– …buonanotte Lidia e buonanotte a tutti gli ascoltatori, sono Carla e chiamo da Bari.

– Ciao Carla, dimmi.

– Ecco, io penso che l’ascoltatore che ha parlato prima di me abbia ragione solo fino a un certo punto. Insomma, è vero, è sempre un’angoscia pensare a che cosa fa e dice, insomma, a come si comporta la persona che amiamo quando esce dal raggio d’azione del nostro sguardo…

– Bella questa.

– Cosa?

– Il raggio d’azione del nostro sguardo.

– Ah, grazie, è che io scrivo poesie, anche se non le faccio leggere a nessuno. Dicevo, insomma, è sempre un’angoscia. Ma perché io ho avuto due mariti e con il primo mi tormentava l’idea di chi diventasse una volta uscito di casa mentre con il secondo quel pensiero nemmeno mi passa per la testa?

– Ecco, perché?

– Perché il primo quando c’era non mi dava niente, mentre il secondo mi dà un sacco, mi diverte, insomma mi fa sentire protetta, amata.

– Quindi tu sostieni che più una persona quando c’è ci fa stare bene, meno ci preoccupa il fatto di non poter mai dire con certezza di conoscerla fino in fondo?

– Sì. Insomma, il mio primo marito mi faceva sentire una nullità, andavamo al cinema solo per vedere i film con le sparatorie che piacevano a lui, non mi accompagnava mai alle cene con i miei ex compagni di classe, mi compravo dei reggiseni nuovi, magari fatti un po’ strani, e lui neanche se ne accorgeva, dopo un anno di matrimonio nemmeno facevamo più… Insomma, hai capito. È naturale che mi chiedessi se il suo comportamento dipendesse da qualcosa che non sapevo, magari da un’altra donna. Che adesso che ci penso sarebbe stata una spiegazione meno dolorosa di quella che ho dovuto accettare.

– Cioè?

– Che non c’era nessuna altra donna. Insomma. Mio marito era semplicemente fatto così.