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Epilogo

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Sei mesi dopo...

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Un martedì in tarda primavera Erin camminava verso Forsyth Park per il suo appuntamento fisso. Il martedì lei e Matthew pranzavano sempre insieme. Era l’unico momento per loro stessi che entrambi riuscivano a ritagliare sempre dalle loro agente strapiene. Siccome lei poteva gestire il suo lavoro da qualsiasi luogo, a marzo si era trasferita a Savannah. Con l’aiuto di Dylan, gli affari andavano a gonfie vele e Lauren continuava a collaborare da Boston. Matthew aveva ricreato lo studio di architettura di suo nonno e avevano comprato una casa in città, non lontana da quelle di Shelby e Millie. A causa dei loro lavori erano spesso in viaggio, ma amavano le sfide. E siccome entrambi erano i proprietari delle loro rispettive attività, si tenevano sempre liberi il martedì a pranzo. 

Passeggiò all’ombra delle querce ricoperte di muschio bianco. Le azalee avevano appena passato il picco di fioritura e i loro fiori rosa chiaro danzavano nella brezza. Trovò una panchina vicina alla fontana e si sedette a leggere, in attesa di Matthew, che non si fece attendere a lungo. Arrivò dopo pochi minuti, con un completo gessato blu scuro. Aveva in mano un grosso cestino da pic-nic di vimini e i capelli scuri mossi della leggera brezza primaverile. Lei si alzò e gli diede un bacio di benvenuto.

“Finalmente è arrivata la primavera”, disse mentre si sedevano sulla panchina di legno, vicini.

“Tra poco sarà estate.” Matthew si chinò per aprire il cestino.

“Io però preferisco l’inverno. Dopo tutto, se non fossi rimasta bloccata da una tormenta di neve, non avrei mai incontrato l’amore della mia vita. L’inverno è la stagione che preferisco adesso.”

“Anche a me piace.” Smise di armeggiare con il cestino e le sollevò il viso, reclamando un bacio. “Quasi quanto mi piaci tu.”

Lei gli sorrise, felice di essere con la persona che preferiva al mondo.

“Erin... io...” Lui deglutì e distolse lo sguardo. Tamburellò le dita sulla coscia, scrutando il parco con gli occhi semichiusi a causa del sole.

“Ti senti bene? Sei pallido, sudato e tremi come una foglia...” Erin si allungò verso di lui. “Matthew, cosa c’è? Sei malato?”

Lui scosse la testa, poi fece un profondo respiro. Anche Erin inspirò profondamente, cercando di calmare il cuore che le martellava nel petto. Lui armeggiò con il cestino chiuso, mentre spuntavano alcuni piccioni in cerca di briciole. Le porse un pacchetto sottile e piatto, avvolto in una colorata carta da regalo.

“Matthew... non devi viziarmi così!”

“Aprilo, Erin. Per favore”, le disse con voce roca, sfregandosi le mani sudate sui pantaloni mentre scandagliava ancora il parco.

Erin tolse la carta viola e sorrise. Era un disco: That’s All di Nat King Cole. Ripensò a quando l’aveva ballata con lui al matrimonio di Alex ed Ashley. Strinse il disco al petto e guardò Matthew, con un sorriso. “Ti amo. Grazie.”

“Giralo.”

Lei girò il disco sottosopra e vide una scritta sul retro della custodia. Strizzò gli occhi per decifrare la terribile calligrafia di Matthew e lesse a voce alta: “Mi vuoi sposare?”

Abbassò il disco per posarselo in grembo e trovò Matthew in ginocchio accanto alla panchina, con una scatoletta di velluto da gioielliera in mano, gli occhi nocciola fissi sul viso di lei. “Cosa rispondi? È un sì?”

Il suo urlo affermativo spaventò lo stormo di piccioni che si alzarono in volo mentre lei gli gettava le braccia al collo, facendolo cadere all’indietro sul vialetto. Lui le cinse la vita con le braccia, ridendo. Lei gli salì a cavalcioni e gli si sedette in grembo. Lui la baciò con passione, mentre le sue forti braccia la circondavano e le sue mani le carezzavano dolcemente la schiena.

Alla fine si staccarono, entrambi senza fiato, continuando a sorridere. Lui aprì la scatoletta e le mise al dito il perfetto anello con solitario. Intrecciò le dita con quelle di lei, poi si premette al petto le loro mani unite, con gli occhi che brillavano. 

“Congratulazioni!” Erin alzò lo sguardo per ringraziare lo sconosciuto spettatore e si ritrovò faccia a faccia con suo fratello. Era talmente felice, che gli sorridevano anche gli occhi.

“Dylan?”

Lui fece alzare Erin e l’abbracciò forte, sussurrando: “Mamma e papà sarebbero entusiasti. Benvenuto in famiglia, amico.” Strinse la mano di Matthew, mentre Victor e Shelby si avvicinavano, mano nella mano. Marina fece capolino dalle spalle di Dylan per abbracciare Erin e farle le congratulazioni, mentre Millie estrasse un tablet con lo schermo diviso in due che mostrava Lauren che sorrideva e si sbracciava da Boston e Ashley ed Alex da Londra.

“Ci sono proprio tutti, eh?”

“Ho pensato che fosse giusto che le nostre famiglie fossero qui sin dall’inizio per festeggiare con noi.” Se la tirò vicina e le depose un bacio sulla tempia, mentre la famiglia li circondava per congratularsi. Erin sorrise, felice di essere al centro di tanto amore. Finalmente, faceva di nuovo parte di una famiglia.

Invece di essere la damigella, stavolta sarebbe stata lei la sposa.

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Fine

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