Sam esplose diversi colpi, costringendo Fisk, Ivan e Jak a rientrare nella galleria. Dal terreno si alzò qualche scheggia di arenaria. «Nuovo piano», disse e indicò a Remi d’imboccare il primo tunnel.
Lei annuì, spense la torcia Stinger e si trascinò dietro Nigel.
Ora l’unica luce proveniva dalla terza galleria, dove si erano rintanati gli altri.
Fisk si rese conto dello svantaggio. La grotta era ormai buia.
Sam tenne l’arma puntata davanti a sé mentre camminava all’indietro con l’intenzione di raggiungere il quarto tunnel. Fece appena in tempo ad arretrare di qualche passo, che nella grotta qualcuno cadde a terra e l’ambiente s’illuminò della luminescenza azzurra di un cellulare caduto da una tasca. Sam puntò la pistola e si trovò davanti Alexandra, disarmata: un agnello sacrificale per illuminare la camera.
«Vi ammazzo entrambi, Fargo!» disse Fisk. «Al primo movimento che fa uno qualsiasi di voi.»
Alexandra s’immobilizzò, le mani in aria, lo sguardo sulla pistola di Sam.
Addio eventuali vantaggi. «Cosa vuole?»
«Il mio disco cifrante. Eravate nella locanda... Victor!» disse accorgendosi del cadavere. «Cosa gli è successo?»
«È finito contro la parte sbagliata di un coltello.»
«Giù le armi. Subito!»
Sam posò a terra la pistola.
«La allontani con un piede.»
Lui la spinse timidamente.
«Adesso le pistole di Victor e Rogen.»
Sam gettò la pistola che teneva alla cintola.
«L’altra.»
«È l’unica che ho trovato.» L’altra ce l’aveva Remi, ma non intendeva certo dirglielo.
«Sua moglie dov’è?»
«Bella domanda.»
«La faccia venire qui, oppure è un uomo morto.»
Sam restò in silenzio.
«La faccia venire qui, se non vuole morire.»
«Eccomi», disse Remi, appena oltre l’imbocco della prima galleria. Accese la torcia, sollevò le mani e mise piede nella grotta, avanzando verso Sam. Almeno Nigel rimase nascosto, al sicuro.
«Getti la pistola.»
Remi fece per posare a terra la sua SIG Sauer.
«Ho detto di gettarla.»
Lo fece, un po’ più vicino a Sam.
Fisk accese la torcia e uscì dal tunnel, l’arma puntata contro Sam e Remi. Ivan e Jak lo fiancheggiavano. «Spenga la sua torcia», disse a Remi.
Lei mise giù la Stinger, puntando il fascio di luce verso la tacca di mira della sua SIG Sauer, davanti a Sam, e se la prese comoda prima di spegnerla.
«La luce del cellulare», disse Fisk, indicando con la pistola il telefono a terra.
Alexandra lo raccolse, spense la luce e se l’infilò in tasca.
Ora l’unica luce era quella della torcia che Fisk puntò contro di loro. «Tenete le mani in alto.»
D’un tratto, Alexandra gli rivolse un’occhiataccia. «Non è interessato al disco cifrante? Non sono stati i Fargo a prenderlo, a quanto pare.»
Fisk la guardò. «Cosa sta dicendo?»
La donna infilò una mano in tasca e tirò fuori il disco. «La guida turistica ha detto che è una mappa del tesoro. Vada a prenderselo», disse e lo lanciò come un frisbee verso l’ultimo corridoio alla loro sinistra.
Fisk seguì la traiettoria con il fascio di luce della torcia, finché il disco non sferragliò a terra e rotolò via nell’oscurità. «Prendetelo!»
Ivan corse in quella direzione.
Sam si abbassò e, a tentoni, riuscì a trovare e raccogliere le due pistole. La tacca di mira luminosa della SIG Sauer di Remi luccicava ancora. Puntò su Ivan e fece fuoco due volte.
Fisk spense la sua torcia, facendo precipitare tutti nell’oscurità. Sparò una volta e la vampa della bocca di fuoco gli illuminò il viso.
Sam sparò in quella direzione e rotolò verso il corpo di Victor, sfruttandolo come riparo.
Dalla sua destra arrivarono vari colpi, la cui detonazione riecheggiò nella grotta. Nel bagliore di uno sparo s’intravide Jak. Remi lasciò partire un paio di colpi, abbattendolo.
Fisk rispose al fuoco.
Facendosi scudo con il corpo di Victor, Sam prese la mira e sparò a sua volta.
La pistola di Remi era scarica. La gettò e usò la sua Smith & Wesson.
Sentiva la presenza di Fisk nella galleria davanti a sé. Cosa non avrebbe dato per avere un po’ più di luce. Come se gli avesse letto nel pensiero, Remi fece rotolare la Stinger verso di lui: rimbalzando sul pavimento, la torcia d’alluminio produsse un gran rumore. Sam tastò il pavimento, la trovò e le sue dita si strinsero intorno al metallo freddo. Se non fosse stato per Victor, una qualsiasi delle pallottole di rimbalzo sul terreno avrebbe potuto ucciderlo. Non era il riparo ideale, ma sarebbe bastato.
Sam si sporse il più possibile verso la sua sinistra, infilando la torcia ancora spenta sotto il braccio teso di Victor. Tenne un dito sul bottone, in attesa del momento giusto per accenderla. Quindi, dopo aver sollevato a sufficienza la pistola perché il cadavere non fosse d’intralcio, la puntò verso la galleria in cui c’era Fisk.
Era un piano rischioso, ma le munizioni stavano finendo.
Accese la luce e subito la spense. Ivan sparò in quella direzione.
Sam mirò alla vampa dello sparo e lasciò partire un paio di colpi. Un tonfo, poi silenzio. Non era quello che aveva sperato, ma era comunque un buon risultato.
Dov’è Fisk?
Come fare a stanarlo? Tastò il terreno intorno a sé, in cerca della SIG Sauer scarica di Remi. La trovò. «Remi! Esci di qui. Sto per finire le munizioni.» Gettò la pistola, che sferragliò sul terreno irregolare.
Una lunga pausa, poi Remi disse: «Anch’io. Vado a chiamare aiuto».
Qualcuno risalì di corsa verso l’uscita, mentre Sam manteneva la mira sulla galleria di Fisk, sforzandosi di cogliere eventuali rumori.
Proprio quando iniziava a chiedersi se si sarebbe mai affacciato, una luce azzurrognola si accese sul lato destro: Alexandra stava usando il cellulare per avanzare nella grotta. «Vieni fuori, codardo!» gridò. «È con me che devi fare i conti.»
Sam, sbigottito, la osservò mentre si avvicinava alla galleria in cui si era infilato Fisk. Guardò in quella direzione: buio assoluto.
Poi, però, a sorpresa, Fisk venne fuori. «Pensavi di potermi rubare il disco cifrante e farla franca?» Le puntò addosso la pistola.
Sam fece fuoco.
Fisk barcollò all’indietro. Guardò Sam, scioccato, e vacillò da una parte, mentre la pistola gli cadeva di mano. «Ma erano finite le munizioni.»
«Ho mentito.»