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La Terza guerra mondiale tra i morti e i vivi

Come si presenta alla visione dislocata dei vivi un mondo in preda alla tracimazione universale di vita e morte e dove si sta avvicinando la Terza e ultima guerra mondiale tra i vivi e i morti?

Che cos’è successo finora?

Onde psichiche che si attraggono e si respingono, enormi strutture militari, politiche e industriali che si compattano e si saldano in un unico blocco tracimatore, strutture finanziarie e bancarie risucchiate dentro lo stesso vortice, fiumi economici seminali che si canalizzano sempre più, fiumi di popolazione viva che tracima continuamente dentro la morte, ricerca di sempre nuove e più devastanti armi per far tracimare un numero sempre maggiore di vivi dentro la morte...

Che cosa è successo, ad esempio, durante la prima di queste guerre mondiali? Tutti gli Stati dei vivi che si scontrano per la prima volta sul nostro pianeta. Le plebi dei vivi che si affrontano sulla terra, nelle acque, nel cielo con armi mai usate prima, carri armati, sommergibili, aerei... Questo almeno è quello che vedevano i vivi, quello che i loro occhi vedevano dall’interno della stessa visione consustanziata dei corpi che si stavano disattivando: il piano del generale von Moltke di contenere i russi sul fronte orientale e di attaccare la Francia su quello occidentale, il piano francese di un’offensiva in Lorena, il piano austro-ungarico di eliminazione della Serbia e di attacco della Russia dalla Galizia, i combattimenti nelle Ardenne, l’avanzata tedesca sulla Marna, la battaglia della Fiandra, l’offensiva russa contro la Prussia orientale, lo Stato Maggiore tedesco che richiama dal Belgio due corpi d’armata per rafforzare il fronte, la battaglia dei laghi Masuri, l’offensiva austriaca in Galizia, i russi che cacciano gli austriaci da Leopoli, le battaglie sul mare, la vittoria inglese a Helgoland, quella tedesca al lago di Coronel e poi il suo annientamento, l’offensiva austriaca che costringe i russi ad abbandonare Leopoli, Lublino, la Polonia, gli inglesi che sbarcano nel Golfo Persico e avanzano in Mesopotamia per attaccare i turchi, Dardanelli, Salonicco, occupazioni inglesi delle colonie tedesche nell’Africa del Sud-Ovest, offensive nell’Artois, nelle Argonne, nei Vosgi, offensive italiane nelle Alpi Giulie e lungo l’Isonzo, Verdun, la battaglia della Somme e quella degli altipiani italiani, Gorizia, le battaglie del Carso, Canale di Suez, Palestina, Africa, Lenin, rivoluzione russa, dentro la vita che è dentro la morte che viene prima, guerre sottomarine, Caporetto, ripiegamento sulla linea Asiago-Grappa-Piave, quell’ossario che io ho visto con i miei occhi venendo dalla casa veneta costruita da mio nonno con sassi di fiume, con la piccola macchina di mio padre che guidava in silenzio e con gli occhi chiusi, dormendo, guiderà, il reduce ammutolito e impazzito della Seconda guerra mondiale e della seconda tracimazione di vivi e di morti e da sei anni di campo di concentramento in India, quando arrivavamo a Bassano e poi scendevamo dalla macchina in quello slargo di fronte alla montagna immobile e insanguinata del Grappa, con il suo ossario stratificato e abbagliante..., 500 miliardi di franchi oro investiti, 850 mila navi affondate, quasi 9 milioni di vivi tracimati dentro la morte.

E che cosa hanno visto i vivi della Seconda guerra mondiale tra vivi e morti? Hitler, Anschluss, occupazione della Cecoslovacchia, annientamento della Polonia, intervento della Russia, Sedan, guerra tra Cina e Giappone, attacco tedesco alla Norvegia e alla Danimarca, guerra-lampo, Olanda, Belgio, crollo militare della Francia, offensiva aerea contro l’Inghilterra, truppe italiane in Albania e Grecia, occupazione giapponese del Tonchino, attacco tedesco all’Urss e alla Jugoslavia, occupazione dei Paesi baltici, Russia Bianca, Ucraina, deportazioni, camere a gas, “Mamma, fammi risorgere!”, capitolazione italiana di Amba Alagi, attacco giapponese a Pearl Harbor, entrata in guerra degli Stati Uniti, i giapponesi in Birmania, Filippine, Malesia, battaglia del Mar dei Coralli, Guadalcanal, El Alamein, Sebastopoli, Stalingrado, sbarchi inglesi e statunitensi in Africa occidentale, Tunisia, Libia, mio padre fatto prigioniero e deportato in India, sbarco degli Alleati in Sicilia, avanzata russa, Varsavia, Estonia, Lituania, Ungheria, sbarco in Normandia, Dresda, bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, i bambini con le teste liquefatte e la pelle a brandelli che pregano le loro madri di farli risorgere, “Mamma, mammina, fammi risorgere! Perché non vuoi farmi risorgere?”... 2,7 milioni di tonnellate di esplosivo scaricato solo sull’Europa nei bombardamenti aerei, 60 milioni di vivi tracimati dentro la morte.

E adesso che cosa sta succedendo nella Terza e ultima guerra mondiale tra vivi e morti?

L’aspetto del mondo e del continente dei vivi che si preparano alla tracimazione universale e alla loro ultima guerra è impossibile da immaginare: città ammutolite, sottoposte ai continui urti sismici di sempre nuove immissioni di morti dentro la vita e di vivi dentro la morte, gruppi di umani vivi presi nel turbine di morte e vita e di vita e morte, uomini, donne e bambini che si chiamano e che non si trovano, che corrono lungo strade e piazze lesionate e deserte, gridando nomi che non sanno più se sono di vivi o di morti, lungo scale spaccate che si affacciano sul cielo bianco di neve seminale che continua a cadere e che ricopre il mondo, bambini abbandonati o risorti che si spostano gridando e piangendo nelle città di confine tra vita e morte, gruppi di vivi in armi che percorrono le strade scrutando dentro ogni portone e ogni anfratto, a piedi o inalberati su camion militari o su cingolati che fanno tremare la terra che sta già tremando per il sisma di vita e morte, in cerca di morti tracimati già annidati e nascosti in certe zone segrete delle città dei vivi, in questa guerra dove ormai non ci sono più distorsioni, soggettive, diaframmi, di strutture e di nazioni di vivi, di Stati, di assi, di manovre orizzontali lungo le superfici convenzionali dello spazio e del tempo, di alleanze, di offensive, di fronti, ma solo il franare di questo fronte verticale di morte e vita che sono uscite ormai allo scoperto nella tracimazione universale di vita e morte.

Vi è mai successo di staccare con l’unghia e di sollevare per caso una piccola crosta di terra e di vederci sotto un brulicare forsennato di insetti e un groviglio indistinguibile di piccole ali trasparenti e di antenne venute improvvisamente alla luce in quel sotterraneo mondo saturato in formazione o in collasso, in quella gelatina di terra liquefatta e vomitata da miriadi di piccoli fori anali o di bocche dove minuscole uova bianche imprigionano cieche forme larvali in tracimazione? “Che cosa stiamo vedendo?” vi domandate. “Che mondo è questo? È il nostro stesso mondo?”

Si sentono voci, si sentono grida, si sentono canti. La terra è bianca. La neve seminale continua a cadere. Non si capisce dove tracimano i morti, quelli che si stanno lanciando dalle torri nelle città di confine tra vita e morte o che tracimano a ondate per lo sfondamento verticale della faglia, non si vede dove stanno tracimando i risorti. Si sente solo, sulle superfici del proprio corpo vivo dentro la morte, un saturarsi progressivo e un ispessirsi di materia buia e di mondo. Si vede solo, si percepisce solo l’indistinguibile valanga verticale e ascensionale dei corpi che salgono dal profondo, precipitando. Industrie militari che continuano a fabbricare armi anche se non sanno ancora quali saranno le armi che potranno annientare i morti, parlamenti mondiali di uomini vivi dentro la morte riuniti in permanenza, istituti di credito, banche che stampano continuamente e immettono sul mercato dei vivi dentro la morte sempre nuove ondate di moneta per fare fronte alle spese di questa nuova e mondiale e universale guerra e tracimazione di vita e morte, senza sapere che i soldi dei vivi sono già stati stampati e spesi dai morti, perché la morte viene prima, perché l’economia dei morti viene prima. Ma come fa a essere ancora prima se adesso vita e morte non sono più prima e non sono più dopo ma stanno tracimando e si stanno abbracciando e avvinghiando in questa loro prima e ultima guerra?

Eserciti di vivi e di morti e di risorti che si aggregano nel continente dei vivi e in quello dei morti, unità di combattimento e di annientamento, formazioni terroristiche e di guerriglia che stanno già cominciando a sorgere qua e là nel mondo investito da questa tracimazione finale di vita e morte, formazioni di rivoluzionari morti tracimati dentro la vita che è dentro la morte, per portare la rivoluzione che viene dopo e non quella che viene prima, centri di ricerca dove schiere di scienziati e tecnici vivi stanno operando sui codici genetici e sulle molecole dei Dna che non cessano un istante di disgiungersi e di polimerizzarsi, per cogliere il momento esatto in cui avviene l’errore nel processo di duplicazione e si trasmette un’informazione diversa dall’originale provocando nel patrimonio genetico della nuova cellula quella mutazione chiamata morte, come gli scienziati morti stavano cercando la mutazione chiamata vita, per poter forgiare le armi genetiche che possano permettere ai vivi di fronteggiare e annientare i morti e l’errore della duplicazione della morte nell’ultima guerra mondiale e universale di vita e morte, nell’unico modo in cui possono essere sconfitti i morti, quelli che non sono voluti risorgere e che sono tracimati dalla morte con i loro eserciti morti e i loro condottieri e tracimatori e rivoluzionari morti nella vita che è dentro la morte: non facendoli tracimare dentro la morte, perché sono già morti, ma facendoli diventare vivi. E tutti, vivi e morti, con i loro miti mortali dell’immortalità e con i loro miti immortali della mortalità, aspettano, sognano che venga dato da un momento all’altro l’annuncio di questa inaudita scoperta che sconvolgerà il mondo.

Allora, in questo continente dei vivi e dei morti, si vedranno uomini, donne e persino bambini imbracciare armi mai viste prima in nessuna delle guerre di tracimazione che hanno investito finora le popolazioni umane di questo pianeta, correranno trasfigurati lungo le strade inalberando i prolungamenti genetici dei loro corpi in grado di sparare strutture molecolari contenenti codici modificati nei corpi dei morti che incontreranno sulla loro strada, durante le azioni militari dispiegate, i rastrellamenti, stanandoli dalle case lesionate dal sisma di vita e morte e negli scontri campali tra eserciti di vivi e morti, durante gli accerchiamenti di gruppi di guerriglieri e di terroristi morti che assaliranno nel cuore della notte, nel buio, perché nel continente dei vivi ci sono ancora il giorno e la notte, la luce e il buio, ci saranno, anche se la luce è la luce del buio e il buio è il buio che fa la luce che viene dopo e che viene prima, anche se il giorno è la notte del giorno e la notte è il giorno della notte che c’è già stata, che ci sarà, nelle azioni di ripulimento delle sacche di resistenza di ribelli morti che combatteranno asserragliati nelle case squarciate, nei grattacieli attraversati da parte a parte dalle fenditure del sisma di vita e morte, nelle grandi strutture commerciali abbandonate, nelle caserme espugnate, negli hangar dove si scorgono annidate nel buio, si scorgeranno, le sagome di aerei e droni dai grandi ventri pieni di bombe genetiche telecomandate che aspettano, aspetteranno di alzarsi in volo per andare a bombardare le prime zone di mondo conquistate dai morti, su cui sventolano le loro bandiere e i loro vessilli morti e da cui si levano nella notte i loro canti emozionati e i loro peana morti, si leveranno. Le imbracceranno i primi gruppi d’assalto, gli appartenenti alle unità mimetizzate dei vivi, inviate a soffocare i moti rivoluzionari dei morti venuti a portare la rivoluzione dentro la morte e non dentro la vita che è dentro la morte che viene prima, i gruppi di clandestini e infiltrati che cominceranno a lavorare dietro le linee di vivi e morti, i nuovi gruppi di immortali che si saranno sparati per primi con le loro stesse armi genetiche inserendo nei loro corpi i nuovi cromosomi e codici modificati.

Ci sono fiumane di persone e di corpi che tracimano nel buio che è dentro la luce che è dentro il buio, che camminano in piccoli gruppi oppure da soli, sperduti, in un mondo mai visto prima, in cerca di città, di luoghi e di case mai visti prima e già visti dopo, lungo le prime zone di sfondamento di faglia e le sempre nuove città di confine tra vita e morte rese bianche dal velo seminale di neve che continua a cadere. Uomini, donne, bambini indistinguibili dal bagliore seminale bianco che emana da questa lacerazione di faglia, che camminano guardandosi intorno con gli occhi aperti, sbarrati, senza vedere niente, riconoscere niente, ricordare niente, perché il ricordo è tutto dentro la morte che viene prima, che veniva prima, e alcuni di loro piangono, altri cantano, altri piangono e cantano, come cantavano e piangevano i morti e come cantavano e piangevano i vivi, canteranno, piangeranno. E i loro passi non lasciano impronte sull’abbagliante strato seminale di neve, perché non ci sono più, non ci sono ancora. Si vede solo il bagliore di questa fiumana di corpi tracimati dentro la vita che viene dopo e che viene prima. E la luce non fa rumore, attutisce i suoni del mondo che ci sarà, che c’è già stato, che si è inclinato, anche quelli che si levano da corpi e teste che camminano e intanto nascono e cantano e piangono. E la neve non fa rumore, continua a cadere sulle loro teste e sui loro volti e sui loro occhi che guardano e piangono, e sulle loro bocche e sulle loro ciglia, ricopre con il suo velo seminale cristallizzato scaturito a nubi dalle città collassate e dai fiumi seminali sotterranei dei morti e dai suoi arcobaleni dove si forgiano i colori neri del mondo che non c’è mai stato, che ci sarà, l’ingresso bianco seminale del mondo che c’è sempre stato, che non ci sarà. E il cielo non si distingue dalla terra e la terra dal cielo, tanto è tutto bianco, inclinato, riverberato, abbagliato, inventato, si avverte solo il suono impercettibile di una miriade di passi che camminano senza lasciare impronte sullo strascico seminale di neve che ricopre il mondo.