5
Passando da Colle Oppio più di una volta gli è capitato di vedere degli spacciatori. Così ora si aggira per il parco cercando di individuarne uno che non sembri troppo losco, astuto o pericoloso. Il che, trattandosi di spacciatori, non si rivela un’impresa facile. In giro se ne vede anche qualcuno molto giovane, forse perfino minorenne, e quindi meno temibile di altri, però immagina che quei ragazzetti vendano soprattutto droghe leggere, e in ogni caso è probabile che di fronte alla sua richiesta farebbero intervenire un loro referente più esperto, quindi tanto vale rivolgersi direttamente a uno di quelli. In tasca ha cinquecento euro in banconote da cinquanta e da venti. Da qualche articolo che ha rintracciato sul web ha scoperto due cose: che il prezzo dell’eroina è molto basso, dai venti ai quaranta euro al grammo, ma che quella in circolazione è tagliata anche fino al novanta per cento. Non ha idea di quanta ne occorra per provocare un’overdose, ma con queste percentuali di sicuro ne servirà parecchia. Lui conta di procurarsene almeno dieci, quindici grammi. Se anche dentro ci fosse solo il dieci per cento di sostanza pura, dovrebbe comunque essere un dosaggio sufficiente.
Sergio siede su una panchina e apre il libro che si è portato. Finge di leggere e intanto tiene d’occhio le manovre degli spacciatori. Gli torna alla mente quella volta che Vitaliano stava così male che lui accettò di accompagnarlo a cercare una dose, e poi, visto che si reggeva in piedi a fatica, andò lui a trattare. Adesso però è un’altra cosa. È venuto da solo, e se la droga che compra ucciderà il suo amico non sarà per errore ma per calcolo.
Mentre cerca di decidersi, soppesa i motivi che lo fanno esitare. Il timore di non saper gestire la trattativa, certo, ma anche la paura di un intervento della polizia, che a quanto ripetono in coro i media non riesce a effettuare sufficienti controlli ma vedi mai che proprio oggi abbiano deciso di fare qualche retata nella zona del Colosseo, che è anche una delle più frequentate dai turisti. Forse avrebbe fatto meglio ad andare al Pigneto o a Tor Bella Monaca, anche se laggiù la negoziazione sarebbe stata ancora più pericolosa. Tutto sommato meglio avere a che fare con i poliziotti piuttosto che essere malmenato e derubato.
D’accordo, indugia perché ha paura di essere truffato, rapinato o arrestato, ma se non ci fossero rischi, che farebbe?
Da giovane gli piaceva pensarsi anarchico e quando qualcuno gli chiedeva per quale partito votasse, dichiarava con orgoglio di essere contrario alla rappresentanza e a favore della partecipazione diretta. Adesso gli capita raramente di infervorarsi discutendo di politica ma quando accade, come in certi dopo cena alcolici, ancora oggi si proclama libertario. In realtà, dopo aver osservato come gli uomini tendano per lo più a ignorare, infrangere o aggirare le leggi, non si augura affatto che vengano eliminate. Come molti della sua generazione, al contrario, con il tempo è diventato un sostenitore della magistratura e perfino degli organi di polizia, che da giovane – ai tempi dei cortei, degli slogan e delle cariche dei celerini – vedeva come nemici dichiarati.
Ma in questo momento, senza timore di giudizi o punizioni, come si comporterebbe? Davvero si procurerebbe un farmaco in grado di togliere la vita e lo somministrerebbe senza alcun rimorso a Vitaliano? A pensarci bene, non ne è affatto sicuro.
Mentre si rigira nella mente questa domanda, qualcuno gli si avvicina e gli sussurra qualcosa che non afferra. Alza lo sguardo dal libro. È un magrebino giovane, magro, con le guance butterate e gli occhi molto belli, che sembrano truccati. Vedendo la sua espressione interrogativa, il ragazzo ripete la domanda, a voce leggermente più alta: “Vuoi fumo? Hashish? Maria?”
Sergio ci pensa un attimo. In fondo è venuto proprio per quello, sarebbe assurdo non approfittare di quell’opportunità. “Hai anche dell’eroina?”
L’altro lo fissa immobile, senza cambiare espressione, e Sergio non riesce a capire se gli ha fatto una domanda fuori luogo o se ci stia pensando. Dopo qualche istante l’altro chiede: “Quanta vuoi?”
Ora viene la parte difficile. Comprare una o due dosi e proseguire nella ricerca fino a quando avrà messo assieme il quantitativo prefissato o procurarsi tutto in un solo acquisto? L’idea di ripetere l’iter di attese, avvicinamenti e trattative per un numero imprecisato di volte lo scoraggia e si decide per la seconda opzione: ottenere l’intera partita in un unico negoziato.
Si schiarisce la voce. “Quindici grammi.”
Adesso sì che il ragazzo ha una reazione. Sgrana per un attimo i suoi occhi dalle lunghe ciglia scure, poi assume un’aria sospettosa e si guarda rapidamente attorno. Quanto torna a fissare Sergio, sembra indeciso. Forse teme che si possa trattare di una trappola degli sbirri o di una banda rivale.
“Tu hai soldi?”
“Sì.”
“Allora vieni” gli dice, facendo un cenno del mento verso un punto imprecisato, ma senza smettere di studiarlo.
Sergio esita un attimo, poi chiude il libro e si alza. Segue il giovane, che continua a lanciargli delle rapide occhiate.
Dopo una decina di metri Sergio si ferma. “Aspetta, non importa.”
Il magrebino si volta.
“Lasciamo stare, ci ho ripensato” dice Sergio, poi si gira e si incammina nella direzione opposta.
Dopo pochi passi l’altro lo raggiunge e lo prende per un braccio. “Io ho cosa che ti serve. Non è problema” gli dice, parlando a bassa voce, ma con un tono che Sergio avverte velato di minaccia. Per cui scuote la testa con decisione e ripete: “Ci ho ripensato. Non mi serve niente.”
“Ma cosa fai tu? Vieni qui a prendere per il culo?”
Sergio cerca di mostrarsi deciso. “Scusa, mi sono sbagliato. Adesso lasciami in pace.”
Poi accelera il passo e sente l’altro mormorare alle sue spalle un vaffanculo. Si dirige verso l’uscita dal parco senza più voltarsi indietro e solo quando arriva in largo della Polveriera rallenta un po’, con il cuore che continua a martellargli nel petto. Costeggia l’università della Sapienza, tornando scombussolato e pensieroso verso il suo appartamento in via Leonina, che in questo momento gli appare come un rifugio sicuro.