Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Non raccontiamoci stronzate, noi non siamo una coppia, siamo due persone che si stanno vicine in un momento di difficoltà.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Odio la tua profondità e la tua ironia, di una donna trovo erotica solo la stupidità.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Fatti i cazzi tuoi, dove sono stato non te lo dico e comunque non ti piacerebbe saperlo.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Va bene, lo ammetto, una sera mi sono scopato una francese che ho incontrato a una festa, ma è successo solo quella volta. Forse anche un’altra, ma che conta? Ora come ora ti sono fedele.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Ce l’avrò sempre con te perché dopo tutto quello che ho passato credevo di meritarmi il premio di una bella amicizia, magari sessuale perché no, senza responsabilità e complicazioni, e non me l’hai concessa.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– È colpa mia se mi vorrei portare a letto tutte le donne che vedo? Voglio essere sincero con te, devi saperlo.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Non capisco perché ti sei fissata con questa storia della convivenza. Pensi che io in qualche modo possa cambiare? Pensi che possa farti sentire più sicura, più protetta? Povera illusa.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Io non ci sarò mai nei momenti in cui dovrei esserci, ficcatelo bene in testa. Se muore tuo padre, se muore tua madre, se ti capita un incidente, io preferirò sempre andarmi a fumare una canna da qualche altra parte finché non ti sei risolta i tuoi problemi da sola.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– E non fare quella faccia. Tu devi essere il mio pagliaccio bellissimo e divertente. Altrimenti che senso ha stare insieme?

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Perché lo ammetto, io sto con te per convenienza. Perché sei giovane, bella, guadagni abbastanza da poterti mantenere da sola e non avere bisogno di me, perché se qualcuno mi vede in giro con te può invidiarmi. Punto.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

– Mi manca una bella serata tossica con una sconosciuta che non so nemmeno come si chiama e me lo tiene in bocca.

Continua a sentire il bisogno di tutte queste cattiverie.

Ma può dirmi quello che gli pare, se in realtà vorrebbe tanto essere meno triste per farmi felice.

>––––– Original Message –––––

>From: brianahern@hotmail.com

>To: lorenzoferri@yahoo.it

>Sent: Thursday, March 16, 2006 10:14 PM

>Subject: IL LATTE E IL SANGUE

>Caro Lorenzo,

>mio fratelo, è un grande regalo per me ricevere quelle

>tue parole, sopratuto durante la sera, quando di più

>riesco a concentrare me e meditare.

>Se lo ricordi io anche avevo scritto a te riguardo una

>figura di donna che sento vicino a te molto forte e

>durante leggevo te capivo che certo è davero LIDIA la

>donna del destino tuo. Tuttavia atraverso questo

>tirare nel ballo il destino non volio che tu confondi

>me per uno di questi stupidi personaggi della new

>age, come si dice. No no!

>Quello che scrivi è tuttavia strano e parla a me molto:

>tu scrivi a me che quella persona ti ama e delle sue

>carezze talmente dure da ricevere. Ebbene, sembra a

>me che parli di lei ma nella verità parli a me di te, non

>cioè del suo di amore, MA DEL TUO PER LEI, tanto

>forte e per questa ragione pericoloso certamente.

>Nella mappa tua quando la spediro infacti troverai

>che vedo per te L’AMORE DELLA VITA davero ADESSO,

>prima no, solamente figure feminili uguali al pensiero

>imobile, servitore di questo pensiero, come diciamo.

>Tu e Lidia siete propio come IL LATTE DI CAPRA E IL

>SANGUE DI SERPENTE nei riti sciamani: se uniti fate

>magia – nel significato del cambiamento – altrimenti

>no. La tecnica sciamana infacti cura da mille anni e

>più le persone malate facendo bere loro con una

>coppa questi due elementi che SOLO INSIEME

>guariscono. Sembra strano ma così è. Vuol dire che

>nella natura ci sono cose e persone che pure se

>diverse quando si incontrano non possono più

>separare loro perché hanno maggiore senso da

>insieme che no.

>Tu poi sei triste come scrivi a me, ma un giorno

>presto o tardi capisci che ESSERE TRISTI O ESSERE

>FELICI È COME DIRE OGGI FA PIOGGIA OGGI FA SOLE, il

>mondo non pensa che il motivo del tempo cativo è

>perché lui gira forze dalla parte sbaliata!

>Proteggo te come mio fratelo giovane, ripeto a te.

>Adesso che conosco il suo nome proteggo anche

>LIDIA che tanto bene avevo visto subito e che tanto

>aveva stordito me come avevo scritto a te, come

>figura feminile con la stella e forte davero. Per questo

>STOPPA CON ALTRE DONNE NEL LETTO come scrivi a

>me: ho fatto quello anche io una volta inizialmente

>con Enrico e prima o poi lo avevo perso per un anno

>quasi, prima che tornava lui e io ancora dicevo no.

>Tre anni quasi, prima di capire bene che niente faceva

>a me male più del pensiero mio imobile, come dico

>sempre a te! Pensi che avevo davero la tua età!

>Davero! Scusa me se parlo a te tanto di Enrico, ma

>troppo giovane è andato e manca a me tutti i giorni.

>Per questo non chiedere a me scusa che hai fatto

>leggere la lettera mia prima anche a Lidia, ma sono io

>che devo dire a te grazie.

>Proteggo te, ricorda che IL LATTE DI CAPRA E IL

>SANGUE DI SERPENTE SOLO INSIEME FANNO MAGIA e

>fida te di quanto ci è nella zona a te per ora cieca,

>Buona Notte,

>Brian

Alla fine il giudice ha stabilito che Maia e il maestro di respirazione a fine anno dovranno andarsene dall’appartamento di Lorenzo. A quel punto l’appartamento verrà messo in vendita: da come si era messa la situazione, è andata decisamente bene.

Per quanto mi riguarda domani andrò a vedere un posto che a quanto c’è scritto sul giornale sembra fatto proprio per me. Ormai è un mese che visito come minimo tre case al giorno, ho imparato a leggere fra le righe degli annunci immobiliari.

Siamo davvero come il latte e il sangue del rituale che mi sono inventata e potrebbe essere tutto molto più facile fra noi, penso, mentre siamo in motorino, un sabato mattina. Andiamo a vedere una mostra di foto, ritratti, video e costumi dedicata a Leigh Bowery, un protagonista della Londra degli anni ottanta, morto di AIDS nell’ultima notte del novantatré. Ognuna delle stanze della mostra parla di una vita che ha avuto a che fare solo con la sperimentazione, il trasformismo, l’abbandono di qualsiasi distinzione capace di rassicurare. Una vita dove non c’erano confini nemmeno fra il corpo e la maschera, fra il maschile e il femminile. Ci fermiamo davanti a un ritratto che gli ha fatto Lucian Freud. Qui Bowery non ha addosso alcun travestimento. Dorme nudo, il corpo grasso e lucido, un enorme pisello a riposo fra le cosce.

– Che strano, di tutti i suoi costumi pazzeschi questo è quello che mi piace di più.

– Anche a me. È come la favola del re nudo, ma al contrario.

– Già.

– Forse bisognerebbe fare come lui. Cambiare segno a tutto, vivere le scelte come destini e i destini come scelte. È un po’ quello che sostiene anche Brian.

– Come sta, il tuo amico sciamano?

– Lui bene, chi lo ammazza. Sono io che non funziono. La mia disperazione si sveglia prima di me, apro gli occhi e la trovo lì, a darmi il buongiorno.

– Ma ieri quando sono andata a dormire e ti ho lasciato al computer, mi hai detto che finalmente si stava muovendo qualcosa.

– Infatti. Ma questo libro è davvero un casino.

– Sarà il tuo capolavoro.

– Non credo proprio. La Parigi di quegli anni che voglio raccontare io è inafferrabile proprio quanto la Londra di Bowery. E io non sono uno come lui, così realmente capace di mettersi a servizio del disastro che deve interpretare. Più cerco nuove formule d’espressione, più mi sforzo per non ricalcare le orme dei libri che ho scritto finora, più la scrittura sul più bello mi scivola via dalle mani come fosse sabbia.

– Fidati dei granellini che ti rimangono appiccicati.

– La fai facile, tu. Ma non voglio stare qui a lamentarmi. Sai, Lilo, d’altronde essere tristi o essere felici è come dire oggi piove, oggi c’è il sole. Anche questa me l’ha detta Brian. Insomma, non è colpa di nessuno e non è una tragedia, se da stamattina sono di pessimo umore.

– Mi piace sentirti parlare così. Soprattutto oggi, ché ho una proposta da farti. Domani devo vedere un appartamento a Colle Oppio. Vieni anche tu, dai. Finora non ho mai insistito, ma questo potrebbe essere quello giusto. Ho visto anche delle foto su Internet. È grande, pieno di luce, e in un quartiere che mi piace moltissimo.

– Vai a vederlo tu e poi se ti piace davvero vengo a vederlo anch’io.

– Va bene.

– Ma giusto per darti qualche consiglio. Mica se lo vedo poi ti metti in testa strane idee, vero?

– Adesso no, Lorenzo. Ti prego.

– No, era tanto per sapere. Perché…

– Basta così.

– Perché altrimenti ti fai illusioni e poi…

– Ho detto basta. Per favore.

– E poi ci rimani male se il povero Stitch vorrà una casetta tutta sua per essere lasciato in pace e farsi i cazzi suoi.

– Sei una persona disgustosa. Non meriti niente. Non meriti di scrivere un nuovo libro, non meriti il successo che hai, non meriti le mie attenzioni e non meriti nemmeno quelle del tuo amato stregone di Pomaia.

– Siamo in un luogo pubblico, per favore Lilo, – mi sibila.

– Potevi pensarci quando hai cominciato a fare lo stronzo, – alzo apposta la voce io.

– Vado in campagna.

– Ecco, bravo.

Vorrei tanto essere meno triste per farla felice.

E se mentisse anche a Brian?

Leigh Bowery davanti a noi continua a dormire.

Avevo ragione.

Uno lo sente quando un posto potrebbe diventare casa sua. E quel posto per me è questo.

Alla fine mi ha accompagnato Toni a vederlo. È un appartamento al terzo piano, molto luminoso, con una vista incredibile sul Colosseo. È quasi completamente ristrutturato, bisognerà fare solo qualche lavoro di tinteggiatura.

– È per due persone, ma ce ne possono abitare benissimo anche tre, – dice l’agente immobiliare. Che poi guarda me e Toni con aria maliziosa.

– Dipende da voi, piccioncini.

>––––– Original Message –––––

>From: lorenzoferri@yahoo.it

>To: brianahern@hotmail.com

>Sent: Saturday, March 25, 2006 9:18 PM

>Subject: R: IL LATTE E IL SANGUE

>Caro Brian,

>sei stato davvero un amico prezioso per me ma non

>merito oltre la tua fiducia e le tue parole. Io sono e

>rimarrò sempre una persona cattiva e sporca, capace

>solo di strisciare come un verme da un giorno

>all’altro, di non prendere mai decisioni e di fare male

>alle persone a cui voglio bene, in faccia e dietro le

>spalle. Non ho valori, non sono forte come lo sei stato

>tu. La verità della mia storia con Lidia è che quando

>l’ho incontrata per la prima volta era completamente

>fuori di testa, non mangiava quasi niente, controllava

>tutto quello che facevo, aveva paura anche della sua

>ombra, insomma, stare con uno marcio come me le

>poteva bastare. Adesso invece sta meglio e si è messa

>in testa di poter essere felice. Ma se lei non è più solo

>una pazza io non posso essere più solo uno stronzo, e

>invece non so fare altro. Insomma, non posso essere

>all’altezza di una guarigione. Ti ringrazio per tutto,

>ma d’ora in poi è meglio che tu ti prenda cura di

>persone degne di venire protette dalla tua luminosità.

>Con me ti aspettano solo profonde delusioni, non

>voglio farti perdere tempo.

>Un abbraccio e ancora grazie di tutto,

>Tuo,

>Lorenzo.

Sai farmi ridere come non sa fare nessuno e come non sa fare nessuno spiegarmi quello che non so, scegliere sempre di guardare un DVD che va bene anche a me, non dire mai qualcosa che ho già sentito da qualche parte, non farmi vedere mai qualcosa che ho già visto, fare qualcosa che ho fatto, sai perdonare, sai che Efexor è l’unico cane che di notte non dorme e non ti arrabbi quando ti sale addosso e ti sveglia, sai che cosa significa avere la testa invasa da voci e fare sempre la fatica di sceglierne una, sai che quella sbagliata è proprio quella che dice le cose più sensate, sai consolarmi di tutto quello che non mi piace, sai piacermi tu.

Non è vero che sai fare solo lo stronzo.

Come al solito vorrei trovare le parole giuste e il modo per dirle a lui. Per fargli sapere che anch’io credevo di cominciare e finire nelle mie ossessioni, e ora che mi stanno abbandonando ogni mattina appena apro gli occhi mi mancano da morire e m’assale il dubbio che con loro mi stia abbandonando tutto quello che avevo da dire e da dare e che senza di loro io non sarò più nessuno, non sarò più niente, troppo poco per bastare a qualcuno, per bastare a me.

Perché certe malattie in effetti contraddicono qualcosa di inaccettabile. La banalità di quello che ci fa bene, la banalità di quello che ci fa male.

E quindi forse non bisogna essere all’altezza di guarigioni come le nostre. Bisogna abbassarsi al loro livello.

Gli telefono in campagna. Non risponde. Provo ancora. Niente. Ha il cellulare staccato.

Coraggio, Brian. Tocca a te. Mantieni la calma.

>––––– Original Message –––––

>From: brianahern@hotmail.com

>To: lorenzoferri@yahoo.it

>Sent: Monday, March 27, 2006 7:14 PM

>Subject: IL MAXIMO COMPROMEXO

>Caro Lorenzo,

>mio fratello, le parole tue non stupirono me.

>La pratica sciamana che io studio ormai con

>tantissimo tempo è antica e è tutta sulla base della

>persona e della sua structura più misteriousa che da

>sotto la structura organizata del pensiero chiama e

>vendica se, non di VALORI che poi alla fine NON

>ESISTONO, sono fructi anche loro di grande paura,

>tanto i valori che chiamano buoni quanto i valori che

>chiamano cativi. Questo devi sapere. Riguardo il

>resto non volio comentare la tua ultima lettera perché

>è stata scrita dal PENSIERO IMOBILE, non da te. E al

>PENSIERO IMOBILE io non rispondo. Sai tuttavia che io

>dopo che leggo te non solo non lascio te, ma volio

>ancora più bene.

>Forze mentre leggi me pensi che scrivo queste cose a

>modello del vecchio che dice bugie. Non è facile per

>me esprimere questo che vedo, perdona me. Ma

>davero nella vita ho conosciuto troppe cose affinché

>divento uno che abbandona se solo per dire a una

>persona come la tua fai il bene e non fai il male! IO

>NON DIROMAI A TE FAI IL BENE PER IL BENE, MA

>invece dico FAI QUESTA COSA QUI PER TE, riguardo

>quello che vedo abbandonato su te, SOLO su TE.

>Anche Lidia infacti non è solo luce, come tu pensi,

>non è solo bene, ma è bene per te e tu che dici di

>essere cativo sei invece bene per lei, lo giuro, se BENE

>significa IL MAXIMO COMPROMEXO, come si dice, che

>persone come noi soportano FRA IL DOLORE della

>natura che sentono e portano su loro, E LA VOLIA NON

>RAZIONALE comunque di dire io e di fare cose. Spero

>che ho spiegato.

>Posso fare una domanda, poi, se non dispiace a te?

>Scrivi un libro ora? Per me, io vedo, dalla mappa tua

>che spediro, che FRA DUE ANNI esatti da ora ci sarà IL

>LIBRO TUO MELIO SCRITTO, più fondamentale per te e

>per noi che leggiamo. Lo vedo come scritto in una

>lingua diversa, come francese, non so spiegare

>benissimo ancora. Ma non volio per niente

>influenzare, anche perché come lettore non solo

>come amico aspetto te con la ansia!

>Proteggo te come sempre, più che sempre, da quella

>zona a te ancora cieca dove però un futuro di luce per

>te ci è, certamente,

>Tuo,

>Brian