Uddhava era perplesso. ‘Signore, temo che il metodo che mi hai descritto sia molto difficile per coloro che non sono capaci di controllare la mente. I successi nello Yoga e nel Karma alimentano il falso orgoglio e rafforzano l’identificazione materiale e l’attaccamento a questo mondo, perciò allontanano dal vero scopo della realizzazione spirituale. Abbandonando il servizio ai piedi di loto della Personalità Suprema della Divinità, chi pratica lo Yoga per perfezionare il proprio corpo e ottenere i poteri mistici dimostra di essere uno sciocco e un ingrato, che non apprezza i doni preziosi che ha ricevuto.’
‘È vero,’ rispose Krishna. ‘La via della Bhakti è molto più sicura e semplice. È sufficiente ricordarsi sempre di me, eseguendo i propri doveri con serietà e distacco.
Aiuta molto anche vivere nei luoghi sacri e seguire l’esempio dei grandi devoti, che appaiono sia tra i Deva, tra i Daitya e gli esseri umani, partecipare alle celebrazioni in mio onore sia da soli che in pubblico, e soprattutto ricordare che io sono presente nel cuore di ogni essere vivente. In questo modo il mio devoto non fa distinzioni basate sulla nascita ed è equanime verso tutti, perciò vince la falsa identificazione materiale, l’orgoglio, l’invidia e il senso di rivalità, e si diventa indifferenti a ciò che possono pensare gli altri.
Questo è il migliore metodo in assoluto per raggiungere l’illuminazione spirituale: usare la propria mente, il proprio corpo e le proprie attività per realizzare la mia presenza in tutti gli esseri viventi.
Gli insegnamenti che ti ho offerto sono un aiuto speciale per comprendere la scienza della Verità Assoluta, che è difficile anche per gli esseri celesti. Chi la comprende raggiunge la liberazione e realizza il vero scopo della conoscenza vedica. Chi la dissemina tra coloro che sono favorevoli al servizio di devozione si guadagna la mia eterna riconoscenza. Chi recita regolarmente questi insegnamenti sublimi diventa purificato giorno dopo giorno, e chi ascolta regolarmente questa conoscenza rimarrà sempre libero dalle reazioni del Karma.
In questo sacro compito non ci sono considerazioni di nascita anche i semplici manovali privi di cultura e le donne dalla mentalità superficiale possono impegnarvisi. Bisogna però evitare di rivelare questa conoscenza a coloro che sono disonesti, ipocriti, atei, o mancano di umiltà.’
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Dopo aver ascoltato questi meravigliosi insegnamenti del Signore, conosciuti come Uddhava Gita, Uddhava gli offrì il suo omaggio e lo ringraziò per la sua misericordia, riconoscendo che la conoscenza trascendentale era riuscita a tagliare i legami del suo profondo attaccamento per i suoi parenti e i suoi amici, gli Yadu. Chiese inoltre al Signore istruzioni personali su come impegnarsi per il resto della vita.
Krishna disse, ‘Mio caro Uddhava, io ti raccomando di andare a BadarikAshrama, sull’Himalaya. Purifica il corpo e la mente con le acque sacre del fiume Alakananda che vi scorrono e che sono emanate dai miei piedi di loto. Vestiti di corteccia d’albero e mangia ciò che si trova facilmente nella foresta, rimanendo sempre soddisfatto e libero dai desideri, tollerando le dualità, e medita costantemente sulla conoscenza trascendentale che ti ho insegnato, fissando su di me i tuoi pensieri e le tue parole. In questo modo potrai superare il regno dei guna e raggiungermi.’
Uddhava offrì di nuovo il suo omaggio al Signore, e con molta difficoltà e sofferenza si separò da lui per eseguire il suo ordine.