Per tutto il libro ho usato la parola “maturità”. Ho evitato accuratamente di parlare di “vecchiaia”, di “terza età”: so bene quanto l’invecchiamento sia forse il “demone” più temuto della nostra epoca. Il mondo di oggi non vuole pronunciare né sentire la parola “vecchio”, che un tempo era sinonimo di “saggio”.
La saggezza non interessa più a nessuno. Ma se non pronunciamo più questa parola, se dopo i 40, i 50, i 60 anni e oltre non cerchiamo il senso della vita, finiremo per perdere un’energia preziosa, senza la quale ci faremo del male, molto male. Sì, perché diventare saggi è il vero compito della maturità: solo chi lo diventa percorre la strada che porta a ringiovanire per davvero.
Per me la maturità è l’epoca più preziosa, più importante della vita perché, come il frutto che matura, può condurre alla scoperta delle reali capacità, finora ignote, del nostro cervello. Come il primo giorno della fecondazione, zampilla nel nostro essere un’eterna, ininterrotta fonte di giovinezza, una sorgente che guarisce e rigenera.
Si può imparare a vivere davvero non prima dei 45-50 anni: a questo punto siamo in grado di riconoscere e seguire questa “forza permanente” che ci abita e ci rinnova.
La maturità è il simbolo di nuovi modi di vedere il mondo e di mettersi in rapporto con gli altri. Per raccogliere i doni di questa fonte di energia giovanile occorre un altro sguardo, un altro modo di porsi, di stare con se stessi. Non si tratta di diventare più giovani, ma di sapere che stiamo producendo il meglio di noi stessi in questa stagione della vita. Non si tratta di rifarsi la faccia o di vestirsi come ragazzi: quando si hanno 60 anni non si tratta di vivere fuori tempo, ma nel proprio tempo. Non si tratta di fermare il tempo che avanza, ma di vedere con altri occhi i doni che la vita ci sta portando adesso.
Anche in questo libro racconto le storie dei miei pazienti, o di persone, soprattutto donne, che hanno dato una svolta alla loro vita proprio “dopo i 40 anni suonati”, come mi ha scritto Franca. Magari abbiamo vissuto in gabbia per molto tempo, magari abbiamo rinunciato ai nostri talenti (tutti ne possiedono), magari le sirene del mondo ci hanno bloccato e fatto credere che siamo persone qualsiasi, ma la maturità è quella fase della vita in cui possiamo scegliere di stare bene con noi stessi, che è la cosa più preziosa.
Dove avviene la rigenerazione del nostro organismo? Esistono delle energie della rinascita che ci abitano? E dove? Oggi le neuroscienze ci rivelano che nelle aree più profonde del cervello esistono fonti permanenti di cellule staminali. Nella zona ipotalamica avviene il misterioso salto dalla mente al corpo, vale a dire che emozioni, sentimenti, stati d’animo, affetti si trasformano incessantemente in molecole chimiche, in ormoni, in enzimi che entrano nel sangue e vanno ad agire su tutti gli organi. Il nostro atteggiamento mentale può portare a una rigenerazione oppure portarci verso il decadimento. Quindi il vero elisir di giovinezza è il cervello antico, profondo, sorgente inesauribile di vitalità e rinnovamento.
Tutti credono che il meglio ce lo regali la gioventù. Non si dice forse, a sé e agli altri: “Datti da fare adesso che sei giovane, dopo non avrai più le forze…”? Invece questo libro è dedicato alla maturità come luogo di nuovi percorsi, di avvicinamento al proprio destino, di superamento dei demoni che ci hanno tormentato per anni. La maturità è la vera forza dell’estate della vita, e se la sappiamo seguire, se cambiamo il modo di vedere le cose, ci prepara all’autunno e all’inverno. La felicità e l’infelicità dipendono esclusivamente dallo sguardo. Jung ci aveva avvertito:
La gente soffre soprattutto a causa di una visione troppo miope, di un orizzonte troppo limitato. Le persone non pensano affatto alle altre possibilità, che pure esistono.1
Ci avviciniamo a questa sorgente di giovinezza, che si trasforma in cellule staminali nel cervello, solo se mettiamo da parte il solito modo di vedere le cose.
Nella maturità posso finalmente dire: “Adesso imparo da me stesso”. La seconda metà della vita (almeno dai 45 anni in poi, ma prima si inizia meglio è) richiede un diverso modo di stare in campo. Prima abbiamo vissuto fuori da noi stessi, cercando il successo, l’approvazione degli altri. Ora stiamo navigando verso il regno della notte, verso l’inconscio: la libido sta invertendo la rotta. In questa chiave, il giovanilismo e il lifting sono due gravissime malattie: navigare contro il proprio tempo ci rende fragili e insicuri, consuma le nostre forze, come remare controcorrente.
Siamo nell’epoca del raccolto, mentre ci innamoriamo dei frutti acerbi, che sono destinati ad abortire.
Mai come nella maturità ci stiamo avvicinando alla nostra Immagine innata, al nostro navigatore profondo, nascosto nel cervello e nell’inconscio. Guai a perdere la rotta… Un lifting non basta mai a chi lo fa, gliene servono altri quattro o cinque, perché rifacendosi il viso ha perso la propria Immagine e ora cerca affannosamente di ritrovarla. Solo che a ogni intervento chirurgico l’Immagine si allontana ancora di più… Voler essere come gli altri è il vero veleno della maturità. Se non te ne liberi, diventi un fantasma che non vede i frutti da raccogliere.
Invece adesso abbiamo la più grande opportunità: raccogliere quello che ci appartiene, che è nostro, solo nostro. Più ci avviciniamo al nostro Sé e più l’acqua perenne degli alchimisti, la vera fonte della giovinezza che produce le staminali, si attiva. Ci vogliono occhi nuovi. Che misteri stanno succedendo che neppure sospettiamo? Adesso nella vita sta nascendo un nuovo scopo, non più orientato sugli altri, e io devo essere pronto a percepirlo… L’energia creativa della rinascita detesta i ricordi: non sopporto coloro che dicono che andando avanti con gli anni non ci restano che i ricordi. Li detesto perché non è questo il compito della maturità. Anzi. Il compito è scoprire il nuovo che avanza.
“Meno ricordi, più sogni” era il motto di Shimon Peres, il premier israeliano, per restare giovani. Lo condivido pienamente. Le donne detestano gli uomini che parlano del loro passato: sono d’accordo. Ogni volta che la coscienza cerca il passato, penetra nel regno dell’invecchiamento, incontra un’energia polverosa che la sotterra. Solo i ricordi spontanei, non cercati, che arrivano all’improvviso, preparano il divenire, a patto di non soffermarcisi troppo sopra e di non lamentarsi del bel tempo che fu.
Il tempo è adesso, solo adesso. Jung sosteneva la necessità di “scuole per adulti”, per prepararli a incontrare la maturità. Lo sforzo di restare giovani fa invecchiare, come tutto ciò che pesa sulla spontaneità, sulla naturalezza, e impedisce di stare bene con se stessi. Per restare giovani è utile la cura dell’alimentazione, il digiuno che favorisce l’eliminazione delle cellule vecchie, l’attività fisica, ma ancora più importante è uscire dalle proprie abitudini, cercare di stare di più con la natura, percepire il passaggio delle stagioni, annusare i fiori e conservare l’energia creativa. Disegnare, dipingere, fare cose con le mani come impastare, o ritagliare, occuparsi delle piante, camminare. E ancora di più vivere le passioni, i talenti, i desideri come se li vivessimo per la prima volta.
I sintomi della crisi della mezza età non vanno interpretati come segnali di decadimento, ma come richiami dell’anima a diventare più profondi, più vicini all’interiorità e meno manipolati dalle convenzioni sociali. Ora abbiamo un altro scopo: utilizzare le energie interne dell’inconscio. È il momento di affidarsi alla vita e aspettare… Adesso si impara l’arte della pazienza, come il contadino che semina e aspetta il frutto senza fretta. Via via arriva, così facendo, la vera giovinezza, quella dei sapienti, dei saggi, degli uomini e delle donne complete, che si godono ciò che hanno.
Questa è la chiave della felicità. Questo è ringiovanire: nel senso di entrare nella sorgente inesauribile che non vive nel tempo. Una donna di una certa età, che è misteriosa, che si affida al femminile che la abita, è veramente affascinante. Chi insegue il viso rifatto non sa di cosa stiamo parlando. La bellezza interna è di Afrodite, la Signora della concordia, dell’equilibrio, della pace, dei desideri, della cosmesi (da cosmos) eterna.
Ma la bellezza fiorisce, la giovinezza porta le sue energie solo se apriamo lo sguardo ai nuovi scopi della vita che stanno nascendo proprio adesso. Sentite Jung:
Nuove finalità richiedono occhi nuovi, capaci di vederle e un cuore nuovo capace di desiderarle.2
Invece la rassegnazione, l’idea che il bello è già arrivato e che non c’è niente da scoprire di nuovo, gli fa dire:
È una conclusione letale: blocca il flusso della vita e causa un’infinità di disturbi di natura fisica o psichica.3
Questo libro è dedicato a chi vuole cercare i fiori e i frutti che stanno arrivando proprio adesso.