I numeri parlano chiaro: il ritardo nell’istituzione della zona rossa nella provincia di Bergamo ha portato a un esagerato incremento di decessi. Un disastro che poteva essere evitato. Una vertiginosa impennata. Un balzo in avanti imperdonabile, nel numero di morti. La provincia di Bergamo è la zona più colpita dal Coronavirus: a Nembro, nei primi 21 giorni di marzo, si è registrato un aumento dei decessi del 1000 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Nella vicina Alzano Lombardo si è arrivati a una crescita del 1022 per cento. Con un picco massimo nel piccolo comune di San Pellegrino Terme, che ha registrato un incremento del 2000 per cento. I dati ci parlano della mortalità dell’1 per cento dell’intera popolazione di quei comuni, più alta di quella riscontrata a Wuhan, in Cina, o in qualsiasi altra parte del mondo.
Ad Alzano Lombardo e Nembro i numeri sono impressionanti. I dati davvero utili sono quelli dell’ISTAT, che considerano tutti i decessi; non solo i morti per Covid-19 annunciati dalla Protezione civile nel bollettino quotidiano, ma ogni singolo decesso conteggiato in un determinato paese. La differenza nel comune di Bergamo, come si vede dal grafico, è abissale. Dal 1 gennaio a fine marzo, nel comune di Nembro risultano per esempio solo 31 morti per Coronavirus, su un totale di 158 decessi. Amministratori locali, medici di famiglia e operatori di RSA (case di cura per persone non autosufficienti) e residenze per anziani sono tutti concordi nel dire che i numeri ufficiali, oggi, non rappresentano la realtà.
Perché ci sono così tante morti sommerse? La risposta sta nella mancata effettuazione dei tamponi, che spesso non vengono eseguiti. Le autorità sanitarie locali non solo non riescono a testare tutti i casi sospetti, ma nemmeno quelli sintomatici e gravi.
Soltanto il 18 marzo, ad Alzano, sono morte 8 persone nelle loro abitazioni o in casa di riposo, senza aver ricevuto il tampone; è lo stesso numero di decessi che normalmente si verifica in un mese. Se si considerano i dati ISTAT e si guardano le cifre divise per settimana da gennaio a fine marzo, si vede che ad Alzano Lombardo, paese di soli 13.855 abitanti, dall’1 al 13 gennaio ci sono stati 7 morti, poi ci si è attestati su una media di 3 morti a settimana fino al 29 febbraio 2020. Infine, il triste e incredibile incremento: dall’1 al 7 marzo, 25 decessi, dall’8 al 14 marzo 27, dal 15 al 21 marzo 31 morti.
A Nembro, a inizio gennaio, i decessi registrati erano 8, poi 5, 4, 3, 2… fino alla settimana dall’1 al 7 marzo, in cui si sono contati 34 morti. Nella successiva, dall’8 al 14 marzo, i decessi sono stati 60, e 29 in quella dal 15 al 21 marzo.
Mentre Alzano e Nembro continuavano a rimanere aperti, da sabato 22 febbraio 10 comuni del basso lodigiano venivano ufficialmente chiusi in entrata e in uscita, con controlli serrati da parte delle forze dell’ordine e, quando necessario, anche dell’esercito. Si tratta dei comuni di Codogno, Casalpusterlengo, Fombio, San Fiorano, Castiglione D’Adda, Bertonico, Maleo, Somaglia, Castelgerundo e Terranova de’ Passerini. Analizzandone due tra i più rappresentativi, cioè Codogno e Casalpusterlengo, dai dati dell’ISTAT emerge come l’incidenza dei morti dopo l’istituzione della zona rossa abbia una curva discendente rispetto a quella di Alzano e Nembro.
Dato che i comuni presi in considerazione non hanno lo stesso numero di abitanti (Alzano ne conta 13.855, Nembro 11.526, Codogno 15.991 e Casalpusterlengo 15.293) per ragionare su un’unità di misura più attendibile, abbiamo calcolato i decessi ogni 1000 abitanti.
NUMERO DI DECESSI SETTIMANALI OGNI 1000 ABITANTI
Alzano e Nembro sono quindi gli unici due comuni dove, dalla prima settimana di marzo in poi, l’indice dei morti sale invece che scendere o stabilizzarsi.
Ad Alzano, tra 1 e 21 marzo, 2020 si sono registrati 83 morti, mentre nello stesso periodo del 2019 i decessi erano stati solo 8: si tratta di un incremento del 1022 per cento. Nel piccolo comune di Nembro, di 11.000 anime, nel marzo 2020 sono decedute 121 persone, 110 in più rispetto allo stesso periodo nel 2019: 1000 per cento di incremento. A Codogno, per esempio, tra 1 e 21 marzo, si sono registrati 87 morti, contro i 15 nel 2019, un aumento del 480 per cento. O ancora, Casalpusterlengo ha contato 32 morti contro i 14 nel 2019: un incremento del 128 per cento. Sempre alto, certo, ma minore rispetto alla Val Seriana.
Altro dato interessante: Alzano e Nembro sono stati effettivamente l’epicentro della provincia di Bergamo. Le curve dei due paesi schizzano con circa 14 giorni di anticipo rispetto a Bergamo. Qui il dato preso in esame è il numero di morti totali (anche quelli non contagiati dal Covid-19) rispetto alla media dei decessi negli ultimi 5 anni. Si tratta di variazioni percentuali che a Nembro, nella seconda settimana di marzo, registrano un incremento del 1775. I dati di Bergamo crescono con percentuali a tre cifre, ma in ritardo di circa 14 giorni. Esattamente quelle due settimane di incubazione in cui migliaia di contagiati hanno continuato a circolare liberamente a causa della mancata chiusura dei due comuni. In Val Seriana l’epidemia ha raggiunto il picco circa una settimana dopo la mancata decisione di attuare la zona rossa, quando nel bollettino ufficiale i contagiati confermati a Nembro erano circa 200 e ad Alzano Lombardo quasi 100.
DECESSI SETTIMANALI