Sono stato a lungo indeciso se pubblicare le pagine di diario che seguono – che a una loro rilettura hanno provocato in me turbamento e vergogna – o se distruggerle definitivamente perché non resti traccia diretta di quel periodo terribile in cui ero pazzo di dolore, in cui tutti i nodi traumatici della mia precedente vita erano venuti al pettine e potevo solo reinventarmi o morire. Alla fine ho deciso di pubblicarle per un bisogno di espiazione e di verità, perché si capisca da quale disperazione, da quale buio e da quale abisso venga fuori la mia successiva opera di scrittore. Chiedo al lettore di leggerle con discrezione e pietà.