Capitolo trentacinque
Il sagrestano mi raccontò che Lord Byron aveva ordinato un’incisione su una bella pietra in memoria di sua figlia, ma il vicario si era rifiutato di sistemarla all’interno della chiesa a causa della illegittimità di Allegra.
‘Può però essere sicura che ha ricevuto una sepoltura cristiana.’ Mi scrutò attraverso gli occhiali dalla montatura spessa. ‘Lei è una parente, signora Clarke?’
‘Sono un’amica di famiglia. Conoscevo Allegra da bambina in Italia.’
Mi condusse attraverso il camposanto, verso l’ingresso. ‘Eccola.’ Ci fermammo presso un tumulo erboso anonimo. ‘Avrà voglia di stare da sola con lei. Povera piccina, così giovane.’
‘Grazie.’ Gli porsi alcune monete. Quei pochi soldi di Martin che erano rimasti dopo la liquidazione dell’impresa di costruzione erano ormai miei. In futuro, in quanto sua vedova, avrei beneficiato anche della somma generosa lasciatagli dalla zia. ‘Per la parrocchia.’
Aspettai che fosse andato via e mi inginocchiai sulla tomba, deponendo su di essa le mie rose tardive. ‘Mi dispiace che non sia il periodo giusto per narcisi e primule,’ dissi alla ragazza morta. ‘Avrei voluto portarti fiori di primavera, ma ti offro questi insieme ai miei pensieri più profondi.’
Troppi Sabbath con la zia mi avevano distolto dal pregare spesso, tuttavia nei giorni scorsi dalle mie labbra erano uscite parole indirizzate a Dio, pregandolo di avere pietà delle anime dei miei genitori morti, di Martin e della stessa zia.
Mi rimisi in piedi. Il luogo di sepoltura di Allegra era rivolto verso Windsor. Avevo sentito dire che questa parte del mondo era strettamente legata alla famiglia Byron e che il poeta aveva frequentato la celebre scuola di Harrow. Doveva aver amato Allegra davvero tanto, per desiderare di tenerla in un luogo così familiare. Se chiudevo gli occhi, potevo quasi distinguere fugacemente il suo viso. Credevo di riuscire a ricordarla mentre mi parlava nell’italiano che cominciava a padroneggiare, perchè i bambini dell’età che avevamo noi allora imparano presto le lingue. Gli animali strani che vivevano nella villa di suo padre erano sembrati tanto affascinanti. Lei desiderava moltissimo che Byron le facesse visita al convento.
La campana della chiesa suonò. Era l’ora di andare. ‘Arrivederci, Allegra,’ sussurrai all’amica con cui una volta solevo giocare immersa nella luce del sole. ‘Verrò a trovarti di nuovo.’
La carrozza che avevo noleggiato mi condusse a sud-est attraverso la grande città. Era già calata l’oscurità, le giornate invernali erano brevi. Mentre attraversavamo le arterie principali, i lampionai poggiavano le aste di accensione sulle lampade. Quanto rapidamente la gente di Londra si era abituata all’illuminazione notturna! Avevo ricevuto una lettera da Molly solo ieri. Mi raccontava quanto fossero buie le notti nella casa di campagna dove sua madre lavorava come governante e dove il padrone di casa era morto proprio la settimana scorsa.
‘Durante la veglia funebre gli abitanti del villaggio avevano paura delle ombre tra gli alberi. Nessuna illuminazione a gas dà luce alle nostre viuzze e non mi ero resa conto di quanto dessi per scontata l’illuminazione finchè non sono tornata a casa.’ Molly avrebbe sopportato le nere notti invernali, sapendo che sarebbero giunte giornate più luminose.
La signora McCready, la padrona di casa della zia, mi venne incontro sulla porta d’ingresso, labbra serrate, braccia conserte. ‘Ehm … signora Clarke ...’ Si schiarì la gola. ‘Potremmo scambiare due parole?’ Aveva ancora l’accento signorile di St Andrew. Nel salottino che aveva mantenuto disadorno tranne che per gli inevitabili versi della Bibbia incorniciati, la signora McCready sedette di fronte a me su una sedia dallo schienale rigido. Non mi offrì nulla. ‘Mi è dispiaciuto così tanto perdere la mia vecchia amica, la signora Clarke. Questo è stato un periodo di grandi prove per tutti noi.’
Il non detto “ma” sembrava già librarsi nell’aria.
‘Devo parlarle delle stanze. Mio marito ritiene che siano un alloggio adeguato ad una signora con stretti contatti con la comunità presbiteriana qui a Londra. Questo non sembra, ehm…, non sembra essere, ehm…’
‘Il mio caso.’
‘Ehm, no.’ Non riuscì a guardarmi negli occhi. Le era forse giunto qualche pettegolezzo sulla mia relazione con John Osborne? O l’imbarazzo della signora McCready era legato alla scoperta del vero rapporto di parentela della zia con Martin? Nel qual caso tutti i membri della cerchia della zia sarebbero ora stati sospetti, contaminati dall’associazione con lei, secondo l’interpretazione delle Scritture della signora McCready. Povera zia. Alla fine il suo desiderio di rispettabilità non era stato sufficiente a salvare la sua reputazione.
Mi alzai. ‘Grazie per avermi messa al corrente, signora McCready. Credo che il periodo di preavviso della zia fosse di un mese?’ Non ero informata al riguardo, ma sapevo che lei sarebbe stata troppo imbarazzata per contestare questo punto. Maggie aveva già lasciato la casa, andando direttamente ad un altro posto di lavoro presso un uomo anziano che frequentava la chiesa della zia. Maddox, la domestica della zia, aveva trovato un nuovo impiego e sarebbe andata via entro la settimana.
Avrei venduto la maggior parte dei mobili di mogano pesante della zia, i suoi abiti austeri e i libri di religione e avrei trovato delle stanze per me da qualche parte. Forse ad Hampstead, vicino alla brughiera, in qualche luogo discreto, dove la visita di un capitano di mare non sarebbe stata commentata negativamente. Se mai avesse deciso di venire a farmi visita di nuovo. Mi aveva scritto proprio quella mattina, dicendomi che era al mio servizio e attendeva istruzioni e un invito da parte mia. Forse però stava semplicemente contando i giorni che mancavano alla partenza in nave senza di me. Come donna sposata avevo magari avuto il fascino del proibito. Come vedova poco raccomandabile non avevo nessun fascino. Non avevo ancora risposto alla lettera.
Ero seduta nel salotto della zia, non preoccupandomi delle lampade, lasciando che le ombre si depositassero su di me, sentendomi divisa tra la mia vecchia vita e la mia nuova vita non ancora impiantata. Maddox entrò. ‘Perchè, signora Clarke, se ne sta seduta al freddo? Mi permetta di accendere il fuoco.’
‘Non preoccuparti, Maddox. Sto per uscire.’
‘Signora?’
‘Resterò fuori per un’ora o due.’ Il mantello che indossavo da quando ero venuta a casa della zia non era adatto ad una notte invernale. ‘Mia zia aveva un mantello caldo?’
Annuì. ‘Nel guardaroba in camera sua, signora.’
‘Fammelo vedere.’
Mi portò nella camera da letto della zia, dove regnava il silenzio, le imposte erano chiuse, e la Bibbia era ancora poggiata sul tavolino accanto al letto. Quando aprì la porta del guardaroba rimasi senza fiato. ‘Quanti vestiti! Non ne avevo mai vista neanche la metà.’
‘Glieli comprava il marito quando era giovane.’ Maddox passò una mano sulle sete e i velluti, di ogni colore e tessuto, tagliati secondo la moda di venti anni prima.
Toccai un mantello, orlato di pelliccia e con il cappuccio. ‘Questo sembra caldo.’
‘Diceva che era stato fatto in Italia, signora.’ Maddox posò le dita sul collo e rimosse un invisibile granellino di polvere. ‘Lei però non l’ha mai indossato a Londra, a quanto ne so.’
‘Lo indosserò io adesso.’
Il ritorno del gelo invernale aveva spinto alcuni dei soliti abitanti della strada a ripararsi. Solo le prostitute più disperate restavano agli angoli della strada, le loro dita blu tiravano gli abiti stracciati sulle loro forme. Poverine. Un’enorme luna color limone risplendeva su di loro. In notti come questa l’illuminazione a gas era quasi inutile. Mi trovai ad andare verso sud come per inerzia. Notai una carrozza. ‘Dove è diretta, signora?’
‘Mi porti alle banchine dell’East India Company. Ma si fermi prima al fiume. Vicino a Westminster Bridge.’
I suoi occhi si spalancarono.
‘Non si preoccupi. Vorrei semplicemente … guardare il chiaro di luna.’
Scosse la testa. ‘Lei deve essere una di quelle giovani artiste di cui ho sentito parlare. Non prenda troppo freddo.’
La carrozza partì sferragliando. Restai seduta all’interno in trance per venti minuti. Il conducente si accostò al palazzo di Westminster in rovina, distrutto da un incendio alcuni anni prima e ancora in attesa di essere ricostruito.
‘Stava pensando a qualche posto in particolare, signora?’
‘Il ponte servirà ai miei scopi.’ Guardai il suo volto e scoppiai a ridere. ‘Non ho alcuna intenzione di farmi del male, lo giuro. Mi aspetti.’ Si rimise a sedere sulla sua carrozza, alzando il bavero del cappotto e sprofondandovi il mento per prendere calore. Il cavallo scalpitava sul terreno ghiacciato. Povera creatura. Non li avrei fatti aspettare a lungo.
Sul ponte poche persone sostavano ad ammirare la notte. Come animali selvaggi che si erano recati nelle loro tane, anche i Londinesi più poveri dovevano aver trovato un buco in cui ripararsi. Ma c’era un’altra, piccola, distinta figura, anch’essa a lutto. ‘Signora Zenos?’
Si voltò, quasi sorpresa di vedermi. ‘Mi piace il chiarore lunare.’
‘Ricordai che Molly me lo aveva detto. Speravo di incontrarla qui.’ Nel fiume la luna riflessa guardava su verso di noi, l’acqua era così tranquilla che i suoi bordi erano perfettamente arrotondati e senza interruzioni. ‘Qual è la luna e qual è il riflesso? Forse siamo noi ad essere capovolte,’ dissi con dolcezza.
Mi penetrò con lo sguardo. ‘Si sente confusa?’
‘Sì.’ Perchè aprivo il mio cuore ad una quasi sconosciuta?
‘E' sempre così, quando un marito muore.’ I suoi occhi scrutarono i miei vestiti neri. Dubitavo che tutte le vedove si sentissero nello stesso stato di incertezza in cui mi sentivo io.
‘Ha saputo qualcosa di più sulla morte di suo marito?’
Scrollò le spalle. ‘Voci. Pettegolezzi. La polizia dice che l’assassino è andato all’estero.’
Chiusi gli occhi e mi ritrovai a Regent’s Park tra i giacinti che inebriavano i miei sensi con il loro profumo. Una figura scura si stagliava sotto gli alberi di fronte. I rami erano corti, coperti di boccioli freschi. La figura doveva essere quella di un uomo di bassa statura o di…
‘E' stata una donna.’
La signora Zenos sbatté le palpebre. ‘Cosa?’
‘L’assassino è una donna. Ecco perchè la polizia non è riuscita a trovare tracce di un uomo vestito di nero che è scappato via da Regent’s Park.’
Mi guardava attonita.
‘Signora Zenos, suo marito ha mai conosciuto qualcuno dei domestici che erano al servizio di Lord Byron quando soggiornava in Italia? O qualcuno di quelli che hanno lavorato per la famiglia Shelley?’
Scosse la testa. ‘Non me ne ha mai parlato.’
‘Non le ha mai parlato di una certa Maria Prodi? Un’italiana che è venuta a Londra l’anno scorso?’
I suoi occhi del colore delle olive nere si strinsero diventando quasi delle fessure. Stava richiamando qualcosa alla mente.
‘Questa stessa Maria Prodi mi ha rapito e ha cercato di ricattare la figlia di Lord Byron pensando che io fossi la figlia naturale di Lord Byron, capisce?’
Sorrise. ‘Anche Zenos lo pensava. Desiderava dirglielo.’
‘E lo ha fatto. Ma io non sono quella che lui pensava che io fossi.’
‘No?’
‘Zenos si sbagliava.’
Fece un sorriso ironico. ‘A volte si sbagliava. Non che lo ammettesse spesso. Pensavo già di chiederle se le avesse raccontato la sua teoria prima che gli sparassero, ma il capitano stava tanto male, e lei era così preoccupata, non mi sembrava giusto farle delle domande.’
‘La figlia di Lord Byron ha pagato Maria Prodi e l’ha rispedita sul continente. Mi chiedo …’
‘Cosa si chiede signora Clarke?’
‘Se Maria Prodi fosse preoccupata del fatto che suo marito potesse andare prima di lei dalla famiglia Byron privandola così dell’opportunità di estorcere loro del denaro. Mi ha vista con suo marito.’ Le raccontai del mio primo incontro con il sig. Zenos a Regent’s Park, di come la donna italiana ci avesse spiato alla fontana e poi si fosse messa a correre attraverso il parco inseguita da me.
‘Dove è andata poi, questa Maria Prodi?’
‘Dopo avermi portato da Lady Lovelace? A Venezia, credo. È lì che è stato inviato il denaro del ricatto.’
Si voltò a guardare il fiume. ‘La troverò,’ disse, guardando l'immagine della luna, con una voce molto profonda e inespressiva.
Rabbrividii. E non per il gelo. ‘Zenos aveva un’assicurazione sulla vita e quindi ho abbastanza soldi adesso. Assumerò un uomo, come si dice, un investigatore? Per cercarla.’ Si voltò di nuovo verso di me. ‘Grazie.’
‘Spero di aver fatto la cosa giusta a dirglielo. Si tratta solo di supposizioni.’ Ebbi paura di un eventuale omicidio per vendetta dovuto all’impeto dei sentimenti feriti.
Sembrò leggere i miei pensieri. ‘Non sono una donna incivile, signora Clarke. Se non ha fatto nulla a Zenos, non deve temere.’ Accennò un arrivederci.
Guardai la sua figura ben delineata attraversare in direzione del lato settentrionale del Tamigi e mi sentii l’ultimo essere umano rimasto in città. Immaginai di guardarmi dalla prospettiva della luna: un punto nero sulla superficie della terra, una macchia, un nulla. Molly era in Irlanda. Martin e la zia erano morti. Mi rimaneva solo John.
E tuttavia … Come era da sciocchi legarsi ad un altro essere umano e aspettarsi di essere salvati così dall’estrema solitudine. Il matrimonio non era un invito al dolore? I mariti morivano o abbandonavano le donne; i bambini morivano durante l’infanzia.
Una barchetta a remi navigava sotto il ponte rompendo il riflesso della luna in tanti pezzi simili a un insieme casuale di piastrelle d’argento su una superficie grigia.
Tornai alla carrozza. Il conducente sorrise sollevato. ‘Di nuovo a Wimpole Street, signora?’
‘No.’
Alzò un sopracciglio, restando in attesa.
‘Mi porti alle banchine dell’East India Company.’