Reynhard Sinaga,
lo stupratore seriale di Manchester

Le sue vittime sono state 200, o forse anche più. Impossibile fornire una cifra precisa delle violenze carnali compiute da Reynhard Sinaga, trentaseienne di origine indonesiana che si era stabilito a Manchester, in Inghilterra, dal 2007. Per la polizia è stato «il più efferato stupratore seriale della storia legale britannica», un’affermazione basata sulla incontrovertibile potenza dei numeri.

Per una decina d’anni Sinaga non ha fatto altro che abusare degli uomini, con una particolare predilezione per i ragazzi sui vent’anni, indubbiamente più facili da irretire. Se ha potuto colpire così tante volte lo si deve alle sue particolari abilità di attore. L’indonesiano, studente universitario abbondantemente fuori corso, puntava sul suo aspetto rassicurante, decisamente lontano dal losco e perverso figuro che finirà davanti ai giudici.

Il meccanismo era più o meno questo: scendeva per le strade di Manchester più frequentate da giovani e quando intercettava prede che stavano da sole si avvicinava loro offrendo aiuto, dichiarandosi disponibile a garantire un tetto sotto cui dormire oppure del cibo. Tutto generosamente gratis. In particolare bivaccava davanti a pub o discoteche e solidarizzava con chi era rimasto fuori dal locale, invitandolo a trascorrere la serata a casa sua per cenare o bere un drink. Ma tutto si doveva svolgere nel suo appartamento perché quello era il luogo nel quale era più facile compiere gli abusi sessuali. Una volta arrivati nella sua dimora, Sinaga non aveva alcuna necessità di ricorrere alle minacce o alla forza perché nei liquori e nelle bevande che offriva ai suoi ospiti scioglieva la cosiddetta “droga dello stupro”: i ragazzi si addormentavano, e lui ne approfittava per dare sfogo alle sue incontrollabili depravazioni. Ma la violenza sessuale da sola non lo appagava: mentre stuprava le vittime, riprendeva la scena con due telefonini. In quei cellulari gli inquirenti troveranno dei filmati nei quali gli abusi venivano commessi mentre le vittime addirittura dormivano.

La droga con la quale allungava bevande e liquori non serviva solo a narcotizzare, ma aveva un effetto molto più importante: cancellava la memoria. In pratica il giorno dopo, nessuno degli ospiti di Sinaga ricordava un solo istante di ciò che era accaduto nelle ore precedenti. Dunque, il trentaseienne arrivato dall’Indonesia poteva godere di una totale impunità. Però anche il migliore dei criminali a volte commette errori madornali che compromettono schemi ampiamente collaudati.

La carriera di stupratore seriale di Reynhard Sinaga si è conclusa nel momento in cui non ha infilato in un cocktail la giusta dose di droga e narcotici. L’ultima vittima, un giocatore di rugby, si è infatti svegliato mentre il mostro si apprestava a violentarlo. Né è nata una colluttazione, l’atleta è riuscito a divincolarsi ed è andato a denunciare la sua disavventura alla polizia.

Nell’appartamento di Sinaga sono stati trovati i telefonini usati per immortalare le nefandezze del padrone di casa e una quantità impressionante di alcolici, oltre a sostanze stupefacenti e sonniferi.

Anche grazie ai video conservati nei cellulari e nel computer, gli inquirenti sono riusciti a risalire alle vittime e hanno scoperto che nessuno aveva avuto la consapevolezza di aver subito degli abusi. Secondo la polizia, in circa dieci anni Sinaga avrebbe violentato almeno 195 uomini, quasi sempre eterosessuali e quasi sempre giovani. «Il più efferato stupratore seriale della storia legale britannica» è stato condannato all’ergastolo.