Note Storiche
Sulla pirateria
Il periodo storico in cui si svolgono gli eventi narrati nel romanzo, è denominato “epoca d’oro della pirateria ”. Negli anni tra il 1700 e il 1722, sul Mar dei Caraibi, si sono susseguiti decine di capitani pirata le cui gesta sono giunte fino a noi. John Avery, Edward Teach, Howell Davis, Stede Bonnet, Charles Vane sono alcuni dei protagonisti di questa epoca storica.
Nel romanzo compaiono quattro pirati realmente esistiti, complici di aver ispirato le storie narrate. John Rackham, detto “Calico Jack” è uno dei capitani più famosi nell’immaginario collettivo poiché ha arruolato nella sua ciurma ben due donne. Mary Read, l’eccezionale donna che, prima di imbarcarsi come pirata, ha combattuto nelle campagne europee come soldato, ed Anne Bonny, la giovane, spregiudicata figlia di un ricco possidente divenuta l’amante di John Rackham. Queste due eccezionali figure femminili hanno da sempre esercitato su di me un fascino irresistibile, e Scarlett Baker è senza dubbio stata forgiata sull’eco delle loro incredibili gesta.
L’altro pirata che compare nel romanzo è John Roberts, “Black Bart”, un uomo volitivo che tra il 1718 e il 1722 ha rovesciato l’intero commercio delle colonie inglesi e francesi tra i Caraibi e la Costa d’oro in Africa, predando oltre quattrocento velieri. Un capitano che si è distinto dagli altri pirati per la sua grande ambizione. L’ho voluto inserire nel romanzo perché è stato proprio lui a ispirare la figura di Johnny Shiver. Roberts è il pirata che più mi ha affascinato, tanto da indurmi a scrivere un intero romanzo su di lui, ma questa è un’altra storia…
Intorno al 1718, il problema dei pirati si era fatto troppo grave per la corona inglese. Una questione spinosa e di difficile gestione. Per risolverla si pensò a una soluzione diplomatica, qualcosa che potesse eliminare i pirati e allo stesso tempo sfruttarli come risorsa.
Per questo motivo, il 5 settembre del 1717, Giorgio I emanò l’editto reale che dispensava il perdono a tutti i predoni che si sarebbero consegnati all’autorità entro il settembre del 1718. La grazia aveva il doppio compito di togliere i pirati dal mare e di farli ritornare a disposizione della corona, in qualità di corsari, per una eventuale guerra con la Spagna.
L’incarico di portare l’editto ai Caraibi fu affidato a un uomo dalle straordinarie abilità tattiche e politiche. Woodes Rogers, il corsaro che nei primi anni del XVIII fu protagonista di uno straordinario viaggio intorno al mondo, da cui ritornò vincitore e con in tasca una buona dose di oro spagnolo. Rogers era da tutti considerato un eroe, un uomo capace di districarsi in situazioni difficili, scaltro abbastanza da rimettere insieme una colonia come quella delle Bahamas, per anni covo dei pirati.
Rogers riuscì nel suo intento. Nassau venne ripulita dai pirati. La maggior parte accettò il perdono, tranne alcuni temerari, come Teach, Vane, Rackham. Insieme alla dispensa reale, tuttavia, arrivò una stretta violenta e severa nei confronti di tutti coloro che non avevano accettato la misericordia del re.
Nei quattro anni che seguirono l’editto, caddero una dopo l’altra le teste di coloro che battevano la bandiera nera.
La pirateria è un fenomeno antico come il mondo, che perdura ancora oggi. Ha cambiato forma nel corso dei secoli, ma la figura romantica che tutti noi evochiamo quando pensiamo ai capitani pirata è nata in questi anni del diciottesimo secolo.
Criminali spietati e sciacalli, i pirati di quest’epoca erano frutto di una società che iniziava a organizzarsi nel modello capitalistico noto a noi tutti. Erano gli scarti di una politica efferata, di marine mercantili e militari che badavano meno al salario e più alla frusta. Il loro modo di organizzarsi era un macabro tentativo di riprodurre una società egualitaria e democratica. Erano considerati i nemici del genere umano, ma se da un lato l’autorità li combatteva, dall’altro li favoriva. In un contesto come quello delle Indie Occidentali, dove i governi avevano solo una piccola estensione, spesso dimenticata, la corruzione fioriva e i capitani più potenti erano supportatati da governatori e funzionari delle colonie, che erano contenti di guadagnare con i facili bottini conquistati dai pirati.
Nel mio romanzo ho cercato di dar voce ai gesti criminali ed efferati di questi pirati, ma di raccontare anche gli errori di una società complice di averli gettati per mare.
C’e una bellissima frase nel primo capitolo del libro di Philip Gosse, “Storia della pirateria”, che racchiude il sentimento con cui, fin dalla prima versione, mi sono approcciata a questo romanzo: “Dopo tutto i pirati erano degli uomini e come tutti gli uomini rivelano l’infinita varietà della natura umana. La storia dei pirati può essere una storia di uomini malvagi, ma è pur sempre una storia di uomini”.
I luoghi
Kingston, in Giamaica, fu ricostruita sulle macerie di Port Royal che nel 1692 venne distrutta da un violento terremoto che la rase quasi completamente al suolo. Molti dissero che si trattò di una punizione divina perché la città era diventata il covo di pirati e uomini corrotti. Dopo la ricostruzione, Kingston divenne il simbolo dell’autorità inglese e Port Royal continuò a vivere come quartiere del nuovo insediamento. L’attacco alla città è di mia invenzione ai fini della trama, e Roberts non partecipò mai a un’impresa simile.
Nassau e le Bahamas erano stati per anni il covo di pirati senza regole. Woodes Rogers riuscì a ripulirla nel giro di un paio di anni, riuscendo a farla diventare uno dei fulcri di potere delle colonie inglesi.
English Harbour, nel Sud di Antigua, fin dal XVII fu un porto della marina britannica, For Berkeley venne costruito intorno al 1704. Gli inglesi decisero di costruire in quel luogo le loro postazioni di difesa, grazie alla naturale conformazione della baia, che permetteva di proteggere le navi ormeggiate e di controllare la vicina colonia francese della Guadalupa.
Il "Nelson’s Dockyard”, che oggi sorge poco distante dall’attuale insediamento di English Harobour, è un sito patrimonio dell’Unesco, deve il suo nome all’ammiraglio Horatio Nelson che visse nella base della marina tra il 1784 e il 1787.
Devil’s Bay e Saba, sono invece isole di mia invenzione.
Breve storia del romanzo
La Stella di Giada nasce nel 2008 ed è il mio primo romanzo in assoluto. Nel corso di questi anni ha mutato pelle più volte, ha subito innumerevoli riscritture, fino ad arrivare nel 2013 quando decisi di pubblicarlo per la prima volta. Nonostante il successo ottenuto, sapevo che mancava ancora molto alla storia. Primo fra tutti un adeguato contesto storico, nella prima versione i luoghi erano tutti inventati, le vicende esagerate, determinati rapporti dei personaggi poco approfonditi. Per questo l’ho tolto dalla vendita, smontandolo pezzo per pezzo, per riscriverlo, editarlo e incastrarlo al meglio nell’epoca storica in cui è ambientato. Oltre cento pagine sono state tagliate dalla prima versione pubblicata, un duro lavoro che è stato difficile affrontare ma necessario per ottenere un risultato che mi ha finalmente soddisfatto e spero che La Stella di Giada vi abbia regalato le stesse emozioni provate da me in questi lunghi anni di lavoro.