Nelle incisioni rupestri gli uomini preistorici hanno lasciato traccia dei loro giorni e dei loro sogni.
Le incisioni rupestri della Valcamonica
Spostandoci molto più a nord, sulle Alpi centrali, troviamo una valle in cui è possibile compiere un viaggio a ritroso nel cuore della preistoria europea, un viaggio illustrato o, sarebbe meglio dire, inciso.
Siamo in Lombardia, in provincia di Brescia, dove la Valcamonica, tra le più vaste delle Alpi, si estende per circa cento chilometri. In questi territori l’Unesco ha riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità ben centottanta località che, sparse su ventiquattro comuni, attraversano tredicimila anni di storia.
Addentrandosi nei parchi archeologici della Valcamonica, tra splendide faggete, è possibile incontrare i cacciatori e le loro prede, i contadini e i primi rudimentali strumenti del loro lavoro, tutti impressi da migliaia di anni sulla pietra, pronti a raccontarci un’epoca remotissima, alle origini della storia dell’uomo. Ma di quale epoca stiamo parlando?
Le prime incisioni della Valcamonica risalgono al Mesolitico, all’VIII-VI millennio a.C. In quell’epoca sono passati pochi millenni dallo scioglimento del ghiacciaio che ricopriva la regione. Gli incisori sono probabilmente dei nomadi di passaggio sulle tracce di grandi animali da cacciare, i soggetti delle incisioni rupestri di questo periodo sono infatti perlopiù cervi e alci.
Ma l’incredibile peculiarità delle incisioni è quella di restituirci l’intera storia dell’umanità, illustrando le attività produttive e gli utensili adottati nelle diverse epoche. Così, se le incisioni risalenti al Neolitico (V-VI millennio a.C.) documentano la nascita delle pratiche agricole, nelle testimonianze dell’età del Rame compaiono i primi carri con ruote e segni dell’attività metallurgica (armi e armature). È un vero e proprio manuale di storia per immagini che ci porta sino all’età romana e al Medioevo, con segni della civiltà cristiana.
Ma la maggior parte delle incisioni, circa l’80 per cento, sono da attribuire al popolo dei camuni, vissuto in Valcamonica a partire dall’età del Ferro (I millennio a.C.)
A questo gruppo appartengono le incisioni più suggestive, rappresentazione non solo della vita quotidiana dei camuni ma anche delle loro credenze, del loro sistema di valori.
Si può per esempio riconoscere il dio Cervo, venerato dai camuni e identificato poi con Cernunnos, divinità celtica della caccia e della virilità. Nelle incisioni camune, il dio è raffigurato di fianco a un orante e, in posizione di preghiera, appare un altro dei personaggi immortalati nella pietra con le braccia aperte in direzione di un sole stilizzato.
Di altre incisioni, rappresentanti labirinti e reticoli, è difficile interpretare il simbolismo e per quanto gli studiosi da decenni si affannino a penetrare il loro segreto è possibile che esso rimanga per sempre imprigionato nella pietra.
Una scoperta incredibile
Ma a chi si deve questa sorprendente scoperta? Il primo a segnalare la presenza di incisioni rupestri nella località di Cemmo al Touring Club Italiano fu l’appassionato alpinista bresciano Walther Laeng, nel 1909.
Nonostante lo stesso Laeng scriva una nota a riguardo nella prima Guida d’Italia del Touring, nel 1914, solo negli anni Venti gli studiosi iniziano a occuparsene. A partire dal 1919, sotto la guida dell’antropologo torinese Giovanni Marro e del geologo fiorentino Paolo Graziosi, vengono trovate altre incisioni nei siti circostanti.
Finalmente, negli anni Trenta, la notizia valica i confini italiani e viene annunciata al mondo.
Dopo la Seconda guerra mondiale, Laeng, che aveva continuato i suoi studi, guida la mappatura delle incisioni condotta dal Museo di Scienze naturali di Brescia a cui partecipano anche esperti internazionali. È il primo passo per la costituzione, nel 1955, del Parco Nazionale delle Incisioni rupestri di Naquane, per iniziativa della soprintendenza archeologica della Lombardia. Ventiquattro anni dopo arriva anche il riconoscimento Unesco: le incisioni della Valcamonica entrano, a tutti gli effetti, nell’elenco dei tesori più antichi dell’umanità.