Ringraziamenti
Si scrive in ogni libro, ma è vero: per ogni pubblicazione le persone da ringraziare sono sempre molte.
Sebbene non segua necessariamente un preciso ordine cronologico desidero
iniziare esprimendo la mia riconoscenza verso le due istituzioni che mi hanno
permesso materialmente di svolgere ricerche e completare questo lavoro. In
particolar modo, ringrazio Luigi De Sanctis, Direttore dell’Ufficio Didattico presso l’Ambasciata italiana in Washington per la generosa borsa di studio concessami dal
governo italiano durante il mio anno sabbatico nel 2006-07 e la mia università, la Catholic University of America, nelle persone di George Garvey e James
Greene, per i fondi dispensati in varie borse di studio estive, finalizzati
alle ricerche e alla stesura del libro. Ai miei studenti dei vari corsi sulla
Shoah che ho insegnato alla Georgetown University, alla University of Maryland,
e alla Catholic University of America la mia gratitudine per tutte le domande
intelligenti che mi hanno posto e a cui ho tentato di rispondere.
Ringrazio Giuliana Zagra della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma
per il prezioso aiuto nella consultazione del Fondo Elsa Morante e Carlo Cecchi
per avere gentilmente accettato di farmi consultare il materiale ivi raccolto.
Sono molto riconoscente a Rosanna De Longis della Biblioteca di Storia Moderna
e Contemporanea di Roma per la sua sollecitudine nel venire incontro alle mie
varie e continue necessità durante i miei soggiorni romani. Vivere a Roma e fare ricerche alla Biblioteca
Nazionale come alla Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea ha voluto dire
essere ospite di amici cari come Laura Misiti e Danilo Leonardi che mi hanno
messo a disposizione la loro casa durante una calda estate, quella del 2008.
Nanette Hayon del Cdec di Milano mi è stata molto vicina durante due mie lunghe visite al Centro. I suoi consigli
come le chiacchierate con lei e a volte con Adriana Goldstaub costituiscono i ricordi più belli di quelle intense settimane milanesi in cui, spaventata dalla mole
bibliografica, intrattenevo talvolta l’idea di abbandonare il progetto. L’allegria della mia ospite, Anna Savorelli Paolieri, è stata davvero contagiosa e di grande conforto nello spronarmi, invece, a
proseguire.
Ringrazio inoltre gli amici Guido e Daniela Fink che mi incoraggiarono (sembra
tanto tempo fa ormai!) a lavorare sui testi di Giacoma Limentani, una
scrittrice che allora conoscevo soltanto di nome e della quale m’aveva colpito un suo ritratto di profilo. Sono quindi eternamente grata a Guido
e a Daniela per la conoscenza di una donna che non esito a definire preziosa,
perché Giacometta reca con sé il segno eterno della peculiarità della fusione della cultura ebraica con quella italiana. La sua saggezza, il
suo humour, la sua perspicacia costituiscono forse il lascito più importante dopo questi anni di studio soprattutto per la generosità con cui Giacometta mi ha regalato preziose lezioni di saggezza. Infine, ad
Helena Janeczek la mia gratitudine per un libro come Lezioni di tenebra, difficilmente ripetibile, e per aver capito sempre la mia scrittura.
Ada Neiger, Marina Beer, Raniero Speelman, Carlo Tenuta e Laura Quercioli Mincer
sono i nomi di alcuni colleghi con i quali ho discusso spesso intorno ai temi
su cui è imperniato il mio libro. La mia gratitudine va anche allo storico Emiliano
Perra che ha letto attentamente tutto il manoscritto chiarendo vari nodi legati
al discorso più propriamente storico del mio studio. Ringrazio inoltre Anna Maria Crispino, la
quale ha subito apprezzato il progetto seguendone le tappe con grande
entusiasmo e attenzione.
Ai miei figli, Stefano e Lamberto, mille e mille volte grazie per essere i miei
più fedeli sostenitori. Al mio compagno di tutta una vita, il mio amore.
Alcuni degli argomenti trattati nel libro hanno trovato una precedente
pubblicazione. Parte del terzo capitolo, i paragrafi incentrati sui problemi
rappresentativi legati al genere del romanzo sono stati tratti da un mio
articolo, “The ‘Indispensable’ Legacy of Primo Levi: from Eraldo Affinati to Rosetta Loy between History and
Fiction”, Quaderni d’Italianistica XXIV.2 (Fall 2003), pp. 87-104. La prima parte e la seconda parte del sesto
capitolo sono apparse rispettivamente nel numero 44 di Nuova Prosa curato da Alessandro Carrera (2006), in “Quel che resta di Auschwitz nel mettersi al mondo: Lezioni di tenebra di Helena Janeczek”, pp. 127-46, e negli atti di un convegno da me organizzato con Sandro Portelli,
Memoria collettiva e memoria privata: il ricordo della Shoah come politica
sociale, a cura di Stefania Lucamante, Monica Jansen, Raniero Speelman & Silvia Gaiga, Utrecht, Italianistica Ultraiectina 3, 2008, in un saggio dal
titolo “‘Figli della Shoah’ oppure figli del popolo ebraico? Helena Janeczek ed un problema d’identità generazionale”, pp. 137-52.