5

«Dove vai, cara?» chiese Marguerite con tono distratto mentre Petra si dirigeva verso la porta d'ingresso.

Accidenti. Petra avrebbe dovuto immaginare che il benché minimo suono avrebbe avvertito Marguerite della sua presenza, anche se lei aveva sperato di sgattaiolare fuori senza che la notasse. «A raccogliere castagne.» Mostrò il cestino alla sorella. «Ormai dovrebbero essercene parecchie a terra.» Le castagne erano una prelibatezza mangiate calde appena tolte dal fuoco e sarebbe stato possibile conservarle in dispensa fino a Natale.

Marguerite chiuse l'album da disegno e si voltò verso di lei. Si rabbuiò. «Non quelle dell'albero in paese, mi auguro. Mrs. Beckridge ne parlerebbe per settimane.»

«Certo che no.»

«Allora dove?»

«C'è un castagno enorme a Crabb's Wood

«Non fa parte della proprietà di Lord Longhurst? Se così fosse, sarebbe un furto.»

«Non è un furto se uno ha il permesso.» Incrociò le dita dietro la schiena. Dopotutto un permesso l'aveva; il conte poteva non aver incluso specificamente le castagne, ma aveva detto che era libera di raccogliere le sue more. Dubitava che Sua Grazia avrebbe reagito in modo diverso se si fosse trattato di castagne.

Marguerite annuì. «Non tardare per il tè.»

Petra espirò un sospiro di sollievo. Aveva temuto che la sorella le chiedesse di non andare.

«Chiedi a Jeb di venire con te» soggiunse Marguerite. «Terrà giù i rami più bassi per te.»

Accidenti, proprio quel che le ci voleva, una balia. «Molto bene.»

Uscì e andò in cerca di Jeb. Lo trovò indaffarato nelle pulizie. «Vuoi venire a fare una passeggiata?» gli propose.

Lui aggrottò la fronte. «Devo finire qui, Lady Petra. E poi ho le finestre da pulire. Magari più tardi.»

Aveva fatto come le aveva chiesto Marguerite o, quantomeno, ci aveva provato. «Non importa. Sarà per un'altra volta.»

Compiuto il suo dovere, si diresse verso Crabb's Wood con il manico del cestino nell'incavo del braccio. Era trascorso qualche giorno dall'ultima volta che era riuscita a trovare qualcosa da mettere in tavola. Le castagne non erano esattamente un alimento fondamentale, ma avrebbero potuto rendere più sostanzioso un pasto o rallegrare una serata.

Guardò il cielo e fece una smorfia. Negli ultimi giorni il tempo era stato bello, ma le nuvole sopra di lei erano scure e non avevano un aspetto amichevole. Si augurò di riuscire a raccogliere castagne a sufficienza prima che cominciasse a piovere.

Invece di prendere il sentiero tortuoso, scelse una scorciatoia in un angolo della proprietà di Lord Longhurst, dove il fiume si tuffava in Crabb's Wood, un boschetto che in origine era composto perlopiù di frassini, noccioli e qualche quercia. I castagni erano alberi stranieri, giunti in Inghilterra con i romani.

Seguì il sentiero lungo la riva del fiume per alcuni passi, poi si addentrò nel bosco. L'area non era stata pulita per anni e Petra si vide costretta ad avanzare fra tronchi caduti e un folto sottobosco. Mentre camminava, con lo sguardo cercava a terra le foglie dalla caratteristica forma di lancia.

Aveva una vaga idea dell'ubicazione dell'albero che aveva scorto durante una delle sue molte passeggiate, ma le ci volle un poco per trovarlo. Dopo essersi fermata per orientarsi un paio di volte, alla fine si ritrovò circondata da un tappeto di foglie dorate. Sfregò i piedi sul terreno per scoprire i frutti dalla copertura spinosa. Alcuni ricci erano diventati marrone gialliccio e si erano aperti, rendendo più facile raccogliere i frutti lucidi e marroni al loro interno. La maggior parte dei ricci, tuttavia, era ancora verde e lei se li fece rotolare sotto le suole per rompere l'involucro pungente. Gli aculei erano tanto acuminati da perforare i suoi guanti e infatti lo fecero, ogni volta che Petra non faceva attenzione nell'estrarre le castagne.

Dopo aver trascorso mezz'ora sgusciando e raccogliendo le castagne da terra, aveva preso tutto ciò che era caduto, perciò alzò lo sguardo verso l'albero. Sui rami c'era ancora una quantità di castagne. Un ramo era quasi alla sua portata e il cestino non era ancora pieno. Se solo fosse riuscita a raggiungerlo...

Un grosso ramo che il vento aveva fatto cadere attirò la sua attenzione. Avrebbe potuto fornirle i due, tre pollici che le servivano. Lo trascinò nel punto dov'era e ci salì sopra. Il ramo rotolò, lei barcollò e cadde in avanti, ma riuscì ad atterrare sui piedi. «Accidenti.»

La seconda volta cercò di stare più attenta, trovò un punto favorevole per mantenere l'equilibrio e si protese verso l'alto. Sfiorò una delle foglie con la punta delle dita, ma non riuscì ad... agguantarla.

«Lady Petra! Cosa state facendo?»

Cadde all'indietro e fu afferrata da due braccia forti che la strinsero a un petto caldo e robusto. Il proprietario del petto in questione la aiutò a riprendere l'equilibrio e arretrò subito.

Lei si voltò. «Lord Longhurst!»

«Che state facendo?» La sua voce era incuriosita, non rabbiosa.

«Raccolgo castagne. Cercavo di raggiungere quel ramo.» Indicò in alto.

Lui spostò lo sguardo sull'albero. «Ah. Capisco.»

«Ho raccolto da terra tutte quelle che potevo, ma non quante speravo.»

«Permettetemi di aiutarvi.» Alzò un braccio e abbassò il ramo al livello degli occhi di lei. Petra non poté fare a meno di notare la facilità con cui il conte costringeva i rami a obbedire alla sua volontà. Lo invidiò per la sua altezza e la forza, ma quando lui cercò di afferrare un grappolo di castagne, espirò con un sibilo e scosse la mano. «Perché tutto ciò che è gustoso deve avere le spine?»

Lei scoppiò a ridere, sapendo che il conte alludeva anche alle more. «Suppongo sia il modo con cui l'albero tenta di proteggere i suoi piccoli.»

Lui sogghignò. «Suppongo di sì.»

«Spiccatele dal gambo e fatele cadere. Le aprirò io.»

Il conte fece cadere svariati grappoli spinosi, prima di lasciar andare di scatto il ramo. Ne abbassò un altro, poi un altro, finché non ebbe passato al setaccio tutti quelli raggiungibili, mentre Petra calpestava con piedi capaci gli involucri verdi e pungenti, facendo rotolare fuori le castagne.

«Dunque è così che si fa?» chiese lui, mentre la osservava. «C'erano castagne dolci anche in Spagna e Portogallo, ma avevo sempre visto soltanto i frutti. Le donne del campo le raccoglievano. Quando potevano raccoglievano anche le faggiole e le trasformavano in farina e in una bevanda che ricordava un po' il caffè.»

«Non ho visto faggi in questo bosco. E voi?»

«Ce n'è uno all'altra estremità, più vicino alla casa.»

Le stava offrendo anche i frutti di quell'albero? Se sì, era un uomo gentile e generoso.

I suoi stivali da cavallerizzo aprirono il resto dei gusci in breve tempo. Ormai il cestino di Petra era gradevolmente pieno e cominciava a essere pesante.

«Penso che per adesso possa bastare» disse. «È ora che torni a casa.»

«Lasciate che vi accompagni. Da che parte?» Le tolse il cestino di mano, senza darle modo di rifiutare.

Petra si strinse mentalmente nelle spalle. Se voleva aiutarla, perché no? «Lungo la riva del fiume, dove camminare è più facile. Poi dove il sentiero incontra il ponte.»

«Ah. Dunque il fiume va da quella parte.» Tenne indietro un ramo per lasciarla passare.

«Cosa ci facevate in questa parte del bosco?»

«Stavo seguendo il fiume per capire dove vada dopo aver lasciato il mio lago. Ho sentito dei rumori nella boscaglia e mi sono chiesto che genere di animare selvatico avrei trovato.»

«Invece avete trovato me.»

«E ne sono lieto. Temevo poteste essere un orso o magari un lupo.»

Lei scoppiò a ridere. «In Inghilterra?»

Il conte fece un sorrisetto. «Per la verità no. In realtà ho pensato a un cervo.»

«Sì, qualche cervo c'è. Ci sono lupi e orsi in Europa?»

«Ci sono.»

«E voi dormivate nelle tende?»

«A volte. Ma non si avvicinano ai fuochi da campo e li tenevamo accesi tutta la notte.»

«Oh, capisco.»

Erano tornati al fiume e potevano camminare uno accanto all'altra in modo relativamente comodo. «Sembra che la gente cammini con regolarità qui lungo il fiume» osservò Longhurst.

«Immagino che alcuni abitanti del villaggio vengano a pescare.»

«Ah, dunque gli abitanti del villaggio cacciano di frodo nei miei terreni?»

«Non mi sorprenderebbe, dal momento che non avete un guardiacaccia. Nonostante ciò che dicono, non sono diversi dagli zingari, quando si tratta di procurarsi un po' di cibo fresco.»

«Diversamente da voi.»

Lei scoppiò a ridere e lui la imitò. «Touché, milord.»

Oltrepassarono l'ansa. Una figura giaceva a faccia in giù sul sentiero di fronte a loro, il volto quasi nell'acqua, un braccio che penzolava nel fiume fino al gomito.

Longhurst scattò in avanti con un grido d'allarme, prima che Petra potesse fermarlo.

Il ragazzino balzò in piedi. Era uno dei bambini zingari. Sembrava terrorizzato. Afferrò la giacca, schivò Longhurst e saettò accanto a Petra, mentre i suoi piedi sollevavano le foglie secche, poi scomparve tra gli alberi.

Immobile, Longhurst lo osservò fuggire, le braccia conserte. Scosse la testa, mesto. «Credevo fosse ferito.»

«Un altro cacciatore di frodo, temo» disse Petra con un sorriso.

«Cosa cacciava? Rane? Può prendersi tutte quelle che vuole.»

Lei trasalì. «No, non rane. Credo stesse cercando di pescare.»

«Pescare? E come?» domandò lui, allibito.

Lei ridacchiò. «Cercava di afferrare un pesce con la mano.»

«Non è possibile» dichiarò lui.

«Certo che sì. L'ho fatto io stessa. Non imparaste nulla da bambino?»

«Non imparai questo. E come mai una nobildonna come voi imparò a fare una cosa del genere?»

Lei roteò gli occhi. «Avevo due fratelli maggiori e un guardiacaccia a cui si dà il caso non dispiacesse insegnare questo genere di cose a una bambina.»

«Io non avevo né fratelli né guardiacaccia. Crebbi a Bristol. Tutto il pesce che mangiavo appariva sulla nostra tavola grazie al pescivendolo.»

Era chiaro che la sua educazione era stata assai lacunosa. Petra guardò nella direzione in cui era fuggito il ragazzino. «Se volevate prove che gli zingari caccino di frodo, ora le avete.»

«Non importa. Voglio imparare a pescare con le mani. Potreste insegnarmi?»

Una goccia di pioggia le cadde sulla guancia.

Petra guardò verso il cielo. «Forse un altro giorno. Pare che stia per piovere.»

Anche lui guardò in alto. «Accidenti. Adesso vi bagnerete.»

«La pioggia fa bene alla carnagione. Così dicono.» Prese il suo cestino. «Buona giornata, milord.»

Per Ethan il rumore della pioggia sulle foglie aveva un suono speciale. Era cresciuto in una città affollata dove il fragore delle ruote sui ciottoli e le grida stridenti dei venditori ambulanti erano costanti. Quando si era unito al suo reggimento per la prima spedizione in Portogallo, era rimasto sorpreso dai suoni e dagli odori diversi scoperti dormendo all'aperto.

L'odore fertile della terra sotto i suoi piedi si intensificò. Presto gli alberi non li avrebbero più protetti dalla pioggia. Conosceva molto bene anche la sensazione di essere bagnato fino alle ossa. Avrebbe dovuto trovare un altro rifugio per loro, ammesso che lei lo accettasse.

Ethan non aveva mai incontrato una donna come Lady Petra. Lo irritava e lo sbalordiva allo stesso tempo, ogni parola che usciva dalla sua bocca ribadiva la sua indipendenza. Da quando aveva lasciato casa, Ethan si era abituato a incontrare donne risolute, ne aveva conosciute svariate mentre si trovava nell'esercito. Ciononostante, la maggior parte era stata propensa a cercare il suo aiuto, invece di rifiutarlo.

Per non parlare dei loro tentativi di attirare la sua attenzione in altri modi. Aveva evitato come la peste coinvolgimenti del genere: mogli di altri uomini, no grazie. Per qualche ragione era sembrato che il suo rifiuto le inducesse a incaponirsi. Invece sembrava che quella giovane vedova attraente ribaltasse la situazione. Non voleva avere niente a che fare con lui e ciò sembrava stimolare il suo interesse ancora di più. Era davvero a dir poco irritante.

Sfortunatamente, non avrebbe potuto permettere che una gentildonna tornasse a casa sola sotto un acquazzone e continuare a definirsi un gentiluomo. Allungò il passo, la raggiunse e le porse il braccio. «Lady Petra, consentitemi.»

«Non siate ridicolo» ribatté lei. «Vi ho già detto che sono abituata a camminare per conto mio. Mi piace.»

Avrebbe potuto essere più brutalmente onesta riguardo alla sua mancanza di interesse nella compagnia di lui? Probabilmente sì, se ne avesse avuto l'opportunità. Ethan continuò a porgerle il braccio mentre le camminava accanto, tuttavia senza insistere.

Il piede di lei parve inciampare in una radice, perché Lady Petra incespicò e si aggrappò al suo avambraccio. Mmh... Ethan non aveva scorto niente sul sentiero, che sembrava liscio e molto calpestato. Forse aveva finto di inciampare, per approfittare del suo braccio senza dare l'impressione di cedere? Interessante.

«Devo dire che sono colpito dalla vostra formazione in fatto di agricoltura» disse. «Io ho molto da imparare.»

Lei si scostò una ciocca di capelli dalla guancia. «Da bambina ero una peste, seguivo mio padre e mio fratello maggiore ovunque nella tenuta di famiglia. Mi chiamavano la loro piccola patella.» Rise piano. «Non credo fosse un termine affettuoso, quanto piuttosto l'espressione della loro esasperazione. A ogni modo, tutto ciò che mio fratello imparò da mio padre, lo imparai anch'io, insieme con l'amore per la terra.»

«Westram prova il medesimo sentimento per i suoi terreni?»

«Penso ritenga sia suo dovere passare la tenuta al suo erede nelle condizioni in cui nostro padre la passò a lui, se non in condizioni migliori. Ci sono stati alcuni cattivi raccolti che ci hanno rallentati. Tuttavia non credo che la ami nello stesso modo.»

«Lo capisco.»

«Perché preferite l'esercito.»

«Sì.» Sospirò. «L'attività agricola è più complessa di quanto pensassi. I segni di incuria stanno diventando evidenti perfino per un profano come me. Prevedo che ci vorrà più tempo di quanto mi aspettassi.»

«E assai più fatica» soggiunse lei.

Un lampo le dipinse sul viso una luce spettrale. «Oh, cielo» disse mentre accelerava il passo. «Sembra proprio che sia un temporale. Meglio affrettarci.»

Ethan non avrebbe potuto essere più d'accordo. Ripararsi tra gli alberi era il posto peggiore dove trovarsi in presenza di lampi. Il vento scuoteva qua e là i rami sopra di loro, il cielo parve aprirsi e quella che fino a poco prima era stata una pioggerella leggera si trasformò in un acquazzone che si riversò sulle foglie, sulle loro teste e sulle spalle. Si sfilò la giacca e gliela tenne sospesa sopra la testa. «Da questa parte» gridò, indicando una biforcazione lungo il sentiero.

«La strada per il villaggio è da quella parte» protestò lei.

«Ma da quest'altra troveremo riparo.»

Lei annuì, Ethan la prese per mano e accelerò. Gli stivaletti che calzava e le sottane aderenti non erano l'ideale per muoversi velocemente. Se non fosse stata una creatura tanto indipendente, l'avrebbe presa in braccio e avrebbe cominciato a correre. Il pensiero di tenerla tra le braccia gli riscaldò il sangue nonostante l'acqua gelida che gli inzuppava la camicia.

Un altro lampo.

Al diavolo, si stavano bagnando fino al midollo. La prese in braccio e si mise a correre. Senza dubbio avrebbe pagato per quella mancanza di rispetto nei confronti della sua persona, ma sempre meglio che lasciare che si buscasse un raffreddore per essere stata troppo sotto quel diluvio.

Dopo un secondo o due lei si rilassò e gli si aggrappò al collo, rendendogli più facile muoversi. Raggiunsero il limitare degli alberi, dove il lago si estendeva di fronte a loro. Ethan corse verso la strana struttura che aveva scoperto il giorno prima mentre passeggiava. Una serie di caverne create dell'uomo costituivano una grotta come quelle che gli antichi avrebbero potuto abitare. In un batter d'occhio furono al sicuro sotto la volta di pietra. Ethan depose a terra Lady Petra.

Come riparo da una tempesta non era ideale; l'acqua scorreva lungo le pareti e sul pavimento, nel rigagnolo che defluiva al centro. La prese per mano. «Venite.» La condusse più all'interno della caverna, finché raggiunsero la ragione di quella struttura ridicola. Una pozza e, illuminata dalla luce fornita da un'apertura nella volta, una statua di Venere al centro dello specchio d'acqua, alimentato dal rigagnolo. La superficie dell'acqua, che il giorno prima era stata liscia come uno specchio, in quel momento era percorsa da piccole increspature ovunque cadessero le gocce di pioggia.

Intorno alla pozza panche di pietra disposte in modo strategico consentivano ai visitatori di ammirare la statua.

Lady Petra fu scossa da un brivido.

«Lo so. Fa freddo» disse lui. «Ma quantomeno siamo all'asciutto.»

«E non è buio quanto avrei creduto.»

«Rimanete qui. Torno subito.»

«Non so dove altro potrei andare.» La spavalderia nella sua voce gli trasmise una strana sensazione nel petto. La sciolse con una risata che echeggiò nella camera.

Anche lei rise e la sua voce si fuse con quella di lui nei recessi bui della grotta.

Sì, spesso la risata era il modo migliore per liberarsi dell'imbarazzo.

Ethan tornò di corsa all'ingresso, trasse un respiro profondo preparandosi per la sferzata di pioggia gelida, poi corse tra gli alberi. Riuscì a trovare dei rametti ragionevolmente asciutti e un ramo più grosso e ben presto tornò nella grotta con il suo bottino.

Si pentì per non aver portato nella caverna alcuni rami secchi il giorno precedente, ma non si sarebbe mai aspettato di doversi riparare là. Trasportò la legna alla pozza dove si trovava Lady Petra.

Lei si era tolta il capellino zuppo e l'aveva posato su una delle panche, stringendosi nella sua giacca per proteggersi dal freddo. Vederla raggomitolata dentro la sua giacca gli diffuse nel petto una strana sensazione di calore.

«Cosa avete lì?» gli chiese lei.

«Il necessario per un fuoco. Possiamo cercare di asciugarci un poco, mentre aspettiamo la fine del temporale.»

«Oh, capisco.»

Ethan depose la legna di fronte alla panca dove si era seduta e infilò una mano in tasca. Nell'esercito non andava mai da nessuna parte senza il suo acciarino e le vecchie abitudini erano dure a morire. Lo estrasse dall'incerata dove lo conservava.

«Cielo» esclamò Lady Petra. «Siete ben preparato.»

Lui avrebbe voluto sorridere come uno scolaretto per il suo tono ammirato. Sciocchezze, la felicità che sentiva dentro era dovuta soltanto al pensiero che presto sarebbe stato asciutto e si sarebbe scaldato. Accese il fuoco senza difficoltà e, sebbene fosse soltanto una fiamma piccola, offrì un certo conforto e un chiarore caldo alle rocce fredde.

«Non avevo idea che qui ci fosse qualcosa del genere» disse lei, mentre si guardava intorno.

«L'ho trovato menzionato su una delle mappe nella biblioteca e sono venuto a dare un'occhiata ieri.»

«Ma perché qualcuno dovrebbe voler costruire una cosa del genere?»

«Nel secolo scorso erano considerate sentimentali.»

«Oh.» Rabbrividì.

«Devo ammettere che è meglio quando c'è il sole. Addirittura grazioso.»

«Vi credo sulla parola» ribatté lei, il tono asciutto. Rabbrividì ancora una volta e si raggomitolò in avanti.

Certo, aveva freddo. Non era abituata a disagi del genere.

«Vi prego, permettetemi» disse lui, poi le strofinò vigorosamente spalle e braccia. Dannazione, aveva le sottane bagnate fradice e appiccicate alle gambe formose. «Avvicinatevi al fuoco.»

Lei si spostò verso l'estremità della panca più vicina alle fiamme. «L'ultima cosa che mi sarei aspettata oggi era un temporale.» Sospirò. «Marguerite si preoccuperà moltissimo, quando tarderò per cena.»

Fissarono le fiamme in silenzio. Quante volte era rimasto seduto così durante una campagna, intorno al fuoco da campo, stanco e bagnato fino al midollo? Troppe per contarle. C'era stato il cameratismo con gli altri ufficiali, ma non era paragonabile alla sensazione di appagamento che provava in quel momento, seduto accanto a quella donna minuta nel bel mezzo della campagna inglese.

La sensazione di pace minacciava la sua equanimità. Da bambino, i brevi periodi di pace nella sua casa in genere presagivano un'enorme tempesta di passioni tra i suoi genitori, di gran lunga peggiore rispetto ai tuoni e ai lampi del temporale che infuriava fuori dalla caverna.

Lei rabbrividì e si sporse verso le fiamme. Ombre guizzavano sulle pareti e scintillii danzavano sulla pozza di Venere. Calò il silenzio.

«Pensate che il temporale durerà a lungo?» Lei guardò verso l'apertura sopra l'acqua, dove le gocce di pioggia cadevano nella pozza.

Sembravano meno intense e numerose rispetto a prima. «Speriamo di no.»

Lei annuì e si strofinò le braccia sotto la giacca.

In genere sembrava sicura di sé, in quel momento, invece, pareva a disagio. Alcune persone avevano paura dei temporali. «Venite più vicino a me» la invitò. «Staremo più caldi se condivideremo il nostro calore corporeo.»

Dapprima pensò che avrebbe rifiutato la sua offerta. Non avrebbe saputo dire con certezza perché sentisse il bisogno di offrirle protezione dagli elementi, ma quando gli si avvicinò, le cinse le spalle con un braccio, lasciandolo rilassato affinché lei capisse che avrebbe potuto spezzare quel legame in qualunque momento desiderasse. Dopo un secondo o due la sentì rilassarsi e la sua fiducia lo riscaldò più di qualunque fuoco. Si augurò che parte di quel calore passasse a lei attraverso la sua pelle.

Per Petra c'era qualcosa di particolarmente gradevole nella sensazione di un avambraccio tanto robusto posato sulla schiena. Si avvicinò ancora, posandogli la testa sulla spalla e percepì la pulsazione forte e costante contro la guancia, insieme con il profumo della sua colonia. Qualcosa di virile e speziato.

La sua presenza calma e solida tenne a bada il buio negli angoli della caverna. Petra detestava il buio, fin da quando Jonathan l'aveva chiusa in un armadio da bambina e poi se n'era andato a giocare con i suoi amici. Jonathan era sempre stato terribile.

Lei non aveva mai detto ai suoi fratelli quanto il buio la terrorizzasse, ma una notte Harry l'aveva scoperto. E poi l'aveva schernita senza pietà, com'era sua abitudine. Il peggio era quando tornava a casa ubriaco e spegneva la candela sul comodino, lasciando la stanza avvolta in un'oscurità orribile finché lei lo implorava di riaccenderla. Una volta accesa, Petra fingeva che non le importasse, ma Harry rideva e le diceva che avrebbe fatto l'amore con lei finché si fosse dimenticata tutte le sue sciocche paure. Non funzionava del tutto, ma Petra non aveva mai ammesso che a volte lui non la lasciava completamente soddisfatta, in particolar modo dopo che era stato a far baldoria.

Mentre sedeva con il braccio di Longhurst intorno alle spalle, ebbe l'impressione che il conte non fosse il genere d'uomo che si sarebbe preso gioco di lei o di chiunque altro in modo crudele. Com'era possibile? Sapeva pochissimo di lui. Avrebbe voluto sapere di più, ma non voleva che lui la considerasse una ficcanaso, pertanto rimase in silenzio.

Il calore del suo corpo robusto le penetrava attraverso la pelle e, tra lui accanto e il fuoco di fronte, cominciò a sentirsi al caldo.

Le si chiusero gli occhi e il respiro rallentò. Fu una sensazione gradevole, mezza sveglia, mezza addormentata, consapevole di essere al sicuro. Un movimento leggero del petto di lui, un tocco leggero tra i capelli. Un brivido le scese lungo la colonna vertebrale. Le aveva per caso baciato la sommità della testa? Trattenne il respiro. Avrebbe osato girare il viso verso di lui e cercare un altro bacio, migliore?

No, no. Non c'era stata alcuna traccia di un interesse del genere da parte di lui. Doveva esserselo immaginato. Rimase immobile, mentre cercava di ritrovare la pace e la calma di pochi momenti prima, ma il cuore le batteva troppo in fretta per fare di più oltre a fingere di essere a suo agio.

Il suono della pioggia che cadeva nella pozza si trasformò in un gocciolio costante.

«Lady Petra, penso che il temporale sia finito» le disse sottovoce, come se cercasse di destarla gentilmente dal sonno. Le tolse il braccio dalle spalle e si allontanò da lei, lasciandole una sensazione di freddo.

Petra si raddrizzò lentamente, come se in effetti si fosse appisolata. «Oh, cielo.» Si passò le dita sui capelli, scostandoli dal viso. Il fuoco era ridotto a un mucchio di braci incandescenti.

Ethan si alzò e disperse le braci con un calcio, dando a Petra il tempo per riprendersi e recuperare il cappellino. Quando lei fece per togliersi la giacca, le posò le mani sulle spalle. «Tenetela per ora. Finché avremo visto che tempo c'è là fuori.»

Petra acconsentì alla sua richiesta, riluttante a separarsi dal calore dell'indumento. E dalla fragranza che emanava. Il conte la prese per mano e la condusse all'esterno.

Lei batté le palpebre, abbagliata dalla luminosità del sole. Ciò che non aveva notato durante la corsa folle sotto il temporale era un lago di fronte alla grotta, situato in una piccola depressione e circondato dagli alberi. Erba lunga e giunchi crescevano lungo la riva. All'estremità opposta, dove il lago cominciava a restringersi, un ponte a tre archi coperto d'erba lo attraversava da una sponda all'altra. Il riflesso sull'acqua immobile era una delle cose più graziose che lei avesse mai visto. «Che vista splendida.»

«L'ho pensato anch'io quando l'ho trovato ieri. Peccato sia invaso dalla vegetazione. Un altro progetto da affrontare, quando la terra comincerà a fornire una rendita.»

Petra colse la stanchezza nella sua voce. «Verosimilmente non ci vorrà molto» disse con tono incoraggiante. Tuttavia, quando avesse avuto un reddito, probabilmente lui sarebbe partito per tornare al suo amato esercito. L'irritazione crebbe dentro di lei. Perché la gente a cui non importava della terra la ereditava, mentre quelli che ci tenevano restavano a guardare sconsolati? Secondo Marguerite era così che andava il mondo.

Il conte la prese sottobraccio e si avviarono sul sentiero tra gli alberi. Petra trovò il silenzio oppressivo, come se il mondo reale li avesse raggiunti e si fosse messo tra loro.

Non riuscendo a sopportarlo, cercò di pensare a qualcosa da dire che alleggerisse quel momento. «Avete detto che siete cresciuto a Bristol. Mi sorprende che non abbiate scelto la Marina, invece dell'esercito.»

Lui sbuffò. «Sono un pessimo marinaio. Mio padre mi portò fuori in barca una volta. Diventai verde pisello e trascorsi tutto il tempo chinato fuori dallo scafo, aggrappandomi alle sponde con tutte le mie forze. Mio padre non ne fu compiaciuto.» Fece una smorfia. «Fu lo stesso quando mi recai in Portogallo e quando tornai. La Marina non faceva proprio per me. È l'unico lato negativo del ricongiungermi al mio reggimento.»

In altre parole, non avrebbe sentito la mancanza di Longhurst Park. Petra si sentì piena di tristezza. «Capisco.»

«Fui fortunato, il fratello di mia madre si offrì di comprare un incarico per me appena fui grande abbastanza.»

«Molto generoso da parte sua.» Ma che genere di zio mandava un fanciullo a farsi uccidere in guerra?

«Sì, era un uomo generoso. Non aveva figli e io ero solito andarlo a trovare di tanto in tanto da ragazzino. Con gli anni diventammo buoni amici. Sentii molto la sua mancanza quando morì.»

«E i vostri genitori? Sono ancora in vita?» Petra trasalì, che domanda stupida! Non sarebbe stato conte, se suo padre fosse stato vivo.

«Mio padre morì di un colpo apoplettico circa dieci anni dopo che me ne fui andato di casa. Mia madre cominciò a non stare bene e morì poco dopo.»

«Mi dispiace.»

«Vi ringrazio, ma non ce n'è bisogno. Non eravamo molto legati.»

Quanta freddezza. La famiglia di Petra era stata molto amorevole, perfino Jonathan, quando erano piccoli. Il tono di Longhurst le suggerì che ulteriori domande non sarebbero state gradite. In effetti, non erano affari suoi.

Sul limitare degli alberi lungo il sentiero c'era una pozzanghera molto estesa.

Senza dire una parola d'avvertimento, Lord Longhurst la prese in braccio.

Petra gridò, sorpresa. «Milord, io...»

Un attimo dopo lui la depose dall'altra parte della pozzanghera. Le scoccò un'occhiata minacciosa. «Non ditemi che avreste preferito finirci dentro con i vostri stivaletti bagnandovi l'orlo delle gonne» disse brusco.

Per niente. Essere presa in braccio in quel modo per la seconda volta in una giornata era alquanto... gradevole. La faceva sentire particolarmente femminile. Trasse un respiro profondo.

Lui le porse la mano. «Suvvia. Non litighiamo per una questione così banale.»

Le sue parole diedero modo al cervello di lei di riflettere. Non avrebbe potuto incoraggiare un comportamento tanto oltraggioso, dicendogli che l'aveva gradito moltissimo. «Molto bene. Tuttavia, milord, ora dovete lasciarmi proseguire da sola. Gli abitanti del villaggio sono abituati a vedermi camminare per conto mio. Scorgervi al mio fianco attraverso il villaggio darebbe adito a ogni sorta di speculazione indesiderata.»

«Mia cara Lady Petra...»

Era la sua cara? Il cuore di Petra si contrasse in modo doloroso. No, non lo sarebbe mai stata. Lord Longhurst era un soldato, un uomo che se ne sarebbe andato da là senza guardarsi indietro. «Vi prego di non discutere, milord, a meno che siate intenzionato a rovinare la mia reputazione.»

«Certo che no.» Sembrava offeso. Pazienza. Meglio offenderlo che suscitare i pettegolezzi di tutto il vicinato e rischiare che Westram ne venisse a conoscenza.

L'espressione di lui si incupì. «Per quanto non mi piaccia l'idea che torniate a casa sola, comprendo il vostro punto di vista, milady. Pertanto mi vedo costretto ad acconsentire alla vostra richiesta.» Si rabbuiò. «Tuttavia, prima che ve ne andiate, c'è qualcosa che vorrei chiedervi.»

Per un attimo il suo cuore si arrestò. Chiederle qualcosa? Possibile che avesse in mente una... proposta? No, no, cosa andava a pensare? Non erano nemmeno amici. «Chiedete pure.»

«Riguardo al campo che mi consigliaste di falciare per primo. Ho letto qualcosa riguardo alla rotazione delle colture e mi domandavo se per quest'anno voi mi consigliereste di ararlo e seminarlo, oppure di lasciarlo a maggese.»

Stupita dalla sua propensione a chiederle consiglio in merito a una questione tanto complessa, Petra lo fissò.

Lui si rabbuiò più di prima. «Non è una domanda sensata?»

«Sì, sì, certo. Del tutto sensata.» Ma in genere i gentiluomini non chiedevano consigli alle gentildonne. Deglutì.

«Forse non lo sapete?» Il conte sospirò. «Finora siete l'unica persona che abbia saputo dirmi qualcosa di utile riguardo alla proprietà. Tutto ciò che Mrs. Beckridge è stata capace di suggerirmi è stato di allontanare un gruppo di zingari che, per quanto ne so, non fanno alcun male e sono gli unici disponibili a lavorare nei miei campi.»

«Però pescano di frodo il vostro pesce e molto probabilmente cacciano le vostre lepri, sappiatelo.»

«Come giustamente mi avete fatto notare l'altro giorno, le cose selvatiche non appartengono a nessuno. Che prendano pure pesci e lepri, ce ne sono fin troppi.»

Lo disse con tale foga, che Petra avrebbe voluto ridere, ma rimase seria. «Per darvi una buona risposta riguardo alla vostra domanda, mi sarebbe utile sapere come quel campo sia stato usato in passato. Temo di non vivere qui da tempo sufficiente per saperlo.»

Lui si strinse nelle spalle. «Ho controllato i registri della tenuta. Per essere sincero, è come se fossero scritti in geroglifici, per quanto ne capisco.»

Lei fece una smorfia. «È del tutto possibile. Ogni fattore usa le proprie abbreviazioni per mantenere la posizione che occupa. Forse potrei capirci qualcosa, se vedessi le note.»

«Sareste disposta a dare un'occhiata?»

Lei esitò. Cosa avrebbe detto la gente? E Red?

L'espressione di lui si raggelò. «Vi chiedo scusa. Non avrei dovuto chiedervelo.»

Perché no? «Sarei lieta di aiutarvi.» Più che lieta, avrebbe dovuto dire entusiasta, era passato troppo tempo dall'ultima volta che aveva avuto qualcosa di utile da fare.

«Vi porterò i libri domani. Li leggeremo insieme. Voglio assolutamente capirci qualcosa.»

Il suo ardore era incantevole, come la disponibilità a chiederle consiglio. Si irrigidì e scosse la testa.

«No?» domandò lui.

«Forse sarebbe meglio se venissi io a Longhurst. Nessuno mi vedrà passare per la campagna e, se qualcuno dovesse notarmi, penserà che stia facendo una delle mie passeggiate. Ma chiunque vi vedrebbe arrivare alla mia porta. E tutti si domanderebbero cosa stia succedendo. Prima che ve ne rendiate conto, mio fratello busserà alla vostra porta, domandandovi quali sono le vostre intenzioni. Red è molto caro, ma ha delle idee completamente sbagliate per quanto riguarda le sue sorelle.»

L'espressione di lui diventò seria. «Non voglio agire alle spalle di vostro fratello.»

«Sciocchezze. Vogliamo solo assicurarci di non alimentare pettegolezzi riguardo a qualcosa di assolutamente innocente.»

«Anche recarvi in visita sola a casa di un gentiluomo potrebbe rovinare la vostra reputazione.»

«Solo se si sapesse. Sono una vedova, milord. Sono libera di andare dove voglio, purché io sia discreta.»

Lui si incupì. «E allora sia come desiderate.»

Petra si sfilò la sua giacca e gliela porse. «Verrò a Longhurst venerdì intorno alle undici.»

«Vi attenderò con ansia.»

Mentre lei si allontanava, sentì il suo sguardo che la seguiva lungo il sentiero, finché svoltò l'angolo.

Pochi momenti dopo il vicario e sua moglie arrivarono in calesse dalla direzione opposta. Aveva fatto bene; se il conte l'avesse accompagnata a casa, ci sarebbe stata ogni sorta di domanda e allusione.

Il vicario fermò il calesse quando le fu accanto.

«Buongiorno, Lady Petra.» Il suo sguardo la studiò. «Sembra siate stata sorpresa dal temporale.»

«Infatti. Fortunatamente sono riuscita a trovare riparo sotto un albero. Non mi sono bagnata troppo.»

Il vicario la guardò dalla testa ai piedi. «Siete stata proprio fortunata. Gran bel temporale!»

Mrs. Beckridge si sporse verso di lei con un sorriso mellifluo. «Mia cara Lady Petra, correte a casa prima di buscarvi un'infreddatura. Mi sorprende che vostra sorella vi permetta di girovagare sola per la campagna.»

Petra digrignò i denti, ma riuscì ad abbozzare un sorriso. «Vi ringrazio per la vostra sollecitudine ma, come dite voi stessa, devo proprio tornare a casa. Vi auguro una buona giornata.»

Si avviò di buon passo, augurandosi che non girassero il calesse per offrirsi di accompagnarla a casa. C'era qualcosa che non le piaceva nella moglie del vicario. Il rumore del veicolo che proseguiva nella direzione opposta fu un sollievo. Non le restava che pensare a una scusa che il venerdì successivo le consentisse di restare fuori di casa per qualche ora. O forse avrebbe semplicemente dovuto dire a sua sorella la verità.

E se Marguerite avesse pensato che fosse una cattiva idea? Petra non voleva litigare con sua sorella.

Si sarebbe fatta venire in mente qualcosa.