo tutti questi anni.»

«Con tutto il rispetto, signore, di recente ho condotto un’indagine su uno stupratore seriale, il cosiddetto Uomo della Scarpa. Era rimasto inattivo per molti anni perché si era sposato e aveva avuto figli. BTK negli Stati Uniti si è fermato per un periodo simile e per motivi analoghi.»

«Roy ha ragione, Cassian», disse Tom Martinson. «E non sappiamo con certezza che questo soggetto abbia realmente smesso. Possiamo solo pensare che l’abbia fatto nel Sussex e per un lungo periodo, ma potrebbe aver compiuto i suoi crimini altrove in Inghilterra, o persino all’estero, e poi aver fatto ritorno qui di recente.»

«Presumo che la tua intelligence stia controllando i reati compatibili in tutto il Regno Unito, tornando indietro di trent’anni, giusto?» chiese Pewe.

«Sì, ci stanno lavorando, ma finora senza risultati. Un’altra cosa: oggi ho contattato uno psicologo forense, Tony Balasz. Ha lavorato su due casi di serialità di alto profilo: lo stupratore della M25, Antoni Imiela, e l’assassino delle prostitute di Ipswich, Steve Wright. Anche lui è d’accordo con Jordan Finucci: usare i mezzi di comunicazione per farlo uscire allo scoperto.»

«Roy, c’è un investigatore capo con cui ho lavorato alla polizia metropolitana, Paul Sweetman, che era stato distaccato per dare una mano al caso di Ipswich», disse Pewe. «Senza volerti in alcun modo pestare i piedi, avresti obiezioni se gli chiedessi di venire quaggiù a dare il suo contributo?»

Grace lo fissò, cauto. Il rapporto tra la polizia del Sussex e la polizia metropolitana di Londra non era mai stato dei più semplici. Molti bravi agenti erano stati rubati al Sussex dalla polizia metropolitana, attirati da stipendi migliori.

«Roy, sono certo che Cassian ha a cuore solo il meglio per la nostra città, non vuole usurpare il comando di questo caso», intervenne diplomaticamente Martinson, guardando l’assistente commissario capo in cerca di conferma.

«Certo, Tom», disse Pewe, che poi si rivolse a Grace con un sorriso untuoso. «Roy, so che abbiamo avuto le nostre divergenze in passato, ma sono finite, ormai. L’ispettore capo Sweetman è una brava persona. La mia proposta è che si unisca a noi esclusivamente come consulente, e solo se tu sei a tuo agio. Altrimenti, non ci pensiamo più.»

Grace rifletté per un istante, comprendendo di avere poca scelta. Se avesse rifiutato e l’operazione fosse andata a gambe all’aria, Pewe gliene avrebbe addossato tutta la colpa. «Sono certo che sarà d’aiuto», disse infine.

«Bene», fece Martinson. «Roy e Cassian, voglio che lavoriate insieme e che mi teniate informato. Elaborate un piano. Io terrò al corrente di tutto il capo della polizia: so che sarà molto preoccupata, e i membri di spicco della comunità si uniranno domani al Gruppo Oro. Nonostante il funerale, dovrete restare concentrati su questo caso. Suggerisco di convocare una conferenza stampa domani, dopo il funerale, e una prima riunione del Gruppo Oro, durante la quale annuncerai che ci troviamo in presenza di un serial killer. Non farti illusioni, però, scuoterà la città fino al midollo e causerà il panico. E, da un punto di vista commerciale, danneggerà tutta la zona.»

«In base a quello che hai detto, Roy, penso che tu debba prendere il comando dell’operazione Monna Lisa e assorbirla nell’operazione Carro da Fieno», disse Cassian Pewe.

«Ci avevo già pensato, signore», rispose Grace. «Sarò a capo dell’intero processo investigativo e ho chiesto all’ispettore capo Maclean di farmi da vice. Alcuni agenti saranno poi responsabili di singoli aspetti dell’indagine per ciascuna vittima.»

Pewe annuì e diede un’occhiata al suo cellulare, che aveva appena suonato.

«A mio parere dovremmo anche inventare noi un nome per il killer, prima che la stampa ne tiri fuori uno dei suoi a effetto», aggiunse Grace. «Non vogliamo che l’Argus se ne esca con qualcosa di allarmistico tipo ’lo Squartatore di Brighton’ o ’lo Strangolatore del Sussex’.»

«Hai qualche proposta?» gli chiese Martinson.

«Sì, ne ho parlato con Tony Balasz e ci vuole un soprannome che non lo renda troppo affascinante: pensavamo a qualcosa come ’il Marchiatore di Brighton’.»

I due capi ci pensarono su per un po’.

«Mi sembra astuto», disse infine Martinson.

«Sì», concordò Pewe. «Condividiamolo con il Gruppo Oro, per essere sicuri che la comunità sia d’accordo.»

Per i dieci minuti successivi parlarono di costi e risorse. Considerando il potenziale impatto sulla collettività, Martinson disse che, per quella rara occasione, i soldi non potevano essere un problema. Tutte le risorse dovevano essere impiegate, malgrado tutto.

Già prima della riunione, Grace si era reso conto dell’enorme responsabilità che ricadeva su di lui. Adesso la sentì ancor più pesante.

«Il lotto 3472 nel cimitero di Hove», disse d’un tratto Pewe, riguardando gli appunti che aveva preso.

«Esatto», disse Grace.

Dal tono di voce dell’assistente commissario capo, quel dettaglio stava avendo un effetto seriamente nocivo sulla sua pressione. Grace per un breve istante sperò che avesse conseguenze fatali.

«Il trucco più vecchio del repertorio», disse Pewe.

«Sì, signore», annuì Grace. «Me l’ha già fatto notare l’ispettore Branson.»