Questo libro abbraccia un arco di 55 anni. Contiene un romanzo, frammenti di altri due romanzi, racconti, pagine di diario scritte da adolescente e poi in altri momenti cruciali della mia vita. È quel poco che resta di grandi distruzioni di manoscritti avvenute una prima volta quando avevo vent’anni e poi quando ne avevo quaranta. Non saprei dire perché queste pagine si sono salvate mentre molte altre (che non erano sicuramente peggiori) sono andate distrutte. Ma è un fatto che queste – annidate in risvolti di cartelle dimenticate, in quaderni e agende strappate e in altri posti non raggiunti dal mio sguardo distruttore – sono sopravvissute mentre tutto il resto no.
Una volta trovate queste pagine, scritte a mano o su fogli ingialliti battuti a macchina tempo prima da manoscritti andati perduti, ho provato a metterle insieme così com’erano.
Poi è successa una cosa che non riesco ancora a spiegarmi.
Alcuni giorni dopo averle raccolte, mentre cercavo di fare ordine sul mio tavolo assediato da montagne di manoscritti e quaderni, insieme a molte altre pile di fogli sono andato a buttare nel bidone della raccolta differenziata (non saprò mai se per sbaglio o intenzionalmente) anche la cartella contenente queste pagine sopravvissute. Poi ho passato tutto il resto del giorno senza rendermi conto di quanto avevo fatto. Ma alle tre di notte, mentre – proprio quella notte – mi giravo e rigiravo nel letto pensando a tutt’altro e non riuscivo a prendere sonno, ho avuto improvvisamente coscienza di quanto era successo. Sono balzato fuori dalle coperte, ho infilato la giacca a vento sopra il pigiama, gli scarponi sui piedi nudi e sono corso giù per cercare di recuperare questa cartella prima dell’arrivo degli spazzini. Al freddo, nella poca luce che c’è di notte nel mio cortile, nuotando nel bidone a testa in giù e con i piedi fuori, in fondo, molto in fondo e sotto un’infinità di altre cose, l’ho finalmente intercettata con la mano e l’ho tirata fuori a forza da sotto pesanti strati di carte e cartoni.
Quello che c’era dentro è il libro che avete tra le mani.
So bene quanto siano disarmati molti degli scritti che lo compongono, nati da un bisogno intimo e segreto e dai primi incontri ravvicinati con la materia oscura della mia vita, della letteratura e del mondo, ma a questo punto non me la sento più di distruggerli perché – anche solo per un gesto di cavalleria e di rispetto – non si può uccidere chi è sopravvissuto a così numerosi tentativi di eliminazione.
Così mi sono deciso a ribatterli a tempo perso sul computer, prima di correre il rischio di perderli un’altra volta.
Anche se la sua lettura mi ha provocato disagio, mi sembra che questa raccolta di scritti per lo più mutilati mostri comunque la persistenza delle tensioni e dei temi che hanno attraversato la mia vita di scrittore e di uomo, fin da quando ero poco più che un bambino. È un libro di schizzi, di prove (sia nel senso di primi tentativi sia in quello di iniziazione e cimento), un libro di scarti (sia nel senso di cose scartate sia in quello di improvvisi cambiamenti di direzione). Ma forse può avere qualche interesse posare gli occhi su questi scritti rifiutati da uno scrittore rifiutato, scoprire almeno una piccolissima parte di tutto ciò da cui ho dovuto separarmi per poter proseguire lungo la mia strada.
Ho riunito queste piccole cose sotto il titolo del frammento di un romanzo di prima dei vent’anni (Stelle in gola). Mi rendo conto della fragilità e ingenuità di queste poche pagine scampate al macello, però ho pensato di eleggere ugualmente il loro titolo a titolo generale della raccolta perché questi scritti sotterranei, sopravvissuti e salvati, sono tutti, in un certo senso, stelle in gola.
Due parole sui singoli testi:
Primo diario. È quel poco che resta di un lungo diario scritto tra i quindici e i diciassette anni e poi distrutto.
Stelle in gola. È quel poco che resta di un romanzo scritto tra i diciotto e i vent’anni e poi distrutto insieme ad altri romanzi, racconti, raccolte poetiche e diari scritti nello stesso periodo. Vi compaiono per la prima volta – molti anni prima della stesura degli Esordi – il seminario, la città vista dall’alto, le luci.
Storia di frammenti di animali, organi genitali, incendi. È un breve romanzo scritto a ventinove anni dopo un decennio di deragliamento, dove compaiono per la prima volta situazioni, personaggi e ambienti poi ripresi e aperti negli Esordi: un parco, una grotta, una zampa di gatto, una fossa delle immondizie in fiamme, una ragazza che poi sarebbe diventata la Pesca...
Il silenzio, La bambina, La strage sono racconti scritti intorno ai trent’anni sullo stesso quaderno su cui scrivevo Clandestinità. Nel primo dei tre appaiono situazioni poi riprese e aperte negli Esordi.
Romanzo di fuga è un romanzo scritto in due anni, tra Clandestinità e La cipolla, che riprende ed espande uno dei temi presenti anche in Stelle in gola, ma che non mi è sembrato riuscito e che ho scartato. Sono raccolti qui alcuni capitoli e frammenti di capitoli, vicini tra di essi e in riconoscibile connessione narrativa oppure distanti anche centinaia di pagine gli uni dagli altri e privati dei passaggi di trama. In questo romanzo comparivano anche, tra le altre cose, una grande esposizione di lampadari, un negozio di abiti nuziali, un patologo di nome Teo e persino un poliziotto di nome D’Arco, che alla fine veniva ucciso. Temi e spunti ripresi molti anni dopo e sviluppati e trascesi in un vasto romanzo intitolato Canto di D’Arco.
Diario giallo è quel poco che resta di un diario – poi distrutto – scritto prima degli Esordi su un quaderno a spirale dalla copertina di plastica gialla, in un periodo di disperazione e quasi di perdita della ragione.
Scena del fiume è un brano espunto dalla stesura definitiva degli Esordi.
Questi sono gli scritti contenuti nella cartella gettata nel cassonetto e salvati poco prima di finire in una discarica o nell’inceneritore.
Ho aggiunto ora a questa raccolta solo un piccolo diario di lavoro (Ultime stelle), scritto alla vigilia dei 70 anni, che raccoglie riflessioni, immagini, spunti e invenzioni per nuovi libri che quasi sicuramente non potrò scrivere.
Tutti i testi contenuti in questa raccolta (a eccezione dell’ultimo) sono stati composti mentre ero uno scrittore sotterraneo e inedito e pensavo che tale sarei rimasto per sempre. Cercateci sul web https://www.facebook.com/evrekaddl/