Tempo e luce

Tempo e luce sono le costanti che inquadrano, aprono e chiudono cammini e orizzonti alla vita umana, alla vita tutta, potremmo dire, in questo Pianeta. E sono il modo di abitare nella luce e la sua privazione e il modo di transitare nel tempo, a determinare i modi diversi di essere uomo che appaiono nelle cosiddette «Culture» o Civilizzazioni.

Le nostre, di culture, hanno visto accentuarsi sempre più la loro semplificazione e il loro restringimento, tanto da provocare le successive ribellioni, il presentarsi di ogni nuovo modo di conoscenza in forma di dissidio, di aggressione, di sconvolgimento. E anche, così, il prodursi dei totalitarismi, persino oggi che la loro sconfitta appare definitiva.

La chiarezza omogenea, estesa, e il tempo uguale e lineare, appaiono stabiliti dal predominio della coscienza, della coscienza in solitudine. Era inevitabile che contro la coscienza, in rivolta, o di fronte a essa e perciò dipendendone, apparissero zone dell’umano come il subconscio e lo stesso inconscio. E l’irrazionalità in quanto tale, che reclama i suoi diritti perduti. Come dèi sconfitti, reclamano, questa e quelli, il potere del buio.

Una nuova concezione della chiarezza, un’attenzione alle forme discontinue della luce e del tempo, si fa ormai strada, anche nella cosiddetta Psicologia del profondo. E nella Fenomenologia di Husserl. Entrambe mancano di un’ultima esplorazione metafisica, di una metafisica sperimentale volta a rendere possibile, senza pretese di totalità, l’esperienza umana, e la cui nascita non può non essere imminente.

1939