Lorenzo che mi chiede aiuto, che mi dice resta, che mi urla vattene.
Nascono le figlie della moglie del maestro di respirazione.
Lorenzo che sparisce per una settimana.
Che torna e ancora mi chiede aiuto, ancora mi dice resta, mi urla vattene.
Lorenzo mi urla resta.
Mi dice vattene.
Parte e va a Procida per partecipare a un convegno.
Torna.
Mi dice vattene.
Resta.
Mi telefona e mi dice lo so che ti ho chiesto di restare, ma stasera forse è meglio che non vieni da me, perché ho una cena di lavoro e ne avrò per molto, ci sentiamo domani, ti amo.
Ma io non riesco a dormire, perché Lorenzo non dice mai ti amo di sua iniziativa.
– Al massimo lo dice perché glielo dico io, perché deve, Toni lo so che sono le tre di notte ma ti prego, accompagnami da lui.
Toni passa a prendermi.
In macchina rimaniamo in silenzio.
Entriamo nel monolocale.
Ci investe un tanfo terribile di colla bruciata.
Lui è lì.
Nudo, sul divano.
È lì anche lei.
Nuda, sul divano.
Dormono.
La porta che si apre e si richiude alle nostre spalle non basta per svegliare Lorenzo.
Si sveglia lei. Una ragazza con i seni pesanti, i capelli biondi e lunghi, la faccia disfatta dal trucco sciolto della sera prima. Rovi di spine le corrono tatuati lungo le braccia.
– Oddio, ma voi chi siete? – ci domanda, divertita, appena ci vede.
Io non so più come si fa a parlare. Non so più come si fa a fare niente. Toni mi dice andiamo via. Lei capisce, scuote Lorenzo che nel frattempo continua a dormire con la bocca aperta, le palle all’aria.
– Non è colpa mia se sono una ragazza caruccia! – si mette a urlare.
Mi sa che comincio a piangere.
Che gli butto addosso le sue chiavi di casa.
Le mie, chiavi di casa.
Lorenzo si sveglia.
Ci mette un po’ per mettere a fuoco la scena.
La bionda gli dice prendila a ridere, Lorenzo.
Io non so più come si fa a dire qualcosa.
Mi sa che continuo a piangere.
Toni mi ripete andiamo via.
La bionda ripete a Lorenzo prendila a ridere.
Lui non guarda Toni, non guarda la bionda, non guarda me.
Sceglie sul soffitto un punto a caso da fissare.
Toni mi tira per il braccio fuori di lì.
Mi sa che continuo ancora a piangere.
Che non vedo dove metto i piedi.
Che inciampo per le scale.
Che rotolo giù.
Perdo conoscenza.
Mi risveglio con la bocca piena di sangue.
Toni grida aiuto.
Lorenzo ci raggiunge per le scale.
È ancora nudo.
Chiede a Toni che è successo.
Toni gli dice si è spaccata la faccia, portala in ospedale.
Mi sa che riprendo conoscenza.
E che ricomincio a piangere.
Lorenzo mastica qualcosa del tipo mi faccio un caffè e ce la porto fra un attimo.
Toni gli dice adesso.
Lorenzo mastica qualcos’altro.
Non vorrei sbagliare.
Ma mi pare chieda a Toni e con Olimpia che faccio, le dico di venire con noi?
Hiroshima64.
Non ero mai entrata nella sua casella mail fino a quel momento, ma era l’unica possibilità che mi rimaneva per capire cosa fosse successo.
Cosa stava succedendo.
Per capire perché non mi aveva cercato quella sera stessa per dirmi guarda che non è come pensi, per chiedermi come stai.
Perché non mi aveva cercato il giorno dopo, perché non mi aveva cercato più.
Alla fine in ospedale mi ci aveva portato Toni. Ero rimasta stesa su una barella più di tre ore prima che toccasse a me e ci erano voluti sette punti per ricucirmi il mento.
– Ti è andata bene che non ci hai rimesso i denti, – mi aveva detto il medico, – ma la prossima volta stai attenta a metterti i tacchi se non li sai usare, non immagini quanti incidenti come il tuo succedono tutti i giorni.
Toni si era trasferito a stare da me per un po’. Non avrebbe detto a nessuno com’era andata veramente quella notte se io gli promettevo che da quel momento in poi non avrei più visto né sentito Lorenzo.
Mentre mi parlava io vedevo le sue labbra muoversi ma non riuscivo ad ascoltare che cosa mi stesse dicendo. Non riuscivo ad ascoltare più niente.
– Cazzo, Lidia, non ti basta quello che ti ha fatto?
Insisteva Toni. Ma no, quello che mi aveva fatto Lorenzo non mi bastava. Non mi bastava quello che avevo visto a casa sua e non mi bastava quella cosa molle, gonfia e blu che vedevo al posto del mio mento ogni volta che mi guardavo allo specchio. Non ancora. O meglio, al momento c’erano cose più importanti a cui pensare.
Capire che cos’era successo.
Che cosa stava succedendo.
Lorenzo Ferri tutto attaccato chiocciola yahoo punto it.
Hiroshima64.
––––– Original Message –––––
>From: dancerinthedark@email.it
>To: lorenzoferri@yahoo.it
>Sent: Sunday, September 26, 2004 8:57 PM
>Subject: R: una notte fa
>Accidenti!!!
>Ho ricevuto una mail da un vero scrittore! Non kapita
>tutti i giorni. Cmq mi hai solo preceduto, anke io ti avrei
>scritto, anzi, ho acceso il computer proprio per farlo.
>E l’avevi già fatto tu!
>Pazzesco. Ma è tutto pazzesco, in questi giorni.
>Già mi sembrava il massimo kuando la mia amica
>sabato alla festa è venuta da me e mi ha detto ke era
>arrivato IN PERSONA Lorenzo Ferri, quello ke ha
>scritto kose cm IL FIDANZATO DI MIA MADRE!!!!!!!
>Io bruciavo dall’emozione, mi sono fatta coraggio e
>sono venuta a presentarmi, pensando ke magari mi
>crollava un mito e ke tu eri il solito stronzo montato.
>E invece tu sei tu! E mi hai kiesto se potevi provarci
>cn me!!!!!!!!!
>Ecco, anke per questo volevo scriverti: perkè quella
>sera a Procida non ti ho risposto, ma se non fosse
>ancora kiaro, voglio farlo ora.
>NON SMETTERE MAI DI PROVARCIIIIIIIIIIIIIIII.
>Hai capito???In trentasei anni ho avuto sette miliardi
>e mezzo di uomini ma mai ho provato quello ke ho
>provato stanotte cn te.
>Grazie x avermi invitata subito a venire a Roma, grazie
>x la pasta col pesto buonissima ke mi hai cucinato,
>grazie per quello ke sei e… dimentico qualcosa???
>ma sì, grazie anke x quanto ce l’hai grosso!!
>Una fantanarkica cm me e uno skoppiato cm te erano
>fatti per doversi incontrare, prima o poi!!!!!!!!!!!!!!!!
>Ferri, l’hai capito o no?!!???
>SONO TROPPO FELICE DI ESSERE LA TUA DONNA!!!!!!
>Però una cosa me la devi promettere.
>Fare quelle cose brutte e kattive cn te stanotte è stato
>meraviglioso. Ma dobbiamo darci una regolata. Io nn
>sono una ragazzina ke siccome i genitori si divorziano
>fa i capricci e diventa anoressika.
>Non sono una giovane groupie che ti porti
>in Thailandia per farti ogni sera una striscia in cesso
>mentre lei dorme e non si accorge di un kazzo.
>Io sono una donna. Vivo da anni in giro dove capita, il
>mondo lo conosco.
>E voglio ke tu smetti di farti per due motivi: il primo
>sono io, il secondo sei tu. Dunque quando vieni a
>trovarmi domani a Procida (ankora non mi pare
>vero… Lorenzo Ferri viene a passare il weekend nella
>mia villa… aiutooooo…… farà il bagno nella mia
>piscina….non ci credoooo…) portami un po’ di roba
>buona, ma non tantissima.
>Poi ricordati una copia di TUTTI i libri ke hai scritto, la
>mozzarellina speciale e quel cd di Aphex Twin che
>abbiamo ascoltato tutta la notte e voglio masterizzarmi.
>Ma puoi anke dimenticarti tutto se non ti dimentiki di
>portarmi te.
>Tua
>Principessa Scintillante che Balla nell’Oscurità
>(mi piace!!!!)
––––– Original Message –––––
>From: lorenzoferri@yahoo.it
>To: dancerinthedark@email.it
>Sent: Sunday, September 26, 2004 6:23 PM
>Subject: una notte fa
>Ti ho accompagnata in stazione mezz’ora fa e già mi
>manchi.
>Volevo dirtelo. E dirti che erano almeno tre anni che
>non mi sentivo tanto bene.
>Da quando è cominciato a franare il mio matrimonio
>per la prima volta penso di avere un’altra possibilità di
>stare con una donna.
>E quella donna sei tu, Olimpia, creatura incredibile.
>Questo nostro incontro è come una bolla di sapone,
>tanto più bella quanto più rischia di scoppiare da un
>momento all’altro.
>Domani ti raggiungo subito, non resisto.
>Ti porto la mozzarellina speciale dell’alimentari sotto
>casa mia e tutto quello che vuoi.
>Pensati sempre pensata da questo vecchio topo di
>fogna che una Principessa Scintillante che Balla
>nell’Oscurità stanotte ha fatto sentire degno di stare al
>mondo.
>Tuo,
>Lorenzo.
’Ohana vuol dire famiglia. E famiglia, dice Lilo, vuol dire non venire abbandonato. O dimenticato.
Ecco, cos’era successo.
Adesso sì che mi poteva bastare.
Ero stata abbandonata.
E dimenticata.