«Vuoi darti una mossa, donna?» mi grida Jameson, correndo davanti a me.
Sto ansimando come un mantice mentre cerco di stargli dietro.
Oh, cavolo, sta cercando di uccidermi.
«Che fretta c’è?»
Lui si gira e torna indietro fino a raggiungermi, ed io lo guardo con la fronte aggrottata. «Dio, di mattina sei così vivace ed energico…»
Jameson scoppia a ridere, scattando in avanti, e io trascino i piedi dietro di lui. Fa un giro per continuare a guardarmi, e poi torna da me.
«Come fai a correre tanto veloce?»
Saltella all’indietro davanti a me mentre parliamo. «Beh, mi immagino di essere inseguito da un maniaco con un’ascia.» Non ha nemmeno il respiro affannoso.
«Cosa?» Mi acciglio. «Mi prendi in giro?»
Jameson scuote la testa con un sorrisetto sfacciato.
«La tua tecnica per rilassarti è pensare che qualcuno ti stia dando la caccia con una cazzo di ascia.»
Ride, continuando a correre all’indietro. «Funziona. Corro molto più velocemente così.»
«Ora tutto ha un senso», sbuffo. «Il puzzle sta prendendo forma.»
«Quale puzzle?»
«Hai la schiena rigida perché la tua massaggiatrice te la rovina per scoparti di continuo.» Mi fa un sorriso. «Per rilassarti ti fai inseguire da un assassino armato di ascia.» Scoppia a ridere. «Ed esci sette sere alla settimana. È ovvio che sei un bastardo stressato e fuori di testa.»
Mi attira a sé per la maglietta e mi bacia sulle labbra. «Allora sono molto fortunato che ci sia tu a calmarmi con il sesso, vero?»
«Altroché», ansimo. Dobbiamo smettere di parlare. Non posso correre e discutere allo stesso tempo. Che razza di atleta olimpica crede che sia?
«Quale esercizio mi consiglieresti? Per rilassarmi, intendo», mi domanda, prendendo ad avanzare più lentamente accanto a me.
Ci penso per un momento. «Aerobica in acqua.»
«Ah-ah», ride lui. «Non sono così vecchio.»
«Sei piuttosto anziano, invece», ribatto.
«Vuoi fare una gara con me?»
«No.»
«Perché no?»
«Perché quell’assassino mi ha infilato l’ascia nei polmoni, e morirò da un momento all’altro. Spero che tu sappia fare la rianimazione.»
Lui ridacchia. «Pappamolle.» Parte a gran velocità, e io avanzo a fatica, ammirandolo mentre corre in cerchio dentro Central Park, senza mai perdermi di vista.
Jameson Miles è estremamente in forma… e davvero sexy.
E, per mia fortuna, io sono la sua coniglietta del sesso.
* * *
Sono nel foyer ad aspettare Ava e Molly. Stiamo solo andando a fare la pausa pranzo, e Molly si è messa a parlare con una delle guardie di sicurezza. Credo che abbia un debole per lui.
«Questo weekend pensi di uscire?» mi chiede Ava.
«Ehm, non lo so ancora. Forse torno a casa.» Accidenti, non voglio uscire di nuovo con lei. È interessata agli uomini solo se sono ricchi. Lo trovo così strano che non riesco ancora a capacitarmene.
Uno degli ascensori si apre e ne emerge Tristan, seguito da Jameson. Insieme a loro ci sono altri due uomini. Con indosso un completo blu scuro e una camicia bianca inamidata, Jameson è la personificazione del fascino. Capelli scuri, mascella squadrata, penetranti occhi blu… È difficile credere che, appena sei ore fa, fosse dentro di me sotto la doccia. Questa mattina, dopo essere tornati dalla nostra corsa, lo abbiamo fatto due volte. È un vero animale. Il suo cazzo è la fine del mondo.
Sono morta e sono finita nel paradiso degli amministratori delegati.
«Oh mio Dio», bisbiglia Ava. «Guarda chi sta arrivando.»
Jameson sta attraversando il foyer affollato, assorto in una conversazione con gli altri uomini. Tutti si fermano e li fissano. Rimango immobile mentre mi supera, e, all’ultimo momento, lui alza lo sguardo e mi nota. Esita, e io gli faccio un discreto cenno con il capo. Non voglio che qualcun altro sappia di noi. Annuisce rapidamente come per segnalarmi di aver capito e continua a camminare, riprendendo a parlare. Lui e gli altri escono dal portone d’ingresso e svaniscono in strada. Probabilmente stanno andando a pranzo.
«Davvero, dove troviamo degli uomini come i fratelli Miles?» sospira Ava.
«Già.» Osservo la strada in cui sono spariti.
«Uno di questi giorni», mormora lei. «Uno di questi giorni.»
* * *
Mi chiedo se Jameson abbia fatto un lungo pranzo alcolico, e soprattutto se abbia riportato indietro della torta. Sta arrivando quell’ora del giorno in cui la mia mente si focalizza su qualcosa di dolce da mangiare insieme al caffè.
«Ehi, Emily, hai già gli articoli che dobbiamo pubblicare domani?» mi chiede Hayden.
Gli sorrido. Mmh. «Credevo di doverli consegnare entro le quattro, e sono solo le tre.»
Hayden è la persona a cui consegno le notizie, e lui a sua volta deve passarle alla fase successiva.
«Lo so, ma mi piace portarmi avanti», mi risponde tranquillo.
Avanti con cosa? È lui che sta vendendo le nostre storie? È per questo che le vuole in anticipo, così può mandarle al miglior offerente?
«Non sono ancora pronti.»
«Okay, va bene.» Mi sorride. «Mandameli per e-mail non appena li hai finiti.»
Incrocio il suo sguardo. «Certo.»
Lo osservo tornare alla sua scrivania e iniziare una conversazione con la persona seduta accanto a lui.
Ti sto tenendo d’occhio, bastardo.
Mi guardo intorno nell’ufficio con una nuova determinazione.
Vi sto tenendo d’occhio tutti. Ognuno di voi.
* * *
Sono appena le quattro, e sto scrivendo a Jameson.
Ciao,
ti ho prenotato un massaggio con un fisioterapista. Sarà a casa tua alle sette. Spero sia compatibile con i tuoi impegni.
FB
xoxoxo
Qualche momento più tardi, ricevo una risposta.
Cara FB,
un fisioterapista?
J
xx
Roteo gli occhi. Sapevo che me lo avrebbe chiesto.
Caro signor J,
un uomo, un fisioterapista professionista che pratica massaggi e non atti sessuali. Specializzato in trattamenti per la schiena e decisamente costoso.
FB
xoxoxo
Aspetto qualche istante, e arriva subito una replica.
FB,
va bene, ma potresti farlo entrare tu nel mio appartamento, per favore? Chiederò ad Alan di venire a prenderti alle sei e mezza. Ci vediamo lì, forse con un quarto d’ora di ritardo.
J
xoxo
Faccio un ampio sorriso mentre la speranza mi sboccia nel petto. Gli scrivo di nuovo.
Stasera ci vediamo?
Lui mi risponde.
Sì. Starò via per tutta la settimana prossima, quindi voglio anticipare anche i futuri incontri. Ci vediamo stasera.
Jay
xoxo
Probabilmente dovrei fare la preziosa e fingere di avere altri impegni… ma non ci riesco. Gli mando una e-mail in risposta.
Jay,
preparerò la cena. Che cosa vuoi?
FB
xoxo
Ricevo subito il suo messaggio.
L’unica cosa che voglio stanotte sei tu. Ora torna al lavoro, prima che ti pieghi a novanta sulla scrivania.
xoxo
Mi sento avvampare ed esco dalla mia casella di posta. È senza dubbio l’uomo più sexy del pianeta.
* * *
Mi sento una grande chef nella cucina super accessoriata di Jameson. Sono appena le sette, e io sto accendendo il gas per mettere una pentola piena d’acqua sul fuoco. Mi piace l’idea di fargli trovare la cena pronta. So che non gli è mai successo, quindi sento che è un gesto speciale.
Suona il campanello e io mi guardo intorno.
Merda. Dov’è il citofono?
Noto una cornetta e uno schermo vicini alla porta d’ingresso. Sollevo la cornetta. «Chi è?»
«Salve, sono Matthew, il fisioterapista. Sono qui per il massaggio.»
Guardo lo schermo con un sorriso. Matthew è attraente, ha il classico fascino scandinavo.
«Salga pure.» Premo il pulsante e gli apro il portone, e l’uomo sparisce dentro l’ascensore. Qualche momento più tardi, bussa alla porta dell’appartamento. «Salve», lo accolgo con tono cordiale.
«Salve.» Lui entra, indossa un’uniforme bianca e porta con sé un lettino pieghevole per massaggi.
Wow… È davvero sexy. Magari dovrei farmi fare un massaggio anche io.
«Dove vuole che mi sistemi?» mi domanda.
«Mmh.» Aggrotto la fronte, guardandomi attorno. Dove voglio che si metta? «Aspetti solo un secondo.» Mi incammino lungo il corridoio e sbircio dentro le stanze. In fondo ce n’è una con un tapis roulant e una panca per i pesi. «Quaggiù, per favore.»
L’uomo avanza con un’andatura sensuale e inizia a prepararsi. All’improvviso, mi viene in mente che questo è esattamente lo scenario in cui Jameson si trovava con Chloe… solo che poi loro facevano sesso per davvero. Mi si ribalta lo stomaco al pensiero.
Smettila.
«Sarò qui fuori se ha bisogno di me.»
Torno in cucina, un po’ nervosa. Merda, è sicuro lasciarlo là da solo? Dovrei tenerlo d’occhio o qualcosa del genere?
Getto uno sguardo lungo il corridoio per accertarmi che non esca dalla stanza per andare a curiosare in giro. Oh, accidenti, qual è la procedura con gli sconosciuti in un posto del genere?
Sento un click provenire dall’ingresso, e Jameson appare nel mio campo visivo. «Ciao», dice con tono secco.
Gli sorrido. «Ciao.» Lo stringo in un abbraccio. «Come sta il mio uomo?»
«Bene.» Mi sorpassa rapidamente.
Oh. Mi acciglio. Non è il saluto che speravo di ricevere.
«È già qui?»
«Sì, nella stanza in fondo.»
«Mi faccio una doccia veloce. Gli puoi dire che sarò da lui in cinque minuti, per favore?»
«Certo.»
Sparisce dentro la camera da letto, e io attraverso di nuovo il corridoio. «Jameson si sta facendo una doccia veloce. Gli serve solo qualche minuto.»
«Okay, grazie.» Matthew mi sorride.
Torno in cucina e mescolo le verdure che ho messo a cuocere. Forse stasera sarei dovuta rimanere a casa mia. Non è sembrato molto felice di vedermi.
Dieci minuti più tardi, un paio di mani calde mi si stringono attorno alla vita da dietro, e Jameson preme le labbra sulla mia tempia. «Ehi, piccola», bisbiglia.
Mi volto, trovandolo con un asciugamano bianco stretto attorno alla vita. «Va tutto bene?»
«Sì, sono solo molto stanco.» Fa un lungo sospiro. «L’ultima cosa di cui ho voglia è un dannato massaggio», mormora, appoggiando una guancia contro la mia.
«Dopo ti sentirai molto meglio», gli dico. «Massaggio, cena e letto.»
Alza gli occhi al cielo e si avvia con passo pesante lungo il corridoio.
* * *
Con un sorriso sulle labbra, sto ascoltando Jameson che russa piano ogni volta che espira. Sono seduta sul divano in pigiama e sto guardando un film, mentre lui è steso con la testa sul mio grembo, profondamente addormentato.
Mi sembra stranamente… normale.
Non stava scherzando quando ha detto di essere stanco. È più che stanco… è esausto.
Credo che si tratti più di stanchezza mentale che fisica; non riesco a immaginare cosa debba affrontare ogni giorno sul lavoro. La pressione della gestione della Miles Media ricade su di lui sin da quando era molto giovane. Persino da ragazzo, deve essere stato istruito per questo ruolo. Ma l’amministratore delegato Jameson Miles è un comune mortale, e io mi sento protettiva nei suoi confronti.
Gli passo distrattamente le dita tra i capelli e mi godo questo momento intimo con lui. Non credo che molte persone lo abbiano visto così rilassato.
«Jay», bisbiglio. Si acciglia nel sonno. «Jay, è ora di andare a dormire, piccolo.»
Lui inspira, stiracchiandosi e sbattendo le palpebre, come se non capisse dove si trova.
Gli accarezzo i capelli. «È ora di andare a dormire.» Sorrido con dolcezza.
Mi alzo, spegnendo le luci e il televisore, poi Jameson mi prende per mano e mi guida lungo il corridoio fino alla sua camera da letto. Si lava i denti e si sistema sotto alle coperte.
Qualche momento più tardi, non appena sono pronta, mi infilo nel letto accanto a lui, e Jameson mi attira tra le sue braccia.
«Buonanotte, tesoro», sussurra baciandomi la fronte.
Siamo stesi guancia a guancia. Tra di noi c’è una vicinanza che non ho mai sentito prima.
«Buonanotte.» Mi accoccolo contro il suo petto.
Questa notte tra di noi non c’è stato nulla di sessuale… ma è stato tutto così normale… e stranamente intimo.
Potrei diventarne dipendente.
* * *
Vengo svegliata dalla sensazione di due mani forti che mi aprono le cosce. La testa di Jameson è tra le mie gambe, e la sua lingua sta leccando il mio punto più sensibile. Getto il capo all’indietro e appoggio le mani sulla sua nuca. Il mio corpo palpita per l’eccitazione, e così capisco che ha iniziato già da un po’.
«Oh Dio», gemo. «Buongiorno, Jay.»
Lui si volta per baciarmi l’interno coscia. «Buongiorno.»
Mi mordicchia il clitoride, e io chiudo gli occhi.
Buon Dio.
È sveglio in tutto il suo splendore. Continua a succhiarmi mentre il piacere comincia ad attraversarmi a ondate. Spinge tre dita dentro di me e io sussulto. Questa è la sua specialità, scoparmi con le dita con tanta forza da farmi venire prima ancora di iniziare a fare sesso. Non sono mai stata con un uomo in grado di darmi piacere in così tanti modi diversi. Inizia a muovere la mano avanti e indietro, concentrato sul suo compito. Spingo le gambe sul materasso, e Dio…
«Oh Dio… è così bello…» ansimo.
Il suono bagnato della mia eccitazione riecheggia nella stanza silenziosa mentre Jameson è all’opera su di me. Quest’uomo è un pazzo. Solo dieci minuti fa ero profondamente addormentata.
Si sporge verso di me e mi mordicchia di nuovo il clitoride, e io mi contorco sotto di lui, venendo di colpo. Inarco la schiena, ma lui mi spinge di nuovo giù.
«Shh», sussurra, provando a calmarmi. «Ancora», mormora, guardandomi negli occhi.
«No.» Mi alzo a sedere di scatto e lo afferro per le spalle per attirarlo verso di me. Ci baciamo e ricadiamo sul materasso, mentre io gli avvolgo le gambe attorno alla vita. Accidenti, che modo per svegliarmi. Il nostro bacio si fa frenetico, e io sento il suo membro premere contro la mia apertura. Jameson si blocca.
«Va bene, prendo la pillola», sussurro, tenendo il suo volto vicino al mio.
Jameson chiude gli occhi per un brevissimo istante, e poi, come se non riuscisse a rilassarsi senza un preservativo addosso, si trascina via da me per raggiungere il suo comodino. Lo guardo mentre apre un profilattico e se lo infila.
Poi è subito su di me. Si spinge dentro al mio corpo con un unico, rapido movimento. Lancio un grido e inizio a contrarmi attorno al suo grosso membro.
«Aspetta», ringhia.
Cazzo… come dovrei fare? Come se fosse semplice…
Jameson abbassa lo sguardo su di me. La sua pelle olivastra è lucida di sudore, i suoi occhi blu brillano e io guardo meravigliata questo perfetto esemplare di uomo sopra di me… e dentro di me.
Allarga le cosce e si sistema sulle ginocchia, poi solleva le mie gambe, tenendole per le caviglie, e inizia a muoversi con spinte dure e potenti, dischiudendo le labbra mentre fissa il punto in cui i nostri corpi si incontrano. Riesco a vedere ogni muscolo del suo addome contrarsi mentre si spinge in avanti. Accidenti… guardare Jameson Miles scopare è il porno migliore del mondo. Prende velocità, e io perdo completamente la testa. Stringo tra le dita le lenzuola sotto di me, sentendo montare l’orgasmo.
Il rumore dei nostri corpi che si muovono in sincronia riecheggia nella stanza. Jameson chiude gli occhi, in preda all’estasi, e geme, prendendo a spingersi dentro di me con ancora più forza.
«Ci sono quasi», rantolo.
«Aspetta», mi ordina con tono secco, continuando a pompare.
«Jameson…»
Mi afferra le gambe per spostarle di lato, e vedo i suoi occhi lampeggiare per l’eccitazione mentre le sue spinte si fanno più lente e misurate.
Oh… al mio uomo piace stretta.
Mi contraggo, e Jameson getta la testa all’indietro. Lo faccio di nuovo, e lui non riesce a trattenersi. Affonda dentro di me e io mi accorgo dal suo sobbalzo che sta venendo. Conclude e poi, consapevole che non posso fare lo stesso in questa posizione, si solleva sopra di me e mi bacia, ricominciando a fare dolcemente l’amore con me.
È quello che amo… il mio tipo di sesso preferito con lui. Un amore tenero e gentile. Si sostiene sui gomiti e preme le labbra sulle mie, dandomi esattamente ciò di cui ho bisogno.
Lui… ho bisogno di lui, di tutto quanto.
Ci fissiamo negli occhi, mentre qualcosa di bellissimo scorre tra di noi. Ci scambiamo una serie di baci ricolmi di tenerezza, ma io sono commossa dall’espressione sul suo viso.
Ci stiamo innamorando l’uno dell’altra.
Quella che c’è tra di noi non è una relazione di sesso occasionale, non si tratta nemmeno di solo sesso. È amore, ne sono più che certa. Non potrebbe essere nient’altro.
«Jay», ansimo, cercando il suo sguardo.
«Lo so, piccola», bisbiglia.
Gli stringo le spalle e lui si solleva, mentre il mio corpo si contrae attorno al suo. Cattura le mie labbra in un bacio dolce e rilassato, che è tutto ciò che non ho mai avuto. Lentamente mi fa venire e poi si lascia cadere sul materasso accanto a me, attirandomi perché mi giri verso di lui.
Ci guardiamo, e io sono sopraffatta da un senso improvviso di intimità. Fisso il suo bellissimo viso e sorrido. «Credo che…»
«No», mi interrompe.
«Cosa?» Mi acciglio.
«Non rovinare tutto.»
Non capisco che cosa voglia dire. «Come potrei rovinare tutto questo?»
«Non innamorarti di me, Emily.»
Ma che cavolo?
Lo fisso. «Perché no?»
«Perché non fa per noi. Ficcatelo bene in testa. Subito.» Si alza di colpo e va in bagno, tirandosi dietro la porta, che si chiude con un tonfo.
Mi giro sulla schiena e fisso il soffitto. Stavo per dirgli che per me quella era stata la sveglia migliore di tutti i tempi.
L’amore era solo ai margini del mio pensiero.