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Ethan vide le Westram affrettarsi a lasciare la chiesa. Controllò la rabbia a stento. «Sermone interessante, vicario» disse a denti stretti.

«Vi ringrazio, milord.» Beckridge si strofinò le mani. «Ho visto alcuni membri della nostra comunità muoversi a disagio sulle loro panche.»

Ebbe la faccia tosta di assumere un'espressione compiaciuta.

«E per quale ragione avete scelto questo messaggio in particolare oggi?» Ethan non riuscì a celare il tono minaccioso, nonostante i suoi sforzi.

«Per la verità è stata la mia cara moglie a ricordarmi che da qualche tempo non toccavo più l'argomento. Le donne che lavorano al Green Man non sono migliori di quanto dovrebbero essere e diventano sempre più audaci. Un piccolo promemoria è sempre utile.» Il vicario sorrise soddisfatto.

Una donna astuta, la moglie del vicario. Ethan non avrebbe potuto obiettare a un sermone rivolto alle donne di facili costumi del villaggio, non senza destare sospetti nella mente del vicario. Ma sua moglie aveva scelto di camminare lungo una linea di demarcazione molto sottile ed Ethan non avrebbe esitato a mettere in pratica la sua minaccia al minimo accenno di pettegolezzo che avesse minacciato la reputazione di Petra.

Sfortunatamente, dal momento che lei aveva rifiutato la sua proposta di matrimonio, l'onore gli imponeva di porre fine al loro idillio. Stando così le cose, non aveva più scuse per posticipare la sua visita a Londra per prendere il posto che gli spettava alla camera dei Lord. Ed era anche venuto il momento di incontrare la sua potenziale sposa, prima di impegnarsi.

«C'è un'altra questione della quale vorrei parlare con voi, milord» disse il vicario.

Ethan lo guardò sospettoso. «Di cosa si tratta?»

Beckridge spostò lo sguardo sui parrocchiani che si allontanavano. «Se volete farmi l'onore di prendere una tazza di tè nel mio studio, milord, potremo discorrere della questione in privato.»

I capelli sulla nuca di Ethan si sollevarono; socchiuse gli occhi e studiò il volto del vicario, ma non colse tracce di malizia, niente di spiacevole. Dannazione, sembrava proprio che si trattasse di una discussione inevitabile.

Meglio scoprire cosa avesse in mente quell'uomo e, dal momento che la casa del vicario si trovava accanto alla chiesa, non ci sarebbe voluto molto tempo.

Quando si furono accomodati nel piccolo studio, ciascuno con una tazza di tè, e la cameriera ebbe chiuso la porta alle sue spalle, il vicario si piegò verso di lui sulla sua sedia. «Si tratta di quegli zingari.»

Zingari. Ethan sentì la rigidità lasciare il suo corpo, il risultato dell'impulso protettivo che sembrava coglierlo riguardo a Petra, pur sapendo che era del tutto capace di badare a se stessa. «Ditemi.»

«L'ultima volta che mia moglie ha sollevato la questione, avete dichiarato di non essere al corrente di alcuna scorrettezza da parte loro che vi avrebbe indotto ad allontanarli.»

Probabilmente era quella la ragione che aveva spinto Mrs. Beckridge a recarsi a casa sua. Senza dubbio la donna era convinta di poter fare in modo che le cose andassero come voleva lei, rendendo la vita impossibile a Petra. Sì, la moglie del vicario era una donna astuta, ma Ethan non era tipo da lasciarsi tenere sotto scacco. Aveva imparato molto di strategia, affrontando il nemico sul campo di battaglia, era famoso per quello. «E voi siete venuto a conoscenza di qualche scorrettezza da parte loro della quale vorreste informarmi?»

«Nessuna prova, milord» ribatté l'altro mentre scuoteva la testa. «Ma la settimana passata il furto di due bucati mi induce a ritenere che si stiano comportando come loro solito.»

«I furti sono stati riferiti al conestabile o al magistrato?»

«Non che io sappia.»

«In tal caso le autorità dovrebbero essere informate.»

Il vicario agitò una mano nell'aria. «Gli abitanti del villaggio non amano disturbare le autorità per questioni da poco, milord. È improbabile che si abbasserebbero a investigare il furto di un paio di fazzoletti e una camicia, non quando la faccenda potrebbe essere risolta facilmente allontanando gli zingari.»

«Se i colpevoli non sono gli zingari, i bucati continueranno a sparire e io avrò perso una forza lavoro utile.»

Il vicario strabuzzò gli occhi. «Continuate a dare loro lavoro, milord?»

«Sì. Al momento stanno ripulendo il sottobosco a Crabb's Wood.» Si era rivolto agli zingari quando aveva capito che non avrebbe avuto il tempo per finire il lavoro prima di trasferirsi a Londra per l'apertura del Parlamento.

«Come potete sapere che non vi ruberanno la legna?»

«Se la cosa non preoccupa me, non vedo perché dovrebbe preoccupare voi, sir.»

Insoddisfatto, il vicario estrasse un fazzoletto dalla tasca e si soffiò il naso rumorosamente. «Capisco.» Senza dubbio si stava domandando come comunicare alla moglie la notizia del suo insuccesso.

Ethan ebbe pietà di lui. «Quando avranno finito, intendono trasferirsi nei loro quartieri invernali nel sud del Paese.»

Il vicario sorrise. «Presto?»

Ethan annuì. «Molto presto.»

Il vicario aprì il cassetto della scrivania ed estrasse una fiaschetta. «Una goccia di brandy per dare vigore al vostro tè, milord?»

Il vicario aveva il vizio del bere; Ethan non fu sorpreso, con una moglie come quella che si ritrovava. Accettò un po' di liquore nel suo tè e lo sorseggiò con gusto. «Ci sono altre questioni delle quali vorreste parlarmi, Beckridge?»

«Nessuna, milord.»

Ethan fu molto lieto di sentirglielo dire.

Quando Red venne a sapere che le sue sorelle avevano intenzione di recarsi a Londra, mandò la sua carrozza a prenderle. Con loro sorpresa, lo trovarono ad aspettarle sui gradini della dimora di famiglia a Grosvenor Square, lieto di vederle quanto loro lo furono di vedere lui.

Red lasciava di rado il Gloucestershire. Marguerite e Petra non avevano pensato nemmeno lontanamente che la loro visita in città avrebbe potuto indurlo a raggiungerle, ma lo accettarono con gioia.

Le baciò ambedue sulle guance e le accompagnò all'interno. Quando furono salite al piano superiore, si furono liberate dei soprabiti ed ebbero dato ai domestici le indicazioni riguardo ai loro effetti personali, trovarono il vassoio con il tè ad aspettarle in salotto.

Inizialmente, Petra era stata tanto contenta di vedere il fratello, che non aveva notato niente di strano. Tuttavia, osservandolo più da vicino mentre sedeva sul divano di fronte a lei accanto a Marguerite, le rughe intorno alla sua bocca le parvero più profonde di quanto fossero un anno prima.

Tuttavia, nonostante l'aspetto tirato, le guardava sorridendo, come se fosse sinceramente felice di vederle, pertanto Petra si astenne dal commentare il suo aspetto.

«Sapevo che vi sareste stancate della campagna, prima o poi» disse lui a Marguerite.

«Sciocchezze» ribatté sua sorella. «Abbiamo bisogno di rinfrescare il nostro guardaroba, ecco tutto.»

Red le diede una gomitata affettuosa. «Chi ha bisogno di un guardaroba alla moda nel bel mezzo del nulla? A meno che qualche gentiluomo di campagna abbia suscitato il vostro interesse.» Sollevò le sopracciglia.

Le guance di Petra si scaldarono. Non che avesse mai sentito la necessità di modificare il suo abbigliamento per Ethan. Lui non sembrava molto interessato a ciò che indossava; al contrario, sembrava preferisse che Petra non indossasse niente. A quel punto tutto il suo corpo si scaldò.

Anche Marguerite arrossì.

Petra aggrottò la fronte. Sua sorella aveva incontrato qualcuno e aveva preferito non parlargliene? Più probabilmente era in imbarazzo perché non voleva rivelare a Red il vero motivo che l'aveva indotta a recarsi in città. Senza dubbio temeva che Red non vedesse di buon occhio che lei si facesse pagare come artista.

«Andiamo ancora in chiesa ogni settimana, Westram» disse Marguerite con tono di rimprovero. «Non vorrai che ci andiamo con gli orli lisi e balze rivoltate più di una volta, immagino.»

Lui cambiò espressione. «Certo che no.» Inspirò. «Tuttavia devo informarvi che, appena ho saputo del vostro arrivo, ho accettato alcuni inviti a vostro nome. Ho pensato che avreste gradito uscire un po'.»

Marguerite gli scoccò un'occhiata carica di fastidio. «Perché l'hai fatto senza prima consultarci?»

«Perché la gente avrebbe pensato male di me, se foste venute a Londra e nessuno vi avesse viste in compagnia gradevole. Ecco perché.»

«Pensato male di te? Che sciocchezza. Come puoi immaginare una cosa del genere?» chiese Marguerite. «Inoltre, nessuno avrebbe saputo della nostra presenza a Londra, se tu non avessi detto niente. Red, davvero, non avresti potuto consultarmi prima?»

Lui si irrigidì. «Per la verità è stata Miss Featherstone a osservare che sarebbe sembrato strano se aveste dato l'impressione di volervi nascondere dalla scena pubblica.»

«Miss Featherstone» ripeté Petra. «Cosa le interessa se...»

Lui si incupì.

«Red!» esclamò Marguerite alzando la voce. «Finalmente le hai chiesto di sposarti!»

Red rispose con un sorrisetto imbarazzato. «Sì.»

Il lampo di un'emozione balenò sul viso di Marguerite. Allarme? Poi lei sorrise. «Congratulazioni, mio caro. Auguro a entrambi di essere molto felici.»

«Oh, Red, se è quello che desideri, anch'io sono felice per voi» disse Petra.

Petra e Marguerite non avevano mai capito la devozione del fratello nei confronti della gentildonna in questione. Era talmente altezzosa da risultare scortese in modo insopportabile a chiunque incontrasse. Ma il matrimonio era stato organizzato tra i loro genitori anni addietro, prima ancora della loro nascita, e Red non aveva mai avuto occhi per un'altra donna. Non una donna rispettabile, quantomeno.

«Le tue finanze si sono finalmente assestate?» chiese Marguerite.

Lui fece una smorfia. «Con l'aiuto del mio futuro suocero. Oltre a prestarmi i fondi per alcune migliorie alla tenuta, mi ha dato moltissimi... ehm... consigli riguardo alla sua gestione. In un mese circa dovrei essere in grado di pagare tutti i miei debiti e non ci sarà più motivo per rimandare il matrimonio.»

Nessun motivo, eccetto che Petra non riusciva a immaginare una cognata peggiore di Miss Featherstone. Mentre la maggior parte della gente la descriveva come una giovane donna graziosa, Petra aveva sempre pensato che avesse una faccia da cavallo. Non che ci fosse niente di sbagliato nei cavalli. Né tantomeno lei sarebbe stata tanto meschina da prendere qualcuno in antipatia soltanto per il suo aspetto.

Sfortunatamente a Miss Featherstone non erano mai piaciute le sorelle di Red, che aveva definito frivole e viziate. Naturalmente quelle parole erano state riferite a Petra dalle sue amiche, ma lei l'aveva taciuto a Marguerite.

«Cos'altro pensa Miss Featherstone?» chiese a Red con tono mellifluo. «Forse pensa che sia ora che ci risposiamo?»

Red assunse un'espressione sollevata. «Come d'altronde lo penso io stesso, mia cara Petronella.» Red la chiamava con il suo nome di battesimo quando pensava di poterla tiranneggiare. Da bambina, lei gli aveva sempre mostrato la lingua quando l'aveva chiamata così; in quel momento avrebbe voluto colpirlo in testa.

«Non m'importa cosa pensa» disse decisa. «Né cosa pensi tu. Non intendo sposare nessuno.» Non poteva nemmeno pensarci, con ciò che provava per Ethan. Rimase raggelata. Non intendeva in quel senso, Ethan era un amico, un caro amico della cui compagnia aveva goduto appieno. Era stata una relazione deliziosa, ma era finita. «Non puoi costringermi a farlo.»

«Nemmeno me» soggiunse Marguerite, con assai meno fervore.

Red si strofinò una mano sulla nuca, cosa che faceva quando si trovava in difficoltà. «Sfortunatamente è... voglio dire, tutta la mia felicità futura dipende da... dovete capire che...»

«Bontà divina, sputa il rospo!» esclamò Marguerite. «Immagino che noi facciamo parte del tuo accordo con suo padre.»

«Gli ho garantito che mi sarei assicurato di non farmi carico di spese superiori a quelle che la tenuta può permettersi. Come mi ha fatto notare, la rendita di Westram Cottage sarebbe una manna, se potessi affittarlo.»

«Ti pagheremo noi l'affitto» disse immediatamente Marguerite.

Petra boccheggiò. «Marguerite, come faremo?»

Sua sorella raddrizzò le spalle, agguerrita. «Lascia che me ne preoccupi io.»

Red non sembrava convinto. «Mi dispiace, mie care. Vorrei potervi lasciar fare come volete, ma dove trovarvi dei mariti o venire a vivere con me e Miss Featherstone, quando ci saremo sposati.»

Un brivido trafisse Petra. Vivere come parente povera sotto lo stesso tetto con quella donna sarebbe stato del tutto insopportabile.

«Forse Carrie...»

«Cosa stai pensando?» sbottò Red. «Vuoi che si dica che mi sono rifiutato di prendermi cura delle mie sorelle vedove? Lady Avery non è nemmeno una nostra parente.»

«È nostra sorella.»

«Era vostra cognata, ora ha sposato un altro e appartiene a un'altra famiglia.»

«Qualunque cosa sarebbe meglio rispetto a...»

«Petra» intervenne Marguerite con tono calmo. «Non litighiamo con nostro fratello. Red, se dovessi dimostrarti che sono in grado di provvedere a me stessa e a Petra, accetterai di non essere più responsabile per nessuna di noi?»

Red la guardò scettico, come se si aspettasse una trappola. «Se tu fossi in grado di dimostrarmelo in modo che io fossi completamente soddisfatto, suppongo di sì. Ammesso che non intendiate rimettervi nel commercio. Miss Featherstone è rimasta inorridita quando le ho detto della vostra incursione nel mondo delle vendite.»

Sarebbe inorridita qualsiasi cosa avessero fatto, persino respirare. Dio solo sapeva cosa sarebbe successo, se fosse venuta a sapere di lei ed Ethan. Probabilmente sarebbe morta per un colpo apoplettico. In tal caso, forse sarebbe stato meglio dirglielo. Petra soffocò subito quel pensiero poco caritatevole.

Se quella donna rendeva felice Red, chi era lei per criticare? Ma se era felice, perché suo fratello sembrava tanto angosciato? Sembrava assai più vecchio dei suoi venticinque anni.

«Dammi una settimana e ti pagherò tre mesi d'affitto in anticipo, oltre a dimostrarti di avere denaro a sufficienza per mantenere decorosamente me e Petra. Se non dovessi riuscire a farlo, accetteremo di adeguarci ai tuoi desideri.»

Accetteremo? Adeguarci? «Tu puoi essere disposta a adeguarti...» esordì Petra con foga.

«Fidati di me» disse Marguerite, l'espressione tanto intensa che Petra si sentì costretta ad accontentarla.

«Molto bene, sorella» dichiarò abbozzando un sorriso. «Mi fiderò di te.» Si augurò con tutta se stessa che non fosse un errore enorme.

Red annuì soddisfatto. «Nel frattempo sarò lieto di pagare il conto per un abito da ballo ciascuna. Vi servirà per il mio matrimonio, pertanto sarà un mio regalo. E, mie care, sarei davvero felice se vi faceste vedere in società, mentre siete qui.» Rivolse loro un sorriso implorante.

Chi avrebbe potuto resistere a una richiesta posta con tanta cortesia? Petra dovette ammettere che sarebbe stato piacevole rivedere le vecchie amiche e sentire tutti i pettegolezzi più recenti. Guardò Marguerite che annuì, determinata.

Petra posò la tazza. «Molto bene, parteciperemo a questi eventi.»

Red si strofinò le mani. «Eccellente.»

Marguerite si alzò. «Penso di aver bisogno di riposare dopo il nostro viaggio.»

«Vengo con te» disse Petra. «Spero tu sappia quel che stai facendo» soggiunse mentre salivano le scale.

«Lo spero anch'io» ribatté Marguerite quieta, ma non sembrava per niente sicura.

Petra si sentì come se fosse saltata dalla padella nella brace.

Per un momento fu tentata di correre da Ethan e dirgli che aveva cambiato idea riguardo alla sua proposta di matrimonio. Si costrinse a ricordare che le aveva chiesto di sposarlo soltanto perché l'onore l'aveva costretto a farlo. Ricordò a se stessa che anche Harry era stato costretto a chiederla in sposa ed era stato evidente quanto ciò lo avesse infastidito. Per non parlare del fatto che, per quanto un uomo sembrasse delizioso prima del matrimonio, una volta sposato deteneva tutto il potere e poteva non esitare a esercitarlo e a fare ciò che voleva.

Fino a quel momento Ethan non aveva mostrato che qualità positive, ma Petra aveva pensato la stessa cosa anche di Harry. Non si poteva mai sapere con certezza cosa si nascondesse dietro la superficie di una persona, finché non avesse avuto più ragioni per nascondersi.

Era rimasta delusa una volta, non intendeva correre il rischio di nuovo.

Ethan si trovava a Londra, ma doveva ancora contattare il legale che avrebbe dovuto presentarlo alla sua potenziale sposa. Invece, stava verificando altre alternative per riportare la sua tenuta allo splendore di un tempo. Sapeva che avrebbe dovuto sposarsi, prima o poi, ma voleva farlo quando fosse stato pronto, non a causa della contingenza economica. Sfortunatamente, nessuna delle richieste di informazioni che aveva posto agli altri Pari aveva dato buon frutto. Nonostante considerasse lo sposare un'ereditiera la sua ultima opzione, non si era presentata nessun'altra soluzione. Il giorno in cui avrebbe dovuto capitolare e ammettere che non c'era altro modo si avvicinava.

L'immagine della graziosa e minuta Lady Petra gli attraversò la mente. Un vero peccato che non fosse una vedova abbiente. Allontanò quel desiderio, era inutile pensare quanto gradisse la sua compagnia, quanto stessero bene insieme. Le sue emozioni, quando si trattava di Petra, erano troppo forti, non desiderava un matrimonio del genere, voleva pace nella propria casa.

Il suggerimento di affittare i pascoli era stato buono, ma dopo ricerche ulteriori Ethan aveva concluso che non gli avrebbe garantito entrate sufficienti. I fienili avevano bisogno di riparazioni, come i cottage per i braccianti che avrebbe dovuto impiegare nella tenuta. Per dirla senza mezzi termini, aveva bisogno di un'enorme infusione di fondi. Se solo ci fosse stato un modo diverso dal matrimonio...

Una gentildonna minuta con i capelli biondo chiaro che volteggiava nello spazio riservato alle danze attirò la sua attenzione.

Petra? Il suo cuore sobbalzò per la gioia.

Per un momento credette che gli occhi lo ingannassero. Lei era sempre deliziosa, ma quella sera, con un abito celeste che sembrava riflettere il colore dei suoi occhi, i capelli acconciati in modo elaborato, collo e polsi ingioiellati, sembrava eterea. Di un altro mondo. Era quella la vera Petra, invece della donna che attraversava a piedi la sua tenuta per giacere tra le sue braccia?

Era chiaro che si stava divertendo molto. Ethan guardò furioso il suo ballerino, un uomo con folti capelli ramati. Apparentemente non le ci era voluto molto per trovare un ammiratore: il calore del suo sguardo mentre fissava quell'uomo era evidente.

Lord Pelham gli si mise accanto. «Ho sentito che la settimana prossima farete il vostro debutto alla camera dei Lord, Longhurst.» Aveva incontrato Pelham a un evento nel corso della settimana.

Lui fece un inchino. «Infatti.»

«Come la pensate riguardo alle leggi sul grano?»

Ethan guardò accigliato l'uomo più anziano. Aveva letto qualcosa riguardo alla questione, circa il prezzo del pane gonfiato in modo artificiale. «È difficile giustificare il mantenimento di un prezzo tanto alto per un bene di prima necessità.»

«Eppure, senza la protezione necessaria per il nostro reddito, uomini come voi e come me saranno rovinati e gli uomini che comprano il pane non avranno più né lavoro né denaro. Credetemi, noi proprietari terrieri dobbiamo restare uniti, per il bene del Paese.» L'uomo gli scoccò un'occhiata severa.

«Vi ringrazio per il vostro consiglio.» Ethan non era convinto, aveva bisogno di leggere di più del contraddittorio prima di prendere una decisione.

Certo di averlo persuaso, l'altro sorrise soddisfatto. «Non c'è di che. Se c'è altro che posso fare per esservi utile, non esitate a farmelo sapere.» Lo salutò con un inchino e raggiunse un gruppetto di uomini radunati in fondo alla sala da ballo.

Petra aveva concluso la danza con il nobiluomo alto dai capelli rossicci e stava accanto alla sorella, il cui abito e l'acconciatura severi la rendevano ancora più inavvicinabile del solito. Difficile immaginare Lady Marguerite danzare. Ethan notò che assomigliava molto... ma certo! L'uomo con cui Petra aveva danzato doveva essere suo fratello, il Conte di Westram.

Una sensazione di sollievo lo pervase. Si avvicinò a Petra e fece un inchino. «Lady Marguerite. Lady Petra. Che piacere incontrarvi qui.»

Petra sorrise raggiante. «Lord Longhurst, non sapevo che sareste venuto in città.»

Lo sapeva, gliel'aveva detto. Si trovava là per quella ragione? Improbabile, aveva già respinto la sua proposta. A meno che... forse aveva cambiato idea? In tal caso, lui sarebbe stato contento o dispiaciuto? Buon Dio, non si era mai sentito tanto combattuto in vita sua, quantomeno non di recente. «Gradite ballare?»

La richiesta lasciò le sue labbra prima che lui avesse tempo per riflettere sulle possibili implicazioni.

Gli occhi di Petra si spalancarono un poco, poi lei sorrise. Guardò la sorella, che con il ventaglio le fece cenno di allontanarsi. «Ma non lasciate la sala da ballo.»

Buon Dio, Petra aveva detto alla sorella della loro relazione? Si sentì la nuca rovente, com'era successo in chiesa quando quell'idiota di Beckridge aveva tenuto il suo sermone sui costumi sessuali dei parrocchiani.

Condusse Petra nello spazio riservato alle danze.

Le opportunità di conversazione erano limitate e le loro parole avrebbero potuto essere udite facilmente da altri, pertanto si limitò a convenevoli di cortesia fino al termine del ballo.

«Gradite un rinfresco?» chiese compito.

«Sì, sarebbe molto apprezzato» rispose lei a tono.

La accompagnò a una sedia accanto a un tavolino sul limitare dello spazio riservato alle danze e chiese a un cameriere di portare un bicchiere di punch rinfrescante.

Lei scoppiò a ridere quando le si sedette accanto. «Missione gestita con l'efficienza di un maggiore.»

Ethan sollevò un sopracciglio. «Be', non ho trascorso vent'anni nell'esercito senza imparare niente.»

«Che bello vedervi qui.»

«Anche per me. Sembrate a vostro agio qui in città come lo siete in campagna.»

Lei sospirò. «Avevo dimenticato quanto mi piaccia danzare. Forse potremmo convincere il proprietario del Green Man a organizzare delle serate danzanti. Ci servirebbe un numero sufficiente di adesioni per fare sì che ne valga la pena.»

Sarebbe tornata a Westram!

Per un momento Ethan sentì una gioia incandescente. Poi ricordò la ragione che l'aveva condotto a Londra. Quando fosse tornato a Longhurst, probabilmente l'avrebbe fatto come futuro sposo, se non addirittura come uomo già sposato. Il suo umore si incupì all'istante.

«L'idea non vi piace?»

Si costrinse a sorridere. «Penso sia un piano eccellente.»

«A Mrs. Beckridge non piacerà» rifletté Petra.

«In tal caso, insieme la sconfiggeremo.»

Lei sorrise. «Come avete fatto l'altro giorno.» Arrossì. «Oh, non avrei dovuto menzionarlo.»

«Difficile dimenticarlo. Quando se n'è andata gloglottava come un tacchino.»

Petra scoppiò a ridere. «Uno spettacolo che non dimenticherò finché avrò vita.»

Lo spettacolo che lui non avrebbe mai dimenticato era lei quando si abbandonava al piacere.

Si guardarono ed Ethan capì che gli sarebbe mancata per il resto della sua vita.

«Fareste davvero in modo che Beckridge se ne andasse, se sua moglie cominciasse a spettegolare?» gli chiese lei, curiosa.

Lui sospirò. «Non lo caccerei, ma devo ammettere che trovo i suoi sermoni molto sgradevoli e sua moglie anche peggio. Sto cominciando a pensare che potrei cercare di adescarlo per indurlo ad andarsene di sua spontanea volontà.»

Petra annuì approvando l'idea.

Sua sorella si diresse verso di loro, palesemente intenta a interrompere il loro tête-à-tête.

Ethan si alzò a malincuore. «Posso farvi portare un rinfresco, Lady Marguerite?»

«Vi ringrazio» rispose lei con un cenno rigido del capo.

Si allontanò per mandare un cameriere a portare alla gentildonna un bicchiere di ratafià e non tornò al tavolo delle signore, aveva già esaurito il tempo a disposizione per conversare con loro e non desiderava alimentare congetture. Mentre se ne andava, un altro ospite gli toccò il braccio. Quando si voltò, vide che era Pelham.

«Posso presentarvi mia nipote? Ermintrude, ti presento Lord Longhurst. Longhurst, la figlia di mia sorella, Miss Lambton.»

Sconcertato, Ethan fissò la giovane. Perché...? Rimase impassibile, ma dentro inorridì: era così che funzionava il mercato dei matrimoni. Pelham non sarebbe stato così ansioso di fare quelle presentazioni, se avesse saputo in che condizioni versassero le finanze di Ethan. Fino a quel momento lui e il suo esecutore testamentario erano riusciti a tenerlo nascosto. Si inchinò. «Piacere di fare la vostra conoscenza, Miss Lambton.»

La giovane alzò lo sguardo sul suo volto; non gli parve che fosse lieta di conoscerlo. «Milord» lo salutò con voce piatta.

Suo zio le sussurrò qualcosa all'orecchio e lei abbozzò un sorriso.

Pelham roteò gli occhi e si chinò verso Ethan. «È nervosa» gli sussurrò.

Ethan cercò di mettere la fanciulla più a suo agio. Certo lei non dimostrò alcun calore nei suoi confronti, ma si degnò di percorrere il perimetro della sala al suo braccio. Rispose alle sue osservazioni perlopiù con monosillabi, ma quando si formarono le coppie per un altro ballo, accettò di danzare con lui. Danzava con precisione, ma senza la grazia e la verve di Petra.

Quando Ethan si concesse di dirigere lo sguardo verso il tavolino dove aveva lasciato Petra, vide che se n'era andata. Avrebbe voluto dirle cosa gli riservava il futuro, ma un ballo non era il luogo adatto per rivelare le sue intenzioni.

Forse avrebbe acconsentito a uscire in carrozza con lui. In fondo alle stalle della sua dimora londinese aveva scoperto un elegante calessino, sarebbe stato facile noleggiare una coppia di cavalli per trainarlo.

Sfortunatamente la casa di città faceva parte dei beni vincolati al titolo, in caso contrario l'avrebbe venduta immediatamente. Anche quella aveva bisogno di cure, attenzioni e di una bella pulita. Anch'essa era stipata di mobili e cianfrusaglie fino al soffitto. Anzi, era anche peggio rispetto a Longhurst Park.