Capitolo 11

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Gabby è come uno di quei coniglietti rosa negli spot in TV che parlano parlano parlano. Le sue batterie non si scaricano mai. Non ho mai incontrato qualcuno con così tante energie... A me piace starmene seduta tranquilla a guardare il mondo intorno a me, lei invece vuole fare tutto e subito. E parla, tantissimo. Vuole sempre sapere tutto di tutti.

«Dan, perché hai un laccio nero e un laccio rosso nelle scarpe? Sei daltonico o cerchi di fare il figo?»

«Oddio, Olivia, guarda gli orecchini di quella ragazza! Vedrai che finirà nei guai, messa così. E ha anche un piercing al naso. Chissà che male! Tu lo faresti? Ma davvero? Io penso che sia strano avere qualcosa nel naso. E quando devi soffiarti il naso? Che succede, ti esce tutto dal buco?»

«Caitlin, hai ricevuto il mio messaggio per il week-end? Perché non mi hai risposto? Aspetto da una vita!»

La osservo sempre quando siamo in classe. Lei riesce a parlare davvero con chiunque. Non è mai timida, va dalle persone e semplicemente attacca bottone, è sempre a suo agio. Non ho mai conosciuto qualcuno come lei... E poi, è sempre felice. Io non ho mai avuto fiducia in me stessa e negli ultimi quattro anni sono stata tutto meno che felice. Per me è incredibile guardarla.

L’altra cosa incredibile è che per qualche ragione lei ha deciso che io sono la persona con cui vuole passare il suo tempo.

«Uno di questi giorni dovremmo andare a fare un po’ di shopping,» mi dice. «Ci divertiremo un mondo. Anzi, sai cosa sarebbe davvero bello? Alcuni mesi fa, io e mia cugina siamo state in canoa ed è stato fantastico. Voglio tornarci di nuovo, ma ho bisogno di qualcuno con cui andare. Vedrai che ti piacerà. Ti piace l’acqua, vero? Hai mai fatto canoa?»

«Uhm, no.» Ma lei è già arrivata al prossimo argomento.

«Ehi! Sai cosa? Dovrei venire da te, posso? Oppure tu potresti venire da me. Abbiamo la piscina, e quando farà più caldo metteremo un trampolino per buttarci direttamente in acqua. È fantastica!»

Anche le altre ragazze del gruppo sono gentili con me, ma si frequentano da molto tempo e parlano spesso di persone che non conosco, perciò non mi sento molto parte del loro gruppo. Ciononostante, ormai vado sempre a sedermi con Liam, Gabby e i loro amici durante il pranzo e la ricreazione. Liam continua a guardarmi tutto il tempo, a parte quando gioca a pallamuro. A volte gioco anche io con loro, anche se ancora non capisco bene tutte le regole. Organizzano i loro piccoli tornei e altre cose che probabilmente rendono la cosa più interessante, ma faccio fatica a seguirli. Anche Gabby prova a giocare, ma poi rinuncia perché qualcuno grida “sfida mortale!!” e lei per qualche ragione perde.

«Non è giusto!» si lamenta, buttandosi a terra e finendo sul mio zaino. «Oh, mi dispiace Jazmine! Non volevo!» Toglie il mio zaino da sotto il suo sedere e lo mette tra di noi. «Non sono le stesse regole che avevamo nell’altra scuola!» urla a Dan. «Voi avete le vostre regole, e non è giusto se gli altri non le conoscono!» Sembra abbastanza scocciata.

«Lo facevano anche alle elementari,» le dice Caitlin con un sorriso di solidarietà. «Gli insegnanti avevano dovuto scrivere le regole su un cartello e l’avevano appeso in cortile, perché tutti inventavano le loro. Ma è almeno dal quarto anno che giocano insieme, quindi si sono fatti tutte le loro cose.»

«Tu non eri a scuola con loro?» chiedo a Gabby. «Credevo vi conosceste tutti dalle elementari.»

«Io? No, no!» mi dice Gabby, sorpresa. «Sono arrivata solo quest’anno. Prima andavo a scuola a Sidney.»

«Tutti noi invece sì, siamo amici dalle elementari e continuiamo ad uscire insieme,» dice Erin.

«C’era anche Angela,» dice Olivia. «Anche lei faceva parte del nostro gruppo e usciva con noi.»

«Sì, ma poi lei è “andata avanti”,» ribatte Erin, sottolineando quelle parole e alzando gli occhi al cielo. «Anche se credo le piaccia ancora Liam. Un tempo aveva una cotta per lui. Ma ora lei è troppo avanti per noi. A dire il vero ci sono svariate persone che credono di essere troppo avanti per noi. Ad esempio c’è un gruppo di ragazzi che un tempo giocava con noi e ora non ci considera nemmeno e si dedica solo ai graffiti e al fumo.»

Caitlin sgrana gli occhi. «Durante il primo trimestre hanno fatto dei graffiti nei bagni della scuola e si sono messi in un sacco di guai.»

«Lo so. E Liam si è arrabbiato moltissimo con loro,» dice Olivia. «Ha detto loro che stavano facendo una cavolata, ma loro gli hanno risposto che è uno sfigato. Credono di essere dei gran fighi.»

«Sì,» annuisce Gab. «Io non faccio graffiti o altre cose stupide, non sono abbastanza interessante. Perciò, quando sono arrivata qui, mi sono fatta adottare da loro. Non hanno avuto scelta!» Scoppia a ridere e si mette le mani sui fianchi, come se dicesse “Forza, provate a liberarvi di me!

«Già,» conferma Caitlin, fingendo di lamentarsi. «Abbiamo provato ad essere cattivi con lei, ma non ha funzionato. Non se ne va più via!» Si mette a ridere e poi la guarda con ansia. «Sto scherzando... l’hai capito, vero?»

«E vabbeh,» dice Gabby, con grande pathos. «In ogni caso, tu mi vuoi bene. Tutti me ne volete!»

«Io no!» grida Dan dal campo di pallamuro, con un mezzo sorriso.

«Anche io ti odio!» gli urla lei. Poi ci guarda con un’espressione dispettosa. «Sapete una cosa? Ora vado a prendere una lucertola e gliela metto nello zaino! Deve smetterla di essere cattivo con me!»

Si alza in piedi e corre verso i cespugli per dare la caccia a un geco che si sta godendo il sole. Dopo pochi secondi, ha già rinunciato e torna da noi.

«Aaah, troppo difficile! Dovrei semplicemente prenderlo a calci.» Guarda la mia espressione e si mette a ridere. «Tranquilla, non lo farò per davvero!»

Sorrido nervosamente. Non so mai bene cosa pensare quando le persone intorno a me si punzecchiano così. Non capisco mai se sono serie o meno.

Erin si avvicina a noi. «In realtà, Gab, credo che a te Dan piaccia molto, vero?» Ha sottolineato il verbo “piacere” e sembra che voglia essere fastidiosa e gentile allo stesso tempo. In un millisecondo, il viso di Gabby si fa completamente rosso.

«No!» Sembra lo strillo di una gallina. «Proprio no! Non lo sopporto! Non è vero!»

Ma è ancora rossa per l’imbarazzo e Olivia e Caitlin rincarano la dose. «Oooh, sì invece! A Gabby piace Da-an! A Gabby piace Da-an.» Cantano in coro.

Gabby si butta con la pancia per terra, nascondendo la faccia nello zaino e prendendo a calci il terreno come una bambina di due anni che fa i capricci in un supermercato. «Non è vero! Smettetela!» Sta battendo i pugni per terra e le sue parole sono soffocate dallo zaino, suonano un po’ come “fmeffefela”.

«Mi fai sempre ridere, Gab!» le dice Erin, ridendo. «Non ti preoccupare, non lo diremo più.»

Gabby tira su la testa e prende fiato in modo plateale. «Sarà meglio, io qui sto morendo soffocata!»

Alzo la testa per vedere se Dan sta ancora giocando e se ha sentito qualcosa. Anche il suo viso è un po’ rosso, ma non capisco se è per il gioco o per l’imbarazzo. Lui non sta guardando verso di noi, ma Liam sì. Incrocia il mio sguardo e mi sorride, perciò ricambio il suo sorriso e poi chino la testa, mi sento nervosa.

Forse sono i suoi capelli castani e morbidi che mi fanno respirare un po’ più veloce ogni volta che lo vedo. Non gli arrivano fino alle spalle, ma sono un po’ più lunghi di come li portano di solito i ragazzi. Non li porta così perché vuole sembrare più figo, lo si capisce bene dal modo in cui muove la testa. Piuttosto è come se da un po’ di tempo si dimentichi di tagliarli.

Tutto ciò che lo riguarda sembra semplice, leggero e facile. Gioca a pallamuro come se stesse danzando, senza sforzi e con la grazia di un bambino. In teatro, il modo in cui recita sul palco, è come se in camerino si mettesse addosso non solo il costume, ma anche la pelle del suo personaggio.

Sembra non debba pensare a nulla. Me lo immagino a camminare in un bosco, con gli arbusti e gli alberi a spostarsi per andare a creare un sentiero apposta per lui, così che non debba sudare. Per me è diverso. Io devo pensare a qualsiasi cosa, io il mio sentiero devo costruirlo palmo a palmo.

All’improvviso i miei pensieri vengono interrotti. «Jazmine!» La voce forte di Gabby irrompe tra la nebbia del mio cervello. Alzo la testa e vedo quattro facce curiose che mi fissano. «Quindi?» mi dice Erin. Ha dei grandi occhi azzurri e la pelle chiara. «Anche tu?»

«Cosa?» I miei occhi si guardano intorno nervosamente. «Scusami, non stavo ascoltando...»

«Non stavi ascoltando?» strilla Gabby. Si avvicina le mani alla testa, fingendo un’espressione di orrore.

«Questa è una prova! È nel mondo dei sogni!»

«Prova di cosa?» Ancora non ho capito di cosa stiano parlando.

«Tu e Liam,» dice Olivia, sussurrando platealmente. Sta guardando verso i ragazzi. «Lui ti piace, vero?» Mi guarda con gli occhi sgranati e un enorme sorriso, aspettando che confermi la sua idea.

«Uhm, chi?» Sto cercando di sviare il discorso.

«Chi?» Caitlin ride. «Liam! Non lo sapevi che gli piaci? Ce l’ha detto lui! A te piace?»

«Ve l’ha detto lui?» Il mio stomaco ora è un enorme nodo. «Cosa intendi?»

«Quando è iniziata la storia dello spettacolo. Sai, le prove dopo la scuola. Il giorno dopo è arrivato con un’espressione così sognante che abbiamo iniziato a prenderlo in giro. Lui ha ammesso che si è preso una cotta per una ragazza che ha conosciuto,» mi dice Erin.

«Sì, non riuscivamo capire chi potesse essere,» continua Caitlin, mischiando le sue parole a quelle di Erin. «E poi, all’improvviso, ti ha invitata a giocare...»

«...e continua a guardarti...» incalza Olivia.

«...e poi ci è venuto in mente che anche tu sei nello spettacolo, giusto?» conclude Caitlin.

«Quindi... lui ti piace?» chiede ancora Gabby, impaziente. «Devi, per forza! È così carino, vero?»

Abbasso gli occhi verso i miei piedi. Non posso dire bugie, ma non posso nemmeno dire ciò che penso. Sono così imbarazzata, ma anche così felice che non riesco a smettere di sorridere.

«Ha!» grida Gab, chinandosi verso di me per guardarmi in faccia. «Guarda! Un sorriso! Sì che le piace. Jazmine e Liam. Insieme! Per sempre!» È come una cantilena, che accompagna con le braccia. «Woowoo!»

«Wow!» mi dice Oliva, «Se anche tu ami il teatro come Liam, credo possiate già sposarvi. A lui piace così tanto, non potrebbe mai stare con qualcuno che non la ritenesse la cosa più bella del mondo.»

Ormai sono sepolta dall’imbarazzo e non oso alzare gli occhi verso la partita per vedere se Liam ha sentito qualcosa, ma va bene così. Perché ora so che gli piaccio. E la cosa mi piace. Tantissimo.

Caitlin e Olivia finalmente cambiano argomento e si mettono a parlare di passare dal bagno prima che suoni la campanella.

«Vieni anche tu, Jazmine?» mi chiede Gab. «Andiamo tutte, dai.»

«Sì, ma non a quelli del Blocco A,» dice Erin. «Sono disgustosi.»

«Ma no, sono a posto!» dice Caitlin.

«Quelli disgustosi sono quelli del Blocco B,» dice Olivia. A me non interessa, voglio solo andare altrove e prendere un po’ d’aria.

Gab mi prende a braccetto e andiamo verso le aule. Non mi sento scossa, ma sicura, soddisfatta e desiderata, e quella sensazione calda mi sale fino alle orecchie e al viso.

Stringo leggermente il suo braccio come per dirle grazie, ma senza esagerare. Non so realmente come si fa a essere amici. Tutta questa accettazione, i sorrisi e le prese in giro sono una cosa nuova per me, mi sento come se stessi nuotando senza riuscire a mettere giù i piedi. Lei mi stringe di più il braccio, e dopo che abbiamo finito in bagno mi dice: «Ci vediamo a pranzo, Jaz!» È in questo momento che capisco di avere un’amica. E mi piace.