Glossario

azuki: varietà di fagioli piccoli e di colore rosso bruno, ingrediente base della pasticceria giapponese, da cui si ricava la marmella an.

boshi techō: abbreviazione del termine boshi kenkō techō con cui si fa riferimento al libretto sanitario di maternità su cui si registrano le varie fasi della gravidanza, lo sviluppo del nascituro, le vaccinazioni etc.

butsudan: altare casalingo proprio del culto buddhista tramite cui si onorano i propri antenati.

chirashi-zushi: tipo di sushi pieno di ingredienti a base soprattutto di verdure, pesce e molluschi, listarelle di frittata etc. adagiati sopra a una torta di riso, tipico della festività di Hina-matsuri, la Festa delle Bambine che si celebra ogni 3 di marzo.

chōchin: lanterne fabbricate, secondo la tradizione, con telai di bambù e fogli di carta di riso su cui si dipingono a mano disegni e fantasie.

choco: “cioccolato” in giapponese.

dango-mushi: crostaceo terrestre il cui nome scientifico è Armadillidium volgare. Prolifica in ambienti umidi e ha la caratteristica di appallottolarsi quando avverte una situazione di pericolo.

ema: tavolette votive di legno, decorate, che si attaccano in un luogo predisposto all’interno del santuario e su cui si scrive una preghiera o si porge un ringraziamento per un desiderio che si è avverato.

furikake: frammenti di cibo, confezionati perlopiù in bustine e barattoli, che vengono sparsi sul riso bianco per insaporirlo.

fusuma: pannelli verticali di forma rettangolare, scorrevoli e rimovibili, che separano gli spazi all’interno delle abitazioni tradizionali giapponesi.

gomennasai: “mi dispiace”, “scusa” o “scusi” in giapponese.

hōjicha: varietà di tè verde giapponese.

kanji: caratteri ideografici di origine cinese che insieme allo hiragana e al katakana costituiscono il sistema di scrittura della lingua giapponese.

kazoku: “famiglia” in giapponese.

kendō: arte marziale giapponese.

kigo: parole ed espressioni che evocano specifiche caratteristiche stagionali nella poesia giapponese.

kombini: convenience store aperti 24h su 24h, 365 giorni l’anno.

Line: l’applicazione di messaggistica istantanea più usata in Giappone.

mochi: pasta di riso che viene cotta al vapore e pestata fino a renderla elastica. Ingrediente base di molte pietanze della cucina giapponese e di buona parte dei dolci tradizionali.

momiji: acero giapponese le cui foglie in autunno si tingono di un rosso intenso.

mōshiwakearimasen deshita: formula del giapponese formale per chiedere perdono.

nagatsuki: letteralmente “mese delle lunghe notti” è una delle antiche denominazioni del mese di novembre secondo l’antico calendario lunare.

nyan nyan: onomatopea del verso del gatto, corrispondente all’italiano “miao miao”.

obi: fascia per kimono, di tessuto rigido e spesso, che viene stretta alta in vita.

o-bon: celebrazione estiva di impostazione buddhista per commemorare i defunti.

o-hagi: dolce tradizionale della pasticceria giapponese fatto di riso stracotto ricoperto di confettura di fagioli zuccherati.

ohayō-gozaimasu: saluto che si rivolge la mattina e quando ci si incontra all’inizio della giornata, contratto, nella lingua informale, in ohayō.

okaerinasai: formula con cui si dà il bentornato a qualcuno che fa ritorno al luogo in cui si trova il parlante. D’abitudine la si pronuncia in corrispondenza con tadaima, espressione con cui chi torna, annuncia a sua volta il proprio arrivo.

omiyage: “dono, souvenir” in giapponese.

o-seichi ryōri: cibo tipico del Capodanno giapponese, costituito da numerose pietanze dalle forme, colori e simbologie specifici.

otsukaresama-deshita: formula con cui si ringrazia qualcuno del lavoro svolto e si saluta prima di tornare a casa alla fine di una giornata o una sessione di lavoro collettivo o individuale.

miko: diaconessa, giovane donna in servizio nei santuari scintoisti.

sembei: cracker di riso di varie forme, dimensioni e sapori. I sembei sono solitamente salati ma se ne trovano anche versioni dolci.

shichi-go-san: festa che si tiene nei santuari shintoisti il 15 novembre per celebrare la crescita dei bambini di tre e cinque anni e delle bambine di tre e sette anni.

shio: “sale” in giapponese.

sukiyaki: piatto a base di carne di manzo, tōfu, porri e verdure varie arrostite insieme alla salsa di soia e consumate direttamente.

Tōdai: abbreviazione del nome della celebre Università di Tōkyō.

torii: portale posto all’ingresso dei santuari shintoisti.