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Mi sta trasformando In diO.

Kate Reese si fermò e guardò la calligrafia infantile sul foglio. Non riusciva a credere a quello che aveva appena letto. Tornò rapidamente alla pagina precedente, per essere sicura di aver compreso bene, prima di riferirlo ad Ambrose. Erano nella stanza di Christopher. Dopo che le infermiere avevano rifatto il letto di suo figlio. A leggere gli scarabocchi terrorizzati di David.

21 giugno

Non so più dove mi trovo. Non so cos’è reale e cos’è immaginario, ma non possiamo più aspettare. La signora che sibila è ovunque, travestita da influenza. Dobbiamo portare a termine l’addestramento prima che lei si impossessi della casa sull’albero. Ho chiesto al soldato perché brami di impadronirsene e lui mi ha spiegato che cosa mi sta facendo. Mi sta dando un potere che lei vuole per sé. Semplice. Èb riuscito a spiegare tutto quello che ho passato. Volevo dirlo ad Ambrose, ma non potevo permettere che mi desse ancora del matto. Così ho aspettato che si addormentasse e mi sono infilato nel letto con lui. E poi gli ho sussurrato queste parole all’orecchio, molto piano, nel caso lei stesse ascoltando.

«Ambrose, devo dirti una cosa.»

«Cosa?» mi ha chiesto nel sonno.

«Devo dirti che cosa fa la casa sull’albero.»

«Okay. Dimmelo», ha detto continuando a dormire. «Cosa fa?»

«Mi sta trasformando in Dio, Ambrose.

La casa sull’albero ti trasforma in Dio.»

«Gesù Cristo», commentò Ambrose.

Kate si interruppe e lo guardò. Non poteva vedergli gli occhi, ma il resto del suo viso era pietrificato dal dolore. Si voltò verso il suo bambino, che era privo di conoscenza, accanto a lei. Pensò a tutte le cose che sapeva. Che sentiva. Alle risposte perfette nei compiti. Al suo genio spontaneo. Al suo tocco capace di guarire.

«Continui a leggere, signora Reese.»

Kate girò la pagina e riprese, in un sussurro.

«Okay, stai diventando Dio. Rimettiti a dormire», ha detto mio fratello, e poi si è riaddormentato. Io ho continuato, gli ho spiegato che non stavo diventando Dio fino in fondo. Non posso creare o distruggere mondi, niente del genere. Ma so tutto

e posso guarire le persone. Il soldato mi ha avvertito: se vado oltre, la mia testa finirà per esplodere. Ecco la spiegazione

delle emicranie. È Dio che preme

sul mio cranio come un pulcino contro il guscio dell’uovo. Mi ha fatto sentire bene dirgli tutto ad alta voce.

Gli ho dato un bacio sulla guancia

e gli ho detto che gli voglio bene. So che dormiva

e che non ha sentito. Ma è stato bellissimo fingere che stesse ascoltando senza prendermi per matto. Desidero credere che mi voglia tanto bene, perché so che fra tre giorni

andrò nel bosco a uccidere la signora che sibila.

Se non la fermo, manderà in frantumi il vetro tra i due mondi. Dipende tutto da me.

dOPo tuTTo, io SONO dio.

Kate sentì un brivido correrle lungo la schiena. Aveva l’impressione che qualcuno li stesse osservando. Normalmente non vi avrebbe badato, ma, dopo aver letto quelle pagine del diario di David ad alta voce, probabilmente non avrebbe più ignorato certe sensazioni. Pensava che la signora che sibilava fosse proprio lì. Che incombesse sul suo bambino privo di conoscenza come un gatto su un gomitolo.

«Si sente bene?» le chiese Ambrose.

«Sì. Mi serve solo un minuto.»

Kate abbassò lo sguardo sui fogli su cui aveva scritto i suoi appunti. Se gli inservienti li avessero visti, avrebbero richiesto un ricovero immediato di quarantotto ore per una «valutazione» psichiatrica. Parole scribacchiate velocemente. Un mondo immaginario popolato di signore sibilanti e di persone-cassetta con la bocca cucita e gli occhi chiusi da zip. Un mondo in cui adesso Christopher era intrappolato.

22 giugno

primA di uccidere la signora che sibila, dovevaMo fare un Bel po’ di Ricognizione…

Kate impiegò un momento a comprendere gli scarabocchi illeggibili di David. Non aveva mai visto una calligrafia così inquietante. Nemmeno il suo defunto marito aveva scritto in quel modo. Non era la calligrafia di un ragazzino con problemi mentali. Ma di un ragazzino terrorizzato. Andò avanti a decifrare il messaggio, e poi sussurrò il contenuto ad Ambrose.

22 giugno

Prima di uccidere la signora che sibila dobbiamo andare in ricognizione, come fanno in quei film di guerra che piacciono tanto ad Ambrose. Il soldato teme che stia spingendo troppo con l’addestramento. Ha paura che il mio cervello non regga. Quindi non voleva che prendessi parte a questa missione, ma io l’ho fatto comunque. L’ho seguita, di giorno. L’ho vista insinuarsi negli individui che poi prendevano l’influenza e cambiavano. L’ho osservata mentre sussurrava nelle orecchie alle persone, costringendole ad avere paura della loro ombra. L’ombra è la gente senza luce, semplicemente. Questo posto comincia a fare paura. Anche di giorno.

La città sta per impazzire.

23 giugno

Ho chiesto al soldato che cosa mi accadrebbe se dovessimo fallire. All’inizio si è rifiutato di dirmelo perché non voleva spaventarmi. Ma adesso sono più potente di lui e gli ho dato il tormento finché non me l’ha detto. Diventerò il nuovo cucciolo della signora che sibila. Questa sera ci sarà l’ultima missione ricognitiva. Lui dice che non è sicuro, perché non sarò invisibile. Ma ho insistito, perché Ambrose è in pericolo, e io sono Dio, quindi non sarei mancato. Abbiamo scoperto il suo nascondiglio. Non riesco a crederci. Così vicino, per tutto questo tempo.

24 giugno

Il soldato è stato catturato dalla signora che sibila. Ho commesso un terribile errore. Pensavo di essere invincibile. E adesso sono solo. Che stupido. Sono passato nel mondo immaginario di notte, e lei mi ha usato per tendergli una trappola. Il soldato è venuto di corsa a salvarmi, ma le persone-cassetta gli sono saltate addosso, graffiandolo con le zip che hanno al posto degli occhi. Ho provato a salvarlo in tutti i modi che mi sono venuti in mente. Ma ogni volta che riuscivo a calmarmi e ad arrivare vicino a una risposta, sentivo che qualcuno aveva investito un cervo. O che aveva picchiato i figli. O aveva tentato il suicidio. Non sarei mai dovuto venire qui, di notte. Perché non l’ho ascoltato? Avrei dovuto essere umile. Mi vergogno così tanto. Lo sta torturando, in questo momento.

Lo sento strillare persino dalla parte reale.

Devo entrare e provare a salvarlo. La colpa è solo mia.

Dio, ti prego, aiutami. Ti prego, aiutami a sconfiggerla

e a salvare il mio fratello maggiore perché…

Kate girò la pagina e guardò il figlio privo di conoscenza sul letto. Le macchine respiravano per lui. Mangiavano per lui. Vivevano per lui. Il bip bip bip costante era l’unico segno di speranza. Riportò lo sguardo sul diario di David. I disegni folli. Gli scarabocchi terrorizzati. Ogni parola la convinceva sempre più che la sopravvivenza del suo Christopher, e del mondo intero, fossero ineluttabilmente legate. Che la follia di allora fosse la stessa di adesso. Pensò ai semi piantati dalla signora che sibilava. Alle parole sussurrate. Alle promesse fatte. E a quello che sarebbe successo a tutti loro se i fiori d’un tratto fossero sbocciati.

…il mondo IMmaginario è QUasI qui.