Nota storica

 

Ai fini della nostra storia abbiamo cambiato le date e modificato la sequenza temporale degli eventi, abbiamo inventato alcuni episodi e omesso determinate persone per creare nuovi personaggi basandoci su altri esistenti. Per rispetto a Nancy, tuttavia, e alle persone e alle famiglie con cui lei combatté, vogliamo indicare alcuni dei cambiamenti apportati, e consigliamo a chiunque desideri saperne di più di approfondire l’argomento con ulteriori letture.

Nancy nacque a Wellington, in Nuova Zelanda, nel 1912. I genitori si separarono dopo il trasferimento della famiglia in Australia. Il regalo di una zia materna le permise di andare prima in America, poi a Londra e a Parigi, dove lavorò come giornalista per l’Hearst Newspapers Group. Durante il suo incarico di inviata a Vienna e Berlino rimase profondamente disgustata dalla violenza antisemita di cui fu testimone, e giurò di battersi contro il nazismo ogni volta che ne avesse avuto la possibilità.

Conobbe il ricco industriale Henri Fiocca nel 1936, durante una vacanza nel Sud della Francia. Alla dichiarazione di guerra contro la Germania Nancy si trovava in Inghilterra, ma tornò immediatamente in Francia. Lei e Henri si sposarono il 30 novembre del 1939, non nel gennaio del 1943 quando fu distrutto il Porto Vecchio di Marsiglia come raccontiamo nel romanzo, un avvenimento che Nancy osservò soltanto da lontano. Sin dall’inizio della guerra Nancy si prestò a fare la staffetta per la Resistenza, a trasportare documenti e spostare i profughi e i prigionieri che scappavano lungo le vie di fuga di Pat O’Leary e Ian Garrow, guadagnandosi dai tedeschi il soprannome di Topo Bianco per la sua abilità a sfuggire ai posti di blocco. Quando Ian Garrow fu catturato ne organizzò e finanziò la fuga. Alla contestazione sull’uso del denaro per corrompere le guardie, reagì sporgendo un reclamo ufficiale alle Poste, in cui sosteneva di averlo usato per pagare il conto del bar. Sapendo di essere pedinata dalla Gestapo e di avere il telefono sotto controllo, scappò da Marsiglia e rimase intrappolata in Francia per diverse settimane in attesa di entrare in Spagna dai Pirenei. Saltò davvero giù da un treno in corsa sotto il fuoco nemico, e così facendo perse tutto quello che aveva portato con sé: soldi, gioielli e documenti. Henri Fiocca fu arrestato dalla Gestapo qualche tempo dopo la partenza di Nancy da Marsiglia. Lo torturarono per strappargli informazioni sulla moglie che lui si rifiutò di dare nonostante gli appelli della famiglia, e fu ucciso dalla Gestapo il 16 ottobre del 1943. Nancy venne a sapere della sua morte soltanto dopo la liberazione. Raggiunta finalmente l’Inghilterra dopo essere stata rifiutata dalle Forze della Francia Libera, con l’aiuto di Garrow fu accettata dal SOE (Special Operations Executive). Durante l’addestramento conobbe Denis Rake, e con Violette Szabo misero in mutande un istruttore e ne appesero i pantaloni a un pennone. Fece davvero irruzione negli uffici di una base d’addestramento per leggere la sua scheda di valutazione (con un altro amico, non Denis), ma siccome era positiva non la modificò. Si lanciò col paracadute in Francia nella primavera del 1944. Con lei a quel tempo, e per tutto il periodo della guerra, c’era John Hind Farmer, nome in codice Hubert, che lavorò in stretta collaborazione con il maquis fino alla liberazione. Furono accolti da Henri Tardivat, che le rimase amico per tutta la vita. Nella sua biografia Nancy racconta di aver sentito per caso Gaspard (Émile Coulaudon) e i suoi uomini che tramavano di ucciderla e che, dopo averli affrontati, insieme a Hubert se ne andò per collaborare invece con Henri Fournier; dopo qualche tempo incontrò Denis con la radio. Più in là nel corso della guerra Nancy e Gaspard instaurarono un buon rapporto di lavoro. Gaspard fu nominato Chevalier de la Légion d’honneur, così come Tardivat, Denis e la stessa Nancy, che operò in stretta collaborazione anche con Antoine Llorca (Laurent) e René Dusacq (Bazooka), e molti altri.

Il giorno dello sbarco in Normandia Nancy stava andando a prendere René Dusacq in un rifugio a Montluçon. Durante la sua permanenza in Francia fece saltare in aria diversi ponti, però non il viadotto di Garabit. Anche la sequenza temporale degli avvenimenti è stata modificata... Nancy che si procura l’autobus, l’attacco alla base di Gaspard e così via. Nancy uccise davvero con le sue mani, rischiò di essere ammazzata, guidò gli uomini in combattimento e ordinò la morte di una donna che si era rivelata essere una spia. I suoi uomini obbedirono soltanto quando mise in chiaro che altrimenti lo avrebbe fatto lei stessa. Partecipò a un raid al quartier generale della Gestapo capeggiato da Henri Tardivat, ma non entrò nell’edificio per avvelenare gli ufficiali. Considerava l’epico viaggio in bicicletta (circa cinquecento chilometri in settantadue ore) come una delle sue più grandi imprese belliche, che le permise di far arrivare un messaggio essenziale a Londra tramite un marconista delle Forze della Francia Libera, per chiedere una nuova radio e nuovi codici. È invece vero che il 30 agosto del 1944 i maquisard la onorarono con una sfilata per festeggiare il suo compleanno, cinque giorni dopo la liberazione di Parigi. Nancy guidò numerose azioni contro i tedeschi, catturò le truppe del Reich in fuga dalla regione e fece in modo di consegnarle sane e salve alle forze americane. Nel libro abbiamo convogliato questi eventi nella battaglia di Cosne-d’Allier, che in realtà è nata dalla nostra fantasia.

 

 

Dopo aver torturato e ucciso il marito di Nancy a Marsiglia, la Gestapo le diede effettivamente la caccia durante tutto il suo periodo in Francia. Affissero la sua foto in tutta l’Alvernia, offrirono ricompense sempre più consistenti per la sua cattura e cercarono sempre di infiltrare spie nella Resistenza. Il maggiore Böhm è una versione romanzata di questi tentativi. È un personaggio inventato, mentre le atrocità commesse dai nazisti contro singoli francesi e interi villaggi nella Francia occupata non lo sono.

Qualunque cosa abbiamo inventato o modificato, teniamo a sottolineare lo straordinario coraggio, l’attitudine al comando e la personalità di Nancy Wake, una donna dalle qualità difficilmente contenibili nelle pagine di un romanzo.

Nancy Wake visse con il suo secondo marito, John Farmer, per quasi quarant’anni, passati per lo più in Australia. Dopo la morte del marito tornò in Europa e morì a Londra nel 2011. Nel rispetto delle sue volontà le sue ceneri furono sparse vicino al villaggio di Verneix, a circa sette chilometri da Montluçon.

Scrisse la propria biografia, The White Mouse, e lo stesso fece Denis Rake, Rake’s Progress. Anche Maurice Buckmaster scrisse un notevole resoconto delle attività svolte dal SOE, They Fought Alone, un libro ancora in circolazione. La biografia di Nancy scritta da Russell Braddon, Nancy Wake, è stata un best seller sin dalla sua pubblicazione. In Search of the Maquis: Rural Resistance in Southern France (1942-1944) di H.R. Edward è un eccellente studio accademico in inglese di ciò che avvenne nella regione dove operò Nancy, e Behind the Lines: The Oral History of Special Operations in World War II di Russell Miller è un’affascinante raccolta di testimonianze rilasciate da molti altri agenti di valore che operarono dietro le linee nemiche.

 

Darby Kealey e Imogen Robertson

Los Angeles e Londra, 2019