11

Con l'avvicinarsi dell'inverno, Petra si ritrovava sempre più costretta a restare in casa. D'altra parte, non aveva motivo per andare altrove. Longhurst Park restava vuota mentre Sua Grazia si tratteneva a Londra, senza dubbio intento a corteggiare la sua ereditiera e a prepararsi per prendere il suo posto all'apertura del Parlamento la settimana successiva.

Le sarebbe piaciuto essere là per assistere, sarebbe stato così orgogliosa di lui.

Una mattina, mentre lei e Marguerite facevano colazione, arrivò una lettera da Red. Miss Featherstone aveva acconsentito al loro matrimonio, che avrebbe avuto luogo in primavera.

«Finalmente» commentò Petra. «Anche se non capisco perché aspettare altri sei mesi.»

«È una donna fortunata» disse Marguerite. «Mi auguro che lo apprezzi come dovrebbe.»

Petra scoppiò a ridere. «Sicuramente si aspetta che sia Red ad apprezzare lei.»

Sua sorella sospirò. «Povero Red.» Si alzò. «È ora che torni al lavoro.»

«Come sta venendo?»

Marguerite fece una smorfia. «È difficile trovare idee sempre nuove.»

«Sono settimane che non mi mostri i tuoi disegni.»

L'altra guardò fuori dalla finestra. «Perché non c'è gran che da mostrare. Per lo più lavoro ai disegni ispirati alla natura che l'editore mi ha commissionato.»

«Ti tengono molto occupata.»

Marguerite fece una risata imbarazzata. «Sì, infatti. Un lavoro noioso, te l'assicuro. Si tratta per lo più della parte interna dei fiori, i loro organi riproduttivi. Molto tecnico e tedioso. Ti mostrerò uno di quelli a cui sto lavorando prima di spedirli.»

«Mi piacerebbe.»

«Mi chiedevo se potessi andare al mercato con Jeb oggi, in modo che io possa finire il mio lavoro. Ho bisogno di spedirlo domani.»

Dispiacerle? Sarebbe stata felice di uscire di casa, qualunque cosa purché la distraesse dalla nostalgia di Ethan.

Indossò abiti caldi e uscì a informare Jeb che avrebbe avuto soltanto la sua compagnia per recarsi a Oxted.

Lui sorrise e la aiutò a salire sul calesse. «Sua Grazia quando tornerà da Londra?» chiese.

Petra si irrigidì. «Non ne ho idea, Jeb. Perché me lo chiedi?»

«Mamma dice che non è la stessa cosa cucinare soltanto per Mr. O'Cleary, che mangia sempre in cucina.»

«Sono certa che tornerà appena i suoi affari a Londra glielo consentiranno.» Così Mrs. Stone avrebbe avuto altre due bocche da sfamare.

La sua gola si riempì di lacrime indesiderate, le inghiottì. «Ti serve qualcosa per le stalle?» chiese.

«Sì, milady. Mi serve del mais per Patch e dei chiodi. Nel capanno degli attrezzi ci sono un paio di assi che si stanno staccando.»

Petra aggiunse tutto alla sua lista.

Le compere al mercato a Oxted furono tranquille, anche se Petra trovava il mercanteggiare per ottenere il prezzo migliore stancante e alquanto di cattivo gusto. Sarebbe dovuto bastare per tenere occupata la sua mente, tuttavia si vide costretta a smettere di pensare a Ethan ogniqualvolta le capitasse di scorgere un uomo alto con i capelli chiari. Lui non viveva a Longhurst, pertanto non poteva trovarsi al mercato di Oxted.

Mentre Jeb andava a comprare il mangime, acquistò gli oggetti che aveva scritto nel suo elenco. Basta candele di sego, il miglioramento ottenuto da Marguerite nel suo contratto aveva consentito alle sorelle qualche piccolo lusso.

Contò il denaro che restava nel borsellino quand'ebbe acquistato tutto il necessario. Ne restava a sufficienza per comprare del tè di buona qualità. Si avviò tra i banchetti, quando una mano le afferrò la spalla.

Lei si voltò di scatto, aspettandosi di ritrovarsi a faccia a faccia con un tagliaborse. Con sua sorpresa scoprì che si trattava di Madame Rose. Quel giorno non indossava le sue vesti vistose, a parte i grandi orecchini ad anello e i braccialetti che tintinnavano a ogni movimento.

«Bontà divina!» esclamò. «Mi avete spaventata.»

«Vi chiedo scusa, milady» disse la donna con il suo accento marcato.

Petra sorrise, gentile. «Desiderate qualcosa?»

La donna la osservò con attenzione, socchiudendo gli occhi. «Voi siete triste.»

Petra aggrottò la fronte. «Sciocchezze.»

«Vi manca colui che vi rende felice. Presto lo rivedrete.»

«Se vi riferite a mio marito, siete fuori strada» disse lei con una risatina. «È alquanto improbabile che lo riveda presto.»

«Parlo dell'uomo alto, il lord dai capelli chiari.»

Perché tutti davano per scontato che lei fosse a conoscenza dei movimenti di Ethan? Scoccò alla donna un'occhiata spazientita. «Se vi riferite a Lord Longhurst, è ovvio che lo rivedrò. Siamo vicini e tra breve tornerà a Longhurst con sua moglie.»

Madame Rose scosse la testa e i suoi orecchini oscillarono avanti e indietro; Petra non poté fare a meno di domandarsi se le facessero male. «Vedete il futuro, milady?»

«Certo che no. Sono a conoscenza dei suoi piani.»

La donna sorrise consapevole. «Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e molti figli dell'amore.»

Petra rimase a bocca aperta. Senza rendersene conto, si premette una mano sul ventre, prima di ricordarsi che non era possibile. Tutto era andato come doveva quel mese con il suo ciclo.

Madame Rose sollevò le sopracciglia e i suoi occhi danzarono maliziosi. «Date un messaggio al lord, quando lo vedrete. I boschi sono finalmente puliti e ci chiediamo se abbia altri compiti per noi, dal momento che ormai è troppo tardi per trasferirci altrove per l'inverno.»

«Intendete rimanere a Longhurst tutto l'inverno?»

«Se Sua Grazia ce lo permetterà.»

«Dovreste parlare con Mr. O'Cleary. Sicuramente lui è in contatto con Sua Grazia.»

«Vedrete Sua Grazia prima di lui.»

Petra non voleva vedere Ethan, le avrebbe soltanto ricordato quanto si fosse sentita sola da quando l'aveva lasciato a Londra e quanto avrebbe continuato a essere sola. A volte desiderava non averlo mai incontrato. E altre volte sapeva che non si sarebbe mai voluta perdere le poche settimane che avevano trascorso insieme.

Madame Rose le batté una mano sul braccio. «Va tutto bene, piccola, troverete l'uomo del vostro cuore.»

Accidenti, quelle banalità erano fastidiose. «Per favore, parlate con Mr. O'Cleary.» Si voltò e si affrettò a cercare Jeb.

Dal momento che Jeb non era loquace, lungo la via del ritorno Petra si trovò a ripensare alla conversazione con Madame Rose. Mrs. Beckridge aveva ragione, quella donna era una ciarlatana che giocava con le emozioni delle donne infelici. Petra era dispiaciuta che gli zingari avessero scelto di soggiornare proprio in quell'angolo del Kent.

Mentre attraversavano il villaggio, chiese a Jeb di fermare il calesse, per recarsi a ritirare la posta all'ufficio postale.

Scese dal calesse ed entrò.

Mrs. Beckridge era al bancone; quando si voltò per andarsene e vide chi fosse in fila dietro di lei, arretrò di un passo, l'espressione disgustata.

Petra trasalì dentro di sé, ma finse di non notare lo sguardo di Mrs. Beckridge. La donna, tuttavia, non si lasciò ignorare, le si avvicinò e le sibilò: «Vi considerate tanto potente e altolocata, ma non siete migliore delle sgualdrine al Green Man. Dite a Lord Longhurst che quegli zingari devono andarsene. Nessuno osa più stendere fuori il bucato ad asciugare, finché gironzolano qui intorno». Con un cenno rigido della testa se ne andò.

Il direttore dell'ufficio postale guardò Petra insospettito.

«Come state oggi, Mr. Barker?»

«Così così, Lady Petra.» Si incupì. «È un vero peccato che Sua Grazia consenta a quegli zingari di restare sulla sua terra, sapete?» Le diede un'occhiata strana e Petra si sentì sprofondare lo stomaco. Mrs. Beckridge aveva raccontato ad altri ciò che aveva visto, nonostante le minacce di Ethan?

«In tal caso vi suggerisco di parlarne con Sua Grazia» disse decisa. «C'è posta per Westram Cottage

«Lo farei, se lo vedessi. Mia moglie ha perso la sua sottoveste preferita questa settimana. È molto arrabbiata. Forse, se voi non aveste convenuto con Sua Grazia che potevano restare...» Frugò tra la posta. «Niente per voi signore oggi.»

«Grazie.» Petra uscì.

Ecco cosa stava combinando Mrs. Beckridge, voleva che la gente del villaggio incolpasse lei per la decisione di Longhurst. Ironico che Petra fosse tanto scontenta per la loro presenza, quanto tutti gli altri. Forse c'era qualcosa che avrebbe potuto fare. Madame Rose aveva detto che avevano finito di ripulire i boschi, magari Petra sarebbe riuscita a convincere lei e gli altri ad andarsene.

O, meglio ancora, avrebbe potuto scrivere a Ethan informandolo che il problema con i furti di biancheria continuava e la sua presenza era necessaria.

Idea assai migliore.

Dopo quel che Madame Rose le aveva detto, preferiva non parlare più con quella donna.

Ethan non vedeva l'ora di rivedere Petra e comunicarle le novità. La sua lettera sugli zingari era giunta nel momento più opportuno. Fermò Jack fuori dal cottage e balzò a terra. Petra lavorava carponi in giardino.

Si alzò al suono dei passi e il suo sguardo si illuminò. «Ethan!» Mosse un passo verso di lui, poi si fermò, arrossendo. «Che piacere vedervi, Lord Longhurst.» Spostò lo sguardo sul cottage. «Non sapevo foste tornato da Londra. Posso offrirvi una tazza di tè?»

Era arrivato la sera prima, tardi, troppo tardi per recarsi in visita a Westram Cottage.

«Grazie, sarebbe molto gradita.»

Raggiunto il salotto, lo fece accomodare e suonò il campanello per farsi portare il vassoio con il tè. «Com'è andato il viaggio dalla città?»

«Eccellente. Sono partito nel momento in cui ho ricevuto il vostro biglietto, ma non posso fermarmi a lungo. Il quattro devo prendere il mio posto in Parlamento.» Era un compito che sarebbe stato lieto di aver portato a termine. Aveva deciso di parlare con Petra subito dopo, ma ricevere il suo biglietto gli aveva fatto cambiare idea e si era recato subito da lei.

Petra annuì. «Vorrei poter essere là e assistere al vostro primo discorso.»

«Non sarà tanto un discorso, quanto piuttosto un'interrogazione. Pelham mi ha consigliato di essere breve, a meno che intenda diventare un grande oratore. Cosa che, vi assicuro, non m'interessa.»

Si rabbuiò, Petra sembrava più pallida del solito, infelice. «Che problema avete con gli zingari?»

«Sembrerebbe che rubino la biancheria stesa ad asciugare.» Le sfuggì una breve risatina triste. «Come aveva predetto Mrs. Beckridge.»

«Siete certa che i colpevoli siano loro?»

Lei si alzò e andò alla finestra, guardò fuori, come se non volesse vedere la sua reazione. O forse per nascondere la propria. C'era in gioco più di quanto sembrasse.

«Chi altri potrebbe essere?» disse con tono evasivo. «So che a tutta prima non fummo d'accordo con Mrs. Beckridge, ma sembra che entrambi abbiamo avuto torto. Ormai gli zingari hanno finito di ripulire il bosco, non potreste chiedere loro di andarsene?»

«Ho detto loro che si sarebbero potuti fermare per l'inverno, se l'avessero voluto. Non sono solito rimangiarmi la parola data.»

Accidenti, non era di quello che avrebbe voluto parlarle. Eppure era restio a discutere una questione assai più delicata, finché quell'argomento li avesse visti in disaccordo.

Lei si voltò a guardarlo. «E se fossero colti in flagrante? A quel punto glielo chiedereste?»

Ethan chiuse gli occhi per un momento. «Andarsene sarebbe nel loro interesse, se uno di loro fosse sorpreso a commettere un atto criminale.» Socchiuse gli occhi e studiò il suo viso. «Non è l'unico motivo che avete per desiderare che se ne vadano, vero?»

Lei sospirò. «No. Sembra che gli abitanti del villaggio incolpino me e Marguerite per la presenza degli zingari. Perché abbiamo preso le loro difese contro l'opinione del vicario. Non dicono niente, ma non sono più amichevoli come una volta nei nostri confronti.»

«Di nuovo la Beckridge, suppongo.» Accidenti a lei, se quella donna non riusciva a creare problemi in un modo, ne trovava un altro per raggiungere i suoi scopi.

«Molto probabile.» Petra sorrise scontenta. «Anche se immagino che non abbia avuto bisogno di dire molto per metterli sul piede di guerra dopo la perdita di oggetti personali. Sono sicura che tutti temano che presto le loro case saranno saccheggiate.»

In qualità di proprietario terriero era responsabilità di Ethan proteggere i suoi vicini. Gli abitanti del villaggio e le due nobildonne vedove. Non intendeva lasciare che Petra fosse infelice per una questione d'onore. «Avete detto che nessuno li ha colti in flagrante?»

«Sfortunatamente no. Ho pensato di preparare una trappola.»

Ethan la guardò, allarmato. «Dovreste stare molto attenta. Qualunque creatura si trovi con le spalle al muro può diventare pericolosa, ma è una buona idea.»

«Per questo ho richiesto il vostro aiuto. Ho pensato di stendere una delle nostre tovaglie sul lauro nel giardino di fronte. Non sarebbe la prima volta che lo usiamo per asciugare i panni più grandi.»

«Intendete fare da esca?» L'idea non gli piaceva per niente.

«A chi altri potrei chiedere? Inoltre, gli abitanti del villaggio potrebbero esserci grati, se fossimo Marguerite e io a catturare finalmente i ladri.»

«V'importa davvero di cosa pensano di voi queste persone.»

«Naturalmente. Viviamo qui, essere ostracizzate dai nostri vicini sarebbe orribile.»

Ethan aveva una soluzione diversa per quel problema, ma non era il momento per parlarne. «Quando hanno luogo i furti?»

«In genere la sera. Sinceramente non avevo idea di quanto spesso capiti alla gente di dimenticare fuori il bucato durante la notte, anche se credo che adesso stiano assai più attenti. Negli ultimi due giorni, infatti, non ci sono stati incidenti.»

«Ecco cosa faremo. Tornerò dopo il crepuscolo, stabilirò un perimetro con O'Cleary intorno al bucato e acciufferemo i nostri ladri.» Si alzò. «Aspettate che me ne sia andato, prima di stendere i vostri panni.»

«Grazie, Ethan. Sapevo di poter contare su di voi.» Il cuore gli si scaldò all'udire le parole che nessuna donna gli aveva mai rivolto.

Petra avanzò tendendogli le mani e lui le prese nelle sue. Così piccole, così fragili. Se ne portò una alle labbra e le sfiorò le nocche. «Sapete che potete chiedermi qualunque cosa in qualunque momento.»

Gli occhi di lei si inumidirono per un attimo, come se le lacrime fossero vicine alla superficie, ma il suo sorriso lo indusse a credere di sbagliarsi. «Lo so» disse con voce arrochita. «Anche se non cercherò di approfittare della vostra gentilezza.»

Voleva che approfittasse di lui ogniqualvolta desiderasse. L'idea gli piacque e le sorrise a sua volta. Stava per prenderla tra le braccia, ma si fermò appena in tempo. Più tardi, quando avesse sistemato i ladri meschini che suscitavano la preoccupazione di lei.

Invece di stringerla tra le braccia, raccolse guanti e cappello. «Dopo aver steso la biancheria, rimanete in casa con la porta chiusa a chiave.»

Petra non riusciva a restare seduta, ogni minimo suono la faceva sussultare. Posò il libro, guardò fuori dalla finestra e scosse la testa. Non era ancora buio, ma presto lo sarebbe stato. Non c'era luce sufficiente per leggere. Ethan era già appostato là fuori? E se fosse arrivato troppo tardi?

No, era un uomo affidabile, era una delle cose che le piacevano di lui. Si alzò, accese le candele e tirò le tende, come facevano sempre a quell'ora di sera.

Marguerite alzò la testa dalla calza che stava rammendando. «Qualcosa non va, mia cara?»

«No. Perché me lo chiedi?»

«Hai sospirato.»

Oh, cielo. Non era molto brava a nascondere le emozioni. «Questo libro non è interessante come avrei creduto.»

«Cos'è?»

Petra guardò la copertina, l'aveva scelto a caso da una mensola e non aveva letto una sola parola. «Il vicario di Wakefield di Oliver Goldsmith.»

«Non ti piace? Io l'ho trovato molto avvincente. Infatti...»

Petra gettò il libro su una poltrona. «Non sono dell'umore.»

«In tal caso immagino tu non sia nemmeno dell'umore per leggerlo a me» disse Marguerite con una risata. «Dedicati al rammendo, cara. So che ne hai un po' da fare.»

Petra trasalì. Come avrebbe potuto starsene seduta a leggere o rammendare, mentre Ethan poteva essere là fuori a caccia di un criminale? E se l'uomo fosse stato pericoloso? «Te lo leggerò quando tornerò dal gabinetto.»

«Non vorrai uscire adesso, vero?»

«Non è ancora completamente buio. Ci vorrà solo un momento.»

Marguerite fece una smorfia. «Sicuramente sarebbe meglio...»

Petra uscì dalla stanza prima che la sorella potesse continuare. Certo, avrebbe potuto usare un pitale, ma poi avrebbe dovuto svuotarlo. Inoltre, quella del gabinetto era soltanto una scusa. Prese il mantello e aprì silenziosamente la porta sul retro, con l'intenzione di passare nel giardino di fronte senza essere vista a controllare se la tovaglia fosse ancora dove l'aveva lasciata. Certo, avrebbe potuto salire al piano superiore a guardare fuori, ma sarebbe stato difficile vedere cosa stesse succedendo.

Aveva mosso solo pochi passi, quando qualcuno la afferrò da dietro e le coprì la bocca con una grande mano calda. Il profumo di colonia tradì l'identità del suo aggressore. Ethan. Si rilassò. Lui la voltò e le sollevò il cappuccio sulla testa. «I vostri capelli chiari» sussurrò.

Oh, se n'era dimenticata.

«Avrei dovuto immaginare che non avreste aspettato dentro» le borbottò lui all'orecchio mentre percorreva il sentiero e la portava a nascondersi dietro la siepe.

«Non è venuto nessuno?» sussurrò lei.

«Non ancora.»

«C'è anche Mr. O'Cleary?»

«Sì. Silenzio.»

Petra tacque, piacevolmente premuta contro il suo corpo forte e caldo. Mentre i minuti passavano, pregò che Marguerite non uscisse a cercarla. Il cigolio dei cardini del cancello, una sagoma tarchiata che restava immobile a quel suono, poi procedeva in punta di piedi lungo il sentiero e sull'erba. In un secondo la tovaglia fu strappata dal cespuglio e arrotolata sotto il mantello dell'intruso.

Ethan e Mr. O'Cleary uscirono dai loro nascondigli. «Non muovetevi!» intimò Ethan, severo.

Il ladro strillò e si precipitò verso il cancello, ma fu afferrato intorno alla vita da Mr. O'Cleary che alzò il pugno e subito dopo arretrò, sbigottito.

«Ho una pistola!» esclamò Ethan.

Il ladro emise un singhiozzo strangolato. Mr. O'Cleary scoprì la luce di una lanterna che doveva aver portato con sé per quella ragione.

Un volto spaventato si contorse per il bagliore improvviso.

«Buon Dio!» esclamò Ethan.

«Oh, numi!» boccheggiò Petra. «Mrs. Beckridge, siete voi?»

La donna raddrizzò la schiena, oltraggiata. «Qualcuno doveva pur fare qualcosa per indurre Sua Grazia ad ascoltare la voce della ragione.» Nonostante la sua spavalderia, le tremò la voce.

«Sciocchezze» disse Petra asciutta. «Come osate cercare di accusare gli zingari dei vostri furti? Domattina, per prima cosa, renderete ai derubati quanto avete sottratto e vi scuserete per lo spavento che avete fatto prendere loro. Lord Longhurst, immagino che accompagnerete questa donna da suo marito?»

«Infatti. E intendo scambiare due parole con quel degno gentiluomo.»

Mrs. Beckridge gemette.

«Lady Petra» continuò Ethan, «passerò a trovarvi domani, per comunicarvi la conclusione degli eventi di questa notte.» Fece un inchino, poi afferrò il braccio di Mrs. Beckridge. «Da questa parte, madam.»

La porta d'ingresso si aprì e Marguerite apparve sulla soglia, illuminata dalla luce dietro di lei, la paletta per il carbone brandita sopra la testa. «Chi c'è lì fuori? Fatevi vedere» intimò con tono titubante.

«Va tutto bene, mia cara» le rispose Petra. «Sono soltanto io.»

«Cosa sta succedendo?»

«Uno scambio di persona» rispose sua sorella, mentre la raggiungeva. La prese sottobraccio e la portò in casa, certa che Ethan avrebbe gestito la questione in modo più che soddisfacente.

Si fidava di lui assai più di quanto si fosse mai fidata di Harry. E le piaceva, più di quanto avrebbe dovuto piacere a qualcuno che aveva giurato di non risposarsi mai.