Ethan aveva atteso tutta la serata quel ballo con Petra, ma qualcosa era cambiato nel frattempo. Mentre prima lei era parsa contenta di vederlo, in quel momento il suo sorriso era esagerato, la risata artefatta. E un valzer non era il momento giusto per una conversazione seria.
Mentre la musica si avvicinava al termine, lei alzò lo sguardo con l'ennesimo sorriso forzato e fece una riverenza. «Vi ringrazio, milord.»
Per un momento Ethan fu tentato di andarsene. Era ciò che aveva sempre fatto a casa, quando suo padre era di cattivo umore e la madre cominciava ad agitarsi, inquieta, ma quella sera sarebbe stato diverso, intendeva arrivare fino in fondo. Se Petra era turbata, voleva sapere per quale motivo.
La accompagnò in sala da pranzo, la aiutò a servirsi, poi trovò loro un tavolo in un angolo. Nemmeno quello era il posto più adatto per una conversazione seria, ma si sarebbe dovuto accontentare.
Un cameriere portò loro da bere, vino per lui, ratafià per lei, poi finalmente furono tanto soli quanto avrebbero potuto essere in una sala affollata.
«Cosa vi rende infelice?» le domandò.
«Di cosa state parlando?» Sembrava sospettosa.
«Ritengo che ci conosciamo a sufficienza per cogliere l'uno l'umore dell'altra. Non posso sapere cosa sia successo, ma so che qualcosa vi turba.»
L'espressione di lei si addolcì, come se Ethan avesse detto qualcosa che le aveva toccato il cuore. Poi Petra raddrizzò le spalle, e sembrava si preparasse a dire qualcosa di sgradevole. Quei segnali contraddittori lo stavano facendo impazzire.
«Volevo scusarmi per aver dubitato della vostra parola la sera del falò, riguardo a Kitty. Sbagliai a reagire in quel modo.»
Ecco qualcosa che non si sarebbe aspettato. Come dirle che capiva perfettamente perché avesse reagito in quel modo, senza rivelarle che era a conoscenza del comportamento del suo defunto marito? «Non datevi più alcun pensiero per questo.»
Lei aggrottò la fronte.
Evidentemente non era la cosa giusta da dire. Maledizione, la maggior parte del tempo si erano parlati in modo sincero e onesto e, inoltre, Ethan non era un politico, abituato a girare intorno alla verità. «Per essere onesto, avreste dovuto sapere che non mi sarei mai comportato in modo disonorevole.»
Ecco, lo aveva detto, la verità. Petra rimase a fissarlo a bocca aperta.
«Avanti, mangiate la vostra cena» le disse lui sottovoce.
Lei si portò la forchetta alla bocca con un gesto meccanico, masticò e deglutì. Poi gli rivolse un sorriso tanto luminoso quanto posticcio. «Avete ragione, avrei dovuto saperlo.» Pronunciò quelle parole con espressione seria, ma qualcosa in lei non gli lasciò presagire nulla di buono.
«Dobbiamo parlare dove nessuno possa sentirci» mormorò.
«Concordo.» Petra si guardò intorno. «Dove?»
«Camera mia.»
«Siete ospite qui?»
«Sì. I banditori stanno ancora preparando per la vendita tutti gli oggetti a casa mia e ci sono acquirenti che vanno e vengono tutto il giorno, pertanto Lady Frances mi ha offerto di restare da lei nel frattempo. In realtà penso che voglia tenermi d'occhio, nel caso decidessi di darmi alla fuga.»
A quelle parole lei scoppiò a ridere, una risata genuina. Ethan si rilassò, un poco.
«Avete voglia di fuggire?» gli chiese con tono gentile.
«Da qui? Certamente.»
«Intendevo dal vostro ruolo di conte.»
«Neanche un po'. Per quanto detesti ammetterlo, ritengo che il generale Wellington se la caverà contro Napoleone anche senza il vostro aiuto, mentre Longhurst ha assolutamente bisogno del suo conte.»
E intendeva fare il meglio possibile, qualunque fosse stato il risultato di quella serata. A ogni modo, sarebbe stato assai meglio se fosse riuscito a convincerla a stare al suo fianco.
«Dove si trova la vostra camera?» chiese lei sottovoce.
«Al primo piano. Vi aspetterò tra un'ora in cima alle scale.»
Finito di cenare, Ethan la accompagnò da sua sorella, danzò con la fanciulla successiva che gli fu presentata da sua cugina, poi si allontanò.
Il cuore che le martellava nel petto, lo stomaco stretto da un nodo, Petra si sentiva una scolaretta intenta a combinare marachelle. E se qualcuno l'avesse vista? Marguerite avrebbe potuto perdonarla, ma Red non lo avrebbe mai fatto. E se Ethan le avesse detto che aveva chiesto a un'altra donna di sposarlo? O che non l'aveva perdonata per non aver avuto fiducia in lui? Fu tentata di tornare sui suoi passi due volte.
La prima quando si scusò con Marguerite e si allontanò, la seconda quando posò il piede sul primo gradino. D'altra parte, non era arrivata a Londra dal Kent per partecipare a quel ballo senza essere stata invitata, solo per strisciare via senza dare nell'occhio. Se non si fosse chiarita con Ethan, se ne sarebbe rammaricata per il resto della sua vita. Si guardò intorno, non vide anima viva, pertanto trasse un respiro profondo e si affrettò a salire al piano superiore.
Come promesso, lui la aspettava in cima alle scale.
La baciò, un breve bacio in piena bocca che la lasciò al tempo stesso sgomenta e deliziata, poi percorse veloce alcune iarde lungo il corridoio e aprì la porta della sua camera. O, per meglio dire, il suo appartamento.
La prima camera era un salotto elegante, con divano, poltrone e mobili di splendido legno lucido. I colori dominanti, blu e rosso tenui, lo facevano sembrare un ambiente molto mascolino. Una porta interna conduceva a un'altra camera, che Petra immaginò fosse quella da letto.
«Decisamente fastoso» commentò mentre si guardava intorno.
«Essendo il conte, mi spetta la camera migliore della casa.»
Lei ridacchiò. «Mi sembra di sentire Lady Frances che lo dice.»
Lui sorrise. «Sedetevi, vi prego.» Versò a entrambi un poco di brandy, le porse un bicchiere e le si sedette accanto sul divano. «Tanto vale stare comodi.»
Sempre così premuroso.
Lei sorseggiò il liquore, un brandy eccellente. Fu lieta che Lady Frances si stesse prendendo cura di lui così bene.
Ethan la osservò per un momento. «Volete cominciare?»
Voleva? Sì, doveva. Perché, se non lo avesse fatto, avrebbe corso il rischio di non dire mai ciò che andava detto. «Mi dispiace per essere saltata a una conclusione tanto affrettata riguardo a voi e Kitty Jenks. La nostra amicizia per me è troppo preziosa per non tentare di scusarmi. Avete ragione quando dite che avrei dovuto sapere che non avreste mai fatto niente del genere. Spero che vorrete perdonarmi.» Di una cosa era certa, se lui l'avesse odiata o disprezzata, non lo avrebbe sopportato.
La bocca di lui si strinse. «Anche per me la nostra amicizia è preziosa.» Esitò. «Per essere sincero, dal momento che avevate già respinto la mia proposta di matrimonio, non capii perché reagiste così male quando una giovane cameriera alticcia mi approcciò in modo disdicevole, come se fosse tutta colpa mia.»
Era riuscito a offrirle l'opportunità di spiegarsi, rivelare le sue paure più profonde. Ammesso che lei avesse il coraggio di approfittarne.
Petra sorseggiò ancora il liquore, forse per farsi coraggio, forse per prendere tempo o, forse, ambedue le cose, non lo sapeva nemmeno lei. Ma se non avesse approfittato di quell'occasione per spiegarsi, come avrebbe potuto aspettarsi che lui capisse?
«Ero molto giovane quando incontrai Harry, mio marito» disse. «Avevo tredici anni. Lui ne aveva solo tre di più, anche se allora mi sembrava molto più grande. Era affascinante e divertente e mi parlava come se fossi la persona più interessante al mondo, a differenza dei miei fratelli, che non vedevano l'ora di liberarsi di me. Per loro ero soltanto una seccatura.»
«Non ho mai avuto fratelli, pertanto per me è difficile capire, ma ricordo che alcuni amici avevano delle sorelle minori. Era lo stesso anche per loro.»
«Harry era completamente diverso dai miei fratelli. Così affascinante. Trovava sempre il tempo per parlare con me. Più tardi capii che era più forte di lui, non esisteva una femmina che non sentisse di dover incantare. Ma, allora, credevo di essere l'unica e decisi che lui era l'uomo che avrei sposato.»
Chinò la testa, piena di vergogna, al ricordo di come avesse brigato per trovarsi in sua compagnia ogni volta che lui si era recato in visita a casa della sua famiglia.
«Siete una donna molto determinata» disse Ethan con tono gentile. «Non è un tratto negativo.»
Lei abbozzò un sorriso. «Non ne sono così sicura. Ero una mocciosa viziata, abituata a ottenere tutto ciò che volevo. Mia madre morì poco dopo la mia nascita e io le somiglio molto. Tutti i miei fratelli maggiori hanno sempre detto che ero la preferita di nostro padre e, per la verità, lo sapevo. E sfruttavo questa sua debolezza per ottenere tutto ciò che volevo.»
«E volevate Harry.»
«Sì. Per sua sfortuna, anche suo padre desiderava quel matrimonio. Lavorava nel commercio, quale modo migliore per migliorare la posizione della famiglia che accasarsi con un membro della nobiltà? Sborsò una somma considerevole per il privilegio di entrare a far parte della nostra famiglia. Sembra che Harry fu costretto a chiedermi di sposarlo. Io non avevo la benché minima idea che fosse stato costretto. Avevo la testa piena di sogni romantici ed ero orgogliosa di essere sua moglie. Finché lo sorpresi mentre baciava una delle mie amiche a una festa. Un'altra volta lo trovai intento a civettare con la mia cameriera. Lui ne rise, incolpò la mia amica e la cameriera e disse che non sarebbe più successo. Invece successe ancora. Ripetutamente.»
Si sentì il cuore gonfio di tristezza, non era mai stata abbastanza per Harry.
«Alla fine lo accusai di non amarmi, in caso contrario non avrebbe ceduto alla tentazione. Mi disse che non mi aveva mai amata e che avrebbe preferito non avermi mai incontrata. Disse che sposarmi gli aveva rovinato la vita. Il giorno successivo partì per unirsi all'esercito nella penisola iberica, portando con sé mio fratello e mio cognato. Avevano fatto una stupida scommessa riguardo a chi sarebbe stato il soldato migliore tra loro. Non avrei mai dovuto obiettare alle sue avventure. Si comportava solo come tutti gli uomini alla moda. Tutte le mie amiche me lo dissero.»
Ethan le prese la mano e la accarezzò. Nonostante i guanti, fu una sensazione gradevole, confortante. «State dicendo che, dal momento che gli rinfacciaste le sue infedeltà, avreste in qualche modo causato la sua morte?»
«Se gli avessi lasciato fare come voleva, non sarebbe partito per la guerra e Marguerite e Carrie non avrebbero perso i loro mariti. Giurai che non mi sarei mai risposata, mi sembrava chiaro che non ero tagliata per essere una brava moglie.»
«Quell'uomo fu un vero sciocco a non capire quale tesoro avesse trovato.»
Il cuore di Petra ebbe un battito doloroso. Lei deglutì. «È ciò che mi disse anche la mia famiglia. Ma come posso crederci? Stetti addosso a quell'uomo finché non ebbe altra scelta se non propormi di sposarlo. Trascorsi ore in sua compagnia nella nostra tenuta, eppure non lo conoscevo per niente. Detestava la campagna. Era felice solo quando si trovava a Londra, dove poteva giocare a carte e partecipare a un ballo dopo l'altro.»
«Avrebbe dovuto dirvelo prima che vi sposaste.» Ethan fece una smorfia amareggiata. «Ho conosciuto uomini come vostro marito, uomini che devono conquistare ogni donna che incontrino sul loro cammino. La maggioranza di noi preferisce restare fedele alla propria moglie, sapete?»
«Lo so. Ci dev'essere qualcosa di sbagliato in me, se non sono riuscita a mantenere il suo interesse. Ecco cosa lo rende tanto difficile, sapere che, se fossi stata una moglie migliore, una donna più interessante, Neville Saxby e l'altro mio fratello oggi potrebbero essere ancora vivi.»
«Sciocchezze, faceste tutto ciò che ci si può aspettare da una moglie, per non parlare del fatto che siete bellissima, dolce e intelligente. Cosa potrebbe desiderare di più un uomo in una moglie?»
Non bastava, non senza amore.
Lei scosse la testa, desolata. «Non lo so.»
Il suo cuore provò compassione per lei. Ethan sperimentò una sensazione dolorosissima nel petto, quando capì quanto fosse stata maltrattata Petra, non soltanto dal marito, che era stato palesemente un asino, ma anche dalla sua famiglia, che le aveva consentito di sposarsi tanto giovane.
Aveva imparato che tutti i ragazzi attraversavano quello che comunemente era definito amore giovanile. Lui stesso lo aveva sperimentato con la moglie di uno dei suoi superiori quando aveva circa sedici anni. Per settimane l'aveva guardata con grandi occhi da cucciolo; per fortuna lei era stata gentile e materna ed Ethan si era ripreso in fretta. Più tardi, maturando, lo aveva riconosciuto per quello che era, quando altre reclute avevano vissuto esperienze analoghe.
Nessuno di loro aveva mai sposato l'oggetto della propria devozione, ma la maggior parte di quelle donne era stata già sposata.
«Petra, immagino che Harry si sia sentito lusingato dalla vostra adorazione e che gli abbia dato alla testa. Ma era tre anni più vecchio e più saggio e, una volta accettato di sposarvi, avrebbe dovuto compiere il suo dovere e restare fedele a sua moglie.»
«Il suo dovere» ripeté lei, sbigottita.
Maledizione.
Ethan chiuse gli occhi per un momento. «Ah, sì, la mia proposta.»
Lei ritrasse la mano dalla sua e se le strinse in grembo. «Vi prego, non pensiate che mi aspetti che mi proponiate di sposarvi ancora una volta. Non è così. Non accetterei...»
Lui le posò la punta di un dito sulle labbra. «Sono stato un asino.»
Petra tenne lo sguardo fisso sulle mani, ma Ethan capì che lo ascoltava quando la vide raddrizzare la schiena.
Si costrinse a proseguire. «Ho blaterato di amicizia, dovere e compagnia, quando invece avrei dovuto dirvi cosa c'è nel mio cuore. Petra, sono stato cresciuto in una famiglia in cui mio padre usava l'amore come arma. Se capitava che non facessi esattamente ciò che voleva lui, non lo incensassi, non cercassi di compiacerlo in ogni modo, non lo amavo e non lo rispettavo come avrei dovuto. Non gl'importava dei risultati e dei successi degli altri, a meno che accrescessero i suoi. E quando capitava che perdessi il suo favore, il che succedeva spesso, perdevo anche il favore di mia madre. Lei mi sussurrava che mi amava, ma non prendeva mai le mie difese contro mio padre, nemmeno quando sapeva che avevo ragione. Non che io fossi l'unico a soffrire a causa del suo orgoglio, anche mia madre subiva i suoi malumori e le sue accuse. Quando mi arruolai nell'esercito, credetti di aver trovato un porto pacifico.» Scoppiò a ridere. «Che ironia, vero?»
Petra lo guardava. «Sembra che non siate mai stato sicuro di essere amato.»
«Non ero amato, nel vero senso della parola» ribatté lui, piatto. «E imparai a diffidare dell'uso di quella parola. In genere seguiva una qualche punizione.»
«Oh, Ethan. Mi lamento perché la mia famiglia mi ha amato troppo e invece voi foste privato di ogni briciola di intimità familiare. Come sono egoista!»
Lui le prese una mano e se la portò alle labbra. Non sapeva come fosse riuscito a rivelarle ciò che le aveva detto, ma la reazione di Petra era proprio ciò di cui il suo cuore ferito aveva bisogno, qualcosa dentro di lui cambiò e il tono delle sue parole lo riflesse. «No. Tu sei una persona capace di dare e ricevere amore. Io, invece, ho evitato qualunque cosa fosse più intima rispetto a una lontana amicizia, o alla compagnia. Credevo di essere più felice in quel modo. Ma quando mi hai detto, giustamente, che ciò che ti avevo offerto non ti bastava, ho cominciato a pensare che forse mi stessi perdendo qualcosa di importante. Petra, carissima, ho attraversato la mia vita sentendomi ragionevolmente soddisfatto, appagato dal mio lavoro e certo del mio onore, finché ho incontrato te. A quel punto ho cominciato a sentirmi a disagio.»
«Oh, Ethan, mi dispiace tanto. Non immaginavo di metterti a disagio.»
Diavolo, non era ciò che intendeva lui, proprio per niente.
«Ciò che sto cercando di dirti è che, benché mi ci sia voluto del tempo per capire cosa sia cambiato, ora mi rendo conto che ti amo. Sì, sono innamorato.» Si accorse con una piccola smorfia che la sua voce sembrava sorpresa, quando invece avrebbe voluto suonare deciso e sicuro di sé.
Lei lo guardò preoccupata. «Davvero?»
«Davvero.» Gettò al vento ogni cautela e si inginocchiò. «Tesoro, ti amo pazzamente. Sposami, ti prego.»
Il bel viso di lei si contrasse come se stesse per piangere e un brivido gli corse nel sangue. Stava per respingerlo, ancora una volta, aveva detto troppo poco e troppo tardi.
«Ma io sono una vedova e non ho niente da portare in un matrimonio. E se tu dovessi stancarti di me e andare a cercare compagnia altrove? Non potrei sopportarlo.»
Ethan la prese tra le braccia e la tenne vicino. «Non può succedere, perché ti amo davvero, sinceramente. Tutto il mio cuore è tuo, amore mio. Non resta niente per nessun altro, te lo garantisco.»
Le sfiorò le labbra con le sue e lei lo guardò, timida. «Ethan, ti amo così tanto. Fino a questo momento ho avuto paura di fidarmi di ciò che il mio cuore mi diceva. È stato talmente doloroso quando ho creduto di averti perso.»
Il cuore gli si gonfiò nel petto all'udire quella confessione dolorosa. La strinse tra le braccia. «So che quest'amore mi accompagnerà per tutti gli anni della mia vita. Non ti darò mai motivo per dubitare di me, tesoro, te lo prometto. Vogliamo andare ad annunciare il nostro fidanzamento agli ospiti?»
«Come? Adesso?»
«Hai ancora qualche dubbio, mia cara?» Trattenne il respiro, poi lo lasciò libero. La sua Petra era sincera e fedele quanto lui. E anche coraggiosa, non si sarebbe mai tirata indietro di fronte a una sfida.
«Nessun dubbio.» Poi trasalì. «Oh, cielo. E Marguerite? La lascerò sola.»
«La inviteremo a vivere con noi. C'è una quantità di camere a Longhurst. Potrebbe avere un'intera ala tutta per sé se lo volesse, amor mio.»
Amor mio, non si sarebbe mai stancato di ripeterlo. Fino a quel momento non si era reso conto che fosse l'unica cosa che non aveva. Non l'aveva mai avuta, invece era l'unica cosa di cui avesse davvero bisogno.
Lei aveva il cuore riflesso negli occhi, quando lo guardò. «Oh, Ethan, grazie. Ti amo così tanto. Sei il più gentile, il più dolce...» Gli gettò le braccia al collo e lo baciò.
E non si sarebbe mai stancato dei suoi baci. Quando si separarono, qualche momento dopo, ambedue sorridevano come bambini. Ethan non ricordava di essersi mai sentito tanto felice come in quel momento.
Le strinse la mano. «In tal caso, non perdiamo tempo, ti prego. Annunciamolo al mondo. Oggi. Adesso.»
«Vedo che non hai alcuna compassione per tutte quelle debuttanti che aspettano in sala da ballo, speranzose di riuscire a conquistare un conte.»
Lui scoppiò a ridere. «Non quando riesco a pensare soltanto a te.»
Petra sospirò. «È la cosa più romantica che abbia mai sentito. D'accordo, facciamolo.» Deglutì. «Ma... cosa dirà Lady Frances?»
Lui fece un sorrisetto. «Farà ciò che farebbe qualunque generale assennato di fronte alla sconfitta. Si ritirerà in buon ordine e dirà che ha sempre fatto parte del suo piano.»
«In tal caso, in guardia, Macduff, perché questa notte sarà nostra.»
«E tutte le notti successive.»
Poi, mano nella mano, scesero in sala da ballo a dare il felice annuncio.