Questa dinastia viene spesso associata alla X nella definizione "erakleopolitana", perché il centro comune di aggregazione era Herakleopolis (nome greco, in egiziano Ha-Ninsu, in arabo Ihnasya el-Medina), capitale politica e amministrativa del XX distretto dell’ Alto Egitto, regione ricca e fertile, lontana da possibili attacchi militari per posizione geografica, che intratteneva proficui rapporti commerciali con le oasi del deserto libico e con la Nubia. Le due dinastie appaiono storicamente confuse a causa della ripetizione dei nomi regali e della scarsità di fonti storicamente attendibili. Per la IX dinastia il Papiro Regio di Torino, che in questo punto è molto danneggiato, presenta uno spazio destinato a contenere i nomi di diciotto sovrani, undici dei quali sono scomparsi per frammentazione (1.2, 1.10-18). Il primo è probabilmente un Kheti, l’Achtōes di Manetone; viene poi un Neferkara; terzo dell’elenco è un altro Kheti, quarto un Merikara, gli altri nomi sono illeggibili; è stato possibile apportare qualche fortunosa integrazione solo grazie agli scavi archeologici. Manetone è inattendibile; per la IX dinastia scrive (Giulio Sesto Africano): "...diciannove re di Herakleopolis che regnarono per 409 anni"; Eusebio è più laconico e parla di cinque sovrani che regnarono per cento anni. L’analisi delle genealogie inscritte nelle tombe dei governatori provinciali, dei dignitari di corte e degli altri funzionari porta a ritenere che la IX dinastia abbia avuto una durata assai breve e che, malgrado la triste situazione dell’Egitto, i suoi faraoni ostentassero ancora una ormai inesistente sovranità su tutto il Paese. In quel periodo i principi tebani, che poco più di un secolo dopo avrebbero assunto un ruolo politico essenziale, si proclamavano ancora sottomessi, almeno formalmente, ai sovrani di Herakleopolis pur conservando, come i governatori di altri distretti, una completa autonomia che sarebbe sfociata in piena indipendenza e poi in lotta aperta verso la fine della successiva X dinastia. Non è possibile indicare la durata della IX dinastia; è più prudente avanzare l’ipotesi di una durata complessiva di circa un secolo, dal 2160 al 2040 a.C., per la IX e per la X dinastia senza però tentare di assegnare date attendibili ai singoli regni; si tratta solo di una indicazione di massima che le fonti disponibili non consentono di approssimare ulteriormente, soprattutto per l’assenza di una coerente lista di successione.
Kheti I. Meribra-Kheti. Fondatore della IX dinastia. È l’Achtōes di Manetone (Giulio Sesto Africano ed Eusebio). Quest’ultimo scrive: "Achtōes, il primo di loro, più terribile di quanti c’erano stati in precedenza, causò mali a tutti gli abitanti dell’Egitto, ma poi diventò pazzo e fu ucciso da un coccodrillo". Kheti era stato un potente nômarca di Herakleopolis finché assunse tutti i titoli del protocollo faraonico proclamandosi Re dell’Alto e del Basso Egitto; Meribra è il nome Horo, il nomen è Kheti. Di lui abbiamo solo un bacile di rame, ora al Louvre, un bastone di ebano proveniente da Meir, un frammento di cofanetto d’avorio trovato a Lisht, e uno scarabeo, che recano tutti il cartiglio Meri[...]ra. È probabile che sia lui il sovrano menzionato nell’Insegnamento per Merikara che comincia con le parole "[Inizio dell’Insegnamento che ha fatto il Re dell’ Alto e del Basso Egitto Kheti] per suo figlio Merikara", e in tal caso questo Kheti sarebbe autore di un’opera di ammaestramento non pervenutaci. Di lui sappiamo assai poco; certamente decise di assumere prerogative reali quando comprese che il disfacimento della dinastia legittima di Menfi era ormai inarrestabile e che l’Egitto aveva bisogno di una guida energica per risollevarsi. Malgrado nel suo nome Horo "Diletto al cuore delle Due Terre", e nell’assunzione degli altri titoli del protocollo fosse esplicita l’idea di un Egitto riunificato, è molto probabile che abbia regnato solo sul ricco e prospero XX distretto dell’Alto Egitto e su quelli vicini; quasi certamente il confine meridionale del regno di Herakleopolis si trovava nel nômo thinita e forse Abido cambiò spesso di mano nel corso di quegli anni. I rapporti con Menfi non furono ostili mentre erano assai difficili quelli con i riottosi nômarchi del Delta, che all’epoca erano sottoposti a una forte pressione migratoria di genti asiatiche da Est e a continue incursioni dei nomadi libici da Ovest. Sembra fossero buoni, invece, i rapporti con molti distretti dell’Alto Egitto e inizialmente anche con Tebe. Il sovrano operò con prudente energia; il suo notevole pragmatismo lo convinse a rinunciare alla riconquista del Delta e a concentrare gli sforzi al potenziamento del suo regno. Si comportò con grande abilità creando le premesse per una politica di più ampio respiro che sarà mantenuta durante la successiva X dinastia anch’essa originaria di Herakleopolis. Da tempo i nômarchi di quel distretto avevano compreso che lo sfacelo della monarchia menfita avrebbe condotto il Paese alla completa rovina e ne avevano preso le distanze. La famiglia dei principi di Herakleopolis, dalla quale discendeva Kheti I, apparteneva a quell’aristocrazia provinciale ricca, colta, raffinata, intelligente, attiva, di notevoli capacità politiche e permeata di forti tensioni morali.
(J. K. Winnicki, ZÄS, 119, 1992, pp. 130-143; Cimmino, Sesostris, pp. 25-30, 37-38, 53; Schneider, Pharaonen, pp. 103-104).
Achtōes I (v. Kheti I).
Meribra (v. Kheti I).
Meribra-Khety (v. Kheti I).
Kheti II Nebkaura-Kheti (anche Achtóes II). Sovrano della IX dinastia del quale possediamo soltanto un cartiglio impresso su un peso di diaspro rinvenuto a Er-Retaba nell’Uadi Tumilat. Anche lui potrebbe essere il sovrano che ispirò L’Insegnamento per Merikara, quello al quale rivolge la sua petizione il protagonista de L’oasita eloquente (altri studiosi ritengono che si tratti invece di Uadikara-Kheti della X dinastia). Interessato alla riconquista del Delta occidentale intervenne contro le frequenti incursioni delle tribù libiche. È difficile trovare conferme, ma probabilmente fu durante il suo regno che i principi tebani iniziarono la loro azione tendente all’instaurazione di una dinastia indipendente. Alcuni studiosi lo pongono nella X dinastia.
Achtōes II (v. Kheti II).
Nebkaura-Kheti (v. Kheti II).