Capitolo 27

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Poi all’improvviso mamma salta in piedi.

«Il campanello!» Io non sento mai quando suonano alla porta, a meno che non sia in cucina. Il campanello ha una frequenza che il mio apparecchio non riesce a percepire. Mamma corre in corridoio per vedere chi c’è alla porta. Io le vado dietro, sono curiosa. Non ci succede mai di ricevere visite, specialmente alle 5:30 di un venerdì pomeriggio.

Mi guardo allo specchio mentre esco dalla mia stanza. Non ho un bell’aspetto, con quelle macchie e strisce che mi corrono dagli occhi e lungo le guance. Prendo un fazzoletto di carta per cercare di pulire le macchie più grosse, ma proprio in quel momento si apre la porta della cucina ed entrano Liam e la Signorina Fraser, seguite da mamma.

Sono spaventata. Perché sono qui? Sono già nei guai?

Sono inchiodata al pavimento con un fazzoletto bagnato in mano. Non può andare peggio di così. Ma sì, poi capisco che in realtà può eccome. Il fazzoletto bagnato mi si è disintegrato sulla faccia e c’è un piccolo frammento di carta attaccato al mio mento, che si muove ogni volta che respiro.

«Uhm, Jazmine, ci sono Liam e la Signorina Fraser,» mi dice mamma. È una maestra nel dire le cose ovvie.

Mi sento come un coniglio spaventato davanti alle luci di un’auto che mi viene incontro. Anzi, un coniglio sporco, arruffato e spaventato con una barba di fazzoletti di carta. Riesco solo a sbattere gli occhi. Cosa mi succederà ora?

La Signorina Fraser fa un passo in avanti. «Jazmine, devo dire che sono delusa...»

Eccoci, penso. La tempesta è in arrivo.

«... sono delusa che tu sia così in ritardo e non sia ancora in teatro.» Finisce la frase. «Io e Liam non riuscivamo a trovarti sul cellulare, perciò abbiamo pensato che avremmo fatto prima a venirti a prendere direttamente qui.»

Sono confusa. Davvero vuole che partecipi allo spettacolo? Non ha ancora visto il copricapo distrutto? E perché Liam è con lei, dopo che se ne è andato e mi ha lasciata sola?

«Ma io... credevo...» Balbetto. Non so come dire ciò a cui sto pensando. Perciò lo dico e basta. «Non è possibile che mi voglia ancora, dopo ciò che è successo col copricapo.»

«Sì, è rotto,» mi dice la Signorina Fraser. «Ma perché mai questo dovrebbe significare che non sei più nel cast?» Sembra sorpresa.

«Ma Shalini non le ha detto che sono stata io?» Non riesco quasi a guardarla e decisamente non riesco ancora a guardare Liam.

La Signorina Fraser inclina la testa di lato e guarda prima me e poi mamma e poi si guarda intorno. Inspira e poi inizia a parlare.

«Jazmine, devo dire che ho avuto un pomeriggio davvero molto interessante.» La sua voce è più calma che mai. «Così come credo sia successo a te. Shalini è venuta in sala professori a dire a tutti che Jazmine aveva distrutto il palco e le scenografie per lo spettacolo.»

Alza le spalle. «Onestamente, di solito la maggior parte degli insegnanti non dà troppo peso a ciò che dice quella ragazza. Ma io stavo andando in teatro, perciò mi sono fermata a guardare ciò che era successo e sì, ho visto tutto in pezzi per terra.»

Guarda Liam.

«Poi, ho avuto un’altra visita. Liam stava correndo per tutta la scuola e mi cercava per raccontarmi cosa gli era successo.»

Liam non vede evidentemente l’ora di parlare, perché tutte le parole gli escono una sull’altra. Devo concentrarmi per capire ciò che sta dicendo.

«Sì, non ci crederai mai. Tu eri entrata e io ti aspettavo vicino alla porta del teatro, per tenerla aperta. Ero lì da un minuto o poco più, quando sono arrivate quelle ragazze che sono sempre con Shalini.»

«Rae e Tyra?» chiedo confusa.

«Sì, loro due. Pensavo stessero solo passando di lì, invece sono venute dritte verso di me. Devo dire che sono abbastanza inquietanti. Una di loro mi ha preso lo zaino e l’altra il cappello, poi li hanno gettati oltre quella grossa siepe vicina al cancello. Si sono messe ad urlare e sono scappate via. Mi hanno detto che avevano un messaggio per me, che avevi chiesto loro di dirmi che non ti piacevo, che credevi fossi uno sfigato, che avresti lasciato lo spettacolo, che saresti tornata a casa e che non volevi più vedermi.»

Resto senza fiato. «Cosa? Non direi mai una cosa del genere!»

Scrolla le spalle. «Beh, mi è sembrata una cosa piuttosto stupida e non volevo credere alle loro parole, ma innanzitutto dovevo recuperare le mie cose prima che se le portassero via. Ho tolto il mio piede dalla porta, molto lentamente, così che non si chiudesse completamente, e poi sono corso fuori dal cancello e sono andato dall’altra parte della siepe. Mi ci è voluto un secolo. Perché non puoi passare direttamente, devi fare tutto il giro. Quando alla fine sono tornato in teatro, sono entrato e ti ho chiamata, ma l’unica persona che ho visto è stata Shalini. Era sul palco, con un pezzo del copricapo tra le mani. Tutto il resto era a terra, distrutto.»

«Ti ha detto qualcosa?»

«Sì. Le ho chiesto se ti aveva vista e mi ha detto di sì. Ma è stata cattiva. Ha detto che avevi distrutto tutto e che volevi essere di nuovo sua amica e che mi odiavi.»

Sembra in imbarazzo. Non voleva dire quelle cosa davanti alla Signorina Fraser.

«E tu le hai creduto?» Per favore, dimmi di no.

«Beh, no. Ma in un certo senso sì, perché eri stata strana per tutta la settimana e non volevi parlare con me, e poi l’avevi difesa quando ti avevo detto che avresti dovuto andare dal preside. Quindi in un certo senso mi sono chiesto se fosse vero...» Mi sta guardando, sta cercando di capire, ma continua a parlare.

«Le ho quasi creduto. Voglio dire, tu non c’eri più, le altre ragazze avevano detto che eri andata a casa, quindi poteva essere vero, e io non sapevo cosa dovevo fare, perciò me ne sono andato. Mi sono sentito davvero male, sai. Ma poi, mentre uscivo, ho sentito una porta sbattere e delle voci, e sono tornato a guardare.»

Pendo dalle sue labbra, voglio sapere tutto. «Mi sono messo a sbirciare, poi ho capito che Tyra e Rae erano entrate dalla porta laterale e stavano parlando con Shalini. Non sono riuscito a capire tutto, ma l’ho sentita ridere con quella sua sua risata cattiva. Poi ha detto: “Avreste dovuto vedere la sua faccia, quando le ho detto che suo padre si è ucciso. Da manuale.”»

Fa una smorfia. «Non potevo crederci. Poi ha detto qualcosa come “È finita, adesso non riuscirà più a venirne fuori!”»

Guarda la Signorina Fraser. «A quel punto ho capito che mi avevano solo detto delle bugie, e sono venuto a cercarla.»

Si gira di nuovo verso di me. «Abbiamo immaginato che ti avesse teso una trappola in teatro e ti avesse minacciata, perciò siamo venuti a cercarti qui. Volevamo controllare che tu stessi bene, soprattutto dopo ciò che ha detto di tuo padre.»

A questo punto, interviene mia madre. È pallida.

«Ho capito bene? Shalini ti ha presa di mira? Da quanto? E poi oggi ti ha minacciata? E ha distrutto una parte del materiale per lo spettacolo? E poi ti ha detto che tuo padre si è suicidato?»

Sembra furiosa. «Perché non me l’hai detto? Perché non hai mai detto nulla?»

«Non sapevo come fare.» Mi sento piccola, in tutti i sensi. Non voglio guardare nessuno, sono così in imbarazzo. Ma questo è il momento di essere onesti.

«Beh, oggi pomeriggio credevo che nessuno mi avrebbe creduta sul fatto che era stata Shalini a distruggere il copricapo. Cioè, sarebbe stata la mia parola contro la sua, no? Sapevo che il Signor Fellowes mi aveva dato una sola chance per rigare dritto. Ho pensato che questa cosa avrebbe distrutto tutto e che la prossima settimana sarei stata sospesa.»

Guardo Liam. Sto lottando contro il mio imbarazzo, perché devo sapere cosa sta pensando lui.

«Non ti ho detto nulla quando mi hai chiesto se stavo bene, la settimana scorsa, perché ho sempre pensato che... le altre persone non mi avrebbero più voluto bene, se avessi detto che avevo dei problemi. E non sono venuta a cercarti, oggi pomeriggio, perché quando sono uscita non c’eri più e probabilmente avevi deciso che ne avevi avuto abbastanza di me.»

«Ma non è vero!» Sembra così sorpreso che mi sento stupida anche solo per averlo detto.

«Davvero hai pensato che non mi saresti più piaciuta, se avessi avuto un problema?» Non riesce a crederci. «Cioè, di certo non è facile, ma avere un problema è una cosa normale. Fa parte della vita, no? Ero solo preoccupato perché vedevo che c’era qualcosa che non andava.»

Mi sorride. È come un lampo di luce in quella che è stata una giornata davvero buia.

Guardo dritto nei suoi occhi. Ci sono ancora tante cose che vorrei dirgli. Anche lui mi sta guardando negli occhi e improvvisamente abbiamo uno di quei momenti “occhi negli occhi” che si vedono nei film. Ho sempre pensato che fosse ridicolo il modo in cui, in quei momenti, la musica cambia e tutto sembra rallentare. Anzi, al cinema di solito sbuffo e chiudo gli occhi per non dovere vedere la scena disgustosa del bacio che di solito viene subito dopo.

Ma ora mi sento come la protagonista principale del mio stesso film. La musica sta cambiando e l’unica cosa che vedo è che Liam ha degli occhi azzurrissimi, color del cielo, e mi guarda. Cercherà di baciarmi? Lo vorrei tantissimo...

Uhm, no. Sento un deciso “ahem” venire da un angolo della cucina. È mia madre, ancora piuttosto sconvolta per tutto ciò che è successo oggi. La musica nella mia testa si spegne all’improvviso e le luci nella stanza si riaccendono tutte insieme.

La Signorina Fraser guarda il suo orologio e poi si guarda intorno. È impaziente, ma gentile.

«Bene, tutto questo è molto bello,» dice con un sorriso divertito. «Sono molto felice che tutti gli equivoci siano stati chiariti, e ora sappiamo tutti ciò che è successo, e ciò che non è successo. Credo dovremmo andare avanti. Stasera dobbiamo portare in scena una produzione de Il Giardino Segreto, e due dei tre attori principali non sono ancora nemmeno vestiti!»

Controlla di nuovo l’orologio. «Se partiamo ora, saremo a scuola per le 6:30, e se ci diamo una mossa possiamo essere vestiti e truccati per le 7:00. Pronti per andare in scena.»

Ma io non riesco a muovermi. C’è qualcos’altro che Shalini ha detto e che ora mi è tornato dritto in testa. Mi sento piccola, sento la rabbia e quasi la nausea.

«Tutto bene, Jaz?» mi dice mamma. «Sei di nuovo impallidita.»

«Devo chiedervi un’altra cosa.» Sto tremando leggermente e mi sento senza fiato, ma devo farlo. Mi giro verso la Signorina Fraser.

«Shalini ha detto che lei mi ha dato quella parte solo perché le facevo pena. È vero?»

La guardo dritta in faccia perché voglio vedere ogni sua più piccola espressione mentre mi risponde. Se dovesse esitare o evitare il mio sguardo saprò che è vero.

«È importante?» Gli occhi chiari della Signorina Fraser mi bucano il viso.

Annuisco. «Molto. Io adoro recitare. Ma se non sono capace, questa è solo un’altra delle bugie che mi sono state dette. Devo sapere la verità. Su tutto.»

Vedo che mia madre si morde il labbro. Non sa bene cosa succederà ora.

Ma la Signorina Fraser è sicura. Quando guardo il suo viso, so esattamente ciò che sta per dirmi.

«Ovviamente non ti ho dato quella parte per compassione, o perché mi dispiaceva per te. Sì certo, all’inizio ho voluto darti un’opportunità. Ma quello che poi ne hai fatto è dipeso solo da te.»

Mi sta dicendo la verità, lo vedo nei suoi occhi. «Sei una brava attrice, Jazmine. Lo sei davvero. Non ti avrei mai messa su quel palco se non lo pensassi davvero.»

Guardo Liam. Mi sta sorridendo. E anche mamma. La Signorina Fraser ha un grande sorriso. La guardo e la ringrazio con gli occhi. Lei mi risponde con un cenno della testa.

«Ora, se intendi perdere ancora altro tempo a parlare, dovrò telefonare a Sophie e dirle di prepararsi a prendere il tuo posto,» mi dice picchiettando il suo orologio con l’indice. «Cosa ti serve? Ce la facciamo ad essere fuori di qui in tre minuti?»

Mia madre sta già correndo. Prende una borsa dal mobile della cucina, me la lancia e poi inizia a metterci dentro un po’ di cibo. «Non hai mangiato niente, Jaz. Avrai fame. Ti prendo qualche snack e una banana.»

E poi iniziamo a correre e a raccogliere in un gran parapiglia le poche cose che mi servono, troviamo le chiavi e chiudiamo la porta, ci buttiamo dentro la macchina della Signorina Fraser e quella di mamma e guidiamo in mezzo al traffico fino a scuola. Io sto cercando di respirare e di non vomitare, ma stavolta per la gioia che sento nel mio stomaco, non per la disperazione.

E Liam mi tiene la mano.