Ci ho messo un po’ a rispondere perché quando questa donna mi ha chiesto se stessi bene, mi è venuto da piangere. Che qualcuno potesse vedermi, fermarsi, parcheggiare, venire da me e chiedermi se stessi bene, non me lo aspettavo proprio.
Prima di tutto, oggi ho il ciclo. Secondo, la mia macchina è stata portata via con il carroattrezzi. Terzo, ho il cuore spezzato. Ma non dico a questa donna niente di questa merda. Potrebbe essere una specie di Samaritana, ma non ne ho ancora incontrata una, dal tempo di Adamo. Inoltre, ha gli occhi rossi, quindi sembra che stia piangendo anche lei. Quindi le dico solo di mio padre. Che se n’è andato da due anni e che è la settimana del suo compleanno, come per Jerry Garcia. Poi dico che loro due sono in Paradiso insieme, e mio padre sta insegnando a Jerry a giocare a golf e Jerry e mio padre stanno suonando insieme… perché mio padre sapeva quanto fossi appassionata dei Grateful Dead. Inizio a ridere perché quell’immagine, di mio padre e Jerry, mi fa felice. E fa ridere anche lei. Tutto è relativo, sapete.
Se ci sono persone che pensano che la loro vita sia meglio della mia perché hanno un musicista come marito o come fidanzato, chi se ne frega. Ma alla fine della giornata tutti dovremmo chiederci: Cos’ho fatto per me stesso? Ognuno di noi è in viaggio, quindi perché non ritirarsi ogni tanto da qualche parte, da soli, e cercare il proprio senso di se stessi? Oppure potete andare ovunque con voi stessi, sapete? E l’ho provato a me stessa, in un modo yoga. Quindi non le dico, quando me lo chiede, che non ho una casa. Non ho una casa, ma sto bene. Ho la mia macchina (be’, non esattamente, visto che è stata portata via dal carroattrezzi) ma in genere ce l’ho. Ed è molto da lei offrirmi la sua macchina. Non sono sicura che intenda davvero questo, però la sua macchina in ogni caso non sarebbe abbastanza grande per me e per tutta la mia roba.
Mi sento sicura come donna? Be’, non ci penso. Se emani un certo tipo di vibrazione, attrai una situazione dello stesso genere. Quindi non metto su una vibrazione di insicurezza. So che sono circondata da molto amore, lì fuori. Ci sono molti di noi qui fuori e ciascuno si prende cura dell’altro. Posso sentirli tra gli alberi, abbiamo una buona interazione, e poi se ne vanno. Hanno un battito. Ogni vita ha un battito, quindi non mi preoccupo. Puoi sentire le vibrazioni. Ho fratelli e sorelle che mi sono più vicini dei legami di sangue. Senza una battaglia non c’è progresso. È il mio nuovo motto. Vivo solo l’attimo. Vorrei ricominciare a fare yoga, ma non voglio frequentare quei corsi in cui tutti sono in tiro. Non è la stessa cosa, comunque. Io appartengo allo yoga ma non faccio quei corsi. Mi stiro da sola. Sto imparando a fare a meno delle cose.
Credo che alla donna piaccia quello che dico perché mi dice che sono una fonte di ispirazione e che anche lei sta tentando di fare a meno delle cose. Poi mi chiede cosa sto leggendo e sorride quando vede il mio libro sull’Africa. Dice che conosce la proprietaria del libro molto bene, come se fossero amiche o qualcosa del genere, quindi le devo spiegare come ho trovato questo dannato libro per evitare che pensi che l’abbia preso senza permesso o qualcosa del genere. Poi, mi dice che era una professoressa di inglese e forse vorrebbe che tornassi a scuola. Ma quello che vorrei davvero è sposarmi, sapete. Trovare un uomo buono. E mi ascolta, come se mi ascoltasse davvero, e mi piacerebbe chiederle se vuole essere mia nonna, tipo la mia nonna spirituale, perché trasmette calma, e parlare con lei mi fa stare meglio. Poi vuole sapere dei miei tatuaggi.
Di quale vuoi sapere? le chiedo. Be’, questo è uno yoga, le spiego. È bello, e questa parola significa molto per me. E poi, quando mio padre morì, dicevo cose del tipo: Papà, dove ti metto? All’improvviso le mie mani scesero fino alla caviglia, quindi, era il posto adatto, sapete. Dovete prestare attenzione ai segni, perché sono lì, è semplice. Questo è perché amo lo Zen, perché vorrei praticarlo di più. Questo è in cinese e dice: «Il meglio deve ancora venire». È una canzone che mio padre amava. Questo è il mio secondo nome, Rachel, che significa «piccolo agnello» in ebraico, e l’ho unito a un leone perché mi vedo anche come un leone. Questo è copiato da Angelina Jolie, è un tribale. Seee, l’ho copiato. Questa è una marca di abbigliamento, Free People. Questo è un ciondolo, e quello sul polso è una sciarpa. Vestiti. Seee, amo la moda. Voglio dire, non la moda-moda, solo mettere insieme belle cose. «Come te», le dico, perché amo tutti i suoi colori e il turbante che porta. Mi dice che ha molti vestiti africani. Potremmo aprire una casa di moda insieme? Certo! rispondo. Mi piacerebbe. Quindi le do il mio numero e lei mi dà il suo e mette il pezzo di carta nel reggiseno; mi piace questo, perciò lo faccio anch’io.