– Federico da Milano, pronto?
– Ciao Lidia e ciao a tutti gli ascoltatori.
– Benvenuto. Quanti anni hai Federico?
– Trentanove domani.
– Auguri. Allora, cosa ci racconti?
– Ho telefonato perché alle cose che stai dicendo stanotte io ci penso tutti i giorni… Ma secondo me tu la fai troppo facile.
– Cioè?
– Cioè se ho capito bene ti chiedi quand’è che una persona che ci ha fatto andare fuori di melone comincia a dimostrarci davvero chi è.
– Sì, più o meno oggi mi sto chiedendo questo.
– Ecco. La fai troppo facile.
– In che senso, Federico?
– Lidia, questa è una tragedia! A me mi capita sempre di uscire con una donna e fare di lei un mito, ma poi quando la conosco e non è proprio uguale a quel mito mi prende la voglia di ucciderla, non dico per dire, proprio di ucciderla. Comincio a odiare come ride, come studia il menu a un ristorante, come dice pronto? quando risponde al telefonino, non riesco più nemmeno a toccarla, chi cazzo sei tu? mi viene da chiederle.
– Eppure la colpa forse è nostra, insomma, è di chi ha bisogno di idealizzare qualcuno, non di chi, poveraccio, non c’entra niente con quello che ci eravamo messi in testa noi senza nemmeno chiedergli il permesso.
– Ma sì, sì, hai ragione pure tu. Però io non ce la faccio più. I primi giorni penso sempre ecco, questa sicuro me la sposo. Poi non ho capito bene cosa succede. Sicuramente c’è il fatto che all’inizio due che si incontrano sono tutti presi da quel fatto lì, che si sono incontrati insomma, e pensano di avercela fatta a liberarsi di quello che erano prima di quel momento, dei due di picche che hanno ricevuto, di quelli che hanno dato, della loro infanzia, dei loro genitori, di tutte le menate che invece prima o poi tornano, si erano solo messe buone ad aspettare in un angolo per fotterli al momento giusto… Ecco, è quando tornano quelle menate lì che tutto si rovina.
– E, secondo te, senza rimedio?
– Sì. Perché io posso anche fare uno sforzo e sopportare che la donna che ho davanti è diversa da quella che pensavo. Ma il problema non è solo quello. Il problema delle storie d’amore è che superata la fase del rincoglionimento si trovano a tu per tu due persone che non hanno solo desideri e bisogni opposti, del tipo a me piace il gelato al cioccolato, a me invece alla fragola, ma hanno desideri e bisogni completamente diversi fra loro, del tipo a me piace il gelato al cioccolato, io invece adoro le macchine da corsa. E a quel punto è un casino. Meglio andare a puttane, direbbe mio zio Alvise. Che se mi sta ascoltando saluto.