Dal diario del Duca di Lovingdon
Nella mia vita ho amato due donne. Non saprei dire quale di più, poiché ero un uomo molto diverso quando ho amato ognuna di loro. E le ho amate in maniera differente.
Sono entrato nell'età adulta insieme a Juliette.
E quando i miei giorni si avvicineranno alla fine, sarò al fianco di Grace.
Lei mi ha regalato un erede, un secondo figlio maschio e una figlia. Un padre non dovrebbe avere preferenze, lo so, però devo ammettere che la piccola dai capelli fulvi ha conquistato il mio cuore sin dalla prima volta in cui ha stretto la manina attorno al mio dito. Vedere Lavinia diventare donna è stata una delle gioie più grandi della mia vita, anche se dolce e amara allo stesso tempo. Non somigliava affatto a Margaret, eppure a volte, quando la guardavo, non potevo impedirmi di rimpiangere la mia prima figlia.
Essendo caparbia come la madre, Lavinia non l'ha sostituita.
Proprio come Grace non ha rimpiazzato Juliette.
A quarant'anni notò i segnali di un altro tumore. Graves prese subito i provvedimenti necessari per evitare che mi lasciasse per sempre.
Una volta lei mi aveva chiesto: «Non è meglio amare una persona per un breve periodo della vita, piuttosto che non provare mai questa gioia?».
Durante le ore strazianti in cui aspettavo che il medico uscisse dalla sala operatoria per rassicurarmi, iniziai ad accettare con sorprendente chiarezza la verità di quelle parole. Tutti i momenti che avevamo condiviso... Non avrei rinunciato a nessuno di essi per risparmiarmi il dolore di perderla.
Averla al fianco per un breve periodo sarebbe stato senza dubbio preferibile a non godere mai della sua compagnia.
Comunque questa volta il fato fu clemente, poiché mi permise di trattenere ancora a lungo il bene per me più prezioso.
Adesso siamo avanti negli anni. Nessun segnale indica che ci dovremo separare presto.
La mia adorata Grace si voleva sposare soltanto per amore e ha esaudito il desiderio in maniera straordinaria. Io infatti l'amavo ieri, l'amo oggi e l'amerò per l'eternità.
Che il fato sia o meno benevolo.