Capitolo 46

Le altre mogli di Krishna

Dopo qualche tempo i Pandava riapparvero ad Hastinapura, smentendo le voci della loro morte, e Krishna andò a trovarli, accompagnato da Satyaki. Secondo l’etichetta sociale, Krishna s’inchinò a Yudhisthira e Bhima, che erano più anziani di lui, abbracciò con calore Arjuna, che aveva la sua stessa età, e accettò l’omaggio di Nakula e Sahadeva e della nuova sposa dei Pandava, Draupadi. Poi Krishna andò a salutare la zia, la regina Kunti, che lo abbracciò con grande affetto.

Durante il suo soggiorno ad Hastinapura, Krishna accompagnò Arjuna nei suoi viaggi nella foresta, dove cacciava gli animali feroci com’è dovere degli kshatriya. Stanchi e assetati, i due amici scesero alla riva del fiume Yamuna per bere alle sue acque cristalline e videro una fanciulla di grande bellezza che passeggiava lungo la riva.

Alle domande di Arjuna, la ragazza rispose di chiamarsi Kalindi e di essere la figlia del Sole. ‘Abito qui’, disse, ‘e nella dimora costruita nel fiume da mio padre compio austerità allo scopo di ottenere Sri Vishnu come sposo.’

Krishna prese allora la mano di Kalindi e la fece salire sul suo carro per portarla ad Hastinapura e poi a Dvaraka come sua sposa.

* * *

Su richiesta dei Pandava, Krishna chiamò VisvaKarma a costruire per loro una nuova città, che si sarebbe chiamata Indraprastha. Per sgomberare il terreno Krishna donò la foresta Khandava al Deva Agni. Per ricambiare il favore Agni offrì ad Arjuna un carro meraviglioso, dei cavalli bianchi, un arco e una faretra sempre piena di frecce, e un’armatura invincibile. Maya Danava si trovava nella foresta quando scoppiò l’incendio, e poiché fu salvato da Arjuna gli dimostrò la sua gratitudine costruendo per lui una sala delle assemblee molto speciale, piena di illusioni ottiche.

L’amicizia di Krishna verso i Pandava ebbe anche altri effetti collaterali. I due re di Avanti (Ujjain) erano alleati di Duryodhana, ma la loro sorella Mitravinda desiderava sposare Krishna. Così Krishna sfidò i re rivali, compreso Duryodhana, e si portò via Mitravinda, figlia di sua zia Rajadhidevi.

Un’altra delle principali spose di Krishna, Satya (chiamata anche Nagnajiti), era la figlia del re Nagnajit di Kausalya. Il re aveva stabilito una prova speciale per i pretendenti alla mano della principessa: dovevano domare sette tori ferocissimi e selvaggi. Quando la principessa vide Krishna si innamorò immediatamente di lui e pregò fervidamente per la sua vittoria. Krishna manifestò immediatamente sette duplicati di sé stesso, affrontando facilmente i sette tori e guadagnandosi la mano di Satya. Gli altri pretendenti attaccarono Krishna mentre si allontanava dalla città insieme con la sua nuova sposa, ma proprio come aveva domato e legato i sette tori, Krishna sconfisse facilmente i principi rivali mettendoli ben presto in fuga.

Bhadra, principessa del regno di Kaikeya, era figlia della zia paterna di Krishna, Srutakirti. I fratelli di Bhadra furono lieti di darla in sposa a Krishna.

Il Signore Krishna sposò anche Lakshmana, figlia del re di Madra, conquistando la sua mano durante la cerimonia tradizionale chiamata Svayamvara.

* * *

Quando l’Asura Bhauma aveva rubato gli orecchini di Aditi, la madre dei Deva, e l’ombrello di Varuna, Indra andò a Dvaraka a chiedere aiuto a Krishna. Krishna allora chiamò Garuda e salendovi insieme con la sua sposa Satyabhama volò verso la capitale di Bhauma, Pragyotishapura (“la città dove sorge il sole “), che si trova ad oriente dell’Himalaya.

Krishna demolì le imponenti fortificazioni rocciose e le altre difese della città costituite da fuoco, aria e vento, poi soffiando nella sua conchiglia spezzò gli incantesimi che la proteggevano. L’Asura chiamato Mura, che aveva 5 teste e dormiva sul fondo del fossato della città, sorse a rispondere alla sfida lanciando il suo terribile tridente contro Garuda, ma Krishna usò due frecce per spezzare quell’arma e una pioggia di altre frecce contro Mura stesso. L’Asura scagliò una mazza ma Krishna la frantumò in migliaia di pezzi, poi decapitò Mura, che ricadde nel fossato. I sette figli di Mura: Tamra, Antariksha, Shravana, Vibhavasu, Vasu, Nabhasvan e Aruna, scesero in battaglia per vendicare il padre insieme a Pitha, il generale dell’esercito di Bhauma, ma anche loro vennero ben presto fatti a pezzi.

Allora Bhauma, che era chiamato anche Naraka, lasciò la fortezza per combattere personalmente contro Krishna, ma questi abbatté tutte le armi e missili che gli venivano scagliati contro, mentre Garuda attaccava con becco e artigli gli elefanti dell’esercito dell’Asura.

Bhauma riuscì a mettere a segno un colpo con la sua lancia ferendo Garuda, ma Garuda non se ne curò affatto. Infine Krishna decapitò Bhauma ed entrato nella città recuperò gli oggetti divini che erano stati rubati dall’Asura e liberò anche le 16000 principesse che erano tenute prigioniere nella città. Tutte quelle nobili fanciulle si innamorarono del loro salvatore e desiderarono sposarlo, perciò Krishna provvide a farle viaggiare in palanchino fino a Dvaraka insieme ai grandi tesori che erano stati accumulati a Pragyotishapura, compresi 64 elefanti bianchi discendenti di Airavata, ciascuno dotato di 4 zanne.

Poi, accompagnato da Satyabhama, Krishna si recò alla dimora del re dei pianeti celesti Indra per restituire gli orecchini di Aditi e ne accettò graziosamente i ringraziamenti. Mentre visitavano la città Satyabhama vide il meraviglioso albero di parijata che decorava i giardini della capitale di Indra e chiese a Krishna di prenderne uno per il loro palazzo a Dvaraka. Per accontentare la sua sposa il Signore sradicò un alberello e lo pose sulla schiena di Garuda, ma Indra si sentì offeso e nonostante tutti i favori che aveva ricevuto, si ribellò a quel gesto di Krishna e lo inseguì per riprendersi l’alberello, senza però riuscirci.