30. Diluizione di Dio in Occidente
C’è quindi un flusso e riflusso, in cui i bambini oscillano fra un contesto rassicurante e una situazione che diventa ben presto soffocante. Schiacciati dalle costrizioni religiose, i giovani sono fieri di sottrarsene, ma, alla generazione successiva, quelli che fluttuano senza una cornice religiosa sono felici di riscoprirle. Se i genitori sono persone aperte, «pan-etniche»,1 capaci di accettare tutte le culture e tutte le religioni, i loro figli vorranno ritrovare il piacere delle tradizioni, scoprendo l’effetto identificante di una religione unica.
A partire dagli anni sessanta si è assistito in occidente a un forte calo del bisogno religioso. Anche nei paesi dove la società è fortemente strutturata dalla religione, come in Canada, in Italia e in Spagna, il problema di Dio si è diluito. Moltissimi giovani hanno vissuto questo allentamento come una liberazione, una pace ritrovata dopo tante costrizioni religiose. Ma alla generazione successiva gli adolescenti si sono sentiti smarriti nel vedersi concedere dai genitori, animati da uno spirito democratico, una libertà di scelta in materia di fede. Gli emarginati dei quartieri segnati dal declino culturale sono stati preda dei guru. Mentre nei quartieri ricchi i più titubanti, senza il coinvolgimento che dovrebbe caratterizzare l’adolescenza, si sono imbarcati in un’avventura religiosa: «Sono musulmano – dicono alcuni dopo una rapida conversione – non mi resta che capire cosa significa essere musulmano». Queste personalità incerte che, pur amate e ben allevate dalle famiglie, ignorano le difficoltà che spesso aiutano a crescere, si convertono a una religione come si parte per un’avventura esaltante.2
Nel febbraio 1994 Baruch Goldstein, un medico militare israeliano, irruppe nella Tomba dei Patriarchi a Hebron e massacrò 29 musulmani in preghiera, ferendone altri 125. Era nato a Brooklyn, in una famiglia di ebrei ortodossi che si era appena stabilita in uno dei territori palestinesi cosiddetti «contestati». Sulla storia della regione pesano gravi crimini religiosi. È una delle agglomerazioni più antiche del mondo. A partire dall’VIII secolo vi si sono installati gli arabi, ma ogni monoteismo considera la Tomba dei Patriarchi il proprio luogo sacro. È stato quindi necessario redigere un orario delle preghiere. Nel 1929, epoca in cui vi risiedevano solo ebrei palestinesi e musulmani palestinesi, un enorme pogrom aveva ucciso 69 ebrei e obbligato gli abitanti a barricarsi. Oggi vivono in quel luogo 900 ebrei, circondati da 200 000 musulmani. A ogni preghiera ebraica c’è qualche gruppo di manifestanti che grida: «Sgozzeremo tutti gli ebrei!» Fu in questo clima di odio che Baruch Goldstein entrò nel tempio e mitragliò dei musulmani inoffensivi. Mentre sostituiva il caricatore alcuni soldati israeliani lo ferirono, dopodiché i sopravvissuti lo aggredirono picchiandolo a morte. Il crimine suscitò l’indignazione internazionale. L’ONU e il governo israeliano condannarono il massacro.
Un mese dopo, alcuni sondaggi identificarono in Israeale due reazioni opposte.3 Per gli ebrei che vedono la religione come una forma di spiritualità (l’80 per cento), e per i quali un musulmano in preghiera non è diverso da un ebreo in preghiera, Goldstein era un assassino. Mentre per gli ebrei più estremisti (il 6 per cento), che facevano capo al rabbino Kahane, Goldstein era un eroe.4 Chi considerava la spiritualità come uno slancio verso il Signore era rimasto indignato dall’assassinio dei musulmani in preghiera, mentre chi mirava solo alla vittoria del proprio Dio aveva gioito, perché considerava il gesto di Goldstein una legittima difesa. In effetti Goldstein aveva in parte realizzato il programma dei suoi nemici, perché anche Hamas rifiutava gli accordi di pace firmati a Oslo nel 1993, e moltiplicava gli attentati per impedirne la realizzazione. Spesso gli estremi si toccano, come in Europa alla fine degli anni trenta quando i nazisti si preparavano alla guerra promettendo millenni di felicità mentre, dall’altra parte, i maestri francesi preparavano anch’essi la guerra ma insegnando ai bambini l’odio per i crucchi, che avevano portato via l’Alsazia e la Lorena alla Francia.