Volge alla conclusione il nastro di questo lavoro in cui ho messo amore e passione. Unico interesse è stato quello di esprimere tutto me stesso in modo che il lavoro, non solo rispondesse alle esigenze di una conclusione di un percorso, ma fosse lo specchio di ciò che sono. Oggi è un giorno speciale, a prescindere dall’esito della discussione. Inseguire infiniti obiettivi, lavorare, convivere con ansie e preoccupazioni che la vita non smette mai di offrire, trovarsi comunque immerso nella bellezza, nella felicità di una fortificazione costante che è crescita, vita e magia, è un risultato di cui vado fiero.
Scuse non ne cerco, è solo una fotografia. Posso dirmi di essermi goduto la specialistica a pieno, gettandomi felice e affamato in ogni testo, consapevole che il nutrimento passi soprattutto attraverso il piacere di mettersi a tavola. Osare, andare oltre allo studio, costruirsi le proprie armature, conoscere e capirsi. Solo questo, nient’altro ho cercato. Amo tutto questo, amo leggere, amo scrivere, amo i racconti, amo raccontare, amo studiare. Rimango sempre stranito quando qualche conoscente, vedendomi immerso in un testo, mi chiede se stia preparando un esame, come se non si potesse studiare semplicemente per il piacere di farlo. Mi meraviglio come non si arrivi a capire che l’allenamento costante della mente, dissetando edonisticamente l’anima, senza che ci siano voti ed esami da barattare, in cambio di un’esposizione accademica, è già un obiettivo. Immaginate, per me, un’altra felicità?
Una ce l’avrei. Vedremo.
Ringrazio, quindi, innanzitutto la mia famiglia che mi ha sempre spronato a cercare la mia strada, arricchendola di amore e bellezza, anche quando la strada si è presentata come un lungo tunnel buio. Questo percorso universitario è coinciso con la mia uscita dal tetto domestico condiviso per ventotto anni circa e, nonostante ciò, li ho sentiti costantemente vicini. Ringrazio i miei fratelli che non smettono mai di sostenermi, dai live musicali ai progetti associativi. Con i miei genitori, sono sempre il mio primo pubblico. Un giorno pure mi manderanno a quel paese ma, in attesa del probabile prossimo esaurimento nervoso, sappiate che vi amo incondizionatamente.
Ringrazio i miei nonni, a cui ho dedicato questo elaborato, per la presenza, per la bellezza dei loro racconti, per le risate e per avermi regalato infanzia, adolescenza e maturità serene. A nonna Rosa, che è venuta a mancare poche settimane fa, regalo questo testo. Insieme a nonno Antonio, mi ha passato l’amore per i racconti. Ripeterli, inventarli e ascoltarli.
Ringrazio la mia Anna, compagna fedele e paziente, che mi ha sostenuto in questi mesi di psichiatriche evoluzioni della mente, ascoltando ogni capoverso di questo elaborato. Con lei, dal divano di casa nostra, dopo un benedetto abbonamento a Netflix, sono partite le prime riflessioni, l’idea che ci si potesse innamorare della comitiva del McLaren e che, da lì, si potesse dar vita ad un excursus nei processi della narrazione. Lei è spalla, calore, consiglio, bellezza e mio eterno amore.
Ringrazio l’associazione culturale musicale illimitarte, in particolar modo Raffaele Cardone per il costante sostegno emotivo ed artistico, e per avermi dato una seconda casa. Dopo avermi affettuosamente martellato, in particolar modo a Raffaele devo il mio ritorno agli studi accademici.
Ringrazio La Bottega delle Parole, in particolar modo Miryam Gison, come editore, per aver dato concretezza alle mie parole e, come libraia, per essere stata la mia spacciatrice letteraria di fiducia per gran parte dei testi riportati nella bibliografia.
Ringrazio la professoressa Silvia Acocella, scia amica alla quale è ormai impossibile rinunciare. Ha insinuato in me il dubbio che, in fondo, qualche talento ce l’ho e che sarebbe un grave errore non perseverare in questo percorso fatto di arte e cose belle.
Ringrazio, infine, il professore Francesco De Cristofaro per aver creduto nelle mie capacità, per avermi recuperato in un giorno qualunque per strada, mentre strimpellavo a via Scarlatti, a Napoli, Rimmel di De Gregori, per regalarmi ogni volta parole di fiducia e di gradimento per le mie realizzazioni creative.
E un grazie a me, che decido ogni giorno che un mondo circondato dalla pagina umana è l’unica possibile per salvare tutti, compresi noi stessi.