una buca per terra scavarla con le unghie e la terra e il sangue delle unghie dentro gli orecchi sotterrarsi forse era meglio sotterrarsi come i morti e diventare una di quelle cose sottoterra trasformarsi nella radice di una pianta vecchia in una cosa quasi commestibile e per sbaglio essere mangiata da un verme da un animale malato con le budella bucate e piene di bachi fuori marcio come un coniglio con la rabbia e senza madre né padre e col sapore del veleno dei banani sul palato fosferno forse erano meglio rocce precipitate sulla testa aperta come un frutto della passione con la punta dei molari strapparsi i denti dal primo all’ultimo con le pinze e metterli tutti quanti in un piatto con la maionese sopra tutti sistemati per bene come papas locas e poi nutrirsi dei propri denti come un cane che mangia la propria merda alimentarsi di sé stesse fino a rovesciarsi come un calzino fino a sparire finché i tuoi denti non ti mangiano tutta cominciando da dentro per poi tirar fuori l’intestino dal culo come una capra col prolasso e farsi una collana di chiocciole di mare con l’intestino e pensare di regalare la collana a isora pensare di regalare la bile a isora che è l’ultima cosa che ti resta quando non ti resta più nulla