Dash prese la palla e la riportò a Vittoria. Lei la rilanciò ai piedi della duchessa, appena entrata nella Quadreria, la quale calciò la palla dalla parte opposta.
Vittoria rimase immobile. Aveva convocato la madre per interrogarla sulla questione di Lady Flora e Conroy, ma ora che l’aveva davanti a sé non sapeva da dove cominciare.
«Hai dormito bene, Drina?» La duchessa la guardò con un’espressione seria.
Vittoria stava per rispondere quando Dash, abbaiando, riportò indietro la palla. Si chinò a raccoglierla, e decise che avrebbe affrontato l’argomento in modo diretto ed esplicito. «Mamma, devi allontanare immediatamente Flora Hastings e Sir John Conroy. Ho ragione di credere che siano rimasti coinvolti in…» Fece un profondo respiro, poi finì la frase: «… un illecito convegno.»
La duchessa, che stava percorrendo la sala per avvicinarsi alla figlia, si fermò sbigottita. «Stai forse uscendo di senno, Drina? Che sciocchezze vai dicendo?» La duchessa spalancò i grandi occhi azzurri e scosse la testa come una bambola di porcellana frastornata.
«Ti sarai certamente accorta che Lady Flora è gravida» disse Vittoria.
«Cosa?» chiese la duchessa, visibilmente incredula.
«Sì, mamma. E credo che Sir John ne sia responsabile.»
La duchessa scrollò la testa e, con grande sorpresa e irritazione di Vittoria, si lasciò sfuggire un sorriso. «Ma cosa dici? Chi ti ha detto questa cosa ridicola?»
Vittoria rispose in tono collerico: «La baronessa Lehzen mi ha detto che hanno viaggiato da soli sulla stessa carrozza sei mesi fa, di ritorno dalla Scozia.»
La duchessa scoppiò a ridere in faccia alla figlia. «Te lo ha detto la baronessa? Certo, lei sì che sa come vanno le questioni tra uomini e donne.»
Vittoria strizzò la palla tra le mani. Avrebbe tanto voluto lanciarla addosso a sua madre. «Non posso permettere che questa… questa corruzione dilaghi alla mia corte.»
La duchessa scosse ancora i suoi boccoli biondi. «Davvero, Drina, dovresti evitare di dare ascolto a simili maldicenze. Non è un comportamento che si confà a una regina.» Poi si voltò di spalle e si congedò avviandosi per il lungo corridoio.
Senza pensarci, Vittoria scagliò la palla verso la madre, ma il suo bersaglio era ormai fuori portata e colpì invece un vaso Meissen donatole dall’Elettore di Sassonia, che si ruppe in mille pezzi con gran fragore. Eccitato dalla confusione, Dash cominciò ad abbaiare.
Vittoria tremava dalla collera. Pensava che sua madre sarebbe rimasta sconvolta alla sua rivelazione, o che si sarebbe infuriata: quel suo sprezzante rifiuto fu per lei peggiore di qualunque altra reazione. Non si sarebbe fatta liquidare a quel modo. Se sua madre non voleva accettare la verità, allora non restava altro da fare che dargliene la prova.
Quel mattino, durante la consueta cavalcata, confidò il suo piano a Melbourne.
«Sir John e Lady Flora? Non direte sul serio, Maestà.»
«Sono serissima, Lord M. La baronessa mi ha detto che hanno viaggiato insieme in carrozza. Domani ci sarà il Giuramento alla Corona. Come posso giurare di servire lealmente il mio popolo se la mia stessa corte è avvelenata dalla corruzione? Devono essere entrambi allontanati.»
Melbourne sospirò. «Non avete certezza che si tratti della verità, e vorrei mettervi in guardia prima che facciate accuse infondate. Lady Flora ha amici potenti. Suo fratello, Lord Hastings, è il rappresentante dei Conservatori alla Camera dei Lord, e non accetterà di buon grado che sia sollevato uno scandalo attorno al nome di sua sorella.»
«Come posso guardare ancora in faccia Sir John sapendo che si è comportato in modo così vergognoso?»
«So che l’irlandese non vi va affatto a genio, Maestà, ma credo ci siano modi migliori per allontanarlo da corte piuttosto che accusarlo di aver ingravidato Lady Flora.»
«E se fosse vero?»
«Pensate allo scandalo.»
«Vi preoccupate solo di questo? Di evitare uno scandalo?»
Una fitta di dolore attraversò il volto di Melbourne. «So bene, Maestà, quante amarezze e quante difficoltà possa recare uno scandalo.»
Vittoria fece una pausa, poi disse lentamente: «Dunque credete sia meglio non fare niente?»
«Senz’altro. Se i vostri sospetti hanno fondamento, nel giro di pochi mesi sarà impossibile negare l’evidenza. Aspettate e vedete cosa succede, Maestà.»
«Ma devo conoscere la verità.»
«La verità, a mio parere, è sempre sopravvalutata.»
«Voi siete cinico, Lord Melbourne. Ma io no.»
Senza aspettare una replica, Vittoria affondò i tacchi nel fianco del cavallo incitandolo al galoppo e non si voltò più indietro finché non raggiunse l’Arco di Marmo. Dietro di lei c’erano il palafreniere e Lord Alfred, ma non c’era segno di Melbourne.
Lord Alfred le si accostò. «Lord Melbourne è tornato alla Dover House, Maestà. Vi porge le sue scuse e mi ha chiesto di riferirvi che è troppo vecchio per stare al vostro passo.»
Vittoria si accigliò. «Capisco. Anche se non aveva mai accusato simili problemi prima d’ora.»
Lord Alfred sorrise. «La vostra andatura era insolitamente sostenuta, Maestà.»
Dopo essersi cambiata, Vittoria chiese a Lehzen di convocare Sir James Clark, il medico di corte.
«State poco bene, Maestà? Forse siete solo in ansia per l’Incoronazione.»
«Sono in perfetta salute, Lehzen. No, voglio che Sir James accerti lo stato di salute di Lady Flora. La mamma rifiuta di credermi, dunque l’unica risposta possibile è un’indagine clinica.»
Lehzen annuì. «Proprio così, Maestà.»
«Dunque siete d’accordo con me? Credete sia giusto arrivare in fondo a questa… faccenda?»
«Se la duchessa non vi crede, dovrete fornirle prove certe, Maestà.»
Vittoria sospirò. «Lord M pensa che non dovrei fare un bel niente.»
Lehzen le si avvicinò. «Lord Melbourne ha condotto una vita alquanto irregolare, in passato. Forse non gli interessa condannare un simile comportamento.»
Vittoria sentì che Lehzen aveva assunto un tono indispettito. «Credo che non sia nei suoi interessi suscitare uno scandalo. Ma in questo caso si sbaglia.» Vittoria alzò la voce, come a voler convincere se stessa di quelle parole.
Un’ora e mezza dopo, Lehzen tornò insieme a Sir James, il quale era tanto pacato nei modi quanto autorevole. Era giunto ai vertici della sua professione grazie alle meticolose attenzioni dimostrate nei confronti di Giorgio IV: il dottore usava scherzare sulle stravaganze del re rassicurandolo del fatto che le sue preoccupazioni sul proprio stato di salute erano solo paturnie, ben guardandosi dal rivelargli una scomoda verità, ovvero che forse la causa dei suoi malanni era l’abitudine di mangiare tre fagiani a colazione annaffiati con abbondante vino rosso. Sir James, il cui naso a patata sormontato da due vene rigonfie suggeriva che egli stesso non disdegnasse i piaceri della vita, aveva da lungo tempo scoperto che il medico più stimato era quello che ascoltava con estrema attenzione ogni sintomo e dava a ciascuno di essi grande importanza prima di dispensare medicinali tanto costosi quanto innocui.
Il dottore salutò la regina con un profondo inchino, cosa che rese il suo viso florido ancora più rubizzo. «Vostra Maestà, come posso servirvi? Vi occorre qualche medicamento che vi distenda i nervi prima dell’Incoronazione? Le mie pazienti trovano assai efficace la tintura di laudano, in certe situazioni.»
Vittoria sgranò i suoi occhi azzurri fissando quelli del dottore, iniettati di sangue. «Avete molte pazienti che si trovano a dover affrontare un’incoronazione nell’abbazia di Westminster?»
Per scusarsi Sir James emise un suono a metà strada tra un grugnito e una risata. «Mi avete rimesso al mio posto, Maestà.»
«Per rispondere alla vostra domanda, vi dico subito che non è per me che richiedo i vostri servigi. C’è un’altra… questione di cui vorrei vi occupaste.»
Il dottore sollevò un sopracciglio.
Vittoria cominciò a camminare avanti e indietro. Nella sua mente si trattava di una cosa semplicissima, ma ora non sapeva come affrontare l’argomento. «Mi è stato riferito, Sir James, che una certa signora potrebbe trovarsi in una situazione che non è compatibile con il suo…» Vittoria guardò Lehzen in cerca d’aiuto.
«Con il suo stato, Maestà» suggerì la baronessa.
Il dottore era sbigottito. «Capisco. Voi credete che la signora in questione sia in stato interessante senza il beneficio del matrimonio.»
«Esatto. Credo abbia intrattenuto illecito convegno con un certo signore.»
«Una supposizione sagace, Maestà.»
«Sì. Voglio che esaminiate la signora.»
Sir James si lisciò i basettoni con la mano grassoccia. «Posso domandarvi l’identità della signora?»
Vittoria deglutì prima di rispondere. «Lady Flora Hastings.»
Il dottore fece una pausa per riflettere, e intanto prese a tormentare i basettoni con tale nervosismo che per poco non li staccava dalle guance. «Se mi è concesso domandare, la duchessa è al corrente dei vostri sospetti, Maestà?»
«Ho discusso la questione con mia madre, ma lei non è disposta a credermi.»
Sir James sospirò. «Capisco. Devo avvisarvi, Maestà, che potrebbero esserci delle difficoltà nell’eseguire l’esame che richiedete. Se Lady Flora non lo consente, non vedo come possa costringerla.»
«Immagino che a un dottore con la vostra esperienza basterà una semplice occhiata per accertarsi della verità.»
«Voi mi adulate, Maestà. In casi di questo genere è impossibile affidarsi soltanto a ciò che vede l’occhio. Ci sono diversi altri fattori da considerare: gli abiti indossati, la digestione, perfino la postura. Una postura inclinata all’indietro può facilmente creare equivoci.»
Vittoria batté il piede spazientita. «Posso assicurarvi, Sir James, che non è una questione di postura.»
«Capisco, Maestà.»
«Devo sapere la verità, e vi sto chiedendo di scoprirla.»
«Sì, Maestà.»
Sembrava che il dottore volesse aggiungere qualcos’altro, ma Vittoria gli diede le spalle. Quando sentì i suoi passi che si allontanavano verso il corridoio, si rivolse a Lehzen. «Dite al Lord Ciambellano che Sir John e Lady Flora non dovranno ricevere gli inviti per l’Incoronazione. Non posso tollerare la loro presenza in una simile circostanza.»
Lehzen si accigliò. «Se farete questo, Maestà, tutti capiranno che credete nello scandalo.»
Vittoria sollevò il mento. «Precisamente.»