Tra antichi vulcani e tesori sommersi, nella storia e nelle leggende delle isole siciliane si avvicendano dei, re ed eroi.
Spostandosi nella parte nord-orientale della Sicilia si incontra un paradiso naturale, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2000. In questo caso si tratta di un intero arcipelago, lambito dal mar Tirreno e composto da sette isole di origine vulcanica, le Eolie, così chiamate perché, secondo la mitologia greca, sarebbero state dimora di Eolo, divinità del vento. L’isola maggiore, Lipari, prende invece il nome da quello che, secondo il mito, sarebbe il primo re delle isole, colonizzate dai greci (Rodii e Cnidii) intorno al 580 a.C.
Le Eolie sono meta del turismo nazionale e internazionale soprattutto per la loro bellezza ambientale e rilevanza geologica in quanto territorio contraddistinto da un’intensa attività vulcanica.
L’isola di Vulcano, posta all’estremità meridionale dell’arcipelago, è frutto della fusione di diversi vulcani di cui il maggiore, vulcano della Fossa, raggiunge i 386 metri e ha al suo centro un cratere di cinquecento metri di diametro, chiamato Gran Cratere della Fossa.
Nonostante l’ultima eruzione risalga alla fine del XIX secolo, ancora oggi si osservano sulla superficie dell’isola costanti fumarole e getti di vapore, manifestazioni della vitalità del sottosuolo. I fanghi vulcanici e le emissioni sottomarine di gas sulfureo sono un’attrazione naturalistica che richiama molti turisti.
L’isola era chiamata Hiera, ossia “sacra”, dai greci che la consideravano sede delle fucine dove Efesto, divinità del fuoco e fabbro degli dei, realizzava i suoi capolavori di metallo. Dopo l’acquisizione da parte dei romani, continua ad essere considerata sacra al dio che, nella mitologia romana, prende appunto il nome di Vulcano. Nella località di Piano sono state ritrovate numerose grotte adibite, secondo alcuni studi, a riti funebri in onore del dio del fuoco.
Ma il vulcano di quest’isola non è né il più grande né il più attivo dell’arcipelago che, nella sua estremità settentrionale, culmina con Stromboli.
Lo Stromboli raggiunge i 926 metri sopra il livello del mare e una profondità di circa duemilaquattrocento metri. Si tratta di un vulcano “esplosivo”, che emette cioè una qualità di lava viscosa che non forma colate ma si sedimenta via via sulla bocca. Le eruzioni dello Stromboli avvengono con una frequenza media di una all’ora, rendendolo uno dei vulcani più attivi del mondo. Un’esplosione si è per esempio verificata anche di recente, il 3 luglio 2019.
Al di là della loro importanza naturalistica, le Eolie sono anche crocevia, soprattutto durante il periodo greco, degli scambi tra greci, etruschi, cartaginesi e, in seguito, romani.
Anche se, nel 397 a.C. le isole vivono un breve periodo di dominazione cartaginese, la loro storia è legata a doppio filo, almeno sino alla dominazione romana, con la vicina e potente città di Siracusa.
Nel IV secolo a.C. la popolazione dell’arcipelago gode di una certa agiatezza, frutto dei ricchi traffici marittimi e dei benefici che le derivano dall’essere alleata di Siracusa. In questi anni gli abitanti delle Eolie edificano i templi di Eolo e Diana a Lipari, il tempio di Efesto a Vulcano e quello di Apollo a Salina.
Sempre a questo secolo risale il primo contatto dei liparesi con i romani, emergenti sulla scena del Mediterraneo: Tito Livio racconta che una nave romana diretta a Delfi per portare un cratere d’oro in dono al dio Apollo, fu intercettata dagli abitanti di Lipari che, anziché derubare i romani del prezioso tesoro, li scortarono sino a Delfi, permettendogli di compiere la loro offerta votiva.
Sembra che, nel 251 a.C., quando Lipari fu conquistata, dopo un lungo assedio, dai romani, i nuovi dominatori ricambiarono il favore esentando gli abitanti delle Eolie dai tributi e lasciandoli liberi di mantenere la loro moneta.
Ricchezze sommerse tra terra e mare
Il più grande parco archeologico dell’arcipelago sorge a Lipari dove gli scavi hanno riportato alla luce il susseguirsi dei diversi insediamenti sull’isola, dall’epoca preistorica a quella arabo-normanna.
In particolare, l’attrazione principale è il cosiddetto “Castello”, area fortificata che sorge sulla sommità dell’acropoli e ospita tracce dell’insediamento greco del 580 a.C. e di quello romano del II-I secolo a.C., di cui rimane una via d’accesso all’acropoli.
Particolarmente rilevante per il periodo greco-romano risulta poi la necropoli che, grazie agli scavi condotti a partire dal 1948, conta oggi duemilacinquecento tombe, risalenti soprattutto al periodo che va dal IV al II secolo a.C., indicate da steli con incisioni.
In epoca greco-romana si rende onore ai defunti con rito misto e, se in parte vengono cremati, altri sono invece riposti in sarcofaghi di pietra o terracotta, alcuni dei quali, ricostruiti dagli archeologi, si possono visitare nel Parco Archeologico di Lipari. Ma la vera ricchezza restituita dal sottosuolo è costituita dai corredi funebri che possono raccontare molto delle quotidianità degli abitanti delle Eolie in quei secoli.
Se la terra delle Eolie restituisce importanti tracce della civiltà greco-romana, il mare che lambisce queste bellissime isole, da tempo territorio privilegiato per l’archeologica subacquea, non è da meno.
Al largo delle coste della selvaggia isola di Filicudi sono stati trovati diversi relitti di grandi navi di cui due risalenti al III e al II secolo a.C. e uno di epoca augustea. Si tratta perlopiù di navi commerciali cariche di anfore vinarie, alcune delle quali sono visibili presso il Museo Archeologico di Lipari.
Ma le esplorazioni subacquee continuano e gli esperti ritengono che nelle cristalline acque che circondano le Eolie siano ancora molti i tesori da scoprire.