Dopo aver ascoltato la geneaologia dei discendenti di Svayambhuva Manu, Maharaja Parikshit chiese a Sukadeva di parlargli della struttura dell’universo.
Sukadeva rispose, ‘Mio caro re, l’energia materiale di Dio non ha limiti, e ci limiteremo qui a descrivere il sistema planetario conosciuto come Bhu-mandala o Bhu-goloka, che assomiglia a un fiore di loto, in cui le sette isole sono paragonabili al centro. Tra queste, Jambudvipa si trova al centro, è rotonda come una foglia di loto e il suo diametro è di un milione di yojana (circa 13 milioni di km). Al suo interno, ci sono nove continenti o varsha, ognuno della misura di 9000 yojana (120.000 km), là si trova il monte Sumeru, che è d’oro e alto quanto l’estensione di Jambudvipa, cioè 100.000 yojana (1.300.000 km). Di questi, 16.000 yojana sono sotto il livello della terra, perciò l’altezza dal suolo è di 84.000 yojana. La montagna è larga 32.000 yojana alla sommità e 16.000 yojana alla base.
A nord di Ilavrita varsha si trovano i monti chiamati Nila, Sveta e Sringavan, che segnano il confine con i varsha chiamati Ramyaka, Hiranmaya e Kuru. Queste montagne sono larghe 2.000 yojana ciascuna e si estendono in lunghezza ad est e ad ovest fino alla spiaggia dell’oceano salato. Da sud a nord, la lunghezza di ogni catena montuosa è un decimo rispetto alla precedente, ma l’altezza rimane la stessa.
A sud di Ilavrita varsha, da nord a sud, si stendono i monti chiamati Nishada, Hemakuta e Himalaya, ciascuno dei quali è alto 10.000 yojana, che segnano il confine dei tre continenti chiamati Hari varsha, Kimpurusha varsha e Bharata Varsha.
A est e ovest di Ilavrita varsha ci sono le due grandi montagne chiamate rispettivamente Gandhamadana e Malyavan, alte 2.000 yojana ciascuna, che si stendono fino al monte Nila a nord e fino a Nishada al sud, segnando i confini dei varsha conosciuti come Ketumala e Bhadrasva.
Ai quattro lati del grande monte Sumeru ci sono quattro montagne minori conosciute come Mandara, Merumandara, Suparsva e Kumuda, ciascuna alta 10.000 yojana. In cima a ciascuna di queste montagne si trova un albero, rispettivamente un mango, un albero di jambu (melarosa), un albero kadamba e un albero baniano, ciascuno ampio 100 yojana e alto 1100 yojana, con i rami che si stendono per un raggio di 1100 yojana.
Nelle valli tra queste montagne si trovano quattro grandissimi laghi; il gusto della loro acqua è rispettivamente quello del latte, del miele, del succo di canna da zucchero, e di acqua pura.
L’albero di mango che si trova sul monte Mandara è chiamato Devachuta ed è alto 1100 yojana; dalla sua chioma cadono in abbondanza i frutti maturi, liberando un succo fragrante che fluisce nel fiume Arunoda, che scorre sul lato orientale di Ilavrita. Le mogli degli Yaksha sono le ancelle della sposa del Signore Shiva; poiché bevono l’acqua dell’Arunoda il loro corpo acquista una meravigliosa fragranza.
Anche i frutti dell’albero di jambu, che sono ricchi di polpa e hanno semi molto piccoli, producono cadendo dal Merumandara un flusso di succo che finisce nel fiume Jambunadi. Questo fiume scende per 10.000 yojana dalla montagna verso il lato meridionale di Ilavrita e la sua argilla produce grandi quantità di oro, usato dagli esseri celesti per vari tipi di ornamenti. L’albero Maha Kadamba che cresce sul fianco del monte Suparsva ha un incavo dal quale cinque rivoli di profumatissimo miele scorrono verso il lato occidentale di Ilavrita varsha.
Infine, il grande albero baniano del monte Kumuda, chiamato Satavalsa perché ha cento rami principali, produce dalle sue radici torrenti d’acqua miracolosa, grazie alla quale gli abitanti dei pianeti celesti non si sentono mai stanchi, non si ammalano mai e non muoiono precocemente. Il loro sudore non ha cattivo odore, i loro capelli non diventano mai grigi, e i loro volti e corpi non hanno rughe.
Sul lato est del Sumeru, fatto di oro solido e brillante come il fuoco, ci sono due montagne chiamate Jathara e Devakuta, che si stendono verso nord e sud per 18.000 yojana, mentre i monti Pavana e Pariyatra si trovano a ovest e si allungano da nord a sud per la stessa distanza. A sud del Sumeru le due montagne chiamate Kailasa e Karavira si stendono da est a ovest per 18.000 yojana, mentre a nord i monti Trisringa e Makara sono alti e larghi 2.000 yojana.
Sulla vetta del Meru si trova la città di Brahma, Brahmapuri. Questa città è circondata in ogni direzione dalle capitali dei sovrani dei diversi sistemi planetari, a cominciare da Indra, e sono simili a Brahmapuri ma grandi solo un quarto di essa.
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Il fiume Gange, che attraversa l’intero universo, ebbe origine quando l’Avatara Vamana perforò con il piede la copertura superiore dell’universo, facendone scorrere l’acqua dell’Oceano Causale. Poiché ha toccato i piedi del Signore, quest’acqua è diventata particolarmente sacra e pura. Scendendo in questo mondo, il Gange arriva dapprima a Dhruvaloka, la stella polare, e poi sui pianeti dei sette Rishi, che sono direttamente sotto la stella polare. Poi tocca Chandraloka (la Luna) e infine la dimora di Brahma sulla vetta del monte Meru. Là si divide in quattro rami conosciuti come Sita, Alakananda, Chaksu e Bhadra, che scorrono ciascuno in una direzione cardinale differente. La Sita scorre da Brahmapuri fino al monte Kesarachala, poi sul Gandhamadana e poi nella terra di Bhadrasva varsha, per gettarsi infine nell’oceano salato a occidente. Il ramo del Gange conosciuto come Chaksu cade sul monte Malayavan e scende sulla terra di Ketumala varsha, raggiungendo anch’esso l’oceano di occidente.
Il ramo conosciuto come Bhadra scorre dal lato nord del Meru e cade sui monti Kumuda, Nila, Sveta e Sringavan uno dopo l’altro, poi scorre nella provincia di Kuru e infine sfocia nell’oceano di acqua salata del nord. L’Alakananda scorre da Brahmapuri su molte vette di monti fino al Memakuta e all’Himakuta, per poi scorrere nella terra di Bharata varsha e raggiungere infine l’oceano di acqua salata a sud.
La terra di Bharata Varsha è particolarmente fortunata e considerata il campo delle attività interessate per persone molto virtuose; da questo luogo è possibile raggiungere la liberazione compiendo le attività adatte per liberarsi dalle conseguenze delle azioni delle vite precedenti.
Durante il Treta Yuga, in questi otto Varsha gli abitanti vivono 10.000 anni terrestri e non sono molto diversi dai Deva. Godono di una giovinezza molto lunga e ne approfittano per impegnarsi in relazioni sessuali; dopo molti anni di piacere, quando rimane loro un solo anno da vivere, la moglie concepisce un figlio.
La Personalità Suprema della Divinità benedice gli abitanti di questi varsha manifestandosi nella forma del Chatur-vyuha, la quadruplice emanazione di Vasudeva, Sankarshana, Pradyumna e Aniruddha.
Nella terra conosciuta come Ilavrita Varsha risiedono il Signore Shiva e la sua consorte D urga, con 10 miliardi di ancelle. A nessun altro maschio oltre a Shiva è permesso di entrare in quelle terre, sotto pena di essere immediatamente trasformato in donna. Il Signore Shiva medita sulla forma di Vishnu conosciuta come Sankarshana, Ananta Sesha.
La terra conosciuta come Bhadrasva Varsha è governata da Bhadrasrava, il figlio di Dharmaraja. Bhadrasrava medita sulla forma della Divinità di Vasudeva, conosciuta come Hayasirsha o Hayagriva, che salvò i Veda recuperandoli dal pianeta Rasatala dove erano stati nascosti e restituendoli a Brahma.
Nella terra conosciuta come Hari Varsha risiede il Signore Nrisimha, adorato da Prahlada Maharaja e dai suoi sudditi.
Nella terra conosciuta come Ketumala Varsha la Divinità risiede nella forma di Kamadeva o Pradyumna, adorato da Lakshmidevi, dal Prajapati Samvatsara e da tutti i suoi 36.000 figli e figlie, considerati gli archetipi che controllano rispettivamente i giorni e le notti.
A Hiranya Varsha la Divinità risiede nella forma di Kurma, l’Avatara tartaruga, adorato da Aryama e dagli altri abitanti di quella terra.
Nella parte nord di Jambudvipa, conosciuta come Uttarakuru varsha, la Divinità risiede nella forma di Varaha, l’Avatara cinghiale, adorato da tutti gli abitanti con meravigliosi inni e preghiere.
A Kimpurusha Varsha, il grande Hanuman si impegna, insieme con il re di quelle terre, Arstisena, e con i suoi sudditi, nell’adorazione del Signore Ramachandra, il fratello maggiore di Lakshmana e l’amato sposo di Sitadevi.
Nella terra di Bharata varsha, nel luogo conosciuto come BadarikAshrama, la Divinità è apparsa nella forma di Nara e Narayana per insegnare la rinuncia, il potere spirituale, la conoscenza, la religione, il controllo dei sensi e la libertà dall’ego. Narada Muni istruì Savarni Manu perché guidasse i suoi sudditi nel compimento dei loro doveri nel Varnashrama Dharma e scrisse anche importanti testi sulla Bhakti. Meditando sul Signore Nara Narayana, Narada canta le sue glorie e gli offre le sue preghiere.
Bharata varsha ha molte altre montagne, tra cui si possono ricordare Malaya, Mangala- prastha, Mainaka, Trikuta, Rishabha, Kutaka, Kollaka, Sabya, Devagiri, Rishyamuka, Sri- saila, Venkata, Mahendra, Varidhara, Vindhya, Suktiman, Rikshagiri, Pariyatra, Drona, Citrakuta, Govardhana, Raivataka, Kakubha, Nila, Gokamukha, Indrakila e Kamagiri. I due fiumi principali, il Brahmaputra e il Sona, sono chiamati nada, fiumi maschili. Gli altri fiumi importanti sono chiamati Chandravasa, Tamraparni, Avatoda, Kritamala, Vaihayasi, Kaveri, Veni, Payasvini, Sarkaravarta, Tungabhadra, Krishnavenya, Bhimarathi, Godavari, Nirvindhya, Payosni, Tapi, Reva, Surasa, Narmada, Charmanvati, Mahanadi, Vedasmriti, Rishikulya, Trisama, Kausiki, Mandakini, Yamuna, Sarasvati, Drisadvati, Gomati, Sarayu, Rodhasvati, Saptavati, Susoma, Satadru, Chandrabhaga, Marudvridha, Vitasta, Asikni e Visva. Gli abitanti di quelle terre si purificano bagnandosi nelle loro acque, toccandole, o anche soltanto recitandone i nomi e ricordandoli.
È detto che Jambudvipa è circondata da otto isole minori, chiamate Svarnaprastha, CandraSukla, Avartana, Ramanaka, Mandara-harina, Pancajanya, Simhala e Lanka.
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Jambudvipa è circondata dall’oceano di acqua salata, oltre al quale si trova la terra di Plakshadvipa, che si stende per 260.000 yojana. In quella terra c’è un albero Plaksha alto quanto l’albero Jambu di Jambudvipa, e alle sue radici c’è un fuoco di sette fiamme. Plakshadvipa è governata da Idhmajihva, uno dei figli di Maharaja Priyavrata, che ha diviso le sue sette isole tra i suoi sette figli Shiva, Yavasa, Subhadra, Shanta, Kshema, Amrita e Abhaya.
A Plakshadvipa ci sono sette montagne, Manikuta, Vajrakuta, Indrasena, Jyotisman, Suparna, Hiranyasthiva e Meghamala, e sette fiumi, Aruna, Nrimna, Anghirasi, Savitri, Suptabhata, Ritambhara e Satyambhara il cui contatto libera immediatamente da ogni contaminazione materiale. Gli abitanti si dividono in quattro categorie sociali, chiamate Hamsa, Patanga, Urdhvayana e Satyanga, e vivono per 1000 anni godendo degli stessi piaceri degli esseri celesti e adorando la Personalità Suprema della Divinità nella forma del Sole.
Attorno a Plakshadvipa si stende l’oceano di succo di canna da zucchero, poi c’è l’isola di Salmalidvipa, che è ampia 400.000 yojana e prende il nome dall’albero Salmali, largo 100 yojana e alto 1100 yojana. Si dice che quest’albero sia la dimora di Garuda, la grande aquila che trasporta Vishnu.
Il signore di questa isola è Yajnabahu, il figlio di Priyavrata. Ha diviso l’isola in sette territori, assegnandone uno a ciascuno dei suoi figli Surochana, Saumanasya, Ramanaka, Deva-varsha, Paribhadra, Apyayana e Avijnata. Anche qui ci sono sette montagne Svarasa, Sata-sringa, Vamadeva, Kunda, Mukunda, Pushpa-varsha and Sahasra-sruti e sette fiumi Anumati, Sinivali, Sarasvati, Kuhu, Rajani, Nanda e Raka. Gli abitanti seguono fedelmente il sistema dei varna, che là sono chiamati Srutidhara, Viryadhara, Vasundhara e Isandhara, e adorano la Personalità Suprema della Divinità nella forma di Soma, la Luna.
Oltre le terre di Plakshadvipa si trova l’oceano di liquore, chiamato Surasagara, e più oltre si stende la terra di Kushadvipa, ampia 800.000 yojana, circondata a sua volta da un oceano di ghi liquido. L’isola prende nome dai ciuffi di erba Kusha che vi crescono, luminosi come freschi fuochi. Il signore di quelle terre è il figlio di Priyavrata di nome Hiranyareta; anche lui ha diviso il regno tra i suoi sette figli Vasu, Vasudana, Kridharuci, Stutyavrata, Nabhigupta, Vivikta e Vamadeva. Le sette montagne si chiamano Chakra, Chatuh-sringa, Kapila, Citrakuta, Devanika, Urdhvaroma e Dravina, e i sette fiumi si chiamano Ramakulya, Madhukulya, Mitravinda, Srutavinda, Devagarbha, Ghrtacyuta e Mantramala. Le quattro categorie sociali degli abitanti sono conosciute come Kusala, Kovida, Abhiyukta e Kulaka, e tutte adorano la Personalità Suprema della Divinità nella forma del fuoco con la celebrazione dei sacrifici prescritti nei Veda.
Oltre l’oceano di burro chiarificato si trova Kraunchadvipa, che è ampia 1.600.000 yojana ed è circondata dall’oceano di latte. L’isola prende il suo nome dalla montagna Krauncha, che è protetta da Varuna. Il signore di quest’isola è il figlio di Priyavrata chiamato Ghritapristha. Grande studioso, Ghritapristha divise l’isola tra i suoi sette figli Ama, Madhuruha, Meghapristha, Sudhama, Bhrajistha, Lohitarna e Vanaspati. Le sette montagne si chiamano Sukla, Vardhamana, Bhojana, Upabarhina, Nanda, Nandana e Sarvatobhadra, mentre i sette fiumi sono Abhaya, Amritaugha, Aryaka, Tirthavati, Rupavati, Pavitravati e Sukla. Gli abitanti si dividono nei quattro varna chiamati Purusha, Rabha, Dravina e Devaka, e adorano la Personalità Suprema della Divinità nella forma di Varuna offrendo acqua contenuta nel palmo della mano.
Dopo l’oceano di latte c’è Sakadvipa, ampia 3.200.000 yojana, a sua volta circondata da un oceano di yogurt. L’isola prende il nome dall’albero Saka, il cui profumo si diffonde ovunque. Anche il signore di quest’isola è un figlio di Priyavrata, Medhatithi, e ha diviso il regno tra i suoi sette figli Purojava, Manojava, Pavamana, Dhumranika, Citrarepha, Bahurupa e Visvadhara. Anche qui ci sono sette montagne, Isana, Urusringa, Balabhadra, Satakesara, Sahasra-srota, Devapala e Mahanasa e sette fiumi, Anagha, Ayurda, Ubhayaspristi, Aparajita, Panchapadi, Sahasra-sruti e Nijadhrti. Gli abitanti si dividono in varna chiamati Ritavrata, Satyavrata, Danavrata e Anuvrata, e adorano la Personalità Suprema della Divinità nella forma di Vayu praticando il pranayama e lo Yoga mistico.
L’ultima isola, Pushkaradvipa, è ampia 6.400.000 yojana ed è circondata da un oceano di acqua pura di ottimo sapore. L’isola prende il nome da un grande fiore di loto con 100.000.000 petali di oro puro, risplendenti come il fuoco, che viene considerato il seggio di Brahma.
Nel mezzo dell’isola si trova la grande montagna Manasottara, larga e alta 10.000 yojana, che ospita la dimora di Indra, chiamata Devadhani, e costituisce la base sulla quale il carro del Sole compie il suo giro nell’universo. Il signore dell’isola, un figlio di Priyavrata chiamato Vitihotra, ha due figli di nome Ramanaka e Dhataki, e ha dato a ciascuno una metà del regno, una delle quali (Uttarayana) rappresenta il giorno e l’altra (Dakshinayana) la notte per i Deva. Gli abitanti dell’isola adorano la Personalità Suprema della Divinità nella forma di Brahma, la personificazione delle cerimonie rituali e dei Veda.
Dopo l’oceano di acqua dolce si trova una montagna chiamata Lokaloka, che divide le terre illuminate dal sole da quelle che rimangono sempre al buio, poi c’è Aloka Varsha, una terra tutta d’oro che riflette la luce come uno specchio e nella quale non vive nessuno. È stato calcolato che la distanza tra il Sumeru e il Lokaloka sia di 125.000.000 yojana (oltre un miliardo e mezzo di chilometri).
Sul monte Lokaloka vivono i quattro signori degli elefanti, Rishabha, Pushkarachuda, Vamana e Aparajita, incaricati di mantenere la posizione dei sistemi planetari. Oltre Aloka Varsha, che è ampia 125.000.000 yojana, c’è il confine dell’universo materiale.
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Il Sole, situato al centro dell’universo, nello spazio chiamato Antariksha tra Bhurloka e Bhuvarloka, è chiamato anche Vairaja, la manifestazione totale degli esseri viventi, e anche Martanda, perché entrò nell’uovo dell’universo all’inizio della creazione, e Hiranyagarbha, l’embrione d’oro.
I movimenti del Sole nella sua orbita, chiamata Samvatsara, vengono osservati dalla Terra come passaggi nei segni zodiacali. Quando il Sole, viaggiando verso nord, entra in Vrishabha (Toro) i giorni si allungano fino all’ingresso in Karkata (Cancro), poi diminuisce gradualmente di mezz’ora ogni mese, finché il giorno diventa uguale alla notte in Tula (Bilancia). Il sole volge poi a sud, passando nel segno di Vriscika (Scorpione) e i giorni cominciano ad accorciarsi fino a Makara (Capricorno), finché giorno e notte tornano uguali in Mesha (Ariete). L’orbita del Sole è di 95.100.000 yojana, e viene coperta a una velocità di 2.000 yojana e 2 krosa (25.606 km) in un solo attimo.
Così come a est del Sumeru si trova Devadhani, la dimora di Indra, a sud si trova Samyamani, la capitale diYamaraja, a ovest si trova Nimlochani, la capitale di Varuna, e a nord si trova Vibhavari, la capitale di Chandra. Ciascuno di questi regni celesti governa i passaggi della giornata, rispettivamente il sorgere del sole, mezzogiorno, il tramonto e mezzanotte. Coloro che vivono in terre diametricamente opposte sperimentano rispettivamente l’alba e il tramonto nello stesso istante, e così anche per mezzogiorno e mezzanotte.
Il Sole viaggia da Devadhani a Samyamani in 15 ghatika (6 ore) coprendo una distanza di 23.775.000 yojana, e poi ugualmente da Samyamani alle altre capitali per poi tornare alla città di Indra. Lo stesso movimento si osserva nella luna, nelle stelle e nei pianeti, che sorgono e tramontano da est a ovest, per poi sparire alla vista.
Il carro del Sole ha una sola ruota, chiamata Samvatsara (“orbita”), e i suoi raggi sono i 12 mesi. Le 6 stagioni sono i bordi, e i tre periodi detti chatur-masya (“quattro mesi”) sono il perno della ruota. Un’estremità dell’asse poggia sul monte Sumeru e l’altra sul monte Manasottara, e il carro continua a girare come fa una pressa per l’olio.
Il secondo asse è fissato a Dhruvaloka con una corda fatta di vento.
Si dice che il carro del Sole sia lungo 3.600.000 yojana e largo un quarto della lunghezza, cioè 900.000 yojana. I cavalli prendono il nome di Gayatri e delle altre metriche poetiche dei Veda, e sono aggiogati da Aruna, che siede davanti al Sole per guidare i cavalli ma è rivolto all’indietro per contemplarlo.
Ci sono anche 60.000 Rishi chiamati Valikhilya, grandi quanto un pollice, che stanno davanti al Sole e gli offrono lodi e preghiere. Inoltre due rappresentanti di Deva, Rishi, Gandharva, Apsara, Naga, Yaksha e Rakshasa assumono differenti nomi e celebrano continuamente diverse cerimonie rituali in onore del Sole.
Il Sole, che è Narayana, Vishnu, l’anima di tutti i mondi, viaggia nella sua orbita tenendo il monte Sumeru e Dhruvaloka sulla sua destra, eppure allo stesso tempo sta di fronte ai segni dello zodiaco, e questo sembra porre il Sumeru e Dhruvaloka alla sua sinistra. Si tratta solo di un’impressione perché il movimento delle costellazioni, che si trovano sulla grande Ruota del Tempo, è diverso dal movimento del Sole e dei pianeti, proprio come il movimento della ruota di un vasaio è differente dal movimento di formiche che stanno sopra di essa, e che quindi si troveranno successivamente su un lato e poi su un altro rispetto alla ruota. Secondo il calcolo stellare, un mese terrestre equivale a 2 costellazioni e un quarto, mentre su Pitriloka un mese terrestre equivale a un giorno e una notte.
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Sopra i raggi del Sole, a una distanza di 100.000 yojana, si trova la Luna, che viaggia a una velocità maggiore rispetto a quella del Sole. In due paksha (quindicine lunari), la Luna compie l’equivalente di un Samvatsara (orbita annuale) del Sole, e in due giorni e un quarto passa attraverso un mese solare. La luna crescente mostra una fetta illuminata sempre più grande, creando il giorno per i Deva e la notte per i Pitri, e viceversa la luna calante crea la notte per i Deva e il giorno per i Pitri.
La Luna è la sorgente della frescura nettarea che fa crescere i cereali, perciò viene chiamata anche Jiva, l’essere più vitale nell’universo. Inoltre influenza la mente degli esseri umani, perciò è chiamata Manomaya. È chiamata Annamaya perché è la fonte di vita per tutti gli esseri, e Sarvamaya perché è piacevole per tutti.
Oltre la Luna e il Sole ci sono molte stelle, tra cui la più importante è Abhijit; le stelle sono fissate alla ruota del tempo e girano con un moto diverso rispetto a quello del Sole. Il pianeta Sukra (Venere) si muove invece insieme al sole ma a differenti velocità, talvolta davanti al Sole, talvolta dietro, talvolta di fianco. La sua presenza facilita le piogge.
Il pianeta Budha (Mercurio) è simile a Sukra nei suoi movimenti rispetto al Sole; generalmente è considerato di buon augurio, ma quando non si muove insieme al Sole si dice che porti cicloni e irregolarità nelle piogge. Oltre Budha c’è Mangala (Marte), che normalmente viaggia attraverso ciascun segno dello zodiaco in 3 paksha; la sua influenza è generalmente negativa. Sopra Mangala si trova Guru (Giove), che generalmente favorisce i brahmana dell’universo, quando il suo movimento è diretto. Sopra Guru si trova Sani (Saturno), che passa in un segno dello zodiaco in 30 mesi; è sempre un pianeta molto infausto. Sopra Sani si trovano i pianeti dei sette Rishi, che si preoccupano sempre del bene degli abitanti dell’universo e insieme al Sole e a tutti i pianeti girano in segno di rispetto attorno alla dimora suprema del Signore Vishnu, conosciuta come Dhruvaloka, la stella polare. A Dhruvaloka vive Dhruva Maharaja, onorato da Agni, Indra, Prajapati, Kasyapa e Dharma.
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L’intero universo, composto di stelle e pianeti, ha la forma di un delfino (sisumara), con la testa rivolta verso il basso e il corpo a spirale verso destra; la punta della sua coda è costituita da Dhruvaloka, la parte mediana della coda sono i pianeti di Prajapati Brahma, Agni, Indra e Dharma, e alla base della coda ci sono i pianeti di Dhata e Vidhata. Nella regione dei fianchi di questo delfino ci sono i sette Rishi. Sulla destra del delfino ci sono le 14 costellazioni da Abhijit a Punarvasu, sulla sua sinistra ci sono le 14 costellazioni da Pusya a Uttarasadha. Sulla sua schiena c’è la costellazione Ajavithi, e sul suo addome c’è il Gange che scorre nel cielo (la Via Lattea). All’altezza del suo mento si trovano Agasti e Yamaraja, alla bocca Mangala, ai genitali Sani, alla sua nuca Guru, al petto Surya, e al centro del cuore, Narayana.
Nel suo ombelico sta Sukra, nella sua mente Chandra, e sul suo petto gli Asvini Kumara; nel suo prana Budha, nel suo collo Rahu, e tutto il suo corpo è pieno di comete e stelle.
Talvolta gli Yogi meditano su questa forma come una manifestazione di Vasudeva, la Personalità Suprema della Divinità, che si è resa visibile agli occhi materiali nella forma del Tempo.
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È detto che 10.000 yojana sotto il Sole si trova il pianeta conosciuto come Rahu, che si muove come una delle stelle. La Divinità che presiede questo pianeta è un Asura, il figlio di Simhika, che ha acquisito quella posizione per la grazia della Personalità Suprema della Divinità. Un tempo, quando venne distribuito il nettare, Rahu cercò di creare inimicizia tra il Sole e la Luna infilandosi in mezzo a loro, e ancora cerca di sopraffarli in quelle che osserviamo come eclissi nelle notti di luna piena e nei giorni di luna nuova.
Sotto Rahu si trovano in pianeti conosciuti come Siddhaloka, Charanaloka e Vidyadhara- loka, e più sotto ancora nello spazio chiamato antariksha, 100 yojana ( 1300 km) sopra la terra, si trovano le dimensioni sottili che sono la dimora di Yaksha, Rakshasa, Pisacha, eccetera, che si stendono fino ai confini dell’atmosfera. Il confine della Terra è considerata l’altezza alla quale possono volare le aquile, i falchi, i cigni e gli altri grandi uccelli.
Sotto la Terra ci sono altri sette pianeti, conosciuti come Atala, Vitala, Sutala, Talatala, Mahatala, Rasatala e Patala, che hanno le stesse dimensioni della Terra e sono chiamati Bila Svarga (“i paradisi sotterranei”) perché i Daitya, Danava e Naga che vi abitano godono di un livello di vita molto alto, possiedono grandi ricchezze e conoscono molti piaceri. Le case, i giardini, i laghi, i parchi e i luoghi di divertimento sono ancora più meravigliosi di quelli degli esseri celesti, ma non vedono mai il Sole perché sono sotterranei. Il tempo quindi non viene diviso in giorni e notti, e l’illuminazione è prodotta dalle gemme preziose che ornano la testa dei grandi serpenti che vi abitano.
Queste città artificiali sono state costruite da Maya Danava, un architetto straordinario che sa fare eccellenti abitazioni, mura e cancelli, sale di assemblea, templi, e anche molti alberghi per i visitatori.
Gli abitanti bevono e fanno il bagno in succhi ed elisir fatti di erbe meravigliose, perciò non soffrono di malattie o ansietà, il loro corpo rimane sempre giovane e forte, e come accade per gli esseri celesti, il loro sudore non emana cattivo odore.
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Sul pianeta Atala vive Bala, il figlio di Maya Danava, che ha creato 96 tipi di poteri mistici. Ci sono tre tipi di donne su quel pianeta, conosciute come svairini, kamini e pumschali. Le svairini si sposano con uomini del loro gruppo, le kamini sposano uomini di qualsiasi provenienza e le pumschali cambiano marito spesso. Quando un uomo arriva ad Atala, queste donne lo attirano immediatamente e gli fanno bere l’hataka (chiamato anche bhang, il succo della cannabis indica), per accrescere la sua potenza sessuale.
Sotto Atala si trova Vitala, dove Shiva beve l’hataki e risiede con il suo esercito di Bhuta. Là Shiva si unisce alla sua consorte Bhavani e dalla loro potenza emana il fiume Hataki. Quando il fiume viene divorato da fuoco e vento produce l’oro chiamato hataka, usato dagli abitanti di quel pianeta per fabbricare i loro molti ornamenti.
Sotto Vitala si trova Sutala, dove risiede Bali Maharaja, il figlio di Virochana e nipote di Prahlada. Bali è sempre impegnato nell’adorazione della Personalità Suprema della Divinità nella forma dell’Avatara Vamana, che gli chiese in elemosina tre passi di terra.
Sotto Sutala si trova Talatala, governato da Maya Danava. Il Signore Shiva diede fuoco alle tre città (Tripura) di Maya Danava per proteggere l’universo, e poi gliele restituì quando l’Asura divenne suo devoto.
Sotto Talatala si trova Mahatala, la dimora di serpenti a molte teste, discendenti di Kadru, che sono sempre arrabbiati e ansiosi perché temono l’arrivo di Garuda. I maggiorenti del pianeta sono Kuhaka, Takshaka, Kaliya e Susena.
Sotto Mahatala si trova Rasatala, dimora degli Asura figli di Diti e di Danu, chiamati Pani, Nivata kavacha, Kaleya e Hiranya-puravasi. Questi Asura vivono in tane sotterranee come i serpenti, sono nemici dei Deva e hanno paura del disco Sudarshana e di Sarama, la messaggera di Indra, che recita dei Mantra particolari.
Sotto Rasatala si trova Patala o Nagaloka, dimora di Vasuki e dei suoi sudditi Naga, tra cui Sankha, Kulika, Mahasankha, Sveta, Dhananjaya, Dhritarastra, Sankhachuda, Kambala, Asvatara e Devadatta. Tutti hanno molte teste, decorate di gemme preziose che illuminano l’oscurità di Bila Svarga.
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Sotto Patala si trova Ananta Sesha, chiamato anche Sankarshana, che è un’altra incarnazione della Personalità Suprema della Divinità. Su una delle sue teste riposa l’intero universo, che paragonato al corpo di Ananta è piccolo come un granello di senape. Al tempo della dissoluzione dell’universo, Ananta manifesta Sankarshana Rudra, l’incarnazione di Shiva come l’aggregato degli 11 Rudra.
Il Signore Ananta, così chiamato perché le sue qualità spirituali sono illimitate, ha la carnagione bianca come l’argento lucidato e viene servito dalle principesse figlie dei re dei serpenti, che cospargono il suo corpo di polpa di aGuru, polpa di sandalo e kunkuma. Ananta indossa abiti blu, è decorato con una cintura d’oro, porta un solo orecchino e regge una piccozza sulla spalla. Ha una ghirlanda vaijayanti di boccioli di tulasi sempre freschi, che profumano come il miele.
Il ricordo del Signore Ananta spazza via tutte le impurità dal cuore di coloro che meditano su di lui, e viene costantemente glorificato da Narada Rishi nell’assemblea di Brahmaloka. Persino il suono del suo nome, pronunciato magari per scherzo o per caso, libera da ogni peccato sia chi lo pronuncia che chi lo ascolta.
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Oltre a questi pianeti esistono anche delle dimensioni sottili infernali chiamate Naraka, situate nello spazio intermedio tra i tre mondi e l’oceano Garbhodaka, sul lato sud dell’universo, insieme con Pitriloka, il pianeta degli antenati.
Tutti gli abitanti di Pitriloka, con a capo Agnisvatta, meditano sulla Personalità Suprema della Divinità e sono sempre benevoli verso le famiglie dei loro discendenti che vivono sulla Terra. Il re dei Pitri è Yamaraja, il potente figlio di Surya. I suoi messaggeri, gli Yamaduta, sono inviati sulla Terra a catturare le persone malvage al momento della loro morte, per poi sottoporle a giudizio e alla giusta punizione.
I pianeti di Narakaloka si contano a centinaia di migliaia; i principali sono Tamishra, Andhatamishra, Raurava, Maharaurava, Kumbhipaka, Kalasutra, Asi-patravana, Sukaramukha, Andhakupa, Krimibhojana, Sandamsa, Taptasurmi, Vajrakantaka-salmali, Vaitarani, Puyoda, Pranarodha, Visasana, Lalabhaksha, Sarameyadana, Avici, Ayahpana, Ksharakardama, Rakshogana-bhojana, Sulaprota, Dandasuka, Avata-nirodhana, Paryavartana e Sucimukha. In questi pianeti, simili ad altrettante prigioni, sono puniti coloro che hanno portato via ad altri la moglie, i figli o i beni legittimi, coloro che ingannano e tradiscono altri, che commettono violenza contro altri esseri viventi come modo di guadagnarsi da vivere, che mangiano animali o che uccidono persone sagge e benevole. Qui vengono puniti anche i re e i rappresentanti del governo che hanno fatto soffrire persone innocenti, le persone che mancano ai propri doveri sociali e religiosi, che hanno rapporti sessuali indiscriminatamente o con persone indegne, come anche i Sudra che non fanno alcuno sforzo per purificarsi e progredire.
Altri crimini che meritano una condanna da scontare su questi pianeti sono l’orgoglio per una posizione importante, l’uccisione non necessaria di animali durante la caccia e le pratiche intese ad costringere una donna alla fedeltà sessuale. Vengono puniti anche i governanti che opprimono il popolo con tasse eccessive, i briganti da strada, coloro che portano falsa testimonianza o commettono frodi, coloro che bevono liquore in modo indiscriminato, coloro che imprigionano animali per il proprio piacere, coloro che amano creare problemi al prossimo, coloro che non accolgono benevolmente gli ospiti, e altri ancora che commettono violenza e fanno soffrire altri esseri viventi per il proprio piacere o profitto.