La settimana successiva Petra trovò ogni scusa per restare fuori casa. Nocciole pronte per essere colte, bacche di sambuco mature nelle siepi e perfino visitare una vicina malata dall'altra parte della parrocchia, mentre Marguerite aveva altri impegni.
Non essendoci una signora della tenuta, dato che Longhurst non aveva moglie, qualcuno doveva pur assumersi quel ruolo, in particolar modo dal momento che Mrs. Beckridge trovava sgradevole recarsi in visita ai malati.
Petra non tornava mai a Westram Cottage senza aver portato a termine il compito che si era prefissa, ma riusciva sempre a trascorrere un'ora o due in compagnia di Ethan, tra le sue braccia o dedicandosi ai registri. O ambedue le cose. A poco a poco, insieme avevano svelato tutti i segreti dei libri mastri e lei si era affezionata tanto a Ethan, che i giorni in cui non riusciva a recarsi a Longhurst per qualche ragione si sentiva persa.
Quello era uno di quei giorni. Depose il ricamo e andò alla finestra a vedere se la pioggia fosse cessata. Non vedeva Ethan da due giorni e le mancava terribilmente, le sembrava di non riuscire a respirare. No, non le mancava soltanto lui, era il piacere di lavorare con lui, di condividere le sue conoscenze con qualcuno che apprezzava davvero il suo aiuto.
E, per essere sincera, adorava i loro interludi a letto, dove ogni volta aveva sperimentato quel piacere indescrivibile.
Purtroppo il tempo sembrava non voler concedere alcuna tregua.
«Che cosa c'è, Petra?» chiese Marguerite, posando la penna. «È la terza volta che guardi fuori dalla finestra.»
Petra trasalì, non riusciva proprio a farsi venire in mente una ragione che le consentisse di uscire in una giornata del genere. Si lasciò cadere su una sedia. «Mi annoio.»
Un'espressione dispiaciuta apparve sul viso di Marguerite. «Davvero, mia cara?»
Petra detestava addolorare la sorella. «È questo tempo che mi butta giù, tutto qui.»
«Forse in fondo la vita in campagna non ti si addice?» Pareva che Marguerite avesse qualcosa in mente.
Petra raddrizzò la schiena. «Cosa intendi?»
Marguerite guardò la lettera che stava scrivendo. «Pensavo che recarci a Londra potrebbe fare bene a entrambe.»
Petra sentì il gelo penetrarle nel petto. «Siamo senza soldi? Dobbiamo tornare a casa a vivere con Red?»
«No. Quantomeno non ancora. Ma le cose si stanno complicando, come sai.» Guardò il camino vuoto. Avevano convenuto di non accendere il fuoco, nonostante cominciasse a fare freddo, e ambedue erano avvolte in caldi scialli di lana.
«Allora in che modo andare a Londra ci potrebbe aiutare?» Petra inclinò la testa. «Non penserai di sposarti.»
«Certo che no» ribatté subito Marguerite, dura. «Ho bisogno di incontrare l'editore di persona. Mi deve del denaro.»
«Ma Red...»
«Red non ne saprà niente. A meno che glielo dica tu.»
Petra boccheggiò. «Io non gli dirò nulla, ma qualcuno lo informerà che siamo in città.»
Marguerite sorrise, cupa. «Lo avvertirò che siamo in città. Capirà perfettamente, quando gli dirò che abbiamo bisogno di fare compere.»
Oh, certo. Petra sogghignò. Red era convinto che tutto ciò che le donne desiderassero fare fosse spendere soldi nei negozi. Le sue amanti lo avevano addestrato bene, povero caro. Ma lasciare Westram e recarsi a Londra avrebbe significato lasciare Ethan. Non era certa di volerlo fare.
«Vai tu. Io resterò qui a occuparmi della casa.»
Marguerite piegò la lettera e la aggiunse a una pila di fogli ripiegati, che avvolse in carta da pacco. «Sciocchezze, non potrei mai lasciarti qui da sola. A ogni modo non sono sicura di andarci nemmeno io. Dipende dalla risposta a questa lettera.»
Petra si spostò accanto alla sorella mentre Marguerite versava cera fusa sui lacci che stringevano il pacchetto. «Cos'è?»
«Disegni che spero di vendere. Sul giornale ho trovato un annuncio di lavoro per un disegnatore.»
«C'è qualcosa che posso fare per aiutarti?»
Marguerite premette le labbra fino ad assottigliarle. «Non so se i miei disegni saranno accettati, ma se dovessi ottenere il lavoro avrò bisogno che tu ti occupi maggiormente della casa. Detesto metterti sulle spalle un peso del genere.»
Petra boccheggiò. «Pensi che io sia tanto viziata da non essere disposta a fare qualunque cosa sia necessaria?»
Sua sorella chiuse gli occhi per un momento. «Non si tratta di questo, certo che no. Hai sempre fatto la tua parte e anche di più. È il mio timore che sia tutto inutile.» Sembrava... scoraggiata. «Non sono sicura che i miei disegni vadano bene.»
Marguerite era molto suscettibile riguardo alle sue opere. In genere non le mostrava a nessuno.
«Sono disegni di cosa?»
«Esempi dei miei lavori. Diagrammi, acquarelli, in modo che possano vedere cosa faccio.» Si strinse nelle spalle. «Per un libro.»
«Non si tratta soltanto di questo.» Petra ne era certa.
«Sto cercando di assicurare la nostra indipendenza» disse Marguerite. «E questo è tutto quel che c'è da dire.»
Petra guardò il pacchetto, non c'era indirizzo sull'esterno. «Vuoi che lo porti all'ufficio postale?» Le avrebbe fornito una scusa per correre a trovare Ethan, anche solo per pochi minuti.
Marguerite afferrò il pacchetto. «Preferisco portarlo di persona. Non ci vorrà molto. Al mio ritorno, vedremo di trasformare in cordiale un po' delle bacche di sambuco che hai raccolto, prima che vadano a male. Sono sicura che lo zucchero ci basterà. Forse nel frattempo potresti staccarle dai gambi.»
Uscì dalla porta d'ingresso e si avviò lungo il vialetto con l'ombrello aperto sopra la testa, prima che Petra potesse aprire bocca.
Accidenti. Perché Marguerite sembrava tanto misteriosa? D'altra parte, avevano tutte i loro segreti, no?
Petra andò in cucina e posò lo sguardo sul cestino di bacche di sambuco che aveva colto due giorni prima. Sospirò. Se portava della frutta a casa, doveva essere pronta a prepararla. Estrasse le forbici dal cassetto dove le conservavano e cominciò a tagliare i gambi.
Cosa avrebbe fatto Ethan in una giornata umida come quella? Avrebbe guardato fuori dalla finestra, sperando di vederla arrivare? Probabilmente non l'avrebbe aspettata con un tempo del genere. Forse era uscito a cavallo nella tenuta, per verificare le informazioni ricavate dai registri, come faceva spesso nei giorni in cui Petra non riusciva a raggiungerlo. Oppure si era recato in visita da Lord Compton. I due stavano diventando amici o, quantomeno, così sembrava.
Più che altro, sarebbe rimasto deluso se lei e Marguerite si fossero recate a Londra prima che Petra avesse finito di aiutarlo con i registri?
Sospirò. Suvvia, sii sincera. Ethan ormai sapeva alla perfezione cosa fosse necessario fare prima dell'inizio dell'inverno, semplicemente non aveva il denaro per farlo. Negli ultimi tempi avevano cercato di dare delle priorità alle cose da fare, stabilendo un ordine, finché lui fosse riuscito a trovare un modo per finanziarlo.
Due giorni dopo, Ethan guardò l'orologio della biblioteca. Se Petra aveva intenzione di andarlo a trovare, a quell'ora doveva essere già uscita. La pioggia degli ultimi giorni era cessata ed era una luminosa e frizzante giornata autunnale. Si infilò la giacca. Non gli piaceva per niente che se ne andasse a spasso per la campagna da sola. Se fosse uscito subito, probabilmente l'avrebbe incontrata mentre si accingeva ad attraversare i campi.
Petra lo rimproverava sempre quando le andava incontro, ma era chiaro che le faceva piacere. E vederla compiaciuta lo rendeva felice, gli consentiva di dimenticare il futuro che incombeva su di lui, che stava rapidamente diventando il suo presente.
Presto sarebbe venuto il momento di recarsi a Londra; aveva ricevuto svariate lettere da parte di altri Pari del regno, che chiedevano il suo sostegno in una o nell'altra delle questioni che sarebbero state discusse nella sessione del Parlamento successiva. Quelle lettere gli avevano ricordato che, se non avesse potuto continuare a essere un soldato, c'erano comunque cose che avrebbe potuto fare al governo per aiutare lo sforzo bellico. Cose che avrebbero potuto migliorare le sorti degli uomini impegnati a combattere per il loro Paese.
Poi c'era la questione della potenziale sposa che il suo curatore aveva trovato. L'uomo gli aveva fatto capire che se Ethan non si fosse affrettato in ambito matrimoniale, la sua prescelta sarebbe stata impalmata da qualche altro nobiluomo impoverito.
Ethan aprì la porta della biblioteca e vide Petra che camminava lungo il corridoio con un paio di conigli appesi a uno spago. Sorrise. «Ancora a caccia di frodo, a quanto vedo.»
Lei scoppiò a ridere. «Marguerite prepara uno stufato delizioso. Chiedi a O'Cleary di portarli da noi e vieni a cena stasera, così l'assaggerai tu stesso. Se non sbaglio, oggi è il giorno libero di Mrs. Stone, giusto?» I suoi occhi scintillarono maliziosi.
«Sei proprio una ragazza sveglia» ribatté lui, poi le baciò la punta del naso e la tirò nella biblioteca. Dopodiché chiuse la porta, per poterla baciare meglio e con più calma. Gli sarebbe mancata moltissimo quell'intimità, quando si fosse portato a casa una sposa.
Anche se... No, non avrebbe mancato di rispetto alla donna che sarebbe diventata sua moglie, benché molti uomini sposati continuassero ad avere un'amante. E certo non avrebbe mancato di rispetto a Petra cercando di persuaderla a continuare la loro relazione dopo il suo matrimonio, nonostante l'idea lo allettasse.
«Magnifico. Ti farò recapitare un biglietto d'invito da Jeb appena arrivata a casa.»
Lui prese i conigli, trovò O'Cleary nelle stalle e gli impartì le istruzioni necessarie. Quando tornò nella biblioteca, Petra si era tolta cappellino e soprabito e sedeva alla scrivania, sulla sua sedia.
«Mi è venuta in mente un'altra cosa» disse lei, osservando la mappa che avevano disegnato insieme con grande cura. «Se noi...»
Le passò dietro e le baciò la nuca delicata.
Lei rabbrividì e scoppiò a ridere. «Non vuoi sentire la mia idea?»
Ethan le tolse le forcine dai capelli e osservò deliziato le trecce dorate ricaderle sulle spalle. «Voglio sempre sentire le tue idee» le mormorò all'orecchio, deliziato nel veder fremere la peluria sottile sulle braccia di lei.
Petra alzò il viso verso il suo, offrendogli le labbra per un bacio. Ethan ne approfittò e le parole furono dimenticate, mentre la metteva in piedi senza interrompere il loro bacio, prendeva il suo posto sulla sedia e se la sistemava in grembo.
Lei si strofinò lenta e sensuale contro il suo inguine.
Ethan emise un mugolio, si aprì le brache e Petra si abbassò sul suo pene eretto. «Mi sei mancata» le sussurrò. Gli mancava come gli sarebbe mancato un braccio o una mano, si sentiva incompleto quando lei non era là. Continuava ad aspettare che quella sensazione morisse di morte naturale, invece ogni volta che stavano insieme diventava più forte.
Non che fosse disposto a confessare sentimenti del genere, non avrebbe mai dato a una donna tutto quel potere nei suoi confronti. Passioni tanto folli conducevano a infelicità e gelosia, lo aveva visto succedere ai suoi genitori. No, non gli piaceva sentirsi così riguardo a Petra. Ecco perché era disposto a prendere in considerazione l'ereditiera del nord. Un matrimonio di convenienza era tutto ciò di cui avesse bisogno e gli avrebbe permesso di tornare alla guerra, ammesso che fosse possibile.
Si appoggiò allo schienale e lasciò che Petra fosse libera di prendersi il suo piacere come preferiva. Adorava osservare il suo viso mentre si muoveva sopra di lui. Adorava sentirla stretta e calda intorno al membro eretto. La carezza della muscolatura interna di lei lo portò molto vicino al limite e faticò a mantenere il controllo e attendere che lei raggiungesse l'acme. Mentre lei gli dava piacere, Ethan le sciolse i lacci del vestito intorno al collo e sganciò la chiusura del bustino con l'allacciatura di fronte, che Petra aveva preso l'abitudine di indossare solo per lui. Era sempre una delizia scoprire i seni splendidi di lei per il suo sguardo, le mani e la lingua. Amava la loro consistenza soda e il modo in cui i capezzoli si indurivano al tocco della sua lingua.
Succhiò. Pochi attimi dopo lei esplose. Il desiderio pulsava imperioso nel suo sangue. La sollevò e Petra gli afferrò il membro e lo portò al culmine, spillando con abilità il suo seme sull'orlo della camicia, prima di abbandonarsi contro la sua spalla.
Ethan la cinse tra le braccia. Se solo avesse potuto proteggerla dal futuro, ma non poteva. La spostò affinché potesse sedergli comoda in braccio, i loro corpi intrecciati sulla sua sedia, appagati e contenti. I minuti passarono. Per essere sincero, Ethan non era mai stato tanto contento in vita sua. Un'ammissione davvero sciocca. «Anche tu mi sei mancato» disse lei con voce assonnata.
Il cuore gli si strinse in modo dolorosamente dolce all'udire quelle parole. Che sentimento sciocco! Lui era un soldato, un conte, nella sua vita non c'era posto per i sentimenti. «Parlami della tua idea.»
Petra si raddrizzò a sedere e lui la aiutò a sistemarsi i vestiti, poi lei si alzò in modo che Ethan potesse abbottonarsi le brache.
«Si tratta di usare i campi come pascolo per gli animali.»
«Io non ho animali da far pascolare.»
«Esatto. Perché non affitti i campi a chi invece ne ha?»
«Ci sono persone che hanno bisogno d'erba per i loro animali?»
«Sì. C'è un articolo che ne parla in questo giornale. La richiesta di lana in questo momento non è soddisfatta, perché la Francia impedisce alle navi mercantili di raggiungerci. Mancano i pascoli per il numero crescente di greggi e le persone cominciano ad affittare appezzamenti ovunque.»
Frugò tra i documenti sulla sua scrivania e trovò un giornale che Ethan non aveva ancora avuto modo di leggere. Sfogliò le pagine finché individuò quel che cercava. «Eccolo.» Glielo porse.
Lui scorse l'articolo. «Come troviamo una persona del genere?»
Lei gli rivolse un sorriso trionfante e si riprese il giornale; lo aprì verso il fondo e indicò un paragrafo in grassetto. «Facciamo pubblicità.»
Facciamo. Era come se la situazione tra loro potesse continuare per sempre, anche se Petra sapeva bene che non sarebbe stato possibile. In numerose occasioni gli aveva lasciato capire che avrebbe dovuto finire presto. Una fitta dolorosa lo trafisse al petto; deglutì.
Lei lo fissò allarmata. «Non ti piace l'idea?»
Ethan scosse il capo. «Mi piace molto. La trovo brillante.»
«Vuoi che scriva una bozza di quel che potresti mandare al giornale? Le pecore merino si troverebbero molto bene nei tuoi campi e hanno un buon prezzo sul mercato. Farle pascolare dovrebbe fornirti una discreta entrata, penso. Dovremo informarci sui prezzi che chiedono gli altri. Lord Compton potrebbe saperlo, credo paghi per il pascolo di parte del suo bestiame.»
Si avvicinò un foglio e il calamaio con la penna.
Un rumore lo indusse ad alzare lo sguardo, il rumore di una porta che si apriva. Si rabbuiò. O'Cleary era già tornato da Westram? Doveva aver cavalcato...
La porta della biblioteca si spalancò e Mrs. Beckridge li fissò allibita.
«Milord!» boccheggiò. «Lady Petra! Oh! Oh!»
Petra balzò in piedi, ma era troppo tardi. I capelli sparsi disordinatamente sulle spalle, la veste in disordine, seduta sul grembo di Ethan, non c'era niente che avrebbe potuto dire che sarebbe servito.
Istintivamente Ethan si alzò e mise Lady Petra alle sue spalle. Rivolse alla moglie del vicario il suo sguardo più severo. «Madam, che diritto avete di irrompere in questo modo nella mia vita privata?»
L'attacco era la strategia migliore di fronte a un nemico.
«Non avrei mai... Aspettate che la parrocchia venga a sapere di questo spettacolo rivoltante!»
La rabbia assunse la forma di una nebbiolina rossa davanti agli occhi di Ethan. «Se dovessi sentire anche una sola parola della vostra visita a Longhurst quest'oggi, vostro marito dovrà cercarsi una nuova parrocchia.»
La donna sbiancò, poi il suo volto si chiazzò di rosso prima che lei si voltasse e fuggisse.
«Che colpo» commentò Petra piatta, mentre si spostava da dietro di lui.
«Sposami» disse Ethan, consapevole che fosse l'unica cosa possibile.
Lei parve sbigottita. «Certo che no. Non dirà niente. Non metterebbe a rischio la posizione di suo marito.»
Ethan non si fidava di quella donna, nemmeno un po'. «È l'unico modo.» Dio solo sapeva come avrebbe potuto mantenerla.
Lei lo fissò a lungo ed Ethan fu certo di scorgere una scintilla di desiderio nel suo sguardo. Poi si scostò i capelli dal viso e gli sorrise. «Sono vedova, posso fare come meglio credo. Nel nostro ambiente è del tutto normale. Nessuno direbbe niente. Quella donna non aveva il diritto di irrompere qui in quel modo.»
Se si fosse potuto permettere un maggiordomo, quella donna non avrebbe potuto irrompere in casa sua. «Pensa alla tua reputazione qui a Westram.»
«Oh, corbellerie. Anche se dovesse dire qualcosa, chi baderà a quella vecchia megera? Gli abitanti del villaggio la detestano.»
«La gente ama gli scandali.»
«Non me ne importa un fico secco.»
«Petra...»
«No, Ethan. Non intendo essere costretta a un matrimonio che nessuno di noi desidera e non c'è altro da dire.»
Il suo rifiuto lo ferì, quando invece Ethan avrebbe dovuto sentirsi sollevato. Avrebbe dovuto controbattere, indurla a vedere le cose dal suo punto di vista, ma se Petra non lo desiderava... Non avrebbe certo potuto costringerla, vero? L'ultima cosa che voleva era una moglie riluttante.
Lei si avvicinò allo specchio, si sistemò i capelli e si mise il soprabito. Mentre andava alla porta, si fermò. «Non penso che la cena stasera sia una buona idea. E tu?»
Lui chiuse gli occhi per un momento. «No, nemmeno io.»
Petra sorrise triste e se ne andò.
All'inizio tutto sembrò normale, quando Petra e Marguerite entrarono in chiesa la domenica successiva. Lei non aveva sentito alcun pettegolezzo che potesse indurla a credere che Mrs. Beckridge avesse fatto parola di ciò che aveva visto a Longhurst Park.
Petra era grata che quella ficcanaso non fosse entrata mezz'ora prima.
Lei e Marguerite si sedettero come di consueto nella seconda fila. Di fronte a loro, sulla panca chiusa, Ethan era già seduto, le spalle larghe fasciate dalla giacca una vista gradita per qualunque donna. In particolar modo per lei, che sapeva intimamente cosa fosse celato sotto il tessuto aderente blu.
Come sempre la funzione cominciò in perfetto orario, ma Petra sentì uno strano formicolio sulla nuca, come se qualcuno la stesse guardando. Con la scusa di sistemarsi il cuscino, si gettò un'occhiata alle spalle e incontrò lo sguardo penetrante di Mrs. Beckridge, carico di sfida. Come osate mostrare la vostra faccia nella casa del Signore?, sembrava dirle.
Petra finse di non averlo notato e, puntato lo sguardo di fronte a sé, alzò il mento, ostentando sicurezza.
Nessun altro membro della comunità si sedette accanto a loro, ma non era inconsueto. Gli abitanti del villaggio occupavano i posti più in fondo e, sebbene a volte Mrs. Beckridge sedesse con loro, era solita sedere accanto famiglie diverse nel corso delle settimane, come se la sua vicinanza fosse un onore da elargire.
Solo quando il sermone ebbe inizio Petra comprese la ragione della sfida che aveva colto in quello sguardo ostile. Il vicario lesse il sesto capitolo dal libro dei Corinzi, riguardo all'immoralità sessuale e invocò inferno e dannazione per chiunque ignorasse gli ammonimenti delle scritture. Il viso di Petra divenne rovente e lei pregò che nessuno notasse il suo rossore. Le spalle di Ethan si irrigidirono e lui tenne lo sguardo fisso sul volto del vicario, ma anche a distanza Petra percepì la sua rabbia. Oh, cielo, e se Ethan gli avesse detto qualcosa? La gente avrebbe potuto fare due più due e capire? Avevano incontrato altri parrocchiani, di quando in quando, durante le loro passeggiate nella tenuta.
Petra si impose di non guardarsi intorno per controllare se qualcuno la osservasse, ma uno sguardo al volto cupo di Marguerite le fece sprofondare il cuore. Mrs. Beckridge aveva forse detto qualcosa a sua sorella?
Alla fine del servizio Marguerite salutò Mr. Beckridge con un cenno rigido del capo e si affrettò a salire sul calesse, trascinando Petra con sé, prima che chiunque altro lasciasse il sagrato. Spronò il pony e partirono di buon passo. Freddo e caldo pervasero Petra alternandosi. Il vicario aveva parlato a Marguerite? Oppure sua sorella aveva intuito da sola la ragione delle sue tante assenze nell'ultimo mese?
«Uomo insopportabile» sbottò Marguerite. «Guardava proprio me.»
Petra la fissò a bocca aperta. «Credevo guardasse me.»
«Che ragione avrebbe per guardare te? No, era me che guardava. Mi aveva messa in guardia una o due volte circa le tentazioni di due donne che vivono sole. Uomo orribile. Come può pensare cose del genere? Avrei dovuto rifletterci meglio, prima di...»
«Di...?» chiese Petra.
Marguerite serrò i denti. «Gli ho detto come la penso. Accidenti, gli ho detto che non erano affari suoi quel che faccio o non faccio con... Avrei dovuto dichiarare che ero d'accordo con lui e assicurargli che nulla di quella natura ci avrebbe mai attraversato la mente.»
Petra rimase allibita. «Pensa che siamo dedite all'amore saffico?»
«È un idiota. Non ha detto che viviamo nel peccato, ha solo lasciato intendere che potremmo essere indotte in tentazione.»
«Da dove gli è venuta un'idea tanto peculiare?»
«Da sua moglie, senza dubbio. Oh, cielo, se dovesse dire anche una sola parola del genere a Red, lo strangolerò. Sai, penso che sarebbe meglio se partissimo domani per Londra, invece di aspettare fino alla settimana prossima. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Cominceremo a preparare i bagagli appena arrivate a casa.»
«Marguerite, non eri tu l'oggetto di quel sermone. Mr. Beckridge non oserebbe mai muovere un'accusa tanto infondata.» Le si strinse il cuore. «A ogni modo, c'è qualcosa che devo dirti.»
Marguerite fece rallentare il pony al passo e si voltò sul sedile. «Cosa?»
«Ieri Mrs. Beckridge mi ha sorpresa seduta in grembo a Lord Longhurst nella sua biblioteca.» Ethan doveva essere furioso per il sermone del vicario.
Marguerite lasciò andare le redini e il pony si fermò. «Cos'ha fatto?»
Petra deglutì. «Ha fatto irruzione nella biblioteca di Lord Longhurst. Lui e io abbiamo una relazione.»
Marguerite chiuse gli occhi e lasciò cadere la testa all'indietro. «Quindi era tutto qui.»
«Tutto qui?»
Marguerite arricciò le labbra. «Certo, è una questione seria, ma non strana quanto l'altra accusa. Inoltre, presumo che Lord Longhurst ti abbia fatto una proposta. E, se non l'ha ancora fatta, lo farà presto.»
Lei trasse un respiro profondo. «L'ha fatta immediatamente e io ho rifiutato.»
«Cosa? Perché?»
«Perché non desidero risposarmi. E certo non desidero risposarmi con un uomo costretto all'altare da Mrs. Beckridge. Inoltre, quando siamo venute qui eravamo tutte concordi che avremmo potuto trovarci degli amanti, se avessimo voluto.»
«Purché fossimo discrete!»
«Io sono stata discreta. Quella donna si è introdotta in casa di Ethan senza essere annunciata.»
«Tipico.»
«Per me?»
«Per Mrs. Beckridge! Accidenti. Red verrà sicuramente a saperlo e si precipiterà qui per...»
«Ethan...» Petra trasalì per il lapsus, «... Lord Longhurst ha detto che se Mrs. Beckridge ne avesse fatto parola con qualcuno, il marito avrebbe perso la sua parrocchia. Dubito che qualcuno dei due oserebbe spiattellare qualcosa apertamente.»
«Capisco.» Marguerite riprese le redini e spronò il pony. «A ogni modo, domani partiremo per Londra. E, Petra, sarebbe meglio se non tornassi più a trovare Lord Longhurst, nel caso qualcun altro dovesse vedervi. Qualcuno che potrebbe non essere ricattabile.»
Era ciò che lei stessa aveva già stabilito. In particolare dopo la proposta di matrimonio. Da quando Ethan le aveva chiesto di sposarlo e Petra aveva rifiutato, le sembrava che il mondo fosse cambiato, lasciandoli sulle due sponde di uno strapiombo troppo ampio da attraversare. Ethan aveva ripetuto più volte che voleva tornare nell'esercito e lei non avrebbe mai sposato un uomo a cui interessasse soltanto la guerra. Aveva già perso un marito in battaglia, non intendeva perderne un altro. E la mancanza di Ethan sarebbe stata infinitamente più dolorosa di quella di Harry.
Rimase allibita. Era vero? Si era dunque affezionata tanto a lui? Se era vero, era molto stupido da parte sua, avrebbe dovuto saperlo.
«Mi dispiace, Petra» disse Marguerite con tono gentile.
«Non preoccuparti.» Petra le sorrise. «Anch'io ero giunta alla medesima conclusione.» Dopo aver versato qualche lacrima.
Marguerite le batté la mano sulla sua. «Sai, se la mia commissione a Londra avrà successo, col tempo potremo comprarci un cottage tutto nostro e non saremo più costrette a dipendere da Red.»
E tutti sarebbero stati felici e contenti.
Allora perché lei si sentiva tanto triste?