Petra percorreva veloce il sentiero tra i boschi. Da cinque giorni non riusciva ad allontanarsi da casa per aiutare Lord Longhurst con i suoi registri. Era stata occupata ad affumicare il pesce che avevano pescato e poi si era occupata dei conigli, inoltre c'era stato un altro temporale, che aveva causato a Marguerite un brutto mal di testa. Quello era il primo giorno che riusciva a uscire.
Il suono del metallo che colpiva il legno echeggiò nella foresta. Senza dubbio un taglialegna stava ripulendo la boscaglia, sembrava che Lord Longhurst avesse seguito il suo consiglio ancora una volta. Sorrise. Non era soltanto un uomo affascinante e piacevole, era anche il maschio più intelligente che avesse mai conosciuto.
Preferendo non essere vista, girò intorno alla radura, ma non resistette alla tentazione di dare un'occhiata. Rimase sbigottita quando si rese conto che non era un taglialegna, bensì Sua Grazia, ancora una volta nudo fino alla cintola e intento a brandire un'ascia. I muscoli nelle sue braccia guizzavano a ogni colpo vigoroso. Il sudore scintillava sul torace scolpito. Il conte aveva proporzioni così perfette, con le spalle larghe e la vita sottile, che avrebbe potuto posare come modello per Atlante.
Incapace di resistere, si avvicinò furtiva per vedere meglio. E calpestò un ramoscello. Sentendo il legno spezzarsi, lui si voltò. I loro sguardi si incontrarono attraverso la radura, il calore scintillò nell'aria. Petra riuscì a malapena a respirare tanto le batteva il cuore, mentre restava ammaliata dal suo sguardo azzurro per quello che le parve un tempo lunghissimo, ma doveva essersi trattato solo di pochi secondi.
Lui depose la testa dell'ascia a terra. «Lady Petra.»
«Lord Longhurst.» Santo cielo, sembrava senza fiato. Si costrinse a trarre un respiro profondo e ad avvicinarsi, come se lui non fosse mezzo nudo e non irradiasse un calore straordinario in virtù dello sforzo appena compiuto. Era la visione più allettante che avesse mai visto. «Venivo da voi.»
«Per la verità ho pensato che mi aveste abbandonato, pertanto sono andato avanti da solo e ho fatto qualche piccolo progresso.»
Stava dicendo che non aveva più bisogno del suo aiuto? La delusione la pervase. Lo guardò intristita, bevendo la vista di lui come se stesse per perdere qualcosa di prezioso e caro al suo cuore. Sbigottita dalla propria reazione, gli rivolse un sorriso che sentì fragile e falso. «Mi dispiace, non sono riuscita a mandarvi un biglietto venerdì, per comunicarvi che non sarei venuta come promesso.»
«Non ha importanza. Ora siete qui e ho alcune domande.»
Il sollievo prese il posto della delusione. D'impulso, gli toccò il braccio. Il suo calore passò attraverso i guanti di cotone e i muscoli guizzarono, come sorpresi dal suo tocco. La forza che lei percepì sotto le dita la colmò di ammirazione. «Sono molto lieta che abbiate ancora bisogno del mio aiuto.»
Boccheggiò appena quelle parole sventate ebbero lasciato le sue labbra. Sventate, ma sincere, no? La verità.
Gli occhi di lui si spalancarono appena, come se anche Longhurst avesse percepito in quelle parole più del loro significato.
Petra deglutì. «Voglio dire...»
«Mi siete mancata» disse brusco. «Il vostro aiuto. Il vostro sorriso. Il...»
E poi, senza sapere chi avesse compiuto la prima mossa, lei fu tra le sue braccia, intenta a baciarlo come se la sua vita dipendesse da quello.
La bocca di lui coprì la sua, le labbra soffici ma al tempo stesso fameliche, e la lingua seguì il contorno interno delle labbra, chiedendole, più che intimandole, di lasciarlo entrare. Petra le socchiuse e accolse le carezze della sua lingua, mentre assaporava il nettare di quel bacio.
Si premette contro il magnifico petto ampio, compiaciuta dalla compattezza che sentì sotto la propria carne soffice. Le si strinse lo stomaco e inarcò la schiena, allineando il corpo il più vicino possibile a quello di lui. Il sangue che correva rapido nelle vene le diede le vertigini per l'eccitazione.
Una mano grande e calda le si posò sul dorso, tenendola ferma affinché Ethan potesse esplorare appieno la sua bocca. L'altra mano le accarezzò le natiche, premendola gentilmente contro di lui mentre oscillava il bacino a ritmo con il movimento dei fianchi di Petra.
Il piacere divenne una sofferenza squisita dentro di lei. Pazza di desiderio, gli lasciò scorrere le mani sulla schiena, su fino alla testa, dove infilò le dita tra i riccioli umidi sulla nuca.
Alla fine, quando credeva che non avrebbe più ripreso a respirare, lui interruppe il loro bacio e appoggiò la fronte alla sua, il respiro affrettato.
«Ethan» sussurrò lei.
«Cosa c'è, mi... mia cara?»
La sua esitazione la colpì. Cosa era stato in procinto di dire, prima di cambiare idea? Mia amata? Sicuramente no. Forse stava per chiamarla milady, poi si era reso conto che non sarebbe stato adatto alle circostanze. Più probabile.
«Mi devo scusare?» chiese Ethan con tono gentile. «Perché non sono per niente dispiaciuto.»
Lei scoppiò a ridere, il momento imbarazzante già dimenticato, e gli accarezzò con la punta delle dita la guancia resa ispida dalla ricrescita della barba. «Sono io che dovrei scusarmi. Temo di avervi colto alla sprovvista. Ma nemmeno io sono dispiaciuta.»
Lui ridacchiò. «Non avete idea di quanto ne sia lieto.» Emise un sospiro. «Non posso negare di trovarvi estremamente attraente, sapere che è reciproco mi rende felice.»
Il cuore di Petra si librò, per poi sprofondare quando lui arretrò di un passo.
La tristezza pervase la sua espressione. «Quel che è accaduto qui, tra noi, rende evidente che non dobbiamo più incontrarci da soli.»
«Non capisco.» Il calore le invase il viso. Perché controbatteva? Perché non si stringeva nelle spalle e accettava il suo rifiuto come avrebbe fatto qualunque donna assennata? Dopo la gioia di quel bacio, aveva bisogno di capire cosa lo trattenesse. «Che male facciamo?»
Lui fece una smorfia. «Nessuno. È chiaro che amiamo la compagnia l'uno dell'altra. E le vostre conoscenze sono assai preziose per me. Se avessi scelta, Lady Petra, chiederei la vostra mano, tanto siamo ben assortiti.»
Lei rimase a bocca aperta. Voleva sposarla?
«Ma di necessità virtù. Sono costretto a sposarmi per denaro. Non posso fare altrimenti, se voglio salvare la mia tenuta.»
Lei rise, imbarazzata. «In questo frangente io certo non vi posso aiutare, milord. Non possiedo un penny a mio nome.» Lo guardò in faccia, aveva bisogno che l'ascoltasse. «E non sono sul mercato matrimoniale. Non desidero risposarmi. Quindi, dal momento che almeno per ora siamo ambedue liberi di cercare...» Come dirlo? Arrossì, ma andò avanti. Non era forse uno dei pochi vantaggi della vedovanza? «Di cercare uno svago dove desideriamo. Non vi sembra opportuno che ci siamo incontrati proprio in questo momento? Come se il fato avesse voluto metterci insieme? Non può esserci dubbio che tra noi ci sia più di una semplice amicizia.»
Lui spalancò gli occhi.
Petra cercò di non tirarsi indietro. «Oh, cielo. Vi ho sconvolto con la mia schiettezza. Vi chiedo scusa.»
Lui le prese una mano, se la portò alle labbra e la baciò con gentilezza. «Non tanto sconvolto, mia cara, quanto sorpreso piacevolmente. Siete una donna bellissima e desiderabile. L'attrazione tra noi mi colpisce ogni volta che ci incontriamo. Ma per il vostro bene, non vorrei disonorarvi proponendovi qualcosa di disdicevole. O qualcosa che non desideriate.»
Il cuore di Petra salì alle stelle sentendo Longhurst ammettere con riluttanza che anche lui la desiderava. Lo voleva, voleva proprio lui ed era libera di concederselo, purché non avesse dato scandalo.
Perché non si sarebbe dovuta godere le attenzioni di un uomo che ormai le piaceva molto?
Si avvicinò, gli lasciò scorrere sul petto nudo la mano libera e fu deliziata da come i suoi capezzoli si indurirono per tutta risposta. Lo guardò in faccia, incapace di nascondere la speranza. «Mi sembra che siamo perfettamente d'accordo nel desiderare una breve relazione.» Si guardò intorno. «Chi può sapere quali opportunità ci riservi il futuro per restare soli? Perché non approfittarne fin d'ora?»
La voce di lui si arrochì e diventò più profonda. «Mi onora che vi fidiate tanto di me da avanzare una proposta del genere.»
«Ma?»
Lui emise un mugolio. «Niente ma. Non ho alcuna forza di volontà quando si tratta di... te.» La attirò a sé e la baciò profondamente. Dopo alcuni momenti esaltanti si ritrasse e le diede un bacetto sulla guancia. Si allontanò e Petra sentì un brivido improvviso, finché vide cosa stesse facendo; Longhurst raccolse da terra un involto che lei non aveva notato prima. La sua giacca, la camicia e... una coperta.
«Avevo pensato di pranzare qui, per portarmi avanti quanto più possibile con il lavoro» le spiegò, notando la sua espressione perplessa. Stese la coperta su un letto di muschio soffice ai piedi di una grande quercia. «Un soldato impara a portare con sé quanti più generi di conforto possibile» disse, mentre le sorrideva inginocchiato sulla coperta di lana grigia. Le tese le braccia con l'espressione di un monello che avesse appena trovato qualcosa di magnifico, come una cavalletta o una rana, e avesse dei progetti per la bestiola.
«Che sorprendente colpo di fortuna per me» disse lei, mentre scuoteva la testa e lo raggiungeva ridendo.
Non si sentiva tanto su di giri da quando era una ragazzina. Sprofondò in ginocchio accanto a lui e Longhurst le slacciò i nastri del cappellino. Poi glielo tolse con delicatezza e lo mise da parte. «Ora posso vedere davvero il tuo viso» le disse soddisfatto. «E posso baciarti davvero, senza il timore di schiacciare il tuo cappello.»
Lo fece immediatamente e, mentre lei si abbandonava a quei baci quasi magici, la coricò sulla coperta in modo da potersi chinare sopra di lei, baciarle le labbra, solleticarle il collo ed esplorarle l'orecchio, finché Petra fu certa che sarebbe esplosa per il calore e la tensione che sentiva crescere dentro. Voleva sentire il suo tocco, la pressione del suo corpo sopra il proprio. Per pura salvaguardia della sua sanità mentale, gli prese la mano e la posò dove ne sentiva il bisogno. Lui alzò la testa e le sorrise.
«Siamo un po' ansiose?»
Petra ansimava e respirava appena per l'eccitazione che le spumeggiava nelle vene. Perché non aveva mai sperimentato prima quelle sensazioni travolgenti? Era quasi inquietante. In genere le era piaciuto fare l'amore con Harry, erano stati gli unici momenti in cui le era parso di avere tutta la sua attenzione, dopo il matrimonio. Ma la tempesta che imperversava nel suo corpo in quel momento le dava le vertigini, non riusciva proprio a capire. «Così pare» boccheggiò.
Il volto di lui assunse un'espressione consapevole e rammaricata. Le diede un bacetto sulla punta del naso. «Sì, certo. Ti è mancato tuo marito.»
C'era assai di più, ma come avrebbe potuto spiegargli l'impetuosità che aveva sentito crescere dentro dal momento in cui l'aveva incontrato?
Lui sorrise come se capisse il suo silenzio, anche se in realtà non poteva capire proprio nulla. «Facciamo le cose per bene, d'accordo?»
«C'è forse un altro modo?» domandò lei con maggiore audacia di quanta ne sentisse in quel momento. Un dubbio permaneva nei recessi di ciò che restava del suo cervello, sarebbe stata all'altezza delle aspettative di quell'uomo tanto virile? Harry l'aveva accusata di essere noiosa e, dopo poche settimane, era andato a cercare soddisfazione altrove.
Ethan le rivolse un sorriso dolce. «Speriamo di no.»
Supina, il viso impaziente, luminoso e arrossato, Petra sembrava stranamente innocente, nonostante tutta la sua audacia. Gli piaceva la sua sfrontatezza, di certo non avrebbe permesso che le cose arrivassero fino a quel punto, se lei non gli avesse detto con chiarezza ciò che voleva.
Ethan lo aveva desiderato per giorni, quando in genere non si consentiva di desiderare alcunché. Per anni la sua filosofia era stata un giorno per volta, in modo da evitare delusioni. Finché aveva incontrato Sarah e si era concesso di sognare un futuro diverso. Quanto era accaduto non gli aveva forse ricordato perché la sua consueta filosofia funzionasse così bene?
Il qui e ora era tutto ciò che contava e intendeva assicurarsi che lei si godesse il loro incontro tanto quanto lui. Di più. Perché non era soltanto il dovere di un gentiluomo, era ciò che Ethan desiderava per lei, ciò che si meritava.
Aveva avuto la fortuna di beneficiare dell'istruzione di una delle più abili cortigiane di Londra, mentre aspettava l'arrivo dei suoi ordini. Lei aveva avuto molti altri clienti danarosi, ai quali chiedeva una fortuna, ma per qualche ragione aveva scelto lui come amante per quei pochi mesi. Forse l'aveva impietosita, o magari le era piaciuto mostrare tutta la sua abilità a un uomo più giovane. Ethan non glielo aveva mai chiesto, a caval donato non si guarda in bocca. Ed era un dono anche quello che gli era stato appena offerto, una relazione con una vedova, senza alcun vincolo.
Ma quella con Petra era una faccenda del tutto diversa rispetto a quella con una cortigiana. E perfino a quella con Sarah. Sotto la scorza pungente, Ethan aveva colto un nucleo delicato che sarebbe stato facile schiacciare, un cuore fragile che probabilmente era stato ferito in passato.
Il pensiero lo indusse a esitare.
«Sicura di volerlo davvero?» chiese, mentre la fissava nei profondi occhi blu, già annebbiati per il desiderio dopo i primi baci.
«Sicura» rispose lei, sorridendogli. Un'ombra passò sulla sua espressione, il timore di un rifiuto? «A meno che... tu abbia cambiato idea?»
Non avrebbe mai voluto nuocerle in alcun modo. «Impossibile» disse, mentre le baciava prima il mento e poi la clavicola, che faceva capolino sopra la scollatura della veste di mussola. Passò la lingua intorno alla concavità alla base del collo e lei fu scossa da un fremito. «Voglio solo che tu sia sicura.»
Non voleva che lei avesse l'impressione di non avere scelta.
«Sono sicura.» Il suo entusiasmo gli mandò il sangue dal cervello direttamente all'inguine.
«Sono felice di sentirlo.» Le sorrise e lei gli sorrise a sua volta. Fu come se condividessero un segreto, anche se lui non aveva idea di cosa si trattasse. Qualunque cosa fosse, meritava un bacio.
Mentre si baciavano, Ethan sciolse il nodo intorno alla sommità della veste e gliela abbassò sulle spalle. Che pelle chiara e delicata, rispetto alla sua, che era abbronzata dal sole delle molte estati trascorse all'estero. Seguì con reverenza il contorno dei seni che si gonfiavano sotto la camiciola e il bustino. Seni piccoli, ma dalla forma magnifica. Li baciò uno per volta e lei emise un piccolo gemito, mentre inarcava la schiena verso di lui.
Sarebbe stato facile sollevarle le gonne e mettersi tra le sue cosce, ma Ethan voleva rivelare tutta la sua bellezza, darle piacere come meritava. «Lascia che ti aiuti a toglierti la veste» le mormorò all'orecchio.
La aiutò ad alzarsi e la voltò, baciandole la nuca delicata mentre le slacciava la veste e il bustino. Caddero ai suoi piedi e, dopo averli scavalcati, Petra si voltò verso di lui con un sorriso al tempo stesso timido e malizioso.
Gli piacevano molto quei sorrisi, non voleva vederla triste o infelice. Ammirò la sua forma aggraziata, minuta ma con tutte le curve al posto giusto, sbalordito dalla propria fortuna.
Lei sollevò le sopracciglia e gli guardò le brache, dove l'erezione doveva essere evidente attraverso il tessuto aderente. «Serve aiuto?»
Buon Dio, era rimasto là a fissarla come uno sciocco infatuato. Si sfilò rapidamente stivali e calze e poi, dandole le spalle, si tolse le brache.
Quando si voltò verso di lei, Petra era di nuovo seduta sulla coperta, intenta a osservarlo con espressione avida. Ethan fu tentato di gonfiare il petto.
Dentro di sé rise per quell'esuberanza da studentello che emergeva quando l'aveva vicino. Si era sempre detto che un'amante era come un'altra, che le donne andavano trattate con i guanti di velluto, senza tuttavia fidarsi di loro, ma con lei sembrava pronto ad abbassare la guardia.
Quando aprì le braccia per lui, i seni alti e sodi premuti contro il tessuto sottile della sottoveste, Ethan dimenticò tutti quei pensieri e cadde in ginocchio accanto a lei, perdendosi nei suoi baci, assaporando con la lingua il calore umido della sua bocca.
Mentre le labbra rendevano omaggio alle sue, la mano trovò un piccolo seno la cui punta si indurì sotto il pollice di lui. Dopo un ultimo bacio sulla bocca, Ethan chinò la testa e lambì il capezzolo indurito. Succhiò, la mussola un contrappunto sensuale rispetto alla consistenza serica della pelle sulla lingua.
Petra sospirò di piacere e alzò il bacino verso di lui. Ethan le sollevò la sottoveste fino alla vita e la guardò. I riccioli biondo chiaro all'apice delle cosce erano umidi per il desiderio. Li accarezzò e lei dischiuse le gambe, consentendo alle sue dita di accedere al suo centro caldo e umido. Ethan le accarezzò la fessura con le dita, finché trovò la fonte del suo piacere. Lei emise dei mugolii sommessi che per poco lo fecero impazzire di desiderio.
E quando le sue dita gli si chiusero intorno all'asta, stringendo e massaggiando con tocco abile, la mente di lui si spense. Il desiderio di affondare dentro di lei lo pervase, ma Ethan era maledettamente grande e Petra così minuta.
Rotolò sul dorso, portandola con sé. Lei si lasciò sfuggire un grido di sorpresa, ma quando si ritrovò a cavalcioni sopra di lui con l'erezione premuta contro l'addome, sorrise, si sollevò e lo accolse dentro di lei.
Impossibile stabilire come fosse riuscito a sopravvivere al primo impatto di scivolare in quelle profondità strette e calde senza perdere il controllo, tuttavia Ethan strinse i denti e resistette. Dapprima lei parve scomoda in quella posizione, ma con le mani strette intorno alla sua vita, Ethan la aiutò a trovare un ritmo e una profondità adatti a lei e, ben presto, Petra lo cavalcò con l'abilità di un'amante consumata.
Il piacere sul suo viso per poco lo condusse alla rovina; si mosse dentro di lei finché trovò il punto che le trasmise un tremito dopo l'altro e la fece gridare. Pochi affondi veloci e Petra si abbandonò al piacere.
Mentre gli crollava sul petto Ethan si ritrasse dal suo corpo e la petite mort lo scosse dalla testa ai piedi.
Le membra abbandonate, rimase a boccheggiare per quella che parve un'eternità. Alla fine la sua respirazione tornò normale e una grande mollezza lo colse. Si costrinse a sollevarla dal proprio petto e ripulì entrambi con il bordo della sua camicia.
Con un sospiro di soddisfazione, lei gli si raggomitolò addosso. Ethan la avvolse nella piega del braccio e la coprì con la camicia, augurandosi che, al suo risveglio, non si pentisse per il dono che gli aveva concesso. Poi sprofondò in un'oscurità calda.
Un peso che le gravava sul fianco svegliò Petra. Cosa...? Oh, sì, Ethan. Caldo e vivo, una coscia pesantissima sopra le sue. I ricordi la inondarono: come le avesse lasciato il controllo, il piacere incredibile, la perdita completa di se stessa negli ultimi momenti, quasi fosse andata in pezzi e si fosse riformata come una persona nuova.
Anche per lui era stato lo stesso? Era qualcosa che capitava solo saltuariamente quando si faceva l'amore? Niente nel suo matrimonio l'aveva preparata per un'esperienza tanto sconvolgente.
Sì, c'erano state delle sensazioni piacevoli quando Harry aveva fatto l'amore con lei, ma quell'estasi esplosiva che aveva appena sperimentato? No. Paragonato a come faceva l'amore Ethan, Harry sembrava goffo e affrettato. Come se avesse sempre avuto premura di farla finita con lei. Tuttavia, capiva perché Ethan si fosse ritratto da lei, nemmeno Harry aveva voluto dei figli. Aveva preferito aspettare, si era divertito troppo in qualità di nuovo membro dell'aristocrazia per pensarci.
Il peso caldo si spostò quando Ethan rotolò via. Petra soppresse un brivido per la perdita del suo calore. «Santo cielo» disse mentre apriva gli occhi, sorpresa nel vedere il sole che brillava ancora, facendo capolino tra le foglie sopra le loro teste. Si sentiva come se avesse dormito una notte intera, quando in realtà dovevano essere stati solo pochi momenti.
Lui si sollevò su un gomito e la guardò. «Ti senti bene?»
Lei si stiracchiò. Bene? Si sentiva magnificamente, piena di energia e rilassata al tempo stesso. Sorrise all'espressione preoccupata di lui. «Mi sento molto più che bene. Grazie. È stato incantevole.»
Un sorriso caldo gli illuminò il volto e i suoi occhi danzarono. «Il piacere è stato mio, te l'assicuro.»
Scoppiarono a ridere entrambi.
«Penso che forse sarebbe meglio rivestirci, nel caso passasse qualcuno» propose lei, mentre lasciava scorrere una mano lungo il fianco muscoloso, fino alle natiche sode e arrotondate. Erano assolutamente deliziose, così compatte e mascoline, sensuali. Sarebbe stato un vero peccato coprirle.
«Sì, suppongo che sarebbe meglio» mormorò Ethan, chinandosi per leccarle il seno.
I capezzoli si indurirono all'istante e la tensione riprese a crescere dentro di lei.
Abbassò lo sguardo sul membro floscio che riposava sulla coscia magnifica di lui. Perfino a riposo era formidabile e aveva già cominciato a indurirsi.
In un attimo Petra lo desiderò ancora. Avrebbe voluto sperimentare di nuovo quella straordinaria delizia. Era possibile provare sensazioni del genere una seconda volta?
Lui rotolò via e si alzò. «Hai ragione, mia cara. Non vogliamo essere scoperti. Pensa alla tua reputazione.» Si infilò la camicia e la aiutò ad alzarsi.
Lei sospirò, delusa, ma annuì concorde. Avevano già rischiato moltissimo là nel bosco, dove chiunque avrebbe potuto vederli. La scoperta senza dubbio sarebbe costata l'indipendenza sua e di Marguerite e non poteva fare una cosa del genere a sua sorella. La volta successiva avrebbe dovuto essere più cauta.
Oh, cielo, stava già pianificando un altro incontro? Era davvero tanto spudorata?
Ethan la aiutò a indossare bustino e vestito, allacciandoli con le mani abili di una cameriera. Era chiaro che l'aveva già fatto. Una fitta di gelosia la colse di sorpresa.
Per nascondere il disappunto, si sedette per infilarsi gli stivaletti. «Se vuoi che oggi ti aiuti, dobbiamo sbrigarci.»
Lui le si accucciò accanto e prese il suo posto nel legare le stringhe. Le sue mani erano grandi, ma si muovevano con destrezza meticolosa. Scosse la testa. «Non penso che dovresti venire a Longhurst oggi.»
Lei rimase raggelata, non la voleva in casa sua? Aveva cambiato opinione su di lei, a causa di ciò che avevano fatto? L'aveva trovata manchevole, come aveva fatto Harry? Il gelo le pervase il petto.
«Ho detto a Mrs. Stone che sarei stato via tutto il giorno» spiegò. «Potrebbe sembrare strano se dovessimo arrivare insieme alla tenuta.»
Il freddo fu sostituito da una vampata di calore, pensava a lei, non a se stesso. Oh, quanto amava... apprezzava... la sua natura generosa. Harry aveva sempre pensato soltanto a se stesso. «Hai ragione. Verrò domani.»
«Se puoi.»
«Farò in modo di potere.»
«Affiderò a Mrs. Stone delle commissioni a Sevenoaks.»
Lei ridacchiò. «Perfetto.»
«Vuoi sapere cos'è ancora più perfetto?» disse lui sorridendo, mentre le toglieva una foglia dai capelli.
«Cosa?»
«Longhurst è piena di letti, con comodi materassi soffici.» Sorrise trionfante, come se avesse appena estratto un coniglio da una tuba.
Petra non poté trattenere una risata. «Sembra divino.»