Appollaiata su un secchio rovesciato, Petra osservava attentamente Jeb, intento a strigliare Patch. Quando viveva a casa aveva avuto una cavalla tutta sua, Daisy, e aveva imparato a prendersene cura. Le piaceva lavorare con i cavalli, ma era un'altra occupazione che Jeb aveva stabilito fosse troppo umile per una nobildonna. Pertanto, dopo aver aiutato Marguerite a preparare il pane, era uscita a veder lavorare Jeb, più che altro per non disturbare la sorella mentre disegnava.
«Quanti anni hai, Jeb?» chiese.
Lui si raddrizzò e si voltò verso di lei. «Sedici, milady.»
Giovanissimo! Eppure a sedici anni lei non aveva creduto di sapere con chiarezza come sarebbe stata la sua vita? Sposata con Harry, che aveva ritenuto sarebbe diventato un proprietario terriero.
Perché non aveva capito che, per quanto a Harry piacesse recarsi in visita presso i suoi fratelli, non nutriva il benché minimo interesse per la terra? Aveva apprezzato la caccia e le scorrerie nei villaggi del circondario in cui ne aveva combinate di tutti i colori, senza che lei ne sapesse niente. Dopo il loro matrimonio, le aveva detto chiaramente che stabilirsi in campagna per lui sarebbe equivalso a una condanna a morte. Lui apparteneva alla città, dove avrebbe potuto continuare a godere della compagnia dei suoi amici e, come Petra aveva scoperto in seguito, di quella di qualunque femmina che fosse entrata nella sua orbita.
Il dolore la trafisse, lei lo soffocò. Non si permetteva mai di pensare alla sua infedeltà, era troppo avvilente.
Sospirò. Red aveva avuto ragione nel metterla in guardia rispetto a Harry ma, all'epoca, lei era stata sicura di tutto. In quel momento aveva l'impressione di non sapere assolutamente niente, sebbene il suo stupido corpo sembrasse attratto dal primo uomo affascinante che avesse incontrato dopo la morte di Harry.
Il che era assurdo. Non aveva mai pensato a quel genere di cose prima di sposarsi, perché avrebbe dovuto pensarci da vedova? Dopotutto era una nobildonna, non una ragazza di umili origini.
Jeb la fissava. Oh, sì, le aveva appena detto la sua età. Lei aggrottò la fronte. «Ciò significa che hai cominciato a lavorare qui a quattordici anni. Non è un po' presto?»
Lui assunse un'espressione sorpresa. «Ma no, milady. Mio pa' cominciò a lavorare a Longhurst Park quando non aveva nemmeno dieci anni. Aiuto stalliere, ecco cos'era. Ci diceva sempre che eravamo viziati ad andare a scuola e a non lavorare fino a quattordici anni, come aveva voluto nostra ma'.» Sorrise. «A sentir lui, la vita al Park era bella, finché il vecchio lord era vivo. Quello che venne dopo di lui era malaticcio e stava quasi sempre a Londra, quindi non aveva bisogno di cavalli o domestici. Io avrei dovuto cominciare a lavorare là, una volta grande abbastanza, ma non è andata così.» Riprese a strigliare il fianco di Patch.
«Dove lavora adesso tuo padre?»
Jeb si strinse nelle spalle. «Morì di una malattia ai polmoni tre anni fa. E lasciò ma' a crescere noi cinque piccoli da sola. Fu una benedizione quando arrivò questo lavoro qui, altrimenti avremmo dovuto chiedere aiuto alla parrocchia.»
Petra fu colta dal senso di colpa, perché non ne sapeva niente? D'altra parte, era stato Red ad assumere Jeb prima che lei e le sue sorelle arrivassero a Westram. «Suppongo che tua madre aiuti le altre signore con la modisteria?» Trasalì, anche quel lavoro non era più una certezza.
«No, milady. Cucina per una famiglia fuori Ightham.» Il suo sguardo diventò triste. «Torna a casa una volta al mese. Ai piccoli manca, ma io e mia sorella maggiore facciamo del nostro meglio con loro. Suzy fa un po' di merletti, ma non riesce a combinare molto con il bambino e tutto il resto.»
«Il bambino?»
«Adesso ha quattro anni. Un diavoletto vivace.» Sorrise con affetto. «Gli altri aiutano come possono.»
Immaginare Jeb come capofamiglia la colpì. E che una madre dovesse separarsi dai suoi figli? L'immagine di un biscotto bruciacchiato balenò nella sua mente. «Quindi tua madre è una brava cuoca?»
«Sì. Ha imparato su al Park quand'era ragazza. Smise quando sposò mio pa', ovviamente, ma allora lui aveva un buon lavoro.»
Una buona cuoca. Non era cosa da poco. «Quando tornerà a casa la prossima volta?»
Jeb si strofinò la nuca. «La settimana prossima credo, milady. Domenica.»
«Pensi che quella sera sarebbe disposta a cucinare per noi?»
Jeb si voltò a guardarla. «Come, milady?»
«Vorrei invitare un ospite a cena, ma avremo bisogno di qualcuno che cucini per noi. Tua madre potrà portarsi a casa tutti gli avanzi e, naturalmente, le pagheremmo il disturbo.»
Gli occhi del giovane si illuminarono. «Dirò a mia sorella di scriverle per chiederglielo, ma sono sicura che sarà contenta di aiutarvi. Qualche extra non guasta mai.»
Petra si augurò che Marguerite non obiettasse a spendere qualcosa in più la settimana successiva. Se fosse riuscita a convincere il conte ad accettare il suo invito, avrebbe preso due piccioni con una fava, trovando al conte una cuoca e al tempo stesso aiutando la famiglia di Jeb, così la madre sarebbe potuta tornare a casa dalla sua famiglia. L'idea le piacque moltissimo, anche se avrebbe significato intrattenere il conte a cena.
Ethan legò Jack alla staccionata di fronte a Westram Cottage. Inizialmente era stato tentato di rifiutare l'invito a cena delle signore, ma il pensiero di un pasto decente, invece del solito stufato di O'Cleary, era troppo allettante per chiunque, in particolar modo per un uomo che amava tanto mangiare quanto lui.
Inoltre, per quanto potesse sembrare strano, era lieto di rivedere Lady Petra. Il che non faceva muovere nella direzione giusta il progetto successivo nel suo elenco.
Stando al suo curatore testamentario, il cui ufficio si trovava a Sevenoaks, non era del tutto nullatenente. Gli aveva comunicato la notizia confortante che, se Ethan avesse amministrato con cura la proprietà e, magari, si fosse trovato una moglie adeguatamente abbiente, se la sarebbe passata molto bene.
Il cappio che lo legava alla proprietà diventava sempre più stretto, ma sperava ancora di poter tornare alla sua carriera nell'esercito. Dopo una lunga discussione aveva accettato con riluttanza che il curatore effettuasse con discrezione delle indagini riguardo alla disponibilità di una sposa del genere. Aveva indicato la propria preferenza per una donna assennata che avrebbe compreso il concetto di un matrimonio di convenienza. Preferibilmente una che conoscesse la vita in campagna e tutto ciò che comportava, in modo che potesse lasciare nelle sue mani la gestione della proprietà. Non ci sarebbero stati impegni né promesse, se prima Ethan non avesse incontrato la possibile candidata.
Raggiunse la porta d'ingresso del cottage e bussò. Dopo qualche discussione con O'Cleary aveva deciso di non indossare l'uniforme. Dal momento che un militare non aveva molte occasioni per vestire abiti civili, il suo guardaroba era limitato, tuttavia possedeva una giacca acquistata d'impulso da Weston durante una delle sue visite a Londra. Non era esattamente un indumento da sera, ma O'Cleary aveva convenuto che per una cena in campagna poteva andare. Perché mai un attendente si considerasse un esperto in materia, Ethan non riusciva proprio a capirlo.
Una cameriera lo accompagnò in un salottino nella parte anteriore del cottage.
Le due signore si alzarono in piedi quando entrò. Lui le salutò con il suo sorriso più caldo e fece un inchino.
«Buonasera, signore.»
Chinarono il capo all'unisono.
«Vi prego, accomodatevi, Lord Longhurst» lo invitò Lady Marguerite. Guardò la cameriera. «È tutto, Becky, grazie. Posso offrirvi dello sherry, Lord Longhurst?»
«Vi ringrazio.»
Prese il suo bicchiere quando lei ne ebbe riempito uno per ciascuno. Le due signore si sistemarono sul divano, lui sedette di fronte a loro, sulla poltrona, e alzò il bicchiere. «Alla vostra salute» disse.
«Alla vostra» ribatterono le due sorelle.
Ethan sorseggiò il liquore. Era sherry di ottima qualità.
Calò il silenzio. Lui provò a rispolverare le sue buone maniere. «Che casa accogliente avete, signore.»
«Grazie» disse Lady Petra. «Ci piace molto.»
«C'è una cosa che non capisco» riprese lui, ricordando alcune riflessioni precedenti. «Il villaggio porta il nome della vostra famiglia, eppure la vostra famiglia non possiede proprietà da queste parti, eccetto il cottage.»
«È una storia lunga» disse Lady Marguerite. «Ma non inconsueta. Risale al governo di Oliver Cromwell.»
«Non ditemi che un tempo la vostra famiglia era proprietaria di Longhurst Park!» Dannazione, non si era aspettato una rivelazione del genere quando aveva posto la domanda, anche se forse avrebbe dovuto. Avrebbe dovuto scoprire di più sulla storia di quel ramo della sua famiglia, ma non l'aveva mai considerato importante in precedenza.
«Oh, no» disse Lady Petra. Ridacchiò. «Per la verità, l'usurpatore è Lord Compton.» Il divertimento le illuminò gli occhi blu, come raggi di sole che danzassero sull'acqua. Ethan si scoprì incantato e subito soppresse quella reazione. Aveva già scorto quel genere di divertimento cospiratorio, sul viso di sua madre. Era stato una menzogna allora come probabilmente lo era in quel momento. Non ci si poteva fidare dei sorrisi delle donne, nemmeno quando erano graziose e attraenti.
«Petra, non dovresti dire cose del genere» intervenne Lady Marguerite. «Ne è passata d'acqua sotto i ponti, ormai. Quando Compton Manor, che allora si chiamava Bedwell Hall, apparteneva alla nostra famiglia, i nostri avi sostenevano l'idea di una repubblica. Dopo la Restaurazione perdemmo il titolo e la terra. Re Carlo II lasciò Bedwell ai Compton eccetto però questo cottage, che all'epoca era occupato da un'anziana gentildonna rimasta fedele al re.»
«Un'anziana gentildonna molto ostinata, direi.» Gli occhi di Lady Petra scintillarono ancora una volta. «La mia famiglia dice che le somiglio.»
Lady Marguerite scosse la testa, guardando la sorella con affetto. «Sei ostinata, mia cara, a meno che le cose non vadano come vuoi tu.»
Le due signore scoppiarono a ridere. Ethan fu colpito per l'ennesima volta dalla bellezza angelica della sorella minore. La sua risata aveva un suono dolce e leggero e gli occhi brillavano furbi. Era il genere di donna che si distingueva in una folla e, quando sorrideva, attirava lo sguardo di qualunque uomo. Il genere di donna che avrebbe dato del filo da torcere a un uomo meno assennato.
I suoi sospetti riguardo agli eventuali secondi fini di lei ritornarono a tutta forza. Avrebbe dovuto rifiutare quell'invito, di certo non voleva creare false speranze.
Lady Marguerite continuò la storia. «Fu solo quando gli Steward se ne furono andati che la nostra famiglia riuscì a tornare nelle grazie dei reali e si vide assegnare la proprietà nel Gloucestershire. Ora i Westram risiedono a Danesbury.»
«Tuttavia voi avete scelto di vivere in Kent?»
«Sì» confermò Lady Marguerite, alzando il mento come se si aspettasse che lui potesse obiettare alle sue parole. «Ci piace la nostra indipendenza.»
Lady Petra annuì, concorde.
Forse Ethan aveva mal giudicato i suoi motivi.
La cameriera fece capolino dalla porta. «Lady Marguerite, volevo informarvi che la cena è servita.»
«Grazie, Becky» disse lei, alzandosi.
«Posso?» Ethan offrì il braccio a entrambe e le accompagnò nella piccola sala da pranzo, affacciata sul giardino sul retro della casa. Le portefinestre erano aperte e lasciavano entrare una brezza leggera, insieme con il profumo delle rose.
Ethan fece accomodare le signore, poi si sedette a sua volta. «Il vostro giardino è bellissimo» commentò.
«È opera di Petra» disse Lady Marguerite. «Ha un vero talento per far crescere le cose.»
Lady Petra sorrise. «Ho sempre nutrito un interesse per le piante. E voi, Lord Longhurst?»
Lui fece una smorfia. «Amo mangiare ciò che la terra produce, milady, ma le mie conoscenze al di là di questo sono assai limitate. Non ancora per molto, mi auguro.»
La cameriera servì un assortimento di piatti, incluso un magnifico arrosto, verdure assortite e pudding.
Dopo aver tagliato la carne ed essersi accertato che i piatti delle signore fossero pieni, Ethan si concentrò sul proprio pasto con entusiasmo. Negli ultimi tempi non gli era capitato di assaporare cibo come quello.
La conversazione, condotta da Lady Marguerite, spaziò dal tempo alla necessità di un nuovo tetto per la chiesa e ad alcune informazioni su altre famiglie della zona.
Infine Ethan depose coltello e forchetta. «Il migliore pasto che abbia assaggiato da mesi, se non addirittura anni.»
Lady Marguerite parve compiaciuta. «Voi esagerate, milord.»
«Affatto. Tutto era cucinato alla perfezione. Complimenti alla vostra cuoca.»
«Per la verità non è la nostra cuoca» gli spiegò Lady Petra. «L'abbiamo ingaggiata soltanto per oggi.»
Lui assunse un'espressione perplessa. «I cuochi lavorano a giornata?»
«In genere no, ma sta cercando una posizione permanente nelle vicinanze di Westram. Sfortunatamente noi non abbiamo bisogno di una cuoca a tempo pieno.»
Tutti avevano bisogno di una cuoca a tempo pieno, se potevano permettersela. Ancora una volta l'irritazione per l'avarizia dimostrata da Westram nei confronti delle sorelle alzò la testa. Ma non erano affari suoi, anzi non capiva perché se la prendesse.
«Forse potreste essere interessati voi ad assumerla» suggerì Lady Petra con tono distratto. Troppo distratto. Ethan socchiuse gli occhi e studiò il suo viso. Perché le stava tanto a cuore la sua organizzazione domestica? Il genere di organizzazione di cui normalmente si sarebbe occupata una moglie. Si immaginava in quel ruolo? Senza dubbio pensava che un conte sarebbe stato un'ottima preda.
Ciononostante, l'idea di assaporare quotidianamente pasti come quello era tanto allettante da fargli venire l'acquolina in bocca.
«Siete sicura che non vi priverei dei suoi servigi, se la assumessi io?»
«Oh, no» rispose Lady Petra con noncuranza. «Becky si occupa delle nostre necessità quotidiane e, dal momento che ci capita di rado di avere visite, non ci serve una cuoca. Mrs. Stone ha ottime referenze. Anni fa lavorava a Longhurst Park, pertanto per lei non sarebbe difficile adattarsi. E potrebbe tornare a vivere a casa con la sua famiglia.»
Ethan ebbe l'impressione che Lady Petra insistesse un po' troppo. Si incupì. «Ditemi, mi avete forse invitato a cena per convincermi ad assumere quella donna?»
Lady Marguerite si mosse sulla sedia, in imbarazzo.
«È una cosa così terribile?» chiese Lady Petra. «Non è forse nostro dovere aiutare i nostri amici e i vicini? Inoltre, quale modo migliore di capire se potrebbe interessarvi, che assaggiare i suoi manicaretti?»
Sembrava contrariata. Perché? Non si era aspettata che lui smascherasse il suo stratagemma? Era come tanti altri, incluso suo padre, che credevano che a causa delle sue dimensioni gli mancasse l'intelligenza?
Anche lui si sentiva vagamente contrariato. Aveva pensato, o per meglio dire sperato, che lei l'avesse invitato perché apprezzava la sua compagnia, invece sembrava che fosse soltanto il tentativo di indurlo ad assumere una cuoca. Un'ottima cuoca, certo, ma Ethan non intendeva lasciarsi manipolare di nuovo da una donna, in particolar modo dopo essersela cavata per un pelo con Sarah.
La cameriera entrò con un vassoio contenente i dessert. Composta di frutta, torta di mele e mousse al limone. Tutti si servirono. Ethan assaggiò la torta e un poco di mousse.
Ogni possibile resistenza svanì all'istante. Scosse mentalmente la testa per ciò che sapeva sarebbe uscito dalla sua bocca. Resa completa, senza condizioni. «Chiedete alla cuoca di presentarsi in servizio appena possibile.»
Ambedue le sue ospiti parvero liete della sua decisione, Lady Petra anche troppo, accidenti a lei. O'Cleary sarebbe stato contentissimo. Tuttavia Ethan non riuscì a ignorare l'impressione di essere caduto in un'imboscata. Ancora una volta.
Da quel momento in poi sarebbe stato meglio evitare completamente Lady Petra.