Prologo
New York, 1867
Rigirò il cucchiaio nella tazza colma di latte e gettò uno sguardo alla finestra. Piccoli fiocchi di neve scendevano lenti, pigri quanto lei in quella mattina di febbraio. Le pareva di udire ancora le note del pianoforte sulle quali aveva danzato fino a tarda notte, permettendo ai clienti di sfiorarla solo con lo sguardo. Polvere di riso sul volto, labbra dipinte, piume e merletti ad accompagnare il lento disfarsi degli abiti in mossette procaci.
Sbuffò, puntellando il mento su di un palmo.
Per quanto tempo ancora avrebbe potuto contare sulla sua bellezza? Di certo non abbastanza da garantirsi un futuro decoroso. Gli occhi sondarono i volti assonnati delle altre ragazze, semplici prostitute nella casa di piacere, ma che sembravano soddisfatte molto più di lei.
«Sei pensierosa, Hope?» Caroline sbocconcellò un biscotto con la solita aria antipatica. Al polso brillava il dono del suo cliente più affezionato. «Dovresti trovarti un amante, tesoro... certi regali fanno sembrare più bella la vita di noi altre.»
«Per essere abbandonata dopo qualche mese di
divertimento? No, grazie.» Aveva investito troppo nella speranza in passato, non sarebbe più caduta in simili trappole. «Prima o poi troverò un modo per andare via e avere una vita normale, e non sarà con un cliente.» Mandò giù un sorso di caffè mentre una copia dell’Evening Post compariva sotto al suo naso.
«Perché non dai un’occhiata agli annunci matrimoniali? Pare che le mogli siano parecchio richieste nel West.» Caroline picchiettò con il dito su alcuni trafiletti. «Come le puttane, d’altronde. Se ti va male con il marito puoi sempre iniziare a vendere quello che per ora hai concesso a un paio di fortunati.»
Se ne sarebbe andata anche solo per non dover più sopportare le continue frecciatine della compagna.
«Non sarò mai una prostituta, Caroline, tutt’al più troverò un amante che mi farà fare la bella vita.» Era questo che aveva sperato nell’aprire la sua stanza a Mark Harris, un anno addietro. Una relazione durata finché lui non si era stancato di lei.
«Allora ti conviene trovarlo alla svelta, si invecchia in fretta e hai già ventidue anni... Sarà per questo che Harris se n’è trovata un’altra?» La risata di Caroline non smorzò la tensione. «Suvvia, Hope, potresti rifarti una vita oltre il Missouri. Nessuno saprebbe chi sei e la tua faccia d’angelo è quella di una perfetta moglie devota.»
Ed era ovvio che lei sarebbe stata ben felice di levarsela dai piedi. La rivalità tra loro non era un mistero, ma Hope rifletté sul consiglio e afferrò il giornale non appena l’altra se ne andò.
Forse, dopotutto, lasciare New York per le terre selvagge
a ovest poteva essere una buona idea. Dopo la fine della guerra civile, in molti erano andati laggiù in cerca di una nuova opportunità.
Perché non tentare?
Caroline aveva ragione, gli anni passavano in fretta e sarebbe arrivato il momento in cui guardarla spogliarsi non sarebbe più interessato ai clienti. E nessun uomo per bene l’avrebbe sposata, lì in città. Se pensava al futuro, si immaginava costretta a vendere il proprio corpo per guadagnare di che vivere.
Un brivido la percorse.
Aveva giurato alla madre di non diventare una prostituta a sua volta, di trovare il modo per condurre una vita dignitosa, e sapeva di averla in parte delusa.
Portò l’attenzione agli annunci, attratta da quello di un certo Bart Logan, barbiere di North Platte nel Territorio del Nebraska: desiderava una donna con cui mettere su famiglia.
Hope ebbe l’impressione che cercasse una serva con la quale spassarsela senza dover pagare per entrambi i servizi, ma aveva davvero importanza? A lei serviva un uomo che le garantisse un futuro e il calore di una casa. Sarebbe stato uno scambio equo.
Si guardò attorno. Nel camino bruciavano i ceppi diffondendo luce e tepore in una giornata dal cielo di pece. Pensò al Nebraska, alle praterie innevate, alla solitudine di quelle terre selvagge. Era così lontano e diverso da lì da sembrare irraggiungibile, e proprio per questo pareva il luogo perfetto per iniziare tutto da capo.
*
Seduta sul letto, divorava le parole della lettera giunta da North Platte. Una calligrafia poco curata quella di Bart, come la sua d’altronde, ma era lo specchio di un uomo semplice e gentile quanto le parole che le rivolgeva. Sorrise nel leggerne la descrizione: “sono di altezza normale, piacente e vigoroso”
, ma non vi erano foto allegate e ciò rendeva difficile farsi un’idea vera e propria. La speranza glielo faceva immaginare bello e affascinante, i capelli chiari, un paio d’occhi dallo sguardo profondo, ma si era imposta di non illudersi e scacciò l’immagine dalla mente per sostituirla con qualcosa di più banale.
Sospirò nel buttarsi indietro fino a sprofondare nel cuscino. L’idea di lasciare la casa di Madam Maryann la preoccupava, era nata tra quelle mura e lì aveva trascorso tutta la vita, andare via era come spiccare un volo pericoloso ma necessario. Gli occhi puntati al soffitto, la mente lontana a sorvolare i tetti di una città appena sorta. Era difficile immaginare come fosse davvero la vita laggiù, tra operai della ferrovia, avventurieri e indiani, però era forte la determinazione di scoprirlo e non si sarebbe lasciata sopraffare dalla paura, quindi si alzò e prese dal comodino l’occorrente per rispondere a Bart. Tra loro non vi era ancora nulla di certo, ma le era piaciuta la sua risposta e ciò infondeva in lei altra speranza.
Caro Bart,
ho letto con piacere le tue parole e sono felice tu non sia deluso dalla mia attuale situazione. Forse avevi
immaginato una donna diversa da me, ma sono pronta a diventare una moglie fedele e devota. Come te, desidero una famiglia e una vita serena, e non sarà troppo dura per me la vita a North Platte.
S’interruppe nell’udire bussare alla porta e invitò a entrare incuriosita dalle risatine che giungevano da oltre l’uscio. Fu la testa ricciuta di Betty a fare capolino per prima, subito superata dal volto lentigginoso di Isabel.
«Allora?» fece quest’ultima balzando sul letto ancora disfatto. «Dice di essere bello?»
«Che ficcanaso!» rispose, strappando la lettera dalle mani della ragazza. «Non sono affari vostri!» Il tono di rimprovero addolcito dalla risata che non seppe trattenere.
«Ci pensi, Hope, andrai a ovest e ti sposerai!» Betty la guardava con aria sognante. «Non è romantico?»
«Non è detto che lo farò, ci siamo scritti solo una lettera.»
«Se ti ha risposto dopo che gli hai detto quale lavoro fai, significa che ti vuole comunque.» L’aria si fece ancora più sognante. «E questo è davvero romantico.»
«Lo vedremo. Nel frattempo gli devo rispondere, quindi lasciatemi sola!»
«Solo se dopo ci leggerai la sua lettera» supplicò Isabel, alzandosi.
«Promesso, lo farò.» Sorrise nel rivolgere alle ragazze un sorriso benevolo e le osservò uscire a piedi scalzi, ancora vestite della sola camicia da notte.
Le sarebbero mancate quelle due, erano le ultime arrivate da Madam Maryann, forse per questo
possedevano ancora tanta ingenuità nello sguardo. In tutti quegli anni aveva visto arrivare e partire molte ragazze, lei era la sola a essere lì da sempre ed era tempo di scoprire il mondo oltre la porta del bordello.
Intinse il pennino nell’inchiostro e riprese a scrivere, decisa a conquistare il barbiere di North Platte e il futuro che li attendeva.
Sono una brava cuoca, amo cucinare i dolci e adoro i bambini, ne vorrei almeno un paio. Sono molto esperta anche nelle faccende domestiche. L’idea che tu abbia un mestiere e una bottega mi riempie di felicità e speranza, per questo sono disposta a partire non appena lo riterrai opportuno.
Con affetto
Hope
Più tardi, mentre si esibiva di fronte ai clienti del locale, pensò a come sarebbe stato salire sul treno e viaggiare attraverso il paese da sola. Si muoveva sinuosa ed elegante, ma i pensieri erano incollati a un finestrino attraverso il quale avrebbe visto luoghi sconosciuti. Eccitazione e paura, un miscuglio capace di farla sorridere e tremare all’idea di cosa l’attendeva.
Sulle note del pianoforte, si privò della sottana e scorse gli occhi della Madam su di sé, severi e delusi, la matrona si sentiva tradita e non faceva nulla per nasconderlo. Hope sapeva di doverle tutto e sapeva di essere un’attrazione di cui Maryann si faceva vanto, ma ciò non poteva legarla a quel luogo per sempre. Desiderava una vita normale, dei
figli e un marito, tutte cose che non avrebbe avuto restando a New York.
Pochi passi e finì tra braccia che la catturarono contro una camicia di stoffa pregiata. Si voltò per sorridere all’uomo e si divincolò dalla presa con disinvoltura. Detestava essere toccata in quel modo ma presto tutto ciò sarebbe stato solo un ricordo e sperò che la risposta di Bart avverasse i suoi sogni.