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Domenica
Caro papà,
ieri ho piantato un giardino.
Credo di avere iniziato a volerlo fare dopo avere letto il copione. Ma quando sono uscita in giardino e ho iniziato a farlo per davvero, è stato strano. Ho avuto l’impressione che la terra volesse parlarmi. Forse l’ho solo immaginato, non so.
Improvvisamente ho sentito il bisogno di piantare delle cose e di aggiustarne delle altre. Era come se avessi davvero molta sete o molta fame e non vedessi l’ora di mettere qualcosa in bocca per sentirmi meglio.
Che strano. Non mi sentivo così da quando ero una bambina piccola. Come quella volta che mi avete portata a comprare delle scarpe nuove e alla fine ognuno di noi tre ne ha comprato un paio, così quando siamo arrivati a casa ci siamo ritrovati con tre scatole e volevo che tu le incollassi tutte insieme per fare una casa per le bambole. Ti ho stressato tutto il pomeriggio perché lo facessi e la dipingessi, aiutandomi a renderla bellissima. Dovevo farlo ad ogni costo.
Dopo il funerale, è stato come se avessi spento un bottone dentro di me, quello che fa sì che mi importi delle cose e che mi spinge a farle. Ora credo che la Signorina Fraser l’abbia riacceso di nuovo, o forse sono stata io, chissà.
Sono praticamente saltata addosso a mamma, quando è tornata a casa con il latte e il giornale. L’ho implorata di portarmi al vivaio. Mi è sembrata sorpresa sul momento, ma poi si è guardata intorno e mi ha semplicemente detto: «Ok!». E mi ha portata subito là.
«Voglio qualcosa che cresca velocemente,» ho detto alla commessa, e lei mi ha trovato un pacchetto di semi di girasole e qualche altro fiore. Nasturzi e viole del pensiero. Ma non so, non ho mai sentito quei nomi. Poi abbiamo preso un attrezzo per scavare e un po’ di fertilizzante. Ha un odore tremendo, ma mamma dice che aiuterà a farli crescere.
Quindi mamma mi ha domandato se avevo preso tutto, ma le ho risposto di no. Volevo anche della vernice per dipingere lo steccato. L’ho vista un po’ perplessa (il fatto è che siamo in affitto, e quando uno è in affitto non è che possa mettersi a dipingere quello che vuole), ma non avrei mai accettato un no come risposta, perciò ho iniziato a saltare avanti e indietro fino a quando lei mi ha detto di sì.
C’era un negozio di vernici poco distante da lì, ci siamo andate subito. «Puoi farlo tutto color crema.» Non ho detto nulla, ma sono rimasta ferma a fissarla con in mano il giallo acceso fino a quando, ormai rassegnata, mi ha detto: «E va bene!» Quindi farò lo steccato a strisce gialle e crema. Ma ho dovuto prometterle che, se ci trasferiremo ancora, lo ridipingerò di nuovo e lo farò tornare di nuovo di un solo colore. «Va bene,» le ho detto. Non mi importa di doverlo ridipingere.
Quando siamo tornate a casa, mamma si è messa a leggere il giornale mentre io dipingevo. E scavavo. E preparavo la terra. Mi ci è voluto molto tempo. E quando lei ha iniziato a preparare la cena, io ero finalmente pronta per piantare i semi.
Ho aperto il pacchetto dei girasoli e ho tirato fuori una bustina color argento con dieci semi ovali all’interno. Me li sono messi sulla mano, erano freschi e immobili sulla mia pelle. So che può sembrare ridicolo, ma li ho baciati uno ad uno, poi li ho di spinti nella terra e ho detto loro: «Vi prego, fiorite!» Quindi ho seminato i nasturzi e le viole del pensiero. Forse sono un po’ troppi per la mia piccola aiuola, ma non mi importa. Voglio solo che fioriscano.
Sono rimasta lì seduta a guardare il segno dei miei pollici nella terra, poi è successa una cosa stranissima. Per favore, non pensare che io sia pazza.
Improvvisamente ho sentito ogni singola particella d’aria intorno a me pizzicarmi la pelle, quasi come se fosse elettrica. Si è fatto buio molto velocemente, la luna è diventata più grande e ho pensato: «Se metto i piedi dentro la terra, anche io crescerò.» Così l’ho fatto, e tutto mi è sembrato più vivo, vicino e vibrante.
Mamma mi ha chiamata per la cena e credo sia di nuovo rimasta sorpresa, perché continuavo a guardarmi intorno in cucina e a notare cose che non avevo mai visto prima, chiedendole di ogni singola cosa. Non avevo voglia di guardare la TV come facciamo di solito, mi sembrava così noiosa, finta e non viva! Così ho passato la sera a fare delle capriole sul divano e la verticale contro il muro. Il mio corpo sentiva il bisogno di muoversi.
Quando mamma alla fine si è stufata di me e mi ha detto che era ora di andare a letto, non ci sono andata subito. Mi sono fermata invece nel corridoio, ho guardato in alto e ho parlato al soffitto di Harold.
«Sto facendo la stessa cosa,» gli ho detto. «Sto facendo la stessa cosa che hai fatto tu.»
Mi ci è voluto un secolo per addormentarmi, probabilmente perché non ero così entusiasta da tantissimo tempo. Non ho mai capito perché non riesco a dormire quando sono emozionata.
Ho anche dormito molto meno del solito, perché alle sei di stamattina ho aperto gli occhi e il mio primo pensiero è stato: “il giardino!”.
Sono saltata giù dal letto, ho preso la mia macchina fotografica e sono corsa fuori. Voglio fare una foto del giardino ogni settimana, così lo vedrò crescere e cambiare.
Mi fanno male i muscoli, ho ancora dei residui di vernice nei capelli e sulle dita, ma mi sento benissimo. Il giardino è qualcosa che ho fatto e sistemato io. E quando i girasoli nasceranno, saranno bellissimi. Non posso crederci... ho un giardino!
Jazmine