RINGRAZIAMENTI

I viaggi descritti in questo libro si sono svolti nell’arco di sette anni. Il primo, del 2010, a Upernavik in Groenlandia è stato in parte sovvenzionato dal programma Grants for the Arts dell’Arts Council England; senza questo finanziamento le mie esplorazioni non sarebbero iniziate. È stato per me un privilegio enorme passare del tempo con la popolazione di Upernavik, e questo libro costituisce una testimonianza della generosità con cui condividono le loro abbondanti conoscenze e scarse risorse. Le seguenti istituzioni hanno fornito ulteriori e preziosi spazi per la ricerca e la scrittura: Ilulissat Kunstmuseum, in Groenlandia; il Doverodde Book Arts Centre, in Danimarca; l’Hawthornden Castle, in Scozia; la residenza per artisti Herhúsið, a Siglufjörður in Islanda; il Gunnar Gunnarsson Institute, in Islanda; la Jan Michalski Foundation, in Svizzera; e la Lady Margaret Hall, all’Università di Oxford. I miei ringraziamenti al personale di questi istituti per avermi donato il proprio tempo e le proprie conoscenze; per la stessa ragione ringrazio lo staff del British Antarctic Survey e dello Scott Polar Research Institute, a Cambridge; la Lit & Phil Library, a Newcastle-upon-Tyne, e la Royal Academy, a Londra. Desidero esprimere la mia gratitudine alla Worshipful Company of Stationers and Newspaper Makers per avermi finanziato un viaggio di studio negli Stati Uniti per visionare i manoscritti di Thoreau alla Morgan Library e lavorare presso la Lone Oak Press nel Massachusetts.

Un ringraziamento speciale va alla mia agente Kirsty McLachlan, di DGA Ltd, per il suo intuito e incoraggiamento, e agli editor Rowan Cope e Jo Dickinson della casa editrice Simon & Schuster per aver creduto nel dattiloscritto e per la cura con cui hanno seguito il libro fino alla pubblicazione. Grazie anche a Caroline Blake per la cura redazionale e a tutto il team di Simon & Schuster. Grazie alle commissioni ricevute da vari direttori e curatori di gallerie d’arte ho potuto continuare a concentrarmi sull’Artide una volta rientrata in Gran Bretagna; sono grata a Phil Owen, di Tertulia; a Francesca Goodwin, di Fabelist; a Mike Sims, responsabile editoriale della Poetry Society; a Sebastian Carter, direttore di Parenthesis; a Mark Goldthorpe, di ClimateCultures; a Em Strang, Nick Hunt e Charlotte du Cann, di Dark Mountain; a Sam Phillips, di RA Magazine; e a Will Eaves, Anna Vaux e Catharine Morris, del Times Literary Supplement. Grazie anche a Thea Lenarduzzi per avermi commissionato un articolo sulla Groenlandia su quella che si è rivelata essere l’ultima edizione domenicale stampata dall’Independent. La sezione sulle carote di ghiaccio è stata originariamente pubblicata col titolo The Library of Ice sul sito Terrain.org, avendo vinto nel 2012 il concorso come migliore opera di nonfiction; i miei ringraziamenti a Julian Hoffman, che ha assegnato il premio, e al direttore Simmons Bunting. Roni Gross di Z’roah Press, New York, è una fonte di ispirazione, nell’arte come nella vita; ha pubblicato le mie prime poesie su Upernavik, e le sono grata per il suo continuo sostegno nei confronti del mio lavoro. Desidero esprimere il mio profondo apprezzamento per Mary Jean Chan e Theophilus Kwek, amici ed ex colleghi di Oxford Poetry, che hanno sostenuto la mia decisione di dimettermi dal comitato editoriale per poter completare il dattiloscritto di questo libro.

Sono grata agli artisti e alle altre persone che si sono lasciate intervistare condividendo con me le loro esperienze e idee – in particolare Carmen Braden, Bill Jacklin ed Emma Stibbon della Royal Academy of Arts. Desidero poi ringraziare le tante persone non nominate nel testo con cui ho discusso di libri e / o di ghiaccio: ricordo Helen Barr, Kaddy Benyon, Julia Bird, Sarah Bodman, Isabel Brittain, Chris Calver, Vahni Capildeo, David Collard, Edwina Ellis, Nick Gingell, James Gledhill, Dennis Harrison, Nasim Marie Jafry, Ralph Kiggell, Bernard Kops, Robert Lock, Helen Mitchell, Eleanor Morgan, Kirsten Norrie, Judith Palmer, Clementine Perrins, Katie Potter, Russell Potter, Paul Preece, Dan Richards, Jane Rushton, Lavinia Singer, Andrew Smardon, Bethan Stevens, Stephen Stuart-Smith, Matthew Teller, Pierre Tremblay, Mark Turin, Lindy Usher, Ruth Valentine e Lefteris Yakoumakis. Ringraziamenti speciali a David Borthwick, che ha richiamato la mia attenzione sull’etimo di “ecologia”. Last but not least, un caloroso ringraziamento a Nick Drake, la cui raccolta The Farewell Glacier (Bloodaxe) contiene una poesia che dà voce a una carota di ghiaccio o “la biblioteca del ghiaccio”, per avermi generosamente regalato lo spunto per il titolo del libro. Le opere di numerosi autori hanno nutrito la mia immaginazione durante i miei viaggi; molti di questi libri sono menzionati nel testo. Non ho invece citato Arctic Dreams di Barry Lopez (Sogni artici, trad. it. di Roberta Rambelli, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2006), che mi ha tenuto compagnia durante il tragitto verso Upernavik e ha informato gran parte delle mie successive riflessioni sull’Artide. La responsabilità degli eventuali errori presenti nel testo è soltanto mia.

Durante i miei viaggi ho incontrato molte persone che hanno influenzato la forma del presente libro. (Per tutelare la riservatezza degli individui, alcuni nomi sono stati cambiati nel testo.) I miei ringraziamenti a tutti coloro che mi hanno aiutato sulla strada e nella neve, specialmente Haukur Einarsson, Sindri Bessason e Þórey Gísladóttir di Glacier Adventure, Islanda; Lizzie Meek dell’Antarctic Heritage Trust; Naomi Chapman del Polar Museum; il gruppo di ricerca Arctic Encounters finanziato dall’hera (Humanities in the European Research Area) dell’Università di Leeds; Mette-Sofie D. Ambeck, e Liz e Lars Hempel-Jørgensen in Danimarca; Ole e Thrine Gamst-Pedersen e Nivi Christensen in Groenlandia; lo Scottish Arctic Club; Helena Dejak, Kristján Jóhannsson, Örlygur Kristfinnsson, Guðný Róbertsdóttir, Björn Valdimarsson e Ólöf Sæunn Valgarðsdóttir in Islanda; e Dervla Murphy in Irlanda. Serge e Caroline Zvegintzov hanno ampliato la mia biblioteca grazie ai loro prestiti di libri, e Catherine Zvegintzov con i suoi doni. I miei genitori, Colin e Anne Campbell, mi hanno insegnato a rispettare la natura, incoraggiandomi a indagare le rappresentazioni che ne hanno dato scrittori e artisti, e Kenneth ed Eithne Campbell hanno alimentato la mia curiosità per il mondo, a cominciare da un abbonamento, tanto tempo fa, a National Geographic. Infine, i miei più sentiti ringraziamenti ad Anna Zvegintzov, senza il cui affetto e paziente sostegno questo libro non sarebbe mai stato completato.