Nota dell'autore

Care lettrici,

non amo i personaggi perfetti. Nelle storie romantiche l'eroina rappresenta spesso la voce della ragione. Possiamo avere eroi tormentati e cattivi, ma in genere l'eroina è un tipo equilibrato. Francamente credo che siamo tutte le eroine della nostra vita, e so di non essere perfetta. Sospetto che non lo siate neanche voi.

Leonie ha parecchi difetti. Nel mestiere di scrivere, una regola sostiene che il personaggio determina l'azione. Confesso che Leonie è stata a lungo un personaggio piatto. Ero preoccupata. Comprendevo ciò che le era successo e vedevo la sua forza, ma mancava qualcosa. Poi ha bevuto un goccetto, e wow!

Può sembrare strano affermare che ignoravo cosa sarebbe successo, lo so, ma a volte i personaggi si formano da soli, come una propaggine della storia.

Dopo avere svolto un po' di ricerche, ho appreso che le vittime di incidenti traumatici spesso si curano con qualsiasi cosa abbiano sotto mano. È un meccanismo di sopravvivenza, quando ci sono esperienze troppo difficili da affrontare, ed è in linea con il personaggio di Leonie. È una donna forte, riesce a sopravvivere e prova emozioni contrastanti che non capisce. Darsi al bere a questo punto era una risposta verosimile, ma come si adattava questo all'Inghilterra della Reggenza?

Si adattava molto bene.

L'alcolismo era un problema in tutti i livelli della società. Lo era prima e lo sarebbe stato anche dopo. In verità probabilmente era più sicuro bere birra e vino rispetto all'acqua delle città e di molte parti del paese, e questo non valeva solo per l'Inghilterra, ma anche per il resto del mondo.

L'idea di temperanza stava cominciando a diffondersi. Nei settant'anni precedenti, e forse anche più a lungo, se ne era discusso nelle istituzioni religiose, nei governi e tra chi si preoccupava dell'eccessivo consumo di alcolici nel paese. Le leghe antialcoliche si organizzarono solo verso il 1820, anche se durante la Rivoluzione Americana il Connecticut, lo Stato di New York e alcuni altri stati avevano sostenuto la temperanza proibendo la distillazione del whisky.

Durante la mia ricerca mi sono imbattuta in un saggio scritto dal dottor J.S. Madden, un esperto britannico in materia, a proposito del problema con l'alcol del famoso scrittore georgiano Samuel Johnson. Nel corso degli anni i ricercatori medici si sono occupati parecchio di Samuel Johnson. Ai suoi tempi era un personaggio straordinario, e si sospetta che soffrisse della sindrome di Tourette. Nel suo libro il dottor Madden cita numerose confessioni di Johnson rispetto ai suoi problemi con l'alcol. Quando gli veniva offerto del vino, per esempio, rispondeva: «Non posso bere poco, dunque non lo tocco mai. Per me l'astinenza è più facile della temperanza».

Quello che ha attirato la mia attenzione nel saggio di Madden è stato però un riferimento alla moglie di Johnson, Elizabeth. Era la vedova di un mercante con tre figli quasi adulti, e all'epoca del matrimonio con Johnson aveva quarantasei anni, ventuno più di lui. (Sì, la realtà è più strana della fantasia.)

Naturalmente morì prima del marito. Madden descrive Elizabeth basandosi su una citazione di Mrs. Thale, un'amica e biografa di Johnson, secondo la quale Levett, un amico di Johnson che praticava la medicina in modo non ufficiale ma coscienzioso, sosteneva che: Elizabeth era sempre ubriaca e leggeva romanzi a letto, dove si è uccisa con l'oppio.

Insomma, il comportamento umano non è cambiato molto nel corso del tempo. Sia gli uomini che le donne bevono. Per la cronaca, anch'io amo leggere romanzi a letto, anche se non so quanto sarebbe buona la mia vista se prendessi dell'oppio.

Dunque cosa facevano a quell'epoca gli alcolizzati? Naturalmente l'alcolismo veniva considerato una debolezza di carattere, quindi in genere cercavano di tener duro e se potevano non bevevano. Nel corso degli anni Samuel Johnson ebbe fasi alterne. Bevve vino, passò al porto, smise del tutto per un certo tempo prima di chiedersi se non avesse potuto concedersi un bicchiere di vino. Sua moglie non riuscì invece a controllare il vizio del bere.

Per fortuna Leonie sconfigge il suo debole per l'alcol. Naturalmente le rimarranno delle cicatrici, come succede a tanti di noi. In ogni caso uno dei miracoli dell'amore consiste nell'incontrare qualcuno capace di vedere al di là delle nostre imperfezioni e di accettare il nostro passato, e disposto a costruire un futuro. L'amore non ha mai richiesto la perfezione.

Spero che la storia di Leonie e Roman vi sia piaciuta e che siate ansiose di vedere Cassandra e Willa scoprire l'amore. Vi auguro molte ore felici di lettura.

Un saluto affettuoso,

Cathy Maxwell