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KATE guardò il cielo, mentre una raffica di vento furioso distribuiva le nuvole sopra la città. Faceva volare gli alberi, e i rami sembravano braccia amputate che bloccavano la strada davanti a loro. Dovette curvare bruscamente a sinistra, entrando nel cortile di una casa. Le auto dietro di loro si incastrarono tra gli alberi, rallentando l’inseguimento. La sua mente stava correndo. Doveva arrivare alla Route 19. Era il modo migliore per lasciare la città. Accese la radio, cercando disperatamente una stazione che desse informazioni sul traffico.

«… violenta bufera di neve nell’area dei tre Stati…»

«… Bad Cat in 3D ora in video, perrrrfetto come regalo dell’ultimo minuto per Natale…»

«… Blue Moon, I saw you standing alone…»

«… quella che è stata definita la Guerra dei profughi, nel Medioriente…»

«… informazioni sulla viabilità locale al quindicesimo minuto di ogni ora…»

Fermò la manopola e alzò il volume.

«Traffico congestionato nel Fort Pitt Tunnel. Lavoro eccellente. Non possiamo lasciare che scappino. Stanno tentando di arrivare alla Route 19. Quindi, occhi aperti nei dintorni della scuola superiore.»

Kate fece inversione, svelta, e si allontanò dall’istituto. Doveva pur esserci una via libera. E lei doveva trovarla.

«Hanno fatto inversione», annunciò la voce alla radio. «Si stanno allontanando dalla scuola.»

Kate guardò nello specchietto retrovisore, e vide le auto di nuovo sulle loro tracce, lanciate a tutta velocità sul furgone. Non sarebbe mai riuscita a seminarle.

«Spegni i fari, mamma», le disse Christopher, la voce debole.

«Che cosa?»

«Non preoccuparti. Ti dirò io dove andare.»

Senza nemmeno un istante di esitazione, Kate spense le luci. La voce dello speaker gracchiò: «Li abbiamo persi. Forse ci stanno sentendo. Passate sull’altra stazione».

La radio tacque. Christopher chiuse gli occhi e cominciò a descrivere quello che vedeva. Sua madre riusciva quasi a visualizzarlo. Un gigantesco labirinto di strade piene di auto, che davano loro la caccia come i fantasmini in Pac-Man. Jerry che si asciuga il sangue delle escoriazioni rimediate in seguito alla caduta. Chiede un passaggio alla carovana. Deciso a ritrovare lei, Kate. E ad ammazzarla davanti agli occhi dello sceriffo.

«A sinistra», disse Christopher, tossendo sangue nella mano.

Kate obbedì. Poi fece una brusca svolta a destra. Qualunque indicazione le desse suo figlio, la seguiva ciecamente. Guardò nello specchietto. Stavano cominciando a seminare la folla che li inseguiva. Stava funzionando. Potevano farcela. Riportò lo sguardo sul parabrezza. I suoi occhi si abituarono al bagliore della luna blu. Premette l’acceleratore a tavoletta, vedendo i cervi che cominciavano ad andare verso la carreggiata, da cortili e vialetti. Da dietro gli alberi, e i cespugli. Aspettando l’ordine di colpire.

Un cervo sfrecciò davanti al furgone.

Kate frenò di colpo e gli pneumatici slittarono sulla neve. Controsterzò, si raddrizzò e accelerò verso la Route 19. La rampa d’accesso era proprio davanti a lei. C’era ancora una possibilità.

«Va’ dritta, mamma. Accelera», disse Christopher.

I cervi correvano nei cortili. Kate spinse il motore al massimo, cercando di arrivare alla rampa prima che venisse invasa da quegli animali. La lancetta del tachimetro saliva. Il vento ululava. La strada intera cominciò a riempirsi di auto che convergevano tutte su quell’unico incrocio.

Pigiò con tanta forza sull’acceleratore che pensò che avrebbe sfondato il pavimento con il piede. Sfrecciarono verso la rampa, ma le altre automobili li batterono sul tempo. E si scontrarono in un’esplosione di vetro, lamiera e carne.

La via di fuga era bloccata.

«E adesso dove andiamo, Christopher?!» chiese al bambino.

Lui rimase in silenzio.

«Dobbiamo raggiungere la Route 19. Dove andiamo?!»

«La superstrada non c’è più.»

Fu un duro colpo, per tutti. Senza quella strada, la cittadina era praticamente ridotta a un’isola. Erano bloccati a Mill Grove. La mente di Kate prese a correre, veloce. Doveva pur esserci un modo per andarsene, utilizzando le strade statali. Sarebbero potuti arrivare in una città vicina. La situazione sarebbe stata migliore a Peters Township, o a Bethel Park, o a Canonsburg.

non gLi permetterò mai di andare via, kate.

Si scrollò di dosso quella voce e continuò a guidare. La neve cadeva, e rendeva le strade lisce come vetro. Ovunque andasse, trovavano una nuova strada senza uscita. Un’auto abbandonata. Un albero caduto. Strade trasformate in parcheggi. Ovunque si dirigesse, finivano per tornare in posti che conosceva fin troppo bene.

Stavano andando verso il loro quartiere.

Verso il bosco di Mission Street.

lo ucciderò, kate.

«Dove andiamo, Christopher?!»

«Non c’è nessun posto, mamma», le rispose lui, con un filo di voce.

«Sì che c’è!»

Christopher le toccò la gamba con la mano: scottava come se avesse la febbre a quarantadue.

«Lui non mi lascerà mai andare via, mamma.»

I cervi galoppavano come cavalli con in groppa fantini invisibili. A decine correvano per i prati. Erano troppi. Kate si rifiutò di accettare l’inevitabile.

E cioè che i cervi avrebbero superato l’auto.

ucciderò tuo figlio, kate, adesso.

Sfrecciò verso l’incrocio. Un branco di cervi li caricò, davanti al furgone. E altre decine li caricarono da dietro.

Non avevano una sola possibilità di riuscire a fuggire. Era finita.

Non sarebbero mai sopravvissuti.