Uddhava aveva ascoltato attentamente le istruzioni di Krishna sui vari metodi di realizzazione spirituale, e specialmente sulla vita regolata dal sistema del Varnashrama Dharma, che permette di purificare la propria consapevolezza fino a realizzare la Divinità.
‘Mio caro Uddhava,’ proseguì Krishna, ‘tu mi conosci come la Personalità Suprema della Divinità. Tutti questi metodi che ti ho descritto hanno un solo scopo supremo: quello di raggiungere il livello del puro servizio d’amore e devozione verso di me, che sono Dio.
Io sono il Signore Supremo di tutti i mondi e la loro causa originaria, perciò io sono la Verità Assoluta. Compiendo i propri doveri nel Varnashrama con l’intenzione di offrire a me i risultati di quelle azioni, si rimane situati nella perfezione della conoscenza spirituale, che non può essere raggiunta in nessun altro modo, né compiendo austerità, né visitando i luoghi sacri, oppure recitando il japa o distribuendo la carità.
Questa via suprema del Bhakti Yoga fu spiegata a Maharaja Yudhisthira da Bhishma, il grande guerriero della dinastia Kuru, al termine della battaglia.
La visione della Bhakti supera le 28 categorie degli elementi dell’universo e si concentra soltanto sulla loro causa, la Personalità della Divinità, attraverso le particolari pratiche della Bhakti: la fede nel racconto delle mie attività, il canto costante delle mie glorie, l’attaccamento profondo e stabile alla mia adorazione, la recitazione di inni di lode alla mia persona, grande rispetto per il mio servizio devozionale, l’offerta di omaggio, il servizio offerto ai miei devoti, la percezione della mia presenza in tutti gli esseri, lo svolgimento di un lavoro umile per il mio piacere, la concentrazione della mente sulla mia persona abbandonando tutti i piaceri materiali, e l’offerta alla mia persona di tutte le attività di buon augurio.
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I 12 principi regolatori primari della via della Bhakti sono la non-violenza, il non desiderare e non rubare la proprietà altrui, il distacco, l’umiltà, la libertà dal senso di possesso, la fiducia nei principi della religione, l’astinenza sessuale, il silenzio, la stabilità, la capacità di perdonare e l’assenza di paura. I 12 doveri prescritti sono la pulizia interiore ed esteriore, la recitazione dei santi nomi di Dio, l’austerità, il sacrificio, la fede, l’ospitalità, l’adorazione della Divinità, il visitare i luoghi sacri, l’agire soltanto per il bene supremo e il servizio al maestro spirituale.
Tolleranza significa sopportare pazientemente le difficoltà, e la stabilità si raggiunge quando si controllano lingua e genitali. La più grande forma di carità consiste nell’abbandonare l’aggressività, la vera austerità consiste nel rinunciare alla lussuria, e il vero eroismo è vincere le proprie tendenze naturali per la ricerca del piacere.
La vera istruzione consiste nel dissipare la falsa percezione della dualità nell’anima, mentre la stupidità è identificarsi con il corpo e la mente materiali. La vera modestia consiste nel provare disgusto verso le attività inappropriate, e il paradiso è la predominanza della virtù. Io sono il vero amico e il maestro spirituale di tutti gli esseri, e l’unica vera casa in questo mondo è il corpo umano. Povero è chi non è mai soddisfatto di ciò che ottiene dalla vita, e corre sempre dietro alla gratificazione dei sensi.
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Le tre vie che consentono di raggiungere la perfezione sono chiamate Jnana o conoscenza, Karma o azione, e Bhakti o devozione. La via della conoscenza è preferita da chi si è stancato delle normali attività interessate, mentre la via dell’azione è adatta a coloro che hanno ancora dei desideri da soddisfare. La via della devozione invece è adatta a tutti.
Una persona intelligente non desidera elevarsi ai pianeti superiori e nemmeno vivere molto a lungo sulla terra, ma cerca piuttosto il beneficio permanente della liberazione dalle condizioni materiali di vita. Il corpo umano può essere paragonato a un vascello straordinario che, guidato dal maestro spirituale e sospinto dai venti delle istruzioni divine, può portare l’essere vivente ad attraversare l’oceano dell’esistenza materiale.
Una persona esperta che desidera domare un cavallo ostinato lo lascia dapprima sfogare liberamente per un po’, e poi gradualmente tira le redini per fargli prendere la strada giusta. Nello stesso modo lo Yogi osserva attentamente i movimenti e i desideri della mente, e li porta gradualmente sotto controllo.
La vera virtù dello Yogi consiste nel mantenersi stabile nella propria posizione spirituale, mentre il peccato consiste nell’abbandonare il dovere prescritto, nel perdere la consapevolezza trascendentale per dedicarsi invece alla gratificazione dei sensi. Questa caduta porta a rinascere ripetutamente nel mondo.
Bisogna anche fare attenzione alla scelta del luogo dove si risiede. Si devono evitare i luoghi dove non vivono brahmana o persone rispettabili, dove la gente trascura la pulizia e i rituali di purificazione, dove molte persone mangiano carne o dove la terra è poco fertile.
I periodi di tempo propizi sono quelli che risultano appropriati al compimento del proprio dovere, sia per loro propria natura o perché si ottiene ciò che è necessario per tali attività.
Gli oggetti impuri possono contaminare una persona a seconda della forza o debolezza della persona interessata, della sua intelligenza, delle sue ricchezze, del luogo in cui si trova e delle sue condizioni fisiche.
La purezza di un oggetto si stabilisce applicando un altro oggetto, oppure parole o un rituale, per effetto del tempo o in virtù della grandezza. Per esempio i cereali, gli utensili di legno, gli oggetti fabbricati con osso, il filo (per cucire), i liquidi, gli oggetti derivati dal fuoco, le pelli e gli oggetti fatti d’argilla vengono purificati dal tempo, dal vento, dal fuoco, dalla terra e dall’acqua, sia separatamente che da una combinazione di questi elementi. L’applicazione degli elementi di purificazione è appropriata quando rimuove gli odori sgradevoli o la copertura di sporcizia dell’oggetto contaminato e lo restituisce alla sua natura originaria.
La persona si purifica facendo il bagno, distribuendo carità, compiendo austerità, raggiungendo l’età adatta o la forza necessaria, compiendo i rituali di purificazione e i doveri prescritti, e soprattutto ricordando Dio. Tutti gli uomini nati due volte si devono purificare adeguatamente prima di impegnarsi nelle loro attività specifiche.
La religiosità richiede la purezza del luogo, del tempo, della sostanza, dell’autore dell’azione, dei Mantra e dell’azione. Un Mantra è purificato quando viene recitato con la giusta conoscenza, e l’azione è purificata con l’offerta a Dio.
Trascurando questi 6 fattori si cade nell’irreligione, e anche attività che superficialmente appaiono virtuose diventano colpevoli e degradanti.
Le stesse attività che degraderebbero una persona elevata non causano invece problemi a chi è già caduto, ma smettendo di compiere un’attività materialista o colpevole ci si libera da l suo legame karmico e si comincia a evolversi.
A causa della nascita materiale, gli esseri umani sviluppano attaccamento per il piacere dei sensi, la sopravvivenza o longevità, le attività dei sensi, la forza fisica, la potenza sessuale e le relazioni con amici e parenti: tutto ciò è contrario al vero interesse dell’anima, e anzi conduce verso le tenebre.
Le persone sciocche, controllate dall’avidità e dalla lussuria scelgono il fiore pensando erroneamente che sia il frutto, e il fumo pensando che sia fuoco. Si lasciano dunque attrarre dal miraggio dei pianeti paradisiaci e trascurano di utilizzare la preziosa vita umana per ottenere quella liberazione trascendentale che è il vero scopo dell’esistenza.
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Soltanto io conosco lo scopo segreto della conoscenza vedica nelle sue tre ramificazioni: le cerimonie rituali del Karma Kanda, l’adorazione rituale dell’upasana kanda e l’acquisizione della conoscenza del jnana kanda. Sono io che creo il Veda nelle sue varie forme metriche: Gayatri, Ushnik, Anushtup, Brihati, Pankti, Trishtup, Jagati, Aticchanda, Atyasti, Atijagati e Ativirat ciascuna dotata di 4 sillabe in più rispetto alla precedente.
È per mio volere che sorgono le differenti percezioni della conoscenza, che quindi possono venire riconciliate perfettamente da chi ha raggiunto la consapevolezza della mia persona. La creazione ha origine dal movimento della materia, il Mahat Tattva che manifesta le tre modalità dell’essere i Guna e da essi tutti gli oggetti dei sensi, i sensi e la mente, gli elementi materiali e così via. Alcuni pongono l’anima suprema e l’anima individuale nella stessa categoria, altri mettono il sé materiale e quello spirituale insieme, e altri riuniscono gli elementi sottili in una categoria unica. Tra queste numerazioni non c’è molta differenza.
La vera differenza si trova piuttosto tra lo spirito e la materia.
L’energia materiale, costituita dai tre Guna, manifesta la varietà delle creazioni in tre aspetti, chiamati adhyatmico (l’identificazione dell’essere), adhidaivico (i principi archetipici che governano le leggi della materia) e adhibhautico (gli elementi grossolani). Questi sono paragonabili alla vista, alla forma visibile e all’immagine riflessa del sole che però esiste indipendentemente da queste tre esistenze.
Tutti gli organi di senso del corpo grossolano e anche le funzioni del corpo sottile possono dunque essere analizzati secondo le tre distinzioni di senso, oggetto di percezione e archetipo (o divinità che presiede a quella particolare manifestazione).
Le interminabili discussioni dei filosofi che si scontrano per determinare se questo mondo sia reale o irreale sono dovute a una scarsa comprensione del Supremo e si basano su una mentalità dualistica, perciò non portano alcun beneficio.
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L’anima viaggia da un corpo all’altro trasportata dalla mente, che è legata alle reazioni dell’azione interessata e medita sugli oggetti dei sensi. L’attaccamento per il nuovo corpo porta l’anima a dimenticare tutto ciò che si riferiva al corpo precedente: questa condizione si chiama morte. In realtà ogni essere umano muore gradualmente, anche durante una particolare vita, perché cambia molti corpi. I differenti stadi della trasformazione dei corpi possono essere paragonati alla fiamma di una candela, alla corrente di un fiume o al frutti di un albero.
La luce di una lampada consiste di innumerevoli raggi che vengono emessi continuamente e scompaiono, eppure una persona dall’intelligenza limitata vedrà semplicemente una lampada. Quando si osserva un fiume che scorre, si comprende che si ha di fronte continuamente della nuova acqua che arriva e se ne va, ma per una persona sciocca non c’è distinzione: è tutta acqua del fiume. Così un seme germoglia, diventa una piantina, poi un albero pieno di foglie, poi fiorisce e infine dà frutti: similmente l’essere umano si sviluppa come embrione, poi nasce, cresce attraversando infanzia e giovinezza, poi diventa maturo e invecchia fino al momento della morte. Solo una persona fortunata riesce a percepire la propria vera natura e identità al di là di questa fantasmagoria di corpi in continua trasformazione.
La consapevolezza spirituale è il più grande tesoro, da conservare accuratamente nonostante i maltrattamenti e le difficoltà che possono venire causati da persone ignoranti, invidiose o cattive. Certamente è molto difficile controllare la mente quando si viene disturbati dagli insulti di gente incivile, che causano più dolore delle frecce che colpiscono il corpo.
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Nel regno di Avanti viveva un cosidetto brahmana che era stato benedetto da ogni opulenza, ma era afflitto da un cattivo carattere, pieno di avidità e lussuria e pronto alla collera. Si dedicava al commercio e trascurava i doveri religiosi, nella sua casa non si accoglievano gentilmente gli ospiti, e si trascuravano anche i membri della famiglia. Tanta era l’avarizia di questa persona, che negava persino al proprio corpo i piaceri necessari al momento adatto. Tutti i suoi parenti lo detestavano e ricambiavano la sua freddezza e incuria, perciò le Divinità dei cinque sacrifici familiari erano irritate verso di lui e il suo futuro era oscuro, sia in quella vita che nella successiva.
Le sue ricchezze finirono per andare perdute in parte vennero consumate dai suoi parenti, in parte vennero rubate da ladri, portate via dal governo o rovinate dal tempo o dall’incuria. Poiché aveva perduto anche tutti i suoi meriti karmici e la gioia della vita e delle relazioni di affetto, la sua vita divenne insopportabile.
Infine arrivò a provare disgusto per sé stesso e si rese conto che la ricchezza degli avari non dà alcuna gioia, ma è solo causa di sofferenza in questa vita e precipita all’inferno nella prossima. L’avidità distrugge il buon nome di una persona e tutte le sue buone qualità, proprio come la bellezza fisica viene distrutta dalla lebbra, anche se questa appare in piccola quantità. Le ricchezze causano grande fatica, paura, ansietà e delusione sia quando si tratta di guadagnarle che quando si cerca di incassarle, proteggerle, spenderle e sfruttarle. Sono inoltre soggette a 15 contaminazioni: furto, violenza, menzogne, ipocrisia, lussuria, collera, confusione, orgoglio, dispute, inimicizia, sfiducia, invidia, i pericoli collegati con la prostituzione, con il gioco d’azzardo e con le sostanze inebrianti. Persino i propri cari fratelli, moglie, genitori e amici diventano pericolosi e possono comportarsi in modo ostile quando c’è di mezzo il denaro.
Se si è ottenuta la rara benedizione della vita umana, è da stupidi sprecarla con l’attaccamento alle ricchezze. Bisogna piuttosto utilizzare i soldi per il bene delle persone degne i Deva, i Rishi, i Pita e gli esseri viventi in generale, oltre a prendersi cura della propria famiglia e di sé stessi. Utilizzando con saggezza denaro, gioventù e forze è possibile ottenere la perfezione, ma quando si sprecano gioventù e forze soltanto per accumulare denaro, come farebbe uno Yaksha, cosa si potrà fare da vecchi?
Rendendosi conto di queste amare verità, il cosiddetto brahmana di Avanti arrivò finalmente alla saggezza e decise di dedicarsi all’austerità in modo consapevole, meditando sul Signore Supremo e rinunciando ad ogni desiderio di possesso. Seguendo uno stretto voto di silenzio sopportava pazientemente i maltrattamenti della gente stupida che lo prendeva in giro e lo tormentava, insultandolo senza pietà.
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Rimanendo stabile nella sua determinazione trascendentale, compose questa canzone: ‘Queste persone non sono la causa della mia felicità o della mia sofferenza, e nemmeno lo sono i Deva, il mio stesso corpo, i pianeti, le mie azioni passate o il tempo. È soltanto la mente che causa gioia o dolore e perpetua il ciclo della vita materiale, attivando le funzioni delle qualità della materia e creando le varie attività in virtù, passione e ignoranza e le condizioni di vita che ad esse corrispondono.
L’Anima Suprema non fa alcuno sforzo e non soffre, perché si trova sempre sul piano dell’illuminazione trascendentale, mentre io che sono un’anima infinitesimale ho accettato di seguire la mente, che come uno specchio riflette le immagini del mondo materiale. In questo modo sono caduto nella trappola del godimento degli oggetti del desiderio.
Tutte le attività religiose, come il compimento dei doveri prescritti, l’osservanza dei principi regolatori primari e secondari, la carità, lo studio delle scritture, la purificazione rituale, sono intese per aiutare a controllare la mente e concentrarla sulla Divinità.
Quando la mente è perfettamente stabile e tranquilla, che bisogno c’è di compiere cerimonie rituali e distribuire la carità? E se la mente rimane fuori controllo, persa nell’ignoranza, che valore hanno tali attività virtuose?
Chi controlla la mente diventa padrone di tutti i sensi, ma chi si lascia controllare dalla mente fa una vita miserabile, litigando con gli altri e dividendo il mondo in amici e nemici. Coloro che si identificano con il corpo che è un semplice prodotto della mente sono confusi e pensano in termini di io e mio, vagando costantemente nelle tenebre dell’illusione. Gioie e dolori non hanno niente a che vedere con l’anima, perché si riferiscono soltanto alle interazioni tra i corpi: quindi la vera radice della sofferenza sta nel proprio corpo. L’anima invece è sempre trascendentale alla materia e non è mai toccata dalle gioie e dalle sofferenze materiali.’