La foresta di Vrindavana risplendeva di bellezza, con le sue acque limpide ornate di fiori di loto, le fresche brezze profumate di fiori e di frutti, e il piacevole ronzio delle api. Krishna e Balarama la percorrevano ogni giorno insieme agli altri ragazzi e alle mucche, ma nel villaggio di Vraja le ragazze non parlavano d’altro che del dolcissimo flauto di Krishna.
Appartandosi per non farsi sentire dai membri anziani delle loro famiglie, le giovani gopi cominciavano a discutere di Krishna, ma l’intensità dei loro sentimenti impediva loro di esprimersi come avrebbero voluto. ‘Amiche, è una grande fortuna poter contemplare i due figli di Maharaja Nanda. Si vestono sempre con tanta eleganza e si decorano con piume di pavone, ghirlande di fiori di selva, fiori di loto, ninfee, ramoscelli di mango in boccio e fiori di karnikara sopra le orecchie. Sembrano danzatori che entrano sul palcoscenico, e quando portano il flauto alle labbra per riempirlo con il nettare delle loro labbra, ci sentiamo piene di invidia e vorremmo essere noi al posto di quel flauto! Come devono essere orgogliose le canne di bambù che crescono sul fiume, sapendo che la loro progenie gode di tanto onore!
La meravigliosa canzone di quel flauto sconvolge persino i pavoni, che si mettono a danzare come pazzi, mentre gli altri esseri rimangono immobili e silenziosi ad ascoltarla... persino i vitelli smettono di succhiare le mammelle della madre, e si fermano con la bocca piena di latte, mentre nel loro cuore abbracciano Krishna, Govinda, il Signore delle mucche. Gli uccelli rimangono seduti sui rami, a occhi chiusi, rapiti da quella melodia, senza più curarsi di altri suoni, perché sono grandi saggi e santi. Persino i fiumi sono turbati e la loro corrente s’impunta in mulinelli per rimanere lì a sentire la canzone, e poi tendono le braccia per offrire adorazione a Krishna porgendo i loro fiori di loto. Le ragazze delle tribù selvagge della foresta si sentono piene di desiderio quando vedono sull’erba le macchie rosse di kunkuma, che hanno lo stesso colore della pianta dei piedi di Krishna. Spalmandosi il volto e il seno con questa kunkuma, le ragazze delle tribù trovano sollievo alla loro ansietà.’
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Tutte le giovani gopi di Vrindavana erano totalmente innamorate di Krishna e sognavano di poterlo sposare. Quando arrivò il primo mese dell’inverno osservarono un voto in onore di Durga, chiamata anche Katyayani, per chiedere quella benedizione. Per un mese intero si nutrirono soltanto di havisyanna, una preparazione speciale di riso e legumi senza spezie che si offre durante i sacrifici rituali.
Dopo aver fatto il bagno nel fiume presero dell’argilla della Yamuna e modellarono un’immagine di Durga, poi la adorarono sulla riva offrendole polpa di sandalo, lampade di burro chiarificato, frutta, noci di betel, foglie appena sbocciate, ghirlande profumate e incenso. Offrendo il loro omaggio alla Dea Madre, pregarono di poter avere come loro sposo Krishna, il figlio di Nanda Maharaja.
Ogni giorno si alzavano all’alba e tenendosi per mano andavano alla riva del fiume a fare il bagno, cantando le glorie di Krishna. Si svestivano, lasciando gli abiti sulla riva, ed entravano nell’acqua, fermandosi anche a giocare tra loro.
Un giorno Krishna, che aveva ascoltato le loro preghiere, volle esaudirle entrando con loro in una relazione coniugale. Mentre le ragazze erano intente a giocare nel fiume, raccolse i loro vestiti e si arrampicò con essi in cima a un albero kadamba. Poi chiamò le ragazze, dicendo loro che avrebbe restituto gli abiti a chi fosse venuta a chiederli personalmente.
Le gopi erano molto eccitate all’idea che Krishna desiderasse contemplare la loro bellezza in quel modo, ma finsero di arrabbiarsi. ‘Caro Krishna, non essere cattivo! Sappiamo che sei un ragazzo molto rispettabile, il figlio di Maharaja Nanda, e tutti a Vrindavana ti stimano. Perché farci questo dispetto? Restituisci i vestiti, l’acqua è fredda e vogliamo andare a casa.’
Infine le gopi si decisero e uscirono dal fiume, cercando di coprirsi con le mani quanto più potevano per salvare le apparenze, ma Krishna non era ancora soddisfatto. ‘Non sta bene fare il bagno nudi quando si è impegnati in un voto sacro,’ disse alle ragazze. ‘È una mancanza di rispetto verso i Deva e quindi dovete chiedere scusa. Offrite dunque il vostro omaggio ai Deva, poi vi restituirò gli abiti.’
Altre persone si sarebbero offese e arrabbiate per quel trattamento, ma le giovani gopi di Vrindavana adoravano quell’astuto monello e provarono una grande gioia nella compagnia di Krishna in quelle circostanze così intime.
‘Conosco il desiderio del vostro cuore,’ disse Krishna alle gopi, ‘ed è un desiderio del tutto legittimo, puro e lodevole, perciò ho deciso di soddisfarlo. Nelle prossime notti ci incontreremo nella foresta, e godremo della reciproca compagnia.’
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Dopo aver congedato le giovani gopi, Krishna tornò a occuparsi delle mucche e le condusse più lontano del solito. Krishna, Balarama e i giovani pastori suoi compagni, come Stoka Krishna, Amsu, Sridama, Subala, Arjuna, Vrishabha, Ojasvi, Devaprastha e Varuthapa si sedettero poi tutti all’ombra degli alberi lodando la generosità di quelle creature, che offrono frutti, foglie, fiori, radici, corteccia e legna, profumo, linfa, e sollievo alla calura con la loro ombra.
Dopo un po’ cominciarono ad avere un po’ di fame e Krishna suggerì loro di andare a chiedere del cibo ai brahmana che, non lontano da là, stavano celebrando il rituale Angirasa per essere elevati ai pianeti celesti. ‘Fate il mio nome e il nome di mio fratello maggiore Balarama, e dite che vi abbiamo mandato noi.’
I giovani pastori si presentarono rispettosamente ai brahmana e a mani giunte espressero la loro richiesta, aggiungendo che il dono di cibo durante il rituale non costituisce una violazione delle regole. I brahmana però non diedero retta ai giovani pastori, perché erano troppo attaccati ai loro desideri materiali.
Delusi, i ragazzi tornarono a riferire l’accaduto, e Krishna sorrise. ‘Provate di nuovo,’ disse loro, ‘ ma questa volta rivolgetevi alle mogli dei brahmana, che vi daranno tutto il cibo che vorrete.’
Secondo le istruzioni di Krishna, i giovani pastori avvicinarono le spose dei brahmana, che riempirono grossi contenitori con ogni tipo di cibo che avevano e corsero a incontrare Krishna e Balarama come i fiumi corrono verso il mare, e anzi espressero il desiderio di restare con lui senza più dover tornare a casa.
Quando capirono ciò che era accaduto, i brahmana si pentirono di essere stati così gretti e meschini. ‘La Personalità Suprema della Divinità, sotto l’apparenza di due giovani pastori, manda a chiedere del cibo e noi glielo rifiutiamo. Siamo stati ingannati dalla nostra triplice nascita, dalla nostra grande erudizione, dalla nostra provenienza aristocratica e dalla nostra abilità nei rituali di sacrificio. Ora ci rendiamo conto che tutto ciò è stato più un danno che un beneficio per noi, poiché siamo diventati arroganti e incapaci di vedere quello che le nostre mogli, donne semplici e sincere, hanno potuto raggiungere facilmente: il puro amore per la Divinità, che è il vero scopo della vita.
Avevamo già sentito dire che il Signore Vishnu, lo sposo di Lakshmi, che tutti desiderano adorare, si era manifestato nascendo nella dinastia Yadu, eppure non l’abbiamo riconosciuto.’